RELAZIONE FINANZIARIA ANNUALE
AL 31 DICEMBRE 2024
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
Il presente documento costituisce copia, in formato PDF, della Relazione Finanziaria Annuale di Centrale
del Latte d'Italia S.p.A. al 31 dicembre 2024 e non costituisce il documento in formato ESEF richiesto
dai Technical Standard ESEF di cui al Regolamento Delegato (UE) 2019/815 (c.d. “Regolamento
ESEF”).
La Relazione Finanziaria Annuale di Centrale del Latte d’Italia S.p.A. al 31 dicembre 2024 nel formato
ESEF, richiesto dal Regolamento ESEF, è disponibile sul sito internet della Società
https://centralelatteitalia.com/investor-relations/bilanci-e-relazioni/ e sul meccanismo di stoccaggio
autorizzato eMarket Storage www.emarketstorage.com.
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SOMMARIO
RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI SULL’ANDAMENTO DELLA GESTIONE 1
ORGANI SOCIALI...................................................................................................................2
LA CORPORATE GOVERNANCE........................................................................................5
RELAZIONE SULLA GESTIONE....................................................................................... 10
ALTRE INFORMAZIONI..................................................................................................... 16
RAPPORTI CON PARTI CORRELATE..............................................................................23
RELAZIONE SUL GOVERNO SOCIETARIO E GLI ASSETTI PROPRIETARI ...........24
RENDICONTAZIONE INDIVIDUALE DI SOSTENIBILITÀ ........................................96
SITUAZIONE PATRIMONIALE E FINANZIARIA ........................................................ 204
CONTO ECONOMICO ...................................................................................................... 205
CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO.......................................................................... 205
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO NETTO ................................. 206
RENDICONTO FINANZIARIO........................................................................................ 207
RAPPORTI CON PARTI CORRELATE............................................................................ 256
ATTESTAZIONE DEL BILANCIO D’ESERCIZIO, AI SENSI DELL’ARTICOLO 154-BIS
DEL D.DLGS 58/98.............................................................................................................. 263
RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE ........................................................... 264
RELAZIONE DEL COMITATO PER IL CONTROLLO SULLA GESTIONE ............. 270
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1
RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI
SULL’ANDAMENTO DELLA GESTIONE
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ORGANI SOCIALI
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
C.
E.
C.
N.
E.
C.
I.
C.
C.
R.
C.
R.
C.
P.
C.
C.
C.
I.
Angelo Mastrolia Presidente
Giuseppe Mastrolia Vice Presidente
Stefano Cometto Amministratore Delegato
Benedetta Mastrolia Consigliere
Giovanni Maria Rayneri Consigliere
Anna Claudia Pellicelli Consigliere
Valeria Bruni Giordani Consigliere
C.E. = Consigliere esecutivo
C.N.E = Consigliere non esecutivo
C.I. = Consigliere indipendente
C.C.R. = Comitato controllo e rischi
C.R. = Comitato remunerazione nomine
C.P.C. = Comitato operazioni parti correlate
C.C.I. = Comitato Consiglieri Indipendenti
SOCIETA’ DI REVISIONE
PricewaterhouseCoopers S.p.A. - Torino
COMITATO PER IL CONTROLLO SULLA GESTIONE
A partire dall’esercizio 2024, la Società ha introdotto il sistema monistico i cui membri del Comitato per il
Controllo sulla Gestione sono:
Giovanni Maria Rayneri Presidente
Anna Claudia Pellicelli Componente
Valeria Bruni Giordani Componente
DIRIGENTE PREPOSTO
Fabio Fazzari CFO e Investor Relator
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Al 31 dicembre 2024 Centrale del Latte d’Italia S.p.A., possiede una partecipazione di collegamento:
25%
Gli azionisti
Il capitale sociale della Società è pari a Euro 28.840.041,20 i.v. suddiviso in n. 14.000.020 azioni ordinarie
senza valore nominale.
A seguito della cessazione dei diritti di voto maggiorati, per effetto di quanto previsto dall’art. 127 quinquies,
comma 2, del TUF e art. 44 del Provvedimento unico post-trading CONSOB-Banca d’Italia, nonché di quanto
disposto dallo Statuto Sociale all’art. 5, il numero dei diritti di voto è pari a 14.000.020. I detentori di azioni
ordinarie in misura superiore al 5% sono:
In data 12 novembre 2024 la
Società, a seguito dell’esito dell’offerta in opzione e prelazione, ha deliberato di
procedere direttamente al rimborso mediante acquisto di complessivi n. 771.204 azioni di CLI al valore di
liquidazione di Euro 2,966 cadauna per un controvalore complessivo pari a Euro 2.287.391,06.
Newlat Food S.p.A.:
67,74%
Comune di Firenze:
12,31%
Comune di Pistoia:
5,26%
Azioni Proprie: 5,51%
Mercato: 9,18%
Azionisti
Newlat Food S.p.A. Comune di Firenze Comune di Pistoia Azioni Proprie Mercato
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I detentori di azioni ordinarie, in misura superiore al 5%, detengono le seguenti percentuali, in termini di
diritti di voto:
Newlat Food S.p.A.:
74,27%
Comune di Firenze:
13,51%
AZIONISTI
Newlat Food S.p.A. Comune di Firenze
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LA CORPORATE GOVERNANCE
La Governance aziendale rappresenta l’insieme di strumenti, regole e meccanismi finalizzati ad una più efficace
realizzazione dei processi decisionali dell’organizzazione, nell’interesse di tutti gli stakeholders della Società. La
società Centrale del Latte d’Italia S.p.A. aderisce al Codice di Corporate Governance elaborato dal Comitato per
la Corporate Governance delle Società Quotate, approvato nel gennaio 2020, in sostituzione del precedente
Codice di Autodisciplina. Il sistema di amministrazione adottato è fondato sulla presenza di tre organi:
l’Assemblea degli Azionisti, il Consiglio di Amministrazione e il Comitato interno per la gestione.
Il Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione è l’organo sociale preposto all’amministrazione della Società e possiede i
poteri allo stesso assegnati dalla normativa e dallo statuto. Esso si organizza e opera in modo da garantire un
effettivo ed efficace svolgimento delle proprie funzioni. I consiglieri agiscono e deliberano, perseguendo
l’obiettivo della creazione di valore per gli azionisti e riferiscono sulla gestione in occasione dell’Assemblea
degli azionisti. Lo statuto della Società, in tema di nomina e sostituzione del Consiglio di Amministrazione
e/o dei suoi membri, prevede che all'elezione dei membri del Consiglio di Amministrazione si proceda sulla
base di liste di candidati secondo le modalità indicate con maggiore dettaglio nella Relazione sul Governo
Societario e gli Assetti Proprietari (allegato al presente documento) e nel rispetto della disciplina vigente
inerente all’equilibrio tra generi.
Comitati interni al Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione non ha costituito al suo interno comitati diversi da quelli previsti dal Codice
di Corporte Governance, salvo il Comitato per le Operazioni con Parti Correlate, al fine di ottemperare alle
previsioni di cui al Regolamento Parti Correlate.
La Società ha attribuito ad un unico comitato, precisamente al Comitato Remunerazione e Nomine, le funzioni
previste dagli artt. 4 e 5 del Codice di Corporate Governance.
I comitati interni al Consiglio di Amministrazioni sono i seguenti:
Il Comitato Controllo e Rischi assiste il Consiglio di Amministrazione nelle valutazioni e decisioni
relative al Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi, all’approvazione dei bilanci e delle relazioni
semestrali ed ai rapporti tra la Società ed il revisore esterno, onde siano supportate da un’adeguata attività
istruttoria. A tal fine, tale Comitato risulta composto da tre consiglieri con adeguata esperienza in materia
contabile e finanziaria, nelle persone degli Amministratori non esecutivi ed indipendenti Giovanni Maria
Rayneri, in qualità di Presidente, nonché di Anna Claudia Pellicelli e Valeria Bruni Giordani, in qualità di
componenti.
Il Comitato per le Remunerazioni e Nomine svolge un ruolo consultivo e propositivo, con funzioni
istruttorie, nelle valutazioni e nelle decisioni relative alla composizione del Consiglio di Amministrazione ed
alla remunerazione degli amministratori e dei dirigenti con responsabilità strategiche vigilando sulla loro
applicazione e formulando raccomandazioni generali in materia. Il Comitato risulta composto da tre
consiglieri con adeguata esperienza in materia contabile e finanziaria, nelle persone degli Amministratori non
esecutivi ed indipendenti Anna Claudia Pellicelli, in qualità di Presidente, nonché di Giovanni Maria Rayneri
eValeria Bruni Giordani, in qualità di componenti. Per quanto riguarda il processo di determinazione della
remunerazione dei membri del Consiglio di Amministrazione si prevede che venga attribuito, da parte
dell'Assemblea, per il periodo di durata del mandato, un emolumento che può essere formato da una parte
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fissa e una variabile commisurata al raggiungimento di determinati obiettivi e/o ai risultati economici
conseguiti dalla Società.
Per ogni informazione riguardante la politica generale per la remunerazione, la remunerazione degli
amministratori esecutivi e dei dirigenti con responsabilità strategiche e degli amministratori non esecutivi si
rinvia alla relazione sulla remunerazione pubblicata ai sensi dell'articolo 123-ter del Testo Unico della Finanza.
Il Comitato per le Operazioni con Parti Correlate (di seguito anche “Comitato OPC”) ha l’onere di
garantire la correttezza sostanziale dell’operatività con parti correlate, tramite il rilascio di un parere
sull’interesse della società al compimento di una specifica operazione, nonché sulla convenienza e correttezza
delle relative condizioni. Tale comitato è composto da tre Amministratori non esecutivi e indipendenti, Valeria
Bruni Giordani, nel ruolo di Presidente, nonché Giovanni Maria Rayneri ed Anna Claudia Pellicelli, in qualità
di componenti.
Comitato per il Controllo sulla Gestione
Il Consiglio di Amministrazione della Società, nella seduta del 18 marzo 2024, ha deciso di adottare il sistema
di governance monistico in luogo di quello tradizionale. Il Consiglio di Amministrazione ha valutato il
passaggio a un sistema monistico perché in grado di migliorare la qualità della governance, tramite una
semplificazione degli assetti organizzativi, amministrativi e contabili dell’impresa, garantendo un’elevata
trasparenza ed una maggior efficacia dei controlli tramite flussi informativi completi e costanti e il
superamento delle inefficienze determinate dall’esistenza di un organo separato dall’organo di gestione.
Tale sistema di governance concorre inoltre ad aumentare la riconoscibilità internazionale della società, con
conseguente maggiore attrattività per potenziali investitori internazionali.
Il sistema di governance monistico si caratterizza per la presenza di un Consiglio di Amministrazione, cui
competono le funzioni di supervisione strategica e di gestione, e di un Comitato per il Controllo sulla
Gestione, costituito all'interno dello stesso Consiglio, che svolge funzioni di controllo.
L’Assemblea degli Azionisti ha deliberato a favore della modifica statutaria e dell’adozione del sistema di
governance monistico in data 29 Aprile 2024.
Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi
Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi (SCIGR) è l’insieme delle regole, delle procedure e
delle strutture organizzative volte a consentire, attraverso un adeguato processo di identificazione,
misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, una conduzione dell’impresa corretta e coerente
con gli obiettivi prefissati. Il Consiglio di Amministrazione, nell'ambito della definizione dei piani strategici,
industriali e finanziari, ha individuato la natura e il livello di rischio compatibile con gli obiettivi strategici della
Società, includendo nelle proprie valutazioni tutti i rischi che possono assumere rilievo nell'ottica della
sostenibilità nel medio-lungo periodo dell'attività della Società. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre
definito, con l'assistenza del Comitato Controllo Rischi, le linee di indirizzo del Sistema di Controllo Interno
e Gestione dei Rischi, identificano il sistema stesso come un processo trasversale ed integrato a tutte le attività
aziendali che si ispira ai principi internazionali dell'Enterprise Risk Management (ERM).
Questo sistema ha come finalità quella di aiutare la Società a realizzare i propri obiettivi di performance e
redditività, ad ottenere informazioni economico-finanziarie affidabili e ad assicurare la conformità alle leggi e
ai regolamenti in vigore, evitando all'azienda danni reputazionali e perdite economiche. In questo processo
assume particolare importanza l'identificazione degli obiettivi aziendali e la classificazione ed il controllo dei
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rischi ad essi connessi, mediante l'implementazione di azioni specifiche finalizzate al loro contenimento.
I rischi aziendali, oltre ai rischi strategici, possono avere diversa natura: di carattere operativo (legati all'efficacia
e all'efficienza delle operations aziendali), di reporting (legati all'affidabilità delle informazioni economico-
finanziarie) e, infine, di compliance (relativi all'osservanza delle leggi e regolamenti in vigore, evitando all'azienda
danni di immagine e/o perdite economiche). A fronte di ciò, la Funzione di Internal Audit verifica l’idoneità
del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi attraverso un piano di audit, approvato dal Consiglio
di Amministrazione, predisponendo relazioni periodiche contenenti le adeguate informazioni circa lo
svolgimento della sua attività, nonché tempestive relazioni su eventi di particolare importanza.
Il Consiglio di Amministrazione valuta annualmente l'efficacia del Sistema di Controllo Interno e di Gestione
dei Rischi e l'adeguatezza dello stesso rispetto alle caratteristiche dell'impresa sulla base delle informazioni e
delle evidenze ricevute con il supporto dell'attività istruttoria svolta dal Comitato Controllo Rischi, dal
Responsabile della funzione di Internal Audit e dall'Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/2001.
Modello Organizzativo ex Decreto Legislativo 231/2001, Codice Etico e lotta alla corruzione
Il Consiglio di Amministrazione della Centrale del Latte S.p.A. ha approvato l’ultima versione del “Modello
di organizzazione, gestione e controllo”, ai sensi del D. Lgs. 231/2001, in data 9 settembre 2024. Il Modello,
redatto in base alle linee guida emanate da Confindustria e nel rispetto della giurisprudenza in materia, delinea
una serie di norme di comportamento, di procedure e di attività di controllo, nonché un sistema di poteri e
deleghe, finalizzate a prevenire la commissione dei reati espressamente previsti dal D. Lgs. 231/2001.
Il Modello Organizzativo è stato pubblicato e comunicato a tutto il personale, terzi collaboratori, clienti,
fornitori e partner.
Nel corso dell’esercizio non sono pervenute segnalazioni riguardo comportamenti non conformi ovvero
violazioni del Codice Etico.
Al fine di garantire la corretta implementazione del Modello, è stato istituito un Organismo di Vigilanza
(OdV), attualmente costituito dal Dott. Massimo Carlomagno, nel ruolo di Presidente, e dalla Dott.ssa Ester
Sammartino.
L’OdV trasmette al Consiglio di Amministrazione, con cadenza semestrale, un rapporto scritto sull’attuazione
ed effettiva conoscenza del Modello 231 all’interno di ogni comparto aziendale.
L’implementazione di adeguati flussi informativi periodici e/o occasionali verso l’OdV costituisce un ulteriore
importante strumento a supporto dell’assolvimento dei compiti di monitoraggio attribuiti dalla legge alla
competenza dell’OdV e, pertanto, dell’efficacia “esimente” del Modello stesso.
Dall’esame dell’informativa pervenuta dai responsabili delle diverse aree aziendali non sono emersi fatti
censurabili o violazioni del Modello, si è venuti a conoscenza di atti o condotte che comportino una
violazione delle disposizioni contenute nel D. Lgs. 231/2001.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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FATTI DI RILIEVO DELL’ESERCIZIO
Di seguito vengono illustrati i fatti di rilievo intervenuti durante l’esercizio oggetto di analisi:
In data 29 aprile 2024 l’Assemblea Straordinaria dei Soci ha deliberato circa l’adozione del sistema
monistico di amministrazione e controllo.
In data 14 maggio 2024 il Consiglio di Amministrazione ha esaminato ed approvato il Resoconto
Intermedio di Gestione al 31 marzo 2024.
In data 9 settembre 2024 il Consiglio di Amministrazione ha esaminato ed approvato la Relazione
Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2024.
In data 11 novembre 2024 il Consiglio di Amministrazione ha esaminato ed approvato il Resoconto
Intermedio di Gestione al 30 settembre 2024.
In data 12 novembre 2024 la Società, a seguito dell’esito dell’offerta in opzione e prelazione, ha
deliberato di procedere direttamente al rimborso mediante acquisto di complessivi n. 771.204 azioni
di CLI al valore di liquidazione di Euro 2,966 cadauna per un controvalore complessivo pari a Euro
2.287.391,06.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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AZIONISTI E MERCATI FINANZIARI
Centrale del latte d’Italia S.p.A. mantiene un dialogo costante con i propri azionisti, attraverso una
responsabile e trasparente attività di comunicazione svolta dalla funzione di Investor Relations e finalizzata ad
agevolare la comprensione della situazione aziendale, la prevedibile evoluzione della gestione, le strategie e le
prospettive del mercato di riferimento. A tale funzione è, inoltre, affidato il compito di organizzare
presentazioni, eventi e Roadshow che consentano di instaurare una relazione diretta tra la comunità finanziaria
ed il Top Management della Società. Per ulteriori informazioni e per prendere visione dei dati economico-
finanziari, delle presentazioni istituzionali, delle pubblicazioni periodiche, dei comunicati ufficiali e degli
aggiornamenti sul titolo, è possibile visitare la sezione Investor Relations nel sito https://centralelatteitalia.com/.
Nel periodo in esame dal 2 gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 il prezzo ufficiale del titolo ha segnato un
decremento del 11% passando da Euro 3,08 ad Euro 2,74.
La capitalizzazione di Borsa al 31 dicembre 2024 era pari ad Euro 38.360.055.
Tutte le azioni emesse sono state interamente versate.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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RELAZIONE SULLA GESTIONE
La Società è un’importante player nel settore agro-alimentare italiano ed europeo attiva nel settore dei prodotti
lattiero-caseari. L’offerta di prodotti si articola nelle seguenti business unit:
Milk Products;
Dairy Products;
Altre Attività
Il mercato Milk Products e Dairy Products
Contesto globale ed europeo
La produzione di latte vaccino ha registrato una lieve crescita nell'UE (+0,5% nel periodo gennaio-settembre
2024), sostenuta dall'andamento positivo in alcuni dei principali produttori (Francia +1,5%, Polonia +3,7%,
Spagna +1,7%). I prezzi del latte alla stalla hanno ripreso a crescere nella seconda metà dell'anno sfiorando i
50 euro/100 kg nel mese di settembre 2024.
Situazione in Italia
Nonostante le problematiche legate al clima, soprattutto nel corso dei mesi estivi, la produzione di latte ha
registrato una crescita anche in Italia e, secondo i dati Agea, un +1,3% rispetto a gennaio-settembre del 2023.
Il prezzo alla stalla nazionale, dopo la sostanziale stabilità della prima parte dell'anno, ha evidenziato una
nuova spinta al rialzo - raggiungendo nel mese di ottobre i 55,3 euro/100 litri (Iva esclusa, senza premi) -
sostenuta dalle quotazioni dei principali formaggi della tradizione.
Andamento dei prezzi
Prosegue la dinamica positiva per il Grana Padano, prodotto guida del mercato nazionale in considerazione
dell'ampio bacino di raccolta, i cui listini della stagionatura minore hanno raggiunto nel mese di novembre la
quotazione record di 10,32 euro/kg (+18% rispetto a un anno fa) soprattutto grazie al buon andamento della
domanda estera. In forte aumento, anche sulla scia delle dinamiche comunitarie, il prezzo del burro arrivato
nel mese di novembre a sfiorare gli 8 euro/kg con una variazione di oltre il 55% rispetto allo scorso anno.
Commercio estero
Nel periodo gennaio-agosto 2024 le esportazioni di formaggi e latticini italiani sono cresciute dell'11,5% in
volume e del 7,6% in valore, con variazioni positive a doppia cifra rispetto all'anno precedente soprattutto
verso le destinazioni europee. Sul fronte passivo della bilancia commerciale, grazie a prezzi di fornitura
competitivi sono aumentate le importazioni sia di latte in cisterna (+8,0% in volume nei primi otto mesi) sia
di formaggi (+8,2% in volume).
Acquisti domestici
Nei primi nove mesi del 2024 la spesa delle famiglie italiane per latte e derivati è diminuita complessivamente
dell'1,2%, come conseguenza in parte del calo dei prezzi delle principali referenze, in parte di una contrazione
dei volumi (-0,6%). La contrazione delle quantità più consistente di tutto il settore continua a registrarsi per il
latte fresco (-7% in volume), mentre registrano una dinamica positiva degli acquisti lo yogurt (+3,8% in
volume) e i formaggi (+1,1% in volume), soprattutto i freschi.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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Analisi dell’andamento economico della Società
Nella tabella che segue è riportato il conto economico della Società:
(In migliaia di Euro e in percentuale sui
ricavi da contratti con i clienti)
Al 31 dicembre
2024 % 2023 % 2024 vs 2023 %
Ricavi da contratti con i clienti 349.712 100,0% 333.894 100,0% 15.818 4,7%
Costo del venduto (281.541) (80,5%) (271.002) (81,2%) (10.539) 3,9%
Risultato operativo lordo 68.171 19,5% 62.893 18,8% 5.278 8,4%
Spese di vendita e distribuzione (51.696) (14,8%) (49.557) (14,8%) (2.139) 4,3%
Spese amministrative
(8.563)
(2,4%)
(8.259)
(2,5%)
(305)
3,7%
Svalutazioni nette di attività finanziarie (197) (0,1%) (417) (0,1%) 220 (52,8%)
Altri ricavi e proventi 4.079 1,2% 6.087 1,8% (2.008) (33,0%)
Altri costi operativi (2.056) (0,6%) (1.996) (0,6%) (61) 3,0%
Risultato operativo (EBIT) 9.737 2,8% 8.751 2,6% 986 11,3%
Proventi finanziari 1.729 0,5% 756 0,2% 973 128,7%
(5.139)
(1,5%)
(5.348)
(1,6%)
209
(3,9%)
Risultato prima delle imposte 6.328 1,8% 4.160 1,2% 2.169 52,1%
Imposte sul reddito (1.909) (0,5%) (1.201) (0,4%) (708) 59,0%
Risultato netto 4.419 1,3% 2.959 0,9% 1.460 49,4%
In un contesto ancora instabile, ed in generale caratterizzato da un forte incremento del costo delle materie
prime, dobbiamo rilevare come il confronto con il pari periodo del precedente esercizio mostri una sostanziale
linearità sia in termini assoluti che di incidenza sui ricavi di vendita (EBITDA pari a 25,2 milioni di Euro,
ovvero pari al 7,2% dei ricavi contro i 25,2 milioni di Euro al 31 dicembre 2023 pari al 7,5%). Tale risultato
appare maggiormente rilevante se consideriamo che gli effetti inflazionistici, anche se in misura ridotta rispetto
allo scorso esercizio, sono ancora presenti in Italia.
La Società nel corso dell’esercizio ha continuato ad acquisire nuova clientela sempre con l’obiettivo di creare
valore nel medio lungo periodo. I ricavi al 31 dicembre 2024 registrano un ulteriore incremento (+4,7%)
rispetto a quanto già avvenuto nel precedente esercizio.
A fronte del buon andamento dell’EBITDA e di una gestione finanziaria particolarmente efficiente il 31
dicembre 2024 chiude con un utile d’esercizio pari a 4.419 migliaia di Euro, in forte aumento rispetto all’utile
d’esercizio registrato al 31 dicembre 2023 pari ad Euro 2.959 migliaia.
Di seguito sono brevemente commentate le variazioni più significative intervenute negli esercizi in esame con
riferimento alle principali voci di conto economico.
Ricavi da contratti con i clienti
I ricavi da contratti con i clienti rappresentano i corrispettivi contrattuali ai quali la Società ha diritto in cambio
del trasferimento ai clienti dei beni o servizi promessi. I corrispettivi contrattuali possono includere importi
fissi, importi variabili oppure entrambi e sono rilevati al netto di ribassi, di sconti e di promozioni, quali i
contributi riconosciuti alla GDO. In particolare, nell’ambito dei rapporti contrattuali in essere con gli operatori
della GDO, è previsto il riconoscimento da parte di Centrale del Latte di contributi quali premi di fine anno
legati al raggiungimento di determinati volumi di fatturato o di importi connessi al posizionamento dei
prodotti.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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INFORMATIVA DI SETTORE
La tabella che segue riporta il dettaglio dei ricavi da contratti con i clienti per business unit:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al 31 dicembre
Variazioni
2024 % 2023 % 2024 vs 2023 %
Milk Products 274.547 78,5% 262.449 78,6% 12.098 4,6%
Dairy Products 60.139 17,2% 57.189 17,1% 2.950 5,2%
Altre attività 15.026 4,3% 14.256 4,3% 770 5,4%
Ricavi da contratti con i clienti 349.712 100,0% 333.894 100,0% 15.818 4,7%
I ricavi relativi al segmento Milk Products risultano essere in aumento per un effetto combinato di un
incremento dei prezzi medi di vendita, in particolare nella seconda metà dell’esercizio (+64%), ed un
incremento della domanda, in particolare nel settore tradizionale (+36%).
I ricavi relativi al segmento Dairy Products risultano essere in aumento per effetto di un incremento della
domanda su clientela già esistente e su acquisizione nuova clientela.
I ricavi relativi al segmento altre attività risultano essere in aumento rispetto al precedente esercizio per
effetto di un incremento del prezzo medio di vendita.
La tabella che segue riporta il dettaglio dei ricavi da contratti con i clienti per canale:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al 31 dicembre
Variazioni
2024
%
2023
%
2024 vs 2023
%
Grande Distribuzione Organizzata
2
20
.519
6
3
,
1
%
208.628
62,5%
11.891
5
,
7
%
B2B partners 11.432 3,3% 11.666 3,5% (233) (2,0%)
Normal trade 83.855 24,0% 81.390 24,4% 2.465 3,0%
Private labels 16.073 4,6% 15.307 4,6% 765 5,0%
Food services
17.833
5,1%
16.903
5,1%
930
5,5%
Totale ricavi da contratti con i clienti 349.712 100,0% 333.894 100,0% 15.818 4,7%
I ricavi relativi al canale Grande Distribuzione Organizzata aumentano per effetto di un incremento dei
volumi di vendita nel comparto Milk e Dairy e prezzi medi di vendita più elevati rispetto alla media del 2023.
I ricavi relativi al canale B2B sono sostanzialmente in linea rispetto al 31 dicembre 2023.
I ricavi relativi al canale Normal trade e Food Services registrano un forte aumento per effetto di un incremento
dei volumi di vendita e di un prezzo medio più alto rispetto alla media del 2023.
I ricavi relativi al canale Private labels risultano essere in aumento per effetto di un incremento del prezzo medio
di vendita rispetto al 31 dicembre 2023.
La tabella che segue riporta il dettaglio dei ricavi da contratti con i clienti per area:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al 31 dicembre Variazioni
2024 % 2023 % 2024 vs 2023 %
Italia
305.470
87,3%
292.951
87,7%
12.519
4,3%
Germania 17.686 5,1% 15.651 4,7% 2.035 13,0%
Altri Paesi 26.556 7,7% 25.292 7,7% 1.265 5,0%
Totale ricavi da contratti con i clienti 349.712 100,0% 333.894 100,0% 15.818 4,7%
I ricavi relativi all’Italia aumentano per effetto combinato dell’aumento dei volumi di vendita e del prezzo
medio di cessione in particolare nel comparto Milk.
I ricavi relativi alla Germania risultano in forte aumento per effetto combinato di un incremento dei volumi
di vendita legati al canale Dairy.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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I ricavi relativi agli Altri Paesi risultano in forte aumento per effetto di un incremento dei volumi di vendita
legati al canale Grande Distribuzione Organizzata e al comparto Dairy.
Risultato operativo lordo e risultato operativo
Il ROS (return on sales) è in aumento rispetto al bilancio chiuso al 31 dicembre 2024 per effetto di un netto
miglioramento della marginalità. La tabella che segue presenta la riconciliazione del ROS per i periodi in
esame:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al e per l'esercizio chiuso al 31
dicembre
2024 2023
Risultato Operativo (EBIT) 9.737 8.751
Ricavi da contratti con i clienti 349.712 333.894
ROS (*) 2,8% 2,6%
(*) Il ROS (return on sales) è un indicatore alternativo di performance, non identificato come misura contabile nell’ambito degli IFRS e, pertanto, non deve
essere considerata misura alternativa a quelle fornite dagli schemi di bilancio della Società per la valutazione dell’andamento economico della Società.
Il ROI (return on investment) si incrementa principalmente per effetto di quanto già evidenziato nel paragrafo
precedente della presente relazione sulla gestione ed in particolare per effetto di un netto miglioramento del
risultato operativo (EBIT).
La tabella che segue presenta la riconciliazione del ROI per i periodi in esame.
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al e per l'esercizio chiuso al 31
dicembre
2024 2023
Risultato Operativo (EBIT) 9.737 8.751
Capitale investito netto (*) 106.912 108.124
ROI (*) 9,1% 8,1%
(*) Il Capitale investito netto e il ROI (return on investments) sono indicatori alternativi di performance, non identificati come misura contabile nell’ambito
degli IFRS e, pertanto, non devono essere considerate misure alternative a quelle fornite dagli schemi di bilancio della Società per la valutazione dell’andamento
economico della Società.
EBITDA
La tabella che segue presenta la riconciliazione dell’EBITDA, dell’EBITDA Margin e del Cash conversion al 31
dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al e per l'esercizio chiuso al 31
dicembre
2024 2023
Risultato Operativo (EBIT)
9.737
8.751
Ammortamenti e svalutazioni 15.266 15.984
Svalutazioni nette di attività finanziarie 197 417
EBITDA (*) (A) 25.200 25.152
Ricavi da contratti con i clienti 349.712 333.894
EBITDA
Margin
(*) 7,2% 7,5%
Investimenti (B) 3.336 2.502
Cash conversion [(A)-(B)]/(A) 86,8% 90,1%
(*) Il Risultato Operativo (EBIT), l’EBITDA; l'EBITDA Margin; e il Cash conversion sono indicatori alternativi di performance, noni identificati come misura
contabile nell’ambito degli IFRS e, pertanto, non devono essere considerate misure alternative a quelle fornite dagli schemi di bilancio della Società per la
valutazione dell’andamento economico della Società
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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Per valutare l’andamento delle attività, il management della Società monitora, tra l’altro, l’EBITDA per business
unit, così come evidenziato nella seguente tabella:
(In migliaia di Euro e in percentuale sui
ricavi da contratti con i clienti)
Al 31 dicembre Variazioni
2024 % 2023 % 2024 vs 2023 %
Milk Products 19.316 7,0% 20.294 7,7% (978) (4,8%)
Dairy Products
5.498
9,1%
4.523
7,9%
975
21,6%
Altre attività 386 2,6% 336 2,7% 50 14,9%
EBITDA 25.200 7,2% 25.153 7,5% 47 0,2%
L’EBITDA relativo al segmento Milk Products si decrementa, prevalentemente per effetto di un peggioramento
della supply chain ed in particolare dei costi di acquisto della materia prima che solo parzialmente sono stati
compensati da un incremento del prezzo medio di vendita.
L’EBITDA relativo al segmento Dairy Products si incrementa, per effetto di un incremento dei volumi di
vendita.
L’EBITDA relativo al segmento Altri Prodotti risulta sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente.
Risultato netto
La tabella che segue riporta la riconciliazione del ROE al 31 dicembre 2024 e 2023.
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al e per l'esercizio chiuso al 31
dicembre
2024
2023
Risultato netto 4.419 2.959
Patrimonio netto 68.879 66.632
ROE (*) 6,4% 4,4%
(*) Il ROE (return on equity) è un indicatore alternativo di performance, non identificato come misura contabile nell’ambito degli IFRS e, pertanto, non deve
essere considerata misura alternativa a quelle fornite dagli schemi di bilancio della Società per la valutazione dell’andamento economico della Società.
Indebitamento finanziario netto
Di seguito si riporta il prospetto di dettaglio della composizione dell’indebitamento finanziario netto della
Società al 31 dicembre 2024 e al 31 dicembre 2023, determinato secondo quanto previsto dalla Comunicazione
CONSOB DEM/6064293 del 28 luglio 2006 e in conformità a quanto previsto dal paragrafo 175 e seguenti
delle raccomandazioni contenute nel documento predisposto dall’ESMA, n. 32-382-1138 del 4 marzo 2021
(orientamenti in materia di obblighi di informativa ai sensi del Regolamento UE 2017/1129, c. d.
“Regolamento sul Prospetto”):
(In migliaia di Euro) Al 31 dicembre
Indebitamento finanziario netto 2024 2023
A. Disponibilità liquide 7.394 6.762
B. Mezzi equivalenti a disponibilità liquide 35.219 29.270
C. Altre attività finanziarie correnti
2.
54
0
3.026
D. Liquidità (A)+(B)+(C)
45.
15
3
39.058
E.
Debiti finanziari correnti
(34.312)
(19.125)
F. Parte corrente del debito finanziario non corrente (10.461) (11.486)
G. Indebitamento finanziario corrente (E)+(F) (44.773) (30.611)
H. Indebitamento finanziario corrente netto (G)+(D) 380 8.447
I. Debiti finanziari non correnti (38.413) (49.937)
J. Strumenti di debito - -
K. Debiti commerciali e altrei debiti non correnti
-
-
L. Indebitamento finanziario non corrente (I)+(J)+(H) (38.413) (49.937)
M. Indebitamento finanziario netto (H)+(L) determinato in conformità alle
comunicazioni CONSOB ed ESMA
(38.033) (41.490)
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
15
La variazione dell’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2024 rispetto al 31 dicembre 2023 pari
complessivamente a Euro 3.458 migliaia, è principalmente dovuta alla capacità della Società di generare cassa
dall’attività operativa.
Di seguito viene riportata la posizione finanziaria netta escludendo l’effetto IFRS 16:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2024 2023
Indebitamento finanziario al lordo delle passività per leasing (38.033) (41.490)
Passività per leasing non corrente 8.358 11.458
Passività per leasing corrent
e
10.033
9.674
Indebitamento finanziario al netto delle passività per leasing (19.642) (20.359)
In alcuni contratti di finanziamento è previsto il rispetto di parametri finanziari, che risultano essere tutti
rispettati al 31 dicembre 2024.
INVESTIMENTI
La tabella che segue riporta il dettaglio degli investimenti effettuati dalla Società in immobilizzazioni materiali
e immateriali negli esercizi chiusi al 31 dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2024 % 2023 %
Terreni e fabbricati 64 1,9% 227 9,0%
Impianti e macchinari
2.533
75
,
9
%
1.013
40,5%
Attrezzature industriali e commerciali 251 7,5% 382 15,3%
Attività materiali in corso e acconti 488 14,7% 880 35,2%
Investimenti in attività materiali 3.336 100,0% 2.502 100,0%
Nel corso del periodo in esame, la Società ha effettuato investimenti per complessivi Euro 3.336 migliaia.
La politica degli investimenti attuata dalla Società è volta all’innovazione e alla diversificazione in termini
di offerta dei prodotti. In particolare, per la Società assume rilevanza lo sviluppo di nuovi prodotti, con
l’obiettivo di migliorare continuamente la soddisfazione dei propri clienti.
Gli investimenti in immobilizzazioni materiali sono relativi prevalentemente ad acquisti di impianti e
macchinari, riconducibili principalmente a progetti di aggiornamento e rinnovamento delle linee
produttive nel settore Milk and Dairy.
La tabella che segue riporta il dettaglio per business unit degli investimenti effettuati dalla Società in
immobilizzazioni materiali e immateriali al 31 dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2024 % 2023 %
Milk Products 2.879 86,3% 2.234 89,3%
Dairy Products 457 13,7% 268 10,7%
Investimenti totali 3.336 100,0% 2.502 100,0%
Gli investimenti nella business unit Milk Products si riferiscono principalmente all’efficientamento di impianti
produttivi presso gli stabilimenti di Torino e Firenze.
Gli investimenti nella business unit Dairy Products si riferiscono principalmente alle linee di confezionamento del
mascarpone presso il sito di Lodi.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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ALTRE INFORMAZIONI
Politica di analisi e gestione dei rischi connessi all’attività della Società
Nella presente sezione vengono fornite informazioni relative all’esposizione ai rischi connessi all’attività della
Società, nonché gli obiettivi, le politiche e i processi di gestione di tali rischi e i metodi utilizzati per valutarli
e mitigarli. Le linee di indirizzo del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi della Società, definite
dal Consiglio di Amministrazione, identificano il sistema di controllo interno come un processo trasversale
ed integrato a tutte le attività aziendali. Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi ha come finalità
quella di aiutare la Società a realizzare i propri obiettivi di performance e redditività, ad ottenere informazioni
economico-finanziarie affidabili e ad assicurare la conformità alle leggi e ai regolamenti in vigore, evitando
all’azienda danni di immagine e perdite economiche. In questo processo, assume particolare importanza
l’identificazione degli obiettivi aziendali, la classificazione (in base a valutazioni combinate circa la probabilità
e il potenziale impatto) ed il controllo dei rischi ad essi connessi, mediante l’implementazione di azioni
specifiche finalizzate al loro contenimento. I rischi aziendali possono avere diversa natura: rischi di carattere
strategico, operativi (legati all’efficacia e all’efficienza delle operations aziendali), di reporting (legati all’affidabilità
delle informazioni economico-finanziarie), di compliance (relativi all’osservanza delle leggi e regolamenti in
vigore, evitando all’azienda danni di immagine e/o perdite economiche) e, infine, finanziari. I responsabili
delle diverse direzioni aziendali individuano e valutano i rischi di competenza, di provenienza esogena oppure
endogena alla Società, e provvedono alla individuazione delle azioni di contenimento e di riduzione degli stessi
(c.d. “controllo primario di linea”).
Alle attività di cui sopra, si aggiungono quelle del Dirigente Preposto alla redazione dei documenti societari e
del suo staff (c.d. “controllo di secondo livello”) e del Responsabile della funzione di Internal Audit (c.d.
“controllo di terzo livello”), che verifica continuativamente l’effettività e l’efficacia del sistema di controllo
interno e di gestione dei rischi, attraverso l’attività di risk assessment, lo svolgimento dei controlli e la successiva
gestione del follow up.
I risultati delle procedure di identificazione dei rischi sono riportati e discussi a livello di Top management della
Società, al fine di creare i presupposti per la loro copertura, assicurazione e valutazione del rischio residuale.
Di seguito si riportano i rischi ritenuti significativi e connessi all’attività della Socie (l’ordine con il quale essi
sono riportati non implica nessuna classificazione, in termini di probabilità del loro verificarsi in termini
di possibile impatto).
RISCHI STRATEGICI
Rischi relativi alla congiuntura macroeconomica e di settore
L’attività della Società è influenzata dalle condizioni generali dell’economia nei vari mercati in cui opera. Una
fase di crisi economica, con il conseguente rallentamento dei consumi, può avere un effetto negativo
sull’andamento delle vendite della Società. Il contesto macroeconomico attuale determina una significativa
incertezza sulle previsioni future, con il conseguente rischio che minori performances potrebbero influenzare
nel breve periodo i margini. La Società persegue l’obiettivo di incrementare la propria efficienza industriale e
migliorare la propria capacità produttiva, riducendo, allo stesso tempo, i costi di struttura. Il principale rischio
legato all’attività industriale propria della Società è rappresentato dalla fluttuazione del prezzo della materia
prima latte. La Società controlla, durante i periodi normali, il rischio stipulando contratti annuali con i
produttori di latte fissando il prezzo di acquisto all’inizio dell’annata casearia e mantenendolo, normalmente,
tale per tutto il periodo fatte salve particolari situazioni nelle quali la contrattazione avviene su basi diverse.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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RISCHI OPERATIVI
Rischi connessi all’elevato livello di competitività del settore
Il mercato food&beverage nel quale opera la Società si contraddistingue per un livello di concorrenza,
competitività e dinamismo particolarmente significativo. Tale mercato è caratterizzato in particolare da (i)
crescente competitività delle aziende che realizzano prodotti c.d. private label con prezzi inferiori a quelli
praticati dalla Società; (ii) crescente incidenza delle vendite online (ove la Società inizia ad essere presente), con
conseguente decremento dei prezzi dei prodotti, specie nel canale di vendita GDO, tramite il quale la Società
realizza una percentuale significativa dei propri ricavi, pari al 61,3%; (iii) campagne promozionali frequenti
nel tempo e con scontistiche significative; (iv) consolidamento degli operatori esistenti, specie nel canale di
vendita GDO. La Società persegue l’obiettivo di incrementare la propria efficienza industriale e migliorare la
propria capacità produttiva, riducendo allo stesso tempo i costi di struttura, ed essere competitivo sui mercati
di riferimento. Inoltre, grazie alla presenza di alcuni prodotti “unici”, la Società riesce a fronteggiare qualsiasi
livello di concorrenza.
RISCHI AMBIENTALI E CLIMATICI
Il cambiamento climatico rappresenta una delle principali forze dirompenti con il potenziale di determinare
cambiamenti sostanziali nelle operazioni della Società nel breve, medio e lungo termine. Molti dei potenziali
impatti del cambiamento climatico possono essere definiti come rischi: rischi fisici per il nostro ambiente o
rischi legati alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio per perseguire gli obiettivi
dell’Accordo di Parigi. Il rischio climatico può colpire aziende, istituzioni finanziarie, famiglie, paesi e il sistema
finanziario in generale. Tuttavia, potrebbero sorgere opportunità per quelle aziende che favoriscono la
transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio quali una migliore attrattività verso gli investitori,
un rafforzamento della reputazione dell’azienda tra gli stakeholder ed una maggiore sostenibilità del business
a lungo termine.
Il Gruppo Newlat, e conseguentemente la Società, monitorano costantemente i rischi legati ai cambiamenti
climatici ed effettuano regolari valutazioni per misurare la propria resilienza nei confronti dei rischi ritenuti
rilevanti. Tale analisi è stata effettuata anche nel corso del 2024, in concomitanza con l’aggiornamento
dell’ERM di Gruppo. Vi sono poi altri elementi che permettono di accrescere la resilienza della Società. Primo
tra questi, la solidità finanziaria della Società e del Gruppo a cui appartiene che consente di ottenere capitali a
un costo sostenibile, facilitando il finanziamento di investimenti strategici e di misure di mitigazione dei rischi
senza compromettere l’equilibrio economico-finanziario.
Inoltre, la capacità di riconvertire, potenziare o dismettere gli asset esistenti rappresenta un fattore chiave di
adattabilità, permettendo di ottimizzare le risorse, ridurre il rischio di immobilizzazioni obsolete e rispondere
tempestivamente alle evoluzioni del mercato o a eventuali criticità operative.
L’analisi dei rischi sopra menzionata ha incluso la valutazione dell’impatto del cambiamento climatico sulla
catena di approvvigionamento, sugli asset aziendali e sulle performance economico-finanziarie, considerando
anche l’aderenza alle normative ambientali e gli impegni internazionali di transizione verso un’economia a
basse emissioni di carbonio.
Tale valutazione degli impatti derivanti dai cambiamenti climatici sulle nostre operazioni effettuata nel 2024
non ha evidenziato problematiche tali da compromettere l’ordinario svolgimento delle attività o che non siano
affrontabili con le risorse a disposizione e non risulta emersa alcuna questione economica materiale
significativa che abbia avuto effetti sulla redazione del presente bilancio.
Nello specifico, sono state fatte le seguenti considerazioni:
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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il rischio di dipendenze critiche e/o possibili interruzioni nella catena di approvvigionamento è stato
mitigato mediante l’attivazione di piani di emergenza e di diversificazione geografica dei fornitori;
per quanto riguarda i rischi relativi agli asset, alle infrastrutture e alla continuità operativa, non sono
stati riscontrati, negli ultimi anni, problemi significativi dovuti a eventi climatici estremi. Il
monitoraggio costante di questi aspetti consente l’adozione tempestiva di misure preventive per
minimizzare eventuali impatti;
in materia di conformità normativa, la Società ha istituito un sistema di gestione ambientale con figure
dedicate sia al controllo dei consumi e delle emissioni sia al monitoraggio dell’evoluzione della
normativa europea per garantire la piena conformità alle direttive sulla decarbonizzazione.
In ultimo, la Società ha tenuto conto degli impatti derivanti dal cambiamento climatico con riferimento:
alle previsioni dei flussi di cassa utilizzate nelle valutazioni di perdita di valore del valore d'uso delle
attività non correnti compreso l'avviamento e le atre attività a vita utile indefinita: non sono stati
identificati fattori di rischio nel 2024;
ai fattori che determinato il valore contabile delle attività non correnti (quali valori residui, vite utili e
metodi ammortamento, accantonamenti e contratti onerosi): non sono stati identificati fattori di
rischio nel 2024.
RISCHI FINANZIARI
Gestione dei rischi finanziari
Nell’ambito dei rischi d’impresa, i principali rischi identificati, monitorati e, per quanto di seguito specificato,
attivamente gestiti dalla Società sono i seguenti:
rischio di mercato, derivante dall’oscillazione dei tassi di cambio tra l’Euro e le altre valute nelle quali
opera la Società e dei tassi di interesse;
rischio di credito, derivante dalla possibilità di default di una controparte;
rischio di liquidità, derivante dalla mancanza di risorse finanziarie per far fronte agli impegni
finanziari.
Obiettivo della Società è il mantenimento, nel tempo, di una gestione bilanciata della propria esposizione
finanziaria, atta a garantire una struttura del passivo in equilibrio con la composizione dell’attivo di bilancio,
e in grado di assicurare la necessaria flessibilità operativa attraverso l’utilizzo della liquidità generata dalle
attività operative correnti e il ricorso a finanziamenti bancari.
La capacità di generare liquidità dalla gestione caratteristica, unitamente alla capacità di indebitamento,
consente alla Società di soddisfare in maniera adeguata le proprie necessità operative, di finanziamento del
capitale circolante operativo e di investimento, nonché il rispetto dei propri obblighi finanziari. La politica
finanziaria della Società e la gestione dei relativi rischi finanziari sono guidate e monitorate a livello centrale.
In particolare, la funzione di finanza centrale ha il compito di valutare e approvare i fabbisogni finanziari
previsionali, di monitorare l’andamento e di porre in essere, ove necessario, le opportune azioni correttive.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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Rischio di cambio
L’esposizione al rischio di variazioni dei tassi di cambio deriva dalle attività commerciali della Società condotte
anche in valute diverse dall’Euro. Ricavi e costi denominati in valuta possono essere influenzati dalle
fluttuazioni del tasso di cambio, con impatto sui margini commerciali (rischio economico), così come i debiti
e i crediti commerciali e finanziari denominati in valuta possono essere impattati dai tassi di conversione
utilizzati, con effetto sul risultato economico (rischio transattivo). Infine, le fluttuazioni dei tassi di cambio si
riflettono anche sui risultati economici e sul patrimonio.
I principali rapporti di cambio a cui la Società è esposta riguardano:
Euro/USD, in relazione alle transazioni effettuate in dollari statunitensi;
Euro/GBP, in relazione alle transazioni effettuate in sterline;
Euro/CHF, in relazione alle transazioni effettuate in franchi svizzeri.
La Società non adotta politiche specifiche di copertura delle oscillazioni dei tassi di cambio, in considerazione
del fatto che il management non ritiene che tale rischio possa influire negativamente sui risultati della Società in
modo significativo, in quanto l’ammontare dei flussi in entrata ed uscita di valuta estera risulta essere, oltre
che poco rilevante, abbastanza similare per volumi e tempistiche.
Una ipotetica variazione positiva o negativa pari a 100 bps dei tassi di cambio relativi alle valute in cui opera la
Società non avrebbe un impatto significativo sul risultato netto e sul patrimonio netto degli esercizi in esame.
Rischio di tasso di interesse
La Società utilizza risorse finanziarie esterne sotto forma di debito, e impiega la liquidità disponibile in
strumenti di mercato. Variazioni nei livelli dei tassi d’interesse influenzano il costo e il rendimento delle varie
forme di finanziamento e di impiego, incidendo, pertanto, sul livello degli oneri finanziari netti. L’esposizione
al rischio di tasso di interesse è costantemente monitorata in base all’andamento della curva Euribor, al fine
di valutare eventuali interventi per il contenimento del rischio di un potenziale rialzo dei tassi di interesse di
mercato. Alle date di riferimento non vi sono in essere coperture effettuate mediante negoziazione di
strumenti derivati.
Con riferimento al rischio di tasso d’interesse, è stata elaborata un’analisi di sensitività per determinare l’effetto
sul conto economico e sul patrimonio netto che deriverebbe da una ipotetica variazione positiva e negativa di
50 bps dei tassi di interesse rispetto a quelli effettivamente rilevati in ciascun periodo. L’analisi è stata effettuata
avendo riguardo principalmente alle seguenti voci: (i) cassa e disponibilità liquide equivalenti e (ii) passività
finanziarie a breve e a medio/lungo termine. Con riferimento alle disponibilità liquide ed equivalenti, è stato
fatto riferimento alla giacenza media e al tasso di rendimento medio del periodo, mentre per quanto riguarda
le passività finanziarie a breve e medio/lungo termine, l’impatto è stato calcolato in modo puntuale.
La tabella di seguito evidenzia i risultati dell’analisi svolta:
(In migliaia di Euro)
Impatto sull'utile al netto
dell'effetto fiscale
Impatto sul patrimonio netto al
netto dell'effetto fiscale
- 50 bps + 50 bps - 50 bps + 50 bps
Esercizio chiuso al 31 dicembre 2024 (155) 155 (155) 155
Esercizio chiuso al 31 dicembre 2023 (188) 188 (188) 188
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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Rischio di credito
La Società fronteggia l’esposizione al rischio di credito insito nella possibilità di insolvenza e/o nel
deterioramento del merito creditizio della clientela, esercitando un monitoraggio continuo.
Il rischio di credito deriva sostanzialmente dall’attività commerciale della Società, le cui controparti sono
prevalentemente operatori della grande distribuzione organizzata (GDO) e della distribuzione al dettaglio. I
crediti del secondo settore sono estremamente frazionati, mentre il settore della grande distribuzione è
caratterizzato da una esposizione su singolo cliente relativamente più consistente.
La seguente tabella fornisce una ripartizione dei crediti commerciali al 31 dicembre 2024 e 2023 raggruppati
per scaduto, al netto del fondo svalutazione crediti:
(In migliaia di Euro)
A scadere
Scaduti da 1
a 90 giorni
Scaduti
da 91 a
180 giorni
Scaduti da
oltre 181
giorni
Totale
Crediti commerciali lordi al 31 Dicembre 202
4
18.716
17.647
1.082
3.447
40.892
Fondo svalutazione crediti
-
-
-
(2.624)
(2.624)
Crediti commerciali netti al 31 Dicembre 2024 18.716 17.647 1.082 823 38.268
Crediti commerciali lordi al 31 Dicembre 2023 3.297 17.854 2.541 5.774 29.446
Fondo svalutazione crediti - - - (2.509) (2.509)
Crediti commerciali netti al 31 Dicembre 2023 3.297 17.854 2.541 3.265 26.957
Inoltre, dal gennaio 2021 si segnala che la Società ha in essere polizze assicurative del credito con primarie
società del settore al fine di mitigare il rischio connesso alla solvibilità della clientela.
Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità rappresenta il rischio che, a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi o di liquidare
attività sul mercato, la Società non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento, determinando un
impatto negativo sul risultato economico nel caso in cui fosse costretto a sostenere costi addizionali per
fronteggiare i propri impegni o una situazione di insolvibilità.
Il rischio di liquidità cui la Società potrebbe essere soggetto consiste nel mancato reperimento di adeguati
mezzi finanziari necessari per la sua operatività, nonché per lo sviluppo delle proprie attività industriali e
commerciali. I due principali fattori che determinano la situazione di liquidità della Società sono da una parte
le risorse generate o assorbite dalle attività operative e di investimento, dall’altra le caratteristiche di scadenza
e di rinnovo del debito o di liquidità degli impieghi finanziari e le condizioni di mercato. In particolare, il
principale fattore che influenza la liquidità della Società è costituito dalle risorse assorbite dall’attività
operativa: il settore in cui la Società opera presenta fenomeni di stagionalità delle vendite, con picchi di
fabbisogno di liquidità nel terzo trimestre dell’esercizio causati da un maggiore volume di crediti commerciali
rispetto al resto dell’anno. Il governo della variabilità del fabbisogno è affidato all’attività di coordinamento
tra l’area commerciale e l’area finanza, che si traduce in un’attenta pianificazione dei fabbisogni finanziari legati
alle vendite, attraverso la stesura del budget finanziario ad inizio anno, ed un attento monitoraggio dei
fabbisogni nel corso di tutto l’esercizio.
Anche il fabbisogno di liquidità legato alle dinamiche di magazzino risulta essere oggetto di analisi, essendo
soggetto anch’esso a fenomeni di stagionalità: la pianificazione degli acquisti di materie prime per il magazzino
è gestita secondo prassi consolidate, che prevedono il coinvolgimento della Presidenza nelle decisioni che
potrebbero avere conseguenze sugli equilibri finanziari della Società.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
21
L’attività finanziaria della Società comporta, in base a prassi consolidate ispirate a criteri di prudenza e tutela
degli stakeholders, la negoziazione delle linee di affidamento con il sistema bancario e l’esercizio di un costante
monitoraggio dei flussi finanziari della Società.
La tabella successiva evidenzia, per fasce di scadenza contrattuale, i fabbisogni finanziari della Società al 31
dicembre 2024 e 2023 espressi seguendo le seguenti ipotesi:
(i) i flussi di cassa non sono attualizzati;
(ii) i flussi di cassa sono imputati alla fascia temporale di riferimento in base alla prima data di
esigibilità prevista dai termini contrattuali;
(iii) tutti gli strumenti detenuti alla data di chiusura dell'esercizio per i quali i pagamenti sono stati già
contrattualmente designati sono inclusi. I futuri impegni pianificati ma non ancora iscritti a
bilancio non sono inclusi;
(iv) quando l’importo pagabile non è fisso (es. futuri rimborsi di interessi), la passività finanziaria è
valutata alle condizioni di mercato alla data di reporting; e
(v) i flussi di cassa includono anche gli interessi che l’azienda pagherà fino alla scadenza del debito al
momento della chiusura del bilancio.
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 202
4
entro 1 anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
oltre 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività finanziarie 34.741 13.259 15.098 2.238 65.336 64.795
Passività per leasing 10.033 3.293 4.172 894 18.392 18.391
Debiti commerciali 81.309 - - - 81.309 81.309
Altre passività correnti
14.761
-
-
-
14.761
14.761
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2023
entro 1 anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
oltre 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività finanziarie 20.937 10.710 24.218 4.552 60.417 59.417
Passività per leasing
9.674
4.234
7.607
1.367
22.882
21.132
Debiti commerciali 78.317 - - - 78.317 78.317
Altre passività correnti 12.573 - - - 12.573 12.573
I fabbisogni finanziari sono adeguatamente coperti dalle disponibilità liquide e dalle linee di credito in essere
nonché dalle risorse finanziarie che si genereranno in futuro dalla gestione operativa.
Posizioni o transazioni derivanti da operazioni atipiche e/o inusuali
Ai sensi della Comunicazione Consob n. 6064293 del 28 luglio 2006, si segnala che nel corso dell’esercizio
2024 non sono avvenute operazioni atipiche e/o inusuali rispetto alla normale gestione dell’impresa, che
possano dare luogo a dubbi in ordine alla correttezza e completezza dell’informazione in bilancio, al conflitto
d’interesse, alla salvaguardia del patrimonio aziendale e alla tutela degli Azionisti di minoranza. Sono
precedentemente stati illustrati gli effetti contabili e finanziari delle operazioni straordinarie avvenute
nell’esercizio.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
22
Azioni proprie e di società controllanti
In ottemperanza a quanto disposto dall’art. 2428 del Codice Civile, si informa che la Società detiene azioni
proprie pari a 771.204.
Sedi secondarie
Il Consiglio di Amministrazione della Centrale del Latte d’Italia S.p.A., in occasione della seduta del 16 luglio
2020, ha deliberato di istituire una propria sede secondaria nel Comune di Firenze.
Corporate governance
Le informazioni sul governo societario sono contenute in apposito fascicolo, parte integrante della
documentazione di bilancio, in allegato alla presente Relazione.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
23
RAPPORTI CON PARTI CORRELATE
Le operazioni poste in essere dalla Società con le Parti Correlate (di seguito, le Operazioni con Parti
Correlate”), individuate sulla base dei criteri definiti dallo IAS 24 “Informativa di bilancio sulle operazioni
con parti correlate”, sono principalmente di natura commerciale e finanziaria e sono effettuate a normali
condizioni di mercato. La Società ha adottato la propria Procedura per le Operazioni con le Parti Correlate,
la cui ultima versione è stata approvata in data 25 giugno 2021, con efficacia a far data dal luglio 2021,
previo parere favorevole del Comitato OPC espresso durante la riunione del 17 giugno 2021. Tale procedura
è stata elaborata tenendo in considerazione le linee guida fornite dal Regolamento Parti Correlate di
CONSOB, così come da ultimo modificato dalla Delibera n. 22144 del 22 dicembre 2021.
Nelle note illustrative del bilancio, si riportano i valori economici al 31 dicembre 2024 e 2023, nonché i valori
patrimoniali alla stessa data relativi alle operazioni con parti correlate. Tali informazioni sono state estratte dal
bilancio e da elaborazioni effettuate dalla Società sulla base delle risultanze della contabilità generale e
gestionale.
La Società non ha posto in essere Operazioni con Parti Correlate inusuali per caratteristiche, ovvero
significative per ammontare, diverse da quelle aventi carattere continuativo o già precedentemente illustrate
con particolare riferimento all’operazione di affitto ramo d’azienda descritta nel paragrafo “Fatti di rilievo
dell’esercizio”.
La Società intrattiene rapporti con le seguenti parti correlate:
società controllante diretta o indiretta (“Società controllante”);
società controllate dalla controllante diretta o dalle controllanti indirette e diverse dalle proprie
controllate e collegate (“Società sottoposte al controllo delle controllanti”).
Partecipazioni rilevanti nel capitale (ex art. 123-bis comma 1 lettera c) TUF)
I detentori di azioni ordinarie in misura superiore al 5% al 31 dicembre 2024 risultano essere:
PARTECIPAZIONI RILEVANTI
Dichiarante Azionista diretto Quota % sul Quota % sul
Capitale
ordinario
Capitale
votante
Angelo Mastrolia Newlat Food S.p.A. 67,74% 74,27%
Comune di Firenze
Comune di Firenze
12,31%
13,51
%
Comune di Pistoia Comune di Pistoia 5,62% 2,89%
Eventi successivi alla chiusura del periodo
Non vi sono ulteriori eventi significativi successivi alla data di chiusura della presente relazione annuale.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
24
RELAZIONE SUL GOVERNO SOCIETARIO E GLI ASSETTI
PROPRIETARI
Ai sensi dell’art. 123-bis TUF
(Modello di amministrazione e controllo monistico)
Emittente: Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
Sito Web: www.centralelatteitalia.com
Esercizio a cui si riferisce la relazione: 2024
Data di approvazione della Relazione: 17 marzo 2025
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
25
GLOSSARIO
Assemblea: l’Assemblea dei soci dell’Emittente.
CLI: Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
Codice di
Corporate Governance
: il Codice di Corporate Governance delle società quotate approvato dal
Comitato per la Corporate Governance e pubblicato il 31 gennaio 2020.
Cod. civ./c.c.: il codice civile.
Comitato per la
Corporate Governance
: il Comitato italiano per la Corporate Governance delle società quotate,
costituito, oltre che da Borsa Italiana S.p.A., da ABI, Ania, Assogestioni, Assonime e Confindustria.
Consiglio di Amministrazione: il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente.
Emittente/CLI/Società: l’emittente valori mobiliari cui si riferisce la Relazione.
Esercizio: l’esercizio 2024 a cui si riferisce la Relazione.
ESRS: i principi di rendicontazione di sostenibilità definiti nel Regolamento Delegato (UE) 2023/2772 della
Commissione del 31 luglio 2023.
Gruppo Newlat o Gruppo: gruppo societario a cui appartiene CLI.
Regolamento Emittenti Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 11971 del
1999 (come successivamente modificato) in materia di emittenti.
Regolamento Mercati Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 20249 del 2017
in materia di mercati.
Regolamento Parti Correlate Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 17221
del 12 marzo 2010 (come successivamente modificato) in materia di operazioni con parti correlate.
Relazione: la relazione sul governo societario e gli assetti proprietari che le società sono tenute a redigere ai
sensi dell’art. 123-bis TUF.
Relazione sulla Remunerazione: la relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi
corrisposti che le società sono tenute a redigere e pubblicare ai sensi dell’art. 123-ter TUF e 84-quater
Regolamento Emittenti Consob.
Testo Unico della Finanza/TUF: il Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58.
Laddove non diversamente precisato, devono altresì intendersi richiamate by reference le definizioni del Codice
di Corporate Governance relative ad Amministratori, Amministratori Esecutivi, Amministratori
Indipendenti, Azionista Significativo, Chief Executive Officer (CEO), Organo di Controllo, Piano
Industriale e Successo Sostenibile.
Inoltre, laddove non diversamente precisato, nelle sezioni che richiamano il contenuto degli ESRS rilevanti
devono altresì intendersi richiamate by reference le definizioni degli stessi ESRS, in particolare quelle relative a:
attività di lobbying, catena del valore, comunità interessate, corruzione attiva e passiva, cultura
d’impresa, consumatori, dichiarazione sulla sostenibilità, dipendente, discriminazione, fornitori,
forza lavoro propria, impatti, impatti legati alla sostenibilità, lavoratori nella catena del valore,
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
26
lavoratori non dipendenti, membri indipendenti del consiglio di amministrazione, metriche, modello
aziendale, molestie, obiettivo, opportunità, opportunità legate alla sostenibilità, organi di
amministrazione direzione e controllo, politica, popoli indigenti, portatori di interessi, questioni di
sostenibilità, rilevanza, rischi, rischi legati alla sostenibilità, utilizzatori finali.
1. PROFILO DELL’EMITTENTE
Mission
dell’Emittente
Centrale del Latte d’Italia S.p.A., terzo operatore italiano del mercato del latte fresco e a lunga durata, svolge
l’attività di produzione, trattamento, lavorazione, commercializzazione del latte, comunque trattato, e dei
prodotti lattiero-caseari e alimentari in genere, avvalendosi attualmente di 7 stabilimenti produttivi e circa
700 dipendenti.
La Società può, inoltre, compiere tutte le operazioni commerciali, finanziarie, industriali, mobiliari e
immobiliari necessarie o utili per il conseguimento dell'oggetto sociale, ivi inclusa l'assunzione di
partecipazioni in società aventi oggetto sociale affine al proprio o strumentali per la propria attività (compreso
il rilascio di garanzie personali o reali anche nell'interesse di terzi e l'assunzione di mutui e finanziamenti anche
ipotecari) con tassativa esclusione dell'attività fiduciaria e professionale riservata ex lege, della raccolta del
risparmio tra il pubblico, dell'esercizio nei confronti del pubblico di ogni attività dalla legge qualificata come
"attività finanziaria".
CLI può vantare, all’interno del suo portafoglio prodotti, circa 120 referenze che vanno dal latte e suoi derivati,
agli yogurt e alle bevande vegetali, che vengono distribuiti con diversi marchi di proprietà della medesima
Società tra i quali TappoRosso, Polenghi, Mukki, Tigullio, Vicenza, Giglio, Matese, Centrale del Latte Salerno,
Optimus, Torre in Pietra, Ala, Fior di Salento, sui territori di riferimento attraverso la grande distribuzione e
i canali tradizionali.
Oltre ai prodotti commercializzati con propri brand, CLI produce per conto terzi e per il mercato del private
label.
Sistema di governo societario adottato
Il sistema di governo societario adottato è in linea con i principi contenuti nel Codice di Corporate Governance,
a cui la Società aderisce, applicandolo dall’esercizio 2021.
L’Assemblea, in data 29 aprile 2021, ha conferito alla società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A.
(“PwC”), l’incarico di revisione legale dei conti in relazione al bilancio di esercizio dell’Emittente, nonché
l’incarico di revisione limitata in relazione al bilancio semestrale abbreviato, per gli esercizi 2021-2029.
Inoltre, lo scorso 29 aprile 2024, l’Assemblea chiamata ad approvare il bilancio dell’esercizio chiuso al 31
dicembre 2023, con conseguente scadenza del mandato a suo tempo conferito al Collegio Sindacale, è stata
convocata anche in sede straordinaria ed ha approvato l’adozione del sistema di amministrazione e controllo
monistico di cui all’art. 2409-sexiesdecies c.c., nonché le conseguenti modifiche statutarie.
Nella medesima seduta assembleare in sede ordinaria CLI ha poi proceduto ad eleggere il Consiglio di
Amministrazione in conformità al nuovo Statuto Sociale, costituendo al suo interno il Comitato per il
Controllo sulla Gestione, le cui caratteristiche vengono ampliamente descritte nei successivi paragrafi della
presente Relazione.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
27
Successo sostenibile
L’Emittente mostra una particolare attenzione alle questioni legate allo sviluppo sostenibile in termini
ambientali, sociali e di governance, invero, nel corso degli anni la Società ha implementato le attività che
permettono il concreto raggiungimento di un successo sostenibile.
In particolare, al fine di perseguire l’obiettivo prefissato, CLI mira a:
i) Ottenere l’asseverazione del sistema di gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro ai sensi del
D.Lgs. 81/2008, al fine di garantire ai propri dipendenti ambienti sicuri e ridurre le possibilità di infortuni
sul lavoro.
ii) Monitorare l’impatto ambientale delle attività del Gruppo, ponendo attenzione alle modalità di gestione
degli scarti e dei rifiuti: nel primo caso si favorisce il riuso di questi, secondo i principi dell’economia
circolare, mentre nel secondo caso si punta a mantenere elevata la quota di conferimenti a riciclo, piuttosto
che a smaltimento.
iii) Ridurre l’emissione di CO2, misurando costantemente le proprie emissioni con l’obiettivo di ridurle quanto
più possibile, in linea con le politiche comunitarie.
iv) Verificare le pratiche adottate nella gestione della catena di fornitura, ponendosi come obiettivo il rispetto
e la tutela dei diritti umani.
Come meglio descritto nei paragrafi successivi della presente Relazione, il successo sostenibile viene
perseguito dalla Società attraverso una creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti,
tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti. In particolare, nel prosieguo, verranno
dettagliatamente illustrate (i) le modalità di integrazione di tale obiettivo nelle strategie (Sezione 4.1) e nelle
politiche di remunerazione (Sezione 8) e nel sistema di controllo interno e gestione dei rischi (Sezione 9).
Per maggiori dettagli si rimanda alla Rendicontazione Individuale di Sostenibilità ex D.Lgs n. 125/24,
redatta su base obbligatoria e disponibile all’interno della presente Relazione Finanziaria.
Natura di PMI
Centrale del Latte S.p.A. rientra nella definizione di PMI ai sensi dell’art. 1, comma 1, lettera w-quater.1) del
TUF e dell’art. 2-ter del Regolamento Emittenti Consob, in considerazione del valore della capitalizzazione
media degli ultimi tre esercizi.
Poiché la media annua è stata per il 2024 inferiore alla soglia di euro 1 miliardo (euro 40 milioni), la Società
mantiene la qualifica di PMI.
L’Emittente si qualifica, infine, come società a proprietà concentrata, come meglio descritto nella successiva
Sezione 7
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
28
2. INFORMAZIONI SUGLI ASSETTI PROPRIETARI (ex art. 123-bis, comma 1, TUF) alla data
del 17 marzo 2025
a) Struttura del capitale sociale (ex art. 123-bis, comma 1, lettera a), TUF)
Il capitale sociale della Società è di Euro 28.840.041,20, interamente sottoscritto e versato, ed è suddiviso in
numero 14.000.020 azioni ordinarie prive di valore nominale, corrispondenti complessivamente a n.
25.500.171 diritti di voto per effetto della maturazione del diritto al voto maggiorato di cui alla successiva
lettera d). Tutte le azioni della Società sono quotate sul mercato Euronext Milan, organizzato e gestito da
Borsa Italiana S.p.A.
Le azioni ordinarie sono nominative, liberamente trasferibili ed emesse in regime di dematerializzazione, in
gestione accentrata presso Monte Titoli S.p.A.
Ciascuna azione ordinaria diritto a un voto in tutte le assemblee ordinare e straordinarie, ad eccezione delle
azioni ordinarie a voto maggiorato che danno diritto a due voti e a quelle a voto rafforzato che danno diritto
ad un voto ulteriore fino ad un massimo complessivo di 10 voti per azione, ai sensi dell’art. 5 dello Statuto,
nonché agli altri diritti patrimoniali e amministrativi secondo le disposizioni di legge e di statuto applicabili.
STRUTTURA DEL CAPITALE SOCIALE
n. azioni % rispetto Quotato Diritti e obblighi
al C.S.
Azioni ordinarie 14.000.020 100% Euronext Milan.
Diritto di voto in
assemblea ordinaria e
straordinaria
Azioni con diritto di voto
limitato
- -
Azioni prive di diritto di voto
-
-
Altri strumenti finanziari
Non esistono altri strumenti finanziari che attribuiscono il diritto di sottoscrivere azioni di nuova emissione,
anche gratuiti di nuova emissione, piani di incentivazione a base azionaria.
Piano di incentivazione a base azionaria
Alla data di approvazione della presente Relazione non sono in essere piani di incentivazione a base azionaria
anche che comportano aumenti, anche gratuiti del capitale sociale.
b) Restrizioni al trasferimento di titoli (ex art. 123-bis, comma 1, lettera b), TUF)
Non esistono restrizioni al trasferimento dei titoli della Società.
c) Partecipazioni rilevanti nel capitale (ex art. 123-bis, comma 1, lettera c), TUF)
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
29
Sulla base delle informazioni disponibili alla data della presente Relazione, gli Azionisti che possiedono
partecipazioni uguali o superiori al 5% del capitale sociale con diritto di voto, direttamente e/o indirettamente,
anche per il tramite di interposte persone, fiduciari e società controllate, sono indicati nella tabella che segue:
PARTECIPAZIONI RILEVANTI
Dichiarante Azionista diretto Quota % sul Quota % sul
Capitale
ordinario
Capitale
votante
Angelo Mastrolia Newlat Food S.p.A. 67,74% 74,27%
Comune di Firenze Comune di Firenze 12,31% 13,51%
A far data dal 4 gennaio 2023, Newlat Food S.p.A. ha maturato il voto maggiorato e, pertanto, la struttura del
capitale sociale e del numero dei diritti di voto sono i seguenti:
Capitale Sociale al 4 gennaio 2023
n. azioni Numero diritti di voto
Totale azioni
di cui:
14.000.020 25.500.171
Azioni ordinarie 2.499.869 2.499.869
Azioni ordinarie con voto maggiorato 11.500.151 23.000.302
d) Titoli che conferiscono diritti speciali (ex art. 123-bis, comma 1, lettera d), TUF)
Non sono stati emessi titoli che conferiscono diritti speciali di controllo.
Ai sensi dell’art. 5 dello Statuto Sociale, in deroga alla regola per cui ogni azione diritto ad un voto, sono
attribuiti due voti per ciascuna azione appartenuta al medesimo azionista per un periodo continuativo non
inferiore a ventiquattro mesi a decorrere dalla data di iscrizione nell’elenco a tale scopo appositamente istituito,
tenuto e aggiornato a cura della Società (la “Maggiorazione Ordinaria”).
L’Assemblea dello scorso 29 aprile 2024 ha, inoltre, deliberato l’introduzione della maggiorazione del voto ai
sensi dell’art. 127-quinquies, comma 2, del TUF, come modificato dalla Legge n. 21/2024 e, quindi, modificato
l’art. 5 dello Statuto Sociale, prevedendo l’attribuzione di un voto ulteriore (la “Maggiorazione Rafforzata”)
alla scadenza di ogni periodo continuativo di dodici mesi (il “Periodo Continuativo”) a partire:
a) dalla maturazione della Maggiorazione Ordinaria; o
b) per i soggetti che, alla data di iscrizione presso il competente Registro delle Imprese della deliberazione
dell’assemblea straordinaria della Società del 29 aprile 2024, che ha introdotto la Maggiorazione Rafforzata,
abbiano già maturato la Maggiorazione Ordinaria e siano iscritti nell’elenco e conservino tale
maggiorazione, dalla data di iscrizione di tale delibera,
a ciascuna azione appartenuta (in forza di un diritto reale legittimante) al medesimo soggetto iscritto
nell'elenco, fino a un massimo complessivo di 10 voti per azione. In particolare, l’avente diritto sarà
legittimato a esercitare nelle forme previste dalla normativa applicabile:
(i) 2 voti per ciascuna azione a fronte di un Periodo Continuativo di 24 mesi;
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
30
(ii) 3 voti per ciascuna azione a fronte di un Periodo Continuativo di 36 mesi;
(iii) 4 voti per ciascuna azione a fronte di un Periodo Continuativo di 48 mesi;
(iv) 5 voti per ciascuna azione a fronte di un Periodo Continuativo di 60 mesi;
(v) 6 voti per ciascuna azione a fronte di un Periodo Continuativo di 72 mesi;
(vi) 7 voti per ciascuna azione a fronte di un Periodo Continuativo di 84 mesi;
(vii) 8 voti per ciascuna azione a fronte di un Periodo Continuativo di 96 mesi;
(viii)9 voti per ciascuna azione a fronte di un Periodo Continuativo di 108 mesi;
(ix) 10 voti per ciascuna azione a fronte di un Periodo Continuativo di almeno 120 mesi.
CLI iscrive nell’elenco il titolare di azioni ordinarie che ne faccia richiesta alla Società; la richiesta può
riguardare tutte o anche solo parte delle azioni appartenenti al titolare di azioni ordinarie. La richiesta alla
Società dovrà essere accompagnata da idonea comunicazione rilasciata dall’intermediario presso il quale le
azioni sono depositate, ai sensi della normativa vigente.
La Società provvede alle iscrizioni e all’aggiornamento dell’elenco entro i termini di legge.
e) Partecipazione azionaria dei dipendenti: meccanismo di esercizio dei diritti di voto (ex art. 123-
bis, comma 1, lettera e), TUF)
Lo Statuto della Società non prevede particolari disposizioni relative all’esercizio dei diritti di voto dei
dipendenti azionisti.
f) Restrizioni al diritto di voto (ex art. 123-bis, comma 1, lettera f), TUF)
Non esistono restrizioni al diritto di voto.
g) Accordi tra azionisti (ex art. 123-bis, comma 1, lettera g), TUF)
Alla data della presente Relazione la Società non è a conoscenza dell’esistenza di accordi tra azionisti ai sensi
dell’articolo 122 del TUF aventi ad oggetto le Azioni.
h) Clausole di
change of control
(ex art. 123-bis, comma 1, lettera h), TUF) e disposizioni statutarie
in materia di OPA (ex artt. 104, comma 1-ter, e 104-bis, comma 1) TUF)
In data 7 luglio 2020, CLI ha stipulato con MPS Capital Services Banca per le Imprese S.p.A. (ora Banca
Monte dei Paschi di Siena S.p.A.) e Deutsche Bank S.p.A. un nuovo contratto di finanziamento (il “Contratto
di Finanziamento”) per un importo massimo pari a Euro 31.500.000,00, a un tasso Euribor incrementato di
un margine pari a 175 punti base, da rimborsarsi nel termine di 72 mesi dalla data di sottoscrizione del
contratto stesso. La controllante Newlat Food S.p.A. ha concesso a favore delle suddette banche finanziatrici
una garanzia personale a prima richiesta per l’importo massimo complessivo pari all’importo capitale del
finanziamento, oltre ai relativi interessi, oneri e altri accessori. Ai sensi del Contratto di Finanziamento, in
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
31
caso di cambio di controllo
1
, la Società dovrà rimborsare integralmente il finanziamento, corrispondere gli
interessi, nonché ogni altro importo dovuto alle banche entro e non oltre 15 giorni lavorativi da tale evento.
i) Deleghe ad aumentare il capitale sociale e autorizzazioni all’acquisto di azioni proprie (ex art. 123-
bis, comma 1, lettera m), TUF)
Deleghe per gli aumenti di capitale sociale
Ai sensi dell’art. 5 dello Statuto, l’Assemblea, riunitasi in sede straordinaria in data 29 aprile 2020, ha
deliberato di conferire al Consiglio di Amministrazione, ai sensi dell’art. 2443 del codice civile, per il periodo
massimo di cinque anni dalla data della suddetta delibera assembleare, i) la delega di aumentare il capitale
sociale per un importo massimo complessivo non superiore a nominali Euro 30.000.000,00 (l’“Importo
Complessivo Massimo”), comprensivo di eventuale sovrapprezzo, in una o più volte, a pagamento e in via
scindibile, ma con facoltà del Consiglio di Amministrazione di fissare l’inscindibilità per singole tranche di
utilizzo della delega, con o senza warrant, anche con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’articolo
2441, commi 4 e 5, del codice civile e ii) la delega, ai sensi dell’articolo 2420-ter del codice civile, entro il
medesimo Importo Complessivo Massimo, di emettere obbligazioni, anche convertibili, con o senza
warrant, anche con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’articolo 2441 del codice civile.
Il Consiglio di Amministrazione avrà altresì la facoltà di decidere se procedere alla richiesta di ammissione
alle negoziazioni degli strumenti finanziari di nuova emissione e la delega per l’eventuale decisione di
attivare un consorzio di garanzia e/o di collocamento.
Autorizzazioni all’acquisto di azioni proprie
L’Assemblea ordinaria, riunitasi il 29 aprile 2024, ha autorizzato, ai sensi degli artt. 2357 e seguenti del Cod.
civ, nonché del combinato disposto di cui all’art. 132 TUF e all’art. 144-bis del Regolamento Emittenti Consob
n. 11971/99, e, comunque con ogni altra modalità consentita dalle leggi e regolamento vigenti, l’acquisto, in
una o più tranche, di azioni ordinarie di Centrale del Latte d’Italia S.p.A. fino ad un numero massimo che,
tenuto conto delle azioni proprie di volta in volta detenute in portafoglio dalla Società e dalle società da essa
controllate, non sia complessivamente superiore alla quinta parte del capitale sociale della Società, ai sensi
dell’art. 2357, comma 3, c.c. o all’eventuale diverso ammontare massimo previsto dalla legge pro tempore
vigente. L’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie è finalizzata a dotare la Società di uno stock di azioni
proprie di cui può disporre, utilizzare, alienare in qualsiasi momento, in tutto o in parte, in una o più volte e
senza limiti temporali, nell’ambito di operazioni straordinarie quali, tra le altre, operazioni di permuta,
conferimento, scambio, di operazioni societarie e/o finanziarie di natura straordinaria sul capitale ovvero
ancora di operazioni di finanziamento e operazioni di natura straordinaria quali, tra le altre, fusioni o simili,
cessioni e progetti di acquisizione e/o di futuri progetti industriali in linea con la strategia di sviluppo aziendale
della Società, nonché nell'ambito di operazioni di scambio e/o cessione di pacchetti azionari e/o per la
conclusione di alleanze commerciali e/o strategiche o per altri impieghi ritenuti di interesse finanziario e/o
gestionale per la Società oltre che per procedere a eventuali atti di disposizione delle azioni proprie acquisite
anche per consentire di cogliere le opportunità di massimizzazione del valore che possano derivare
dall’andamento e, quindi, anche per porre in essere attività di trading.
1
Si ha un “cambio di controllo” ai sensi del Contratto di Finanziamento qualora (i) Newlat Food S.p.A. cessi in qualsiasi momento di detenere il controllo
di diritto di CLI ovvero, in ogni caso, una partecipazione almeno pari al 50% + 1 del capitale sociale con diritti di voto di CLI, ovvero (ii) Angelo Mastrolia
cessi in qualsiasi momento di rivestire la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione di CLI.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
32
L’autorizzazione ha una durata pari a 18 mesi a far data dalla delibera dell’Assemblea ordinaria.
Alla data della Relazione la Società detiene n. 771.204 azioni proprie, pari allo 5,51% del Capitale Sociale ed
al 6,05% in termini di diritto di voto.
l) Attività di direzione e coordinamento (ex art. 2497 e ss codice civile)
La Società non è sottoposta all’attività di direzione e coordinamento.
Altre informazioni (rinvio)
Si precisa che con riferimento alle ulteriori informazioni di cui all’art. 123-bis, comma 1, del TUF:
- le informazioni richieste alla lettera i), riguardanti eventuali accordi tra la Società e gli amministratori che
prevedono indennità in caso di dimissioni o licenziamento senza giusta causa o di cessazione del rapporto
di lavoro a seguito di offerta pubblica di acquisto, sono contenute nella Relazione sulla Remunerazione
pubblicata ai sensi dell’art. 123-ter del TUF;
- le informazioni richieste alla lettera l), prima parte, relative alla nomina e alla sostituzione degli
amministratori, se diverse da quelle legislative e regolamentari applicabili in via suppletiva, sono illustrate
nella Sezione 4.2 della presente Relazione relativa al Consiglio di Amministrazione;
- le informazioni richieste alla lettera l), seconda parte, relative alla modifica dello statuto, se diverse da quelle
legislative e regolamentari applicabili in via suppletiva, sono illustrate nella sSzione 13 della presente
Relazione relativa all’Assemblea.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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3. COMPLIANCE (ex art. 123 –bis, comma 2, lettera a), prima parte, TUF)
CLI ha aderito al Codice di Corporate Governance, applicandolo a partire dall’esercizio 2021, accessibile al
pubblico sul sito web di Borsa Italiana (https://www.borsaitaliana.it/comitato-corporate-
governance/codice/2020.pdf).
Nella presente Relazione si conto secondo il principio comply or explain posto a fondamento del Codice
di Corporate Governance e in linea con la Raccomandazione UE n. 208/2014 delle raccomandazioni alle quali
la Società non ha, allo stato, ritenuto di adeguarsi parzialmente o integralmente.
l’Emittente la sua società collegata sono soggette a disposizioni di legge non italiane che influenzano la
struttura di corporate governance dell’Emittente.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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4. CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
4.1 RUOLO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il Consiglio di Amministrazione:
i. guida la Società perseguendone il successo sostenibile i) mediante l’implementazione di una strategia volta
ad includere anche elementi di natura ambientale, sociale e di governance, (ii) prevedendo, all’interno
delle politiche di remunerazione, anche KPI qualitativi di natura ESG; (iii) rafforzando il sistema di
controllo interno e di gestione dei rischi, attraverso la valutazione, il monitoraggio e la gestione dei rischi
di natura ESG;
ii. definisce le proprie strategie, volte al perseguimento del successo sostenibile, mediante la conduzione di
una analisi di materialità di Gruppo per le tematiche ESG per identificare i principali aspetti di rischio e
opportunità sulla base degli impatti sugli stakeholder e identificando modalità di gestione di questi,
monitorandone costantemente la corretta attuazione;
iii. definisce il sistema di governo societario più funzionale allo svolgimento delle attività dell’impresa ed al
perseguimento delle sue strategie;
iv. promuove, a livello di Gruppo, il dialogo con gli azionisti e gli stakeholder rilevanti per la Società, mediante
l’organizzazione e/o la partecipazione a conference call, organizzate ad hoc, con investitori ed analisti, volte
a comprendere le richieste del mercato e i suggerimenti da questi offerti, al fine di creare valore nel lungo
periodo.
Ai sensi dell’art. 13 dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione è investito di tutti i poteri per la gestione
ordinaria e straordinaria della Società.
Sono di competenza del Consiglio di Amministrazione, fatti salvi i limiti di legge e senza facoltà di delega, le
deliberazioni relative: a) alla fusione e alla scissione, nei casi di cui agli articoli 2505 e 2505 bis Cod. civ.; b) al
trasferimento della sede legale nell’ambito del territorio nazionale; c) all’istituzione ed alla soppressione delle
sedi secondarie; d) all’indicazione di quali tra gli amministratori oltre al Presidente, al Vice Presidente e agli
Amministratori Delegati e i dirigenti hanno la rappresentanza della società, ai sensi degli articoli 17 e 18
dello Statuto; e) alla riduzione del capitale sociale in caso di recesso del socio e f) agli adeguamenti dello Statuto
a disposizioni normative.
Il Consiglio di Amministrazione, inoltre:
esamina e approva i piani strategici, industriali e finanziari della Società, monitorandone periodicamente
l’attuazione;
definisce il sistema di governo societario dell’emittente e la sua struttura;
definisce la natura e il livello di rischio compatibile con gli obiettivi strategici della Società, includendo
nelle proprie valutazioni tutti i rischi che possono assumere rilievo nell’ottica della sostenibilità nel medio-
lungo periodo;
valuta il generale andamento della gestione, tenendo in considerazione, in particolare, le informazioni
ricevute dagli organi delegati, nonché confrontando, periodicamente, i risultati conseguiti con quelli
programmati;
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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valuta l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile dell’Emittente nonché quello
delle controllate aventi rilevanza strategica, con particolare riferimento al sistema di controllo interno e
di gestione dei rischi;
stabilisce la periodicità, con la quale gli organi delegati devono riferire al consiglio circa l’attività svolta
nell’esercizio delle deleghe loro conferite;
valuta il generale andamento della gestione, tenendo in considerazione, in particolare, le informazioni
ricevute dagli organi delegati, nonché confrontando, periodicamente, i risultati conseguiti con quelli
programmati;
delibera in merito alle operazioni dell’emittente e delle sue controllate, quando tali operazioni abbiano un
significativo rilievo strategico, economico, patrimoniale o finanziario per l’emittente stesso;
effettua una valutazione sul funzionamento del consiglio stesso e dei suoi comitati nonché sulla loro
dimensione e composizione, tenendo anche conto di elementi quali le caratteristiche professionali, di
esperienza, anche manageriale, e di genere dei suoi componenti, nonché della loro anzianità di carica,
anche in relazione ai criteri di diversità;
al fine di assicurare la corretta gestione delle informazioni societarie, adotta, su proposta
dell’amministratore delegato o del presidente del consiglio di amministrazione, una procedura per la
gestione interna e la comunicazione all’esterno di documenti e informazioni riguardanti l’emittente, con
particolare riferimento alle informazioni privilegiate.
Come accennato poc’anzi, il Consiglio di Amministrazione, in occasione dell’Assemblea dello scorso 29 aprile
2024, chiamata ad approvare il bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023, con conseguente scadenza
del mandato a suo tempo conferito al Collegio Sindacale, ha ritenuto opportuno proporre l’adozione del
modello di amministrazione e controllo c.d. “monistico”.
Tale proposta è stata attentamente valutata dagli organi sociali della Società con un approfondito processo
istruttorio, finalizzato ad analizzare i benefici e l’incremento dell’efficienza della gestione ed efficacia dei
controlli per effetto della sostituzione del modello c.d. “tradizionale” con il sistema di governance c.d.
“monistico”.
Le ragioni sottostanti a detta proposta sono da ritrovarsi da una parte nella volontà di allineare il sistema
di governance della Società alle best practices internazionali e d’altra parte nell’esigenza di razionalizzare la
struttura di controllo interno della Società.
Invero, quanto al primo profilo, i dati e le evidenze statistiche hanno dimostrato che tale sistema rappresenta
il modello più affermato nelle società quotate sui mercati azionari europei e del mondo. Quanto al secondo
profilo, poi, le medesime evidenze supportano la conclusione che il sistema c.d. monistico” è funzionale al
perseguimento di obiettivi di efficienza nell’operatività ed efficacia dei controlli interni, in quanto consente
di sviluppare una proficua e tempestiva sinergia tra la funzione di controllo e quella di gestione.
Infatti, mentre il sistema c.d. “tradizionale” prevede due distinti organi (il Consiglio di Amministrazione e il
Collegio Sindacale) che esercitano, rispettivamente, le funzioni di amministrazione e controllo, il sistema
“monistico” si caratterizza per la convergenza delle predette funzioni nell’organo amministrativo, supportato
nello svolgimento della funzione di controllo dal Comitato per il Controllo sulla Gestione costituito al suo
interno, dettagliatamente illustrato alla successiva Sezione 11 della presente Relazione.
A differenza dei membri del Collegio Sindacale (che non sono consiglieri e pertanto possono limitare i propri
controlli alla legittimità dell’agire amministrativo), i membri del Comitato per il Controllo sulla Gestione
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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possono tuttavia verificare il merito delle azioni manageriali volte al perseguimento dell’interesse aziendale.
Sotto il profilo temporale, peraltro, mentre il controllo esercitato dal Collegio Sindacale si sostanzia in un
sindacato ex post sulle scelte gestorie, quello esercitato dal Comitato per il Controllo sulla Gestione è
sincronico rispetto all’assunzione delle decisioni da parte del plenum consiliare.
In sintesi, l’adozione del modello “monistico” ha rappresentato per la Società numerosi e importanti
vantaggi, tra cui:
(i) semplificazione degli assetti organizzativi, amministrativi e contabili dell’impresa, nonché speditezza e
concentrazione delle funzioni di governo societario;
(ii) elevata trasparenza e flussi informativi completi e costanti;
(iii) efficacia dei controlli tramite il superamento delle inefficienze e delle asimmetrie informative
determinate dall’esistenza di un organo di controllo separato dall’organo di gestione;
(iv) maggiore compenetrazione fra la funzione gestoria e quella di controllo, determinata dalla circostanza
che gli amministratori investiti di deleghe e quelli deputati al controllo interno siedono all’interno del
medesimo organo;
(v) importante ruolo del Presidente del Consiglio di Amministrazione, volto a favorire l’efficace
funzionamento del Consiglio, l’incoraggiamento di un’efficace dialettica e l’apporto fattivo di tutti i
Consiglieri al dibattito endoconsiliare;
(vi) maggiore riconoscibilità in ambito internazionale, con conseguente maggiore attrattività per potenziali
investitori internazionali.
Per i motivi suesposti, il Consiglio di Amministrazione ha deciso di proporre agli Azionisti di modificare lo
Statuto Sociale, ai fini dell’adozione del modello “monistico” di amministrazione e controllo, introducendo
un nuovo articolo 11 e modificando, di conseguenza, i precedenti articoli 9, 11, 13, 14, 15, 20, 21 e 22, in
relazione ai quali si è reso necessario sostituire i riferimenti ai Sindaci e al Collegio Sindacale, che per effetto
della nuovo modello di amministrazione e controllo sono cessati definitivamente.
Sempre al fine di garantire un’efficiente implementazione del modello “monistico” di amministrazione e
controllo, il Consiglio di Amministrazione ha proposto agli Azionisti di modificare il precedente articolo 11
(i.e., il nuovo articolo 12) dello Statuto Sociale al fine di allineare il numero di consiglieri della Società alle best
practices dei principali operatori di mercato che adottano tale modello “monistico” di governance. In particolare,
ha proposto di modificare il numero di consiglieri previsto statutariamente individuato in un numero
ricompreso fra 3 e 14 in un numero che si attesta fra un minimo di 7 e un massimo di 15 membri.
Con l’occasione, al fine di allineare la durata degli organi sociali attualmente in carica e di favorire un agile
passaggio al modello “monistico” di amministrazione e controllo, tutti i membri del Consiglio di
Amministrazione hanno altresì presentato le proprie dimissioni subordinatamente alla approvazione, da
parte dell’Assemblea, delle modifiche allo Statuto Sociale di CLI, necessarie all’adozione del modello
monistico di amministrazione e controllo, e con efficacia decorrente dalla costituzione del nuovo organo
amministrativo nominato dalla medesima Assemblea, in sede ordinaria.
Il Consiglio di Amministrazione ha adottato una politica per la gestione del dialogo con la generalità degli
azionisti, di cui si dirà alla successiva Sezione 12.
Per la descrizione dettagliata dei ruoli e delle responsabilità degli organi di amministrazione, direzione e
controllo, anche per le questioni di sostenibilità, si rimanda al paragrafo GOV-1 Ruolo degli organi di
amministrazione direzione e controllo ed al paragrafo GOV-2 Informazioni fornite agli organi di
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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amministrazione, direzione e controllo dell’impresa e questioni di sostenibilità da questi affrontate, della
Rendicontazione di Sostenibilità ex D.Lgs n. 125/24.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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4.2 NOMINA E SOSTITUZIONE DEGLI AMMINISTRATORI (ex art. 123-bis, comma 1, lettera
l), TUF)
La Società adotta il sistema di amministrazione controllo c.d. “monistico”, articolato in un Consiglio di
Amministrazione composto da 7 (sette) a 15 (quindici) componenti, comprensivo di 3 (tre) membri che
costituiscono il Comitato per il Controllo sulla Gestione, secondo quanto delibera l'assemblea all'atto della
nomina.
L’assunzione della carica di Amministratore è subordinata al possesso dei requisiti stabiliti dalla legge, dal
presente statuto e dalle altre disposizioni applicabili e la composizione del Consiglio di Amministrazione deve
essere idonea ad assicurare l’equilibrio tra i generi secondo quanto disposto dalla normativa vigente.
Gli Amministratori devono essere in possesso dei requisiti stabiliti dalla normativa tempo per tempo vigente:
di essi (i) almeno un terzo (fermo restando l’eventuale maggior numero previsto dalla normativa tempo per
tempo applicabile) deve possedere i requisiti di indipendenza previsti dall’articolo 2399, comma 1, c.c. (o, in
alternativa, i più stringenti requisiti di indipendenza di cui all’articolo 148, co. 3, TUF); e (ii) almeno 3 (tre) -
tra cui tutti i componenti del Comitato per il Controllo sulla Gestione - devono essere in possesso dei requisiti
stabiliti dall’articolo 148, commi 3 e 4, TUF; in aggiunta, di questi ultimi almeno 1 (uno) Amministratore che
sia componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione deve essere iscritto nel registro dei revisori legali.
Il venir meno dei requisiti previsti dalla legge o dallo Statuto Sociale per ricoprire la carica di Amministratore
determina la decadenza dell’Amministratore; tuttavia, il venir meno di un requisito di indipendenza sopra
indicato, in capo a un Amministratore, non ne determina la decadenza se il requisito permane in capo al
numero minimo di Amministratori che secondo la normativa vigente e il presente Statuto Sociale devono
possedere tale requisito.
Gli Amministratori sono eletti sulla base di liste di candidati, secondo la procedura di cui alle disposizioni
seguenti, salvo quanto diversamente o ulteriormente previsto da inderogabili norme di legge o regolamentari.
Le liste degli Amministratori da eleggere eccettuato quelle aventi meno di 3 (tre) candidati devono:
(a) essere divise in due sezioni entrambe ordinate progressivamente per numero e devono indicare (i) nella
prima sezione i candidati alla carica di Consigliere di Amministrazione diversi dai soggetti indicati nella
seconda sezione e (ii) nella seconda sezione i potenziali candidati quali componenti del Comitato per il
Controllo sulla Gestione;
(b) essere redatte tenendo conto del criterio che assicura l’equilibrio dei generi, garantendo al genere meno
rappresentato un numero di candidati almeno pari alla percentuale richiesta dalla normativa, anche
regolamentare, pro tempore vigente in materia di equilibrio dei generi, il quale dovrà essere calcolato in base
a criteri di volta in volta previsti dalla stessa.
Hanno diritto a presentare le liste soltanto gli Azionisti che, da soli o insieme ad altri, siano complessivamente
titolari di azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% (due virgola cinque per cento) del capitale
con diritto di voto nell'Assemblea ordinaria. Ogni Azionista, non può presentare, neppure per interposta
persona o società fiduciaria, più di una lista può votare liste diverse. Ogni candidato può presentarsi in una
sola lista a pena di ineleggibilità. Non possono essere inseriti nelle liste candidati che ricoprano già incarichi
di Amministratore in altre cinque società o enti, i cui titoli siano ammessi alle negoziazioni di un mercato
regolamentato iscritto nell'elenco previsto dagli articoli 63 e 67 del Decreto Legislativo 58/1998.
Dalla lista che ha ottenuto il maggior numero dei voti sono tratti (a) dalla prima sezione, secondo l’ordine
progressivo con il quale sono elencati nella lista stessa, tanti Amministratori pari al numero totale degli
Amministratori da eleggere meno 3 (tre); e (b) dalla seconda sezione, secondo l’ordine progressivo con il quale
sono elencati nella lista stessa, due Amministratori.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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Dalla seconda sezione della lista di minoranza che ha ottenuto il maggior numero di voti e non sia in alcun
modo, neppure indirettamente collegata con la lista risultata prima per numero di voti, è tratto, secondo
l’ordine progressivo con il quale è elencato nella lista stessa, un Amministratore. Le liste presentate devono
essere depositate presso la sede della Società entro il venticinquesimo giorno precedente la data dell’Assemblea
chiamata a deliberare sulla nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione.
Unitamente a ciascuna lista, entro il termine sopra indicato, sono depositate le dichiarazioni con le quali i
singoli candidati accettano la candidatura e attestano, sotto la propria responsabilità, l'inesistenza di cause di
ineleggibilità e di incompatibilità, nonché l'esistenza dei requisiti normativamente e statutariamente prescritti
per le rispettive cariche. La lista per la quale non sono osservate le statuizioni di cui sopra è considerata come
non presentata.
Qualora venga presentata un’unica lista questa esprime l’intero Consiglio di Amministrazione. Nel caso non
venga presentata alcuna lista l’Assemblea delibera a maggioranza dei votanti escludendo dal computo gli
astenuti.
Qualora la composizione del Consiglio di Amministrazione non consenta il rispetto dell’equilibrio tra i generi
secondo la normativa, anche regolamentare, pro tempore vigente in materia, tenuto conto del loro ordine di
elencazione in lista, gli ultimi eletti della lista di maggioranza del genere più rappresentato decadono nel
numero necessario ad assicurare l’ottemperanza al requisito, e sono sostituiti dai primi candidati non eletti
della stessa lista del genere meno rappresentato. In mancanza di candidati del genere meno rappresentato
all’interno della lista di maggioranza in numero sufficiente a procedere alla sostituzione, l’Assemblea integra
l’organo con le maggioranze di legge, assicurando il soddisfacimento del requisito.
Dei tempi e dei modi di presentazione delle liste è fatta menzione nell'avviso di convocazione.
Le liste presentate sono messe a disposizione del pubblico sul sito internet della Società e con le altre modalità
previste dalla legge almeno 21 (ventuno) giorni prima della data dell’Assemblea.
Gli Amministratori durano in carica per un periodo massimo di 3 (tre) esercizi e scadono alla data
dell’Assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all'ultimo esercizio della loro carica. Essi
sono rieleggibili.
L'Assemblea, prima di procedere alla loro nomina, determina il numero dei componenti il Consiglio di
Amministrazione e la durata in carica. Ove il numero degli Amministratori sia stato determinato in misura
inferiore al massimo previsto, l'Assemblea, durante il periodo di permanenza in carica del Consiglio di
Amministrazione, può aumentare tale numero. I nuovi Amministratori così nominati scadono insieme con
quelli in carica all'atto della loro nomina. L'Assemblea determina il compenso spettante ai componenti il
Consiglio di Amministrazione.
Nel caso in cui, nel corso dell’esercizio, vengano meno uno o più componenti del Consiglio di
Amministrazione, a condizione che la maggioranza sia sempre costituita dagli Amministratori nominati
dall’Assemblea, il Consiglio di Amministrazione provvede a cooptare, ai sensi dell’art. 2386 c.c., un
componente nell’ambito degli appartenenti alla medesima sezione della lista cui apparteneva l’Amministratore
cessato seguendo il medesimo ordine progressivo di volta in volta, purché siano rispettati in tal modo i requisiti
previsti dalla legge e dallo Statuto Sociale. Qualora non risulti possibile rispettare il meccanismo appena
illustrato, il Consiglio di Amministrazione provvede alla sostituzione dell’Amministratore cessato, con le
maggioranze di legge senza voto di lista. Successivamente l’Assemblea, su proposta dei soggetti presenti cui
spetta il diritto di voto, provvede a confermare l’Amministratore cooptato o a nominare altro Amministratore
in sua sostituzione con delibera assunta con le maggioranze di legge senza voto di lista.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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Per quanto riguarda le informazioni sul ruolo del Consiglio di Amministrazione e dei comitati endoconsiliari
nei processi di autovalutazione, nomina e successione degli amministratori, si rinvia alla successiva Sezione 7
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
41
4.3 COMPOSIZIONE (ex art. 123-bis, comma 2, lettere d) e d-bis), TUF)
Il Consiglio di Amministrazione è composto da 3 (tre) amministratori esecutivi e da 4 (quattro) amministratori
non esecutivi, tutti dotati di professionalità e di competenze adeguate ai compiti loro affidati.
Il numero e le competenze degli Amministratori non esecutivi sono tali da assicurare loro un peso significativo
nell’assunzione delle delibere consiliari e da garantire un efficace monitoraggio della gestione. Il Consiglio di
Amministrazione è composto da 3 (tre) Amministratori non esecutivi indipendenti.
Il Consiglio di Amministrazione attualmente in carica è stato nominato dall’Assemblea degli Azionisti del 29
aprile 2024 e scade con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2026.
In data 4 aprile 2024, è stata presentata un’unica lista, dall’azionista di maggioranza Newlat Food S.p.A., il
quale era titolare di n. 9.454.282 azioni a voto maggiorato CLI, rappresentative del 74,15% del capitale
ordinario della Società.
Poiché veniva presentata una sola lista, i candidati proposti venivano tutti eletti con n. 19.555.989 voti
favorevoli, pari al 100% del capitale votante.
Il Consiglio di Amministrazione alla data della presente Relazione è così composto:
Angelo Mastrolia Presidente del Consiglio di Amministrazione
Giuseppe Mastrolia Vice-Presidente del Consiglio di Amministrazione
Stefano Cometto Amministratore Delegato
Benedetta Mastrolia Consigliere non esecutivo
Giovanni Maria Rayneri Presidente del Comitato per il Controllo sulla Gestione
Valeria Bruni Giordani Componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione
Anna Claudia Pellicelli Componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione
Angelo Mastrolia - nato a Campagna (SA) il 5 dicembre 1964, ha conseguito il diploma di geometra nel 1982
ed ha frequentato la facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno. La sua attività
imprenditoriale inizia negli anni ’80 nel settore del latte e dei suoi derivati, ricoprendo il ruolo di dirigente nella
società di famiglia Piana del Sele Latteria S.p.A. Dopo una parentesi imprenditoriale nei settori dei leasing, degli
investimenti immobiliari e industriali e nella fornitura di arredi per imbarcazioni di lusso, a partire dal 2004,
attraverso la società TMT Finance SA (ora Newlat Group S.A.), inizia un percorso di acquisizioni nel settore
del food & beverage, tra cui si ricordano l’acquisizione della società Industrie Alimentari Molisane S.r.l.,
produttrice della pasta a marchio Guacci, di Pezzullo, di Corticella per arrivare nel 2008 all’acquisizione di
Newlat S.p.A. da parte di Parmalat S.p.A., dopo aver ottenuto il nulla-osta da parte dell’autorità antitrust. A
seguito dell’acquisizione di Newlat, Angelo Mastrolia ha proseguito, nel suo ruolo di azionista di controllo e
Presidente esecutivo, il percorso di consolidamento e crescita del Gruppo Newlat nel settore del food & beverage
a livello italiano ed internazionale anche mediante le acquisizioni dei marchi Birkel e Drei Glocken, dello
stabilimento produttivo di Ozzano Taro, nel 2019 della società Delverde, nel 2020 di Centrale del Latte d’Italia
S.p.A., nel 2021 della società inglese Symington’s Ltd, nel 2022 della società francese EM Foods S.A.S. (ora
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
42
Princes France S.A.S.) e, infine, nel 2024 del Gruppo Princes, attraverso l’acquisizione del 100% del capitale
sociale di Princes Limited.
Giuseppe Mastrolia nato a Battipaglia (SA) l’11 febbraio 1989, ha conseguito il diploma di ragioneria nel
2007, presso l’Istituto Kennedy di Battipaglia (SA), a far data dal 2008 è entrato a far parte del Consiglio di
Amministrazione della controllante Newlat Food S.p.A., dove ricopre l’incarico di Chief Commercial Officer e
Amministratore Delegato (responsabilità Sales&Marketing), a far data dall’aprile 2020 ricopre l’incarico di Vice-
Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Emittente, dall’agosto 2021, riveste la posizione di CEO
nella società inglese Symington’s Ltd, dal 2022 ricopre l’incarico di Managing Director della società francese
EM Foods S.A.S. (ora Princes France S.A.S.) e, dal 2024, gli sono stati affidati gli incarichi di Amministratore
in Princes Limited, di Vice-Presidente del Consiglio di Amministrazione in Princes Italia S.p.A. e di
Amministratore in Princes Tuna (Mauritius) Limited (società tutte appartenenti al Gruppo Newlat).
Stefano Cometto nato a Monza il 25 settembre 1972, si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università di
Bologna nel 1998 e ha conseguito il titolo di dottore in legge presso la Nebrija Universidad de Madrid nel
2013. Dal 1998 al 1999 è stato Tenente della Guardia di Finanza. Dal 1999 al 2000 ha ricoperto il ruolo di
legale interno nel settore crediti di San Paolo IMI S.p.A. e dal 2000 al 2001 ha ricoperto il ruolo di legale del
personale di Unicredit S.p.A. (all’epoca, Rolo Banca 1473). Dal 2001 al 2007 ha lavorato presso Confindustria
come funzionario addetto alle relazioni industriali e sindacali, nonché come consulente legale per i sindacati.
Nel 2008 è entrato a far parte del Gruppo Newlat, ove ricopre l’incarico di Amministratore Delegato e Chief
Operating Officer. A far data dall’aprile 2020 ricopre la carica di amministratore all’interno del Consiglio di
Amministrazione dell’Emittente, dove a partire da gennaio 2021 gli sono state conferite deleghe di poteri,
divenendo un consigliere esecutivo e assumendo, infine, l’incarico di Amministratore Delegato a far data
dal mese di luglio 2022 a seguito delle dimissioni rassegnate da Edoardo Pozzoli, dalla predetta carica. Dal
2024 ricopre la posizione di Amministratore Delegato della società Princes Italia S.p.A.
Benedetta Mastrolia nata a Roma il 18 ottobre 1995, ha conseguito un Bachelor Degree in Economics and
Business presso la University of London nel 2017 e un Master in Corporate Finance presso la Cass Business School, City
University London nel 2018. Nel 2014 è entrata a fare parte del Consiglio di Amministrazione della controllante
Newlat Food S.p.A., dal 2020 ricopre l’incarico di membro del Consiglio di Amministrazione dell’Emittente
e dal 2024 ricopre gli incarichi di Amministratore in Princes Italia S.p.A. e Princes Limited, dove ricopre anche
la carica di Segretaria Societaria.
Giovanni Maria Rayneri nato a Torino, il 20 luglio 1963, ha conseguito la laurea in Economia e
Commercio presso l’Università di Torino nel 1988 ed è iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti e dei
Revisori Legali dei Conti. È inoltre iscritto all’Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice presso il Tribunale di
Torino. È presidente o membro del collegio sindacale in numerose società e gruppi di medie e grandi
dimensioni, anche internazionali. Dal 2018 al 2024 ha rivestito il ruolo di Sindaco Effettivo di CLI e dal 2024,
a seguito dell’adozione del sistema di amministrazione e controllo c.d. “monistico” da parte della Società,
riveste il ruolo di Presidente del Comitato per il Controllo sulla Gestione.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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Valeria Bruni Giordani nata a Firenze l’11 luglio 1974, si è laureata in Scienze Politiche presso la Facoltà
Cesare Alfieri di Firenze. A far data dall’aprile 2020 è entrata a far parte del Consiglio di Amministrazione
dell’Emittente quale consigliere non esecutivo indipendente e dal 2024, a seguito dell’adozione del sistema di
amministrazione e controllo c.d. “monistico” da parte della Società, riveste il ruolo di componente del
Comitato per il Controllo sulla Gestione.
Anna Claudia Pellicelli nata a Modena il 3 giugno 1965, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio
presso l’Università di Torino. A far data dall’aprile 2020 è entrata a far parte del Consiglio di Amministrazione
dell’Emittente quale consigliere non esecutivo indipendente e dal 2024, a seguito dell’adozione del sistema di
amministrazione e controllo c.d. “monistico” da parte della Società, riveste il ruolo di componente del
Comitato per il Controllo sulla Gestione.
Per la descrizione dettagliata della composizione e della diversità degli organi di amministrazione, direzione e
controllo, anche per ciò che attiene le competenze e le capacità sulle questioni di sostenibilità, si rimanda al
paragrafo GOV-1 Ruolo degli organi di amministrazione, direzione e controllo della Rendicontazione di
Sostenibilità ex D.Lgs n. 125/24.
Criteri e politiche di diversità nella composizione del Consiglio e nell’organizzazione aziendale
Il Consiglio di Amministrazione ha adottato una Politica sulla Composizione del Consiglio di
Amministrazione, approvata nella seduta consiliare del 17 marzo 2023, relativamente ad aspetti quali l’età, il
genere ed il percorso formativo e professionale, consultabile all’indirizzo
https://centralelatteitalia.com/investor-relations/.
Tale politica ha come obiettivo quello di individuare l’ottimale composizione quali-quantitativa del Consiglio
di Amministrazione in termini di numero dei componenti, che deve essere adeguato alle dimensioni ed alla
complessità dell’assetto organizzativo della Società, nonché in termini di competenze diversificate e di profili
dotati di professionalità adeguate al ruolo da ricoprire.
In particolare, la politica prefissa alcuni obiettivi in materia di composizione quali-quantitativa del Consiglio
di Amministrazione, quali:
- sotto il profilo quantitativo, il numero dei componenti che deve essere adeguato alle dimensioni ed alla
complessità dell’assetto organizzativo della Società, al fine di assicurare un adeguato bilanciamento delle
competenze e delle esperienze richieste dal business aziendale;
- sotto il profilo qualitativo, per garantire il corretto assolvimento delle funzioni di responsabilità i
componenti del Consiglio di Amministrazione, i quali devono essere:
pienamente consapevoli dei compiti chiamati a svolgere e delle responsabilità eventualmente
derivanti;
dotati di professionalità adeguate al ruolo da ricoprire, anche nei comitati endoconsiliari, e calibrate
in relazione alle caratteristiche della Società;
in possesso di competenze ed esperienze diversificate e opportunamente distribuite tra i componenti
dell’organo.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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Inoltre, tale politica fissa i criteri per la qualificazione di indipendenza e, al fine di perseguire gli obiettivi
strategici della Società, illustra la diversificazione, sia in termini di competenze, sia in termini di genere, età,
anzianità di carica ed esperienza maturate, che i componenti del Consiglio di Amministrazione di CLI devono
avere.
Il testo attuale del documento è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 17 marzo 2025,
essendosi reso necessario adeguare detta procedura al sistema di amministrazione e controllo c.d. “monistico”,
eliminando i riferimenti al Collegio Sindacale, in luogo del Comitato per il Controllo sulla Gestione.
Per la descrizione dettagliata sulla diversità dei membri degli organi di amministrazione, direzione e controllo,
si rimanda al paragrafo GOV-1 Ruolo degli organi di amministrazione, direzione e controllo ed al paragrafo
S1-1 - Politiche relative alla forza lavoro propria della Rendicontazione di Sostenibilità ex D.Lgs n. 125/24.
Cumulo massimo agli incarichi ricoperti in altre società
Nella medesima Politica sulla Composizione del Consiglio di Amministrazione, di cui al punto che precede,
la Società ha definito, altresì, al fine di garantire un efficace svolgimento della carica di amministratore, che il
numero di incarichi di amministrazione e controllo in altre società non può essere superiore a 5 (cinque) in
società quotate in mercati regolamentati (anche esteri) ovvero in società finanziarie, bancarie, assicurative o
di rilevanti dimensioni.
Ai fini del computo degli incarichi non si dovrà tener conto di quelli eventualmente ricoperti dagli
amministratori di CLI in società del Gruppo Newlat. Gli incarichi ricoperti in più società appartenenti al
medesimo gruppo sono considerati quale unico incarico con prevalenza dell’incarico esecutivo su quello non
esecutivo.
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4.4 FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE (ex art. 123-bis, comma 2,
lettera d), TUF)
In data 10 settembre 2021, la Società ha approvato il regolamento del Consiglio di Amministrazione, che
definisce le regole di funzionamento dell’organo stesso e dei suoi comitati, incluse le modalità di
verbalizzazione delle riunioni e le procedure per la gestione dell’informativa agli amministratori.
In particolare, quanto alla verbalizzazione, è previsto che i verbali vengano redatti dal Segretario, il quale ha
facoltà di procedere alla registrazione audio delle riunioni al fine di agevolare la verbalizzazione stessa, ovvero
dal Notaio nei casi previsti dalla vigente normativa.
A seguito della riunione, una bozza del verbale viene trasmessa a tutti i consiglieri e sindaci al fine di recepire
eventuali commenti ed osservazioni, che saranno raccolti dalla funzione Corporate & Legal Affairs.
Il testo definitivo del verbale viene trascritto sul libro delle adunanze e delle deliberazioni del Consiglio di
Amministrazione a cura delle competenti strutture aziendali e viene firmato dal Presidente e dal Segretario.
Quanto all’efficace gestione dell’informativa pre-consiliare, il Consiglio di Amministrazione ha previsto che
la documentazione a supporto degli argomenti posti all’ordine del giorno di ciascuna riunione venga trasmessa
ai consiglieri ed ai sindaci con congruo anticipo, di regola entro il secondo giorno anteriore a quello fissato
per la riunione, fatti salvi i casi di urgenza nei quali la documentazione è resa disponibile con la migliore
tempestività. La Società evidenzia che il predetto termine previsto per l’inoltro della documentazione pre-
consiliare è stato sempre rispettato.
Nell’esercizio 2024 il Consiglio di Amministrazione ha tenuto n. 5 riunioni della durata media di 1 ora ciascuna.
Le riunioni hanno registrato un’assidua e regolare partecipazione degli amministratori.
Nell’esercizio in corso sono state programmate n. 4 riunioni del Consiglio di Amministrazione, di cui n. 1 già
tenutasi alla data della presente Relazione e, precisamente, in data 17 marzo 2025, quest’ultima peraltro
chiamata ad approvare la presente Relazione.
Le informazioni sulla composizione del Consiglio di Amministrazione e sulla partecipazione dei consiglieri
alle riunioni del Consiglio sono indicate nella Tabella 2 allegata alla Relazione.
Il regolamento del Consiglio di Amministrazione è stato, da ultimo modificato, adeguandolo al sistema di
amministrazione e controllo c.d. “monistico” nel corso della seduta consiliare del 9 settembre 2024.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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4.5 RUOLO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione svolge il ruolo di raccordo tra gli amministratori esecutivi e gli
amministratori non esecutivi, curando l’efficace funzionamento dei lavori consiliari.
In particolare, il Presidente del Consiglio di Amministrazione, con l’ausilio del Segretario del medesimo
organo:
- cura e si accerta che l’informativa pre-consiliare e le informazioni complementari siano trasmesse in
modo completo ed esaustivo, tali da consentire agli amministratori di agire in modo informato nello
svolgimento del loro ruolo;
- cura che l’attività dei comitati consiliari con funzioni istruttorie, propositive e consultive sia coordinata
con l’attività del Consiglio di Amministrazione, attraverso la partecipazione alle riunioni dei comitati
stessi;
- cura, d’intesa con il C.E.O., che i dirigenti della Società, responsabili delle funzioni aziendali competenti
secondo la materia, intervengano alle riunioni consiliari, anche su richiesta dei singoli amministratori, per
fornire gli opportuni approfondimenti sugli argomenti posti all’ordine del giorno, accertandosi della loro
presenza e verificando che i medesimi dirigenti forniscano informazioni complete e precise. Sul tema, si
evidenzia la costante partecipazione dei dirigenti, nei casi in cui è richiesta la presenza, in ragione degli
argomenti di volta in volta posti all’ordine del giorno;
- cura e si accerta che tutti i componenti degli organi di amministrazione e controllo possano partecipare,
successivamente alla nomina e durante il mandato, a iniziative finalizzate a fornire loro un’adeguata
conoscenza dei settori di attività in cui opera la Società, delle dinamiche aziendali e della loro evoluzione
anche nell’ottica del successo sostenibile dell’Emittente, nonché dei principi di corretta gestione dei rischi
e del quadro normativo e autoregolamentare di riferimento. Sul punto, si evidenziano le iniziative volte
a fornire ai membri del Consiglio di Amministrazione e del Comitato per il Controllo sulla Gestione una
completa conoscenza della Società;
- cura l’adeguatezza e la trasparenza del processo di autovalutazione del Consiglio di Amministrazione,
con il supporto del comitato nomine.
Per la descrizione dettagliata delle competenze e delle capacità degli organi di amministrazione, direzione e
controllo sulle questioni di sostenibilità o all’accesso a tali competenze e capacità, si rimanda al paragrafo
GOV-1 Ruolo degli organi di amministrazione, direzione e controllo della Rendicontazione di Sostenibilità
ex D.Lgs n. 125/24.
Il Segretario del Consiglio
La Società non ha nominato un Segretario del Consiglio di Amministrazione, il quale viene nominato, di volta
in volta, in occasione di ciascuna riunione, anche all’infuori dei suoi membri ed anche esterno alla Società.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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4.6 CONSIGLIERI ESECUTIVI
Ai sensi dell’art. 14 dello Statuto Sociale, il Consiglio di Amministrazione può delegare parte dei suoi poteri al
Presidente, ai Vice Presidenti, a uno o più Amministratori Delegati e a uno o più componenti fissandone
attribuzioni e retribuzioni.
Il Consiglio può altresì nominare un Comitato Esecutivo fissandone i poteri, il numero dei componenti e le
modalità di funzionamento.
Amministratori Delegati
Il Consiglio di Amministrazione ferme le attribuzioni, i poteri e le facoltà normativamente e statutariamente
riservati al Consiglio di Amministrazione, al Presidente e ad altre funzioni aziendali ha conferito, con
delibera del 20 maggio 2024, le deleghe di poteri a Giuseppe Mastrolia e Stefano Cometto.
Alla data della presente Relazione, le deleghe attribuite al Vice Presidente ed all’Amministratore Delegato
sono le seguenti:
Giuseppe Mastrolia (Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione):
Tutti i poteri di ordinaria e di straordinaria amministrazione:
- senza limiti di importo nell’ambito di tutte le operazioni effettuate infragruppo,
- fino ad euro 300.000,00 (trecentomila/00) nei confronti dei terzi in autonomia e con firma libera,
- senza alcuna limitazione di importo con la firma congiunta con altro componente del consiglio di
amministrazione, fatto salvo per le materie e le attività relative alla sicurezza sul lavoro, ambiente e salubrità
dei prodotti, che sono di esclusiva competenza del/degli amministratori delegati o dei dirigenti preposti
che hanno assunto le specifiche deleghe e responsabilità gestionali, o per quelle materie che per legge o
statuto, sono di esclusiva competenza del consiglio di amministrazione e dell’assemblea dei soci.
Stefano Cometto (Amministratore Delegato):
Tutti i poteri relativi alla funzione di datore di lavoro, per tutte le divisioni, articolazioni aziendali, stabilimenti
e unità locali/depositi della Società, incluse le attività intese a dare attuazione ed adempimento alle norme
previste in materia di sicurezza e igiene sul lavoro, di tutela della salute dei lavoratori e di protezione
dell’ambiente, con facoltà di delega, nonché tutte le incombenze conseguenti e/o collegate ai poteri ivi
specificati.
In particolare, in qualità di datore di lavoro, a titolo esemplificativo e non esaustivo, sono attribuiti al dott.
Stefano Cometto, oltre alla firma sociale e al potere di rappresentanza della società, deleghe negli ambiti di
seguito indicati:
1) contratti di lavoro
2) organizzazione di produzione
3) igiene, sicurezza e sicurezza degli alimenti
4) tutela dell’ambiente
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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5) poteri di gestione e controllo
6) locazioni, diritti reali
7) acquisto e cessione di beni e servizi; con i seguenti limiti di importo:
- beni mobili fino al prezzo di Euro 100.000,00 per ogni operazione a firma singola e a firma congiunta
con qualsiasi altro membro del Consiglio di Amministrazione fino ad Euro 300.000,00;
- autoveicoli di ogni genere, aeromobili e natanti fino al prezzo di Euro 100.000,00 a firma singola e a
firma congiunta con qualsiasi altro membro del Consiglio di Amministrazione fino ad Euro 300.000,00
per ogni operazione;
- forniture e somministrazioni per ogni genere di utenza che dovranno avere durata massima iniziale di
un anno, salvo rinnovo, e fino all’importo annuo di Euro 100.000,00;
- contratti d’opera, appalti, consulenze e assumere rapporti di collaborazione autonoma, anche
continuativa, stipulando i relativi contratti, e fino all’importo annuo di Euro 100.000,00;
8) operazioni infragruppo senza alcuna limitazione di importo;
9) riscossioni, cessioni e ricevute;
10)operazioni bancarie e finanziarie, con i seguenti limiti di importo:
- Euro 100.000,00 per: prelievi sui conti bancari della Società e pagamenti verso i creditori della stessa,
trarre o accettare cambiali tratte, richiedere assegni circolari; ritirare libretti di assegni da emettere sui
conti correnti della Società e sottoscrivere la relativa richiesta, rilasciare dichiarazioni di manleva;
- Euro 80.000,00 per: aprire, modificare o estinguere conti correnti postali, compiendo ogni operazione
consentita sui medesimi compresi i prelevamenti e l’emissione di vaglia postali; riscuotere ed incassare,
rilasciandone quietanza e scarico nelle debite forme, somme o quanto altro comunque dovuto alla
Società da privati, ditte, enti, istituti, società di qualsiasi natura, compagnie di assicurazione, banche e
casse;
11)assicurazioni;
12)appalti, gare e licenze;
13)procedure giudiziarie;
14)transazioni ed arbitrati;
15)adempimenti ed obblighi fiscali.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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Presidente del Consiglio di Amministrazione
Con delibera del 29 aprile 2024, l’Assemblea ha nominato Angelo Mastrolia, quale Presidente del Consiglio di
Amministrazione e, successivamente, il Consiglio di Amministrazione, in data 20 maggio 2024, ha attribuito
allo stesso tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, salvo per le materie e le attività relative
alla sicurezza sul lavoro, ambiente e salubrità dei prodotti, che sono di esclusiva competenza del o degli
Amministratori delegati o dei dirigenti preposti che hanno assunto le specifiche deleghe e responsabilità
gestionali, nonché per tutte le materie che per legge o statuto, sono di esclusiva competenza del Consiglio di
Amministrazione o dell’Assemblea dei soci.
Il Presidente, Angelo Mastrolia, è inoltre il socio unico di Newlat Group S.A., che a sua volta controlla
indirettamente la Società con una partecipazione pari al 67,74% del capitale sociale.
Informativa al Consiglio da parte dei consiglieri/organi delegati
Gli Amministratori Delegati riferiscono al Consiglio di Amministrazione circa l’attività di maggior rilievo
svolta nell’esercizio delle deleghe loro conferite.
Altri consiglieri esecutivi
Nel Consiglio di Amministrazione della Società non ci sono ulteriori consiglieri esecutivi, oltre a quelli indicati
nei precedenti paragrafi.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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4.7 AMMINISTRATORI INDIPENDENTI E LEAD INDEPENDENT DIRECTOR
Amministratori indipendenti
Il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente alla chiusura dell’esercizio 2024 includeva 3 (tre)
amministratori in possesso dei requisiti di indipendenza previsti dall’art. 147-ter del TUF e del Codice di
Corporate Governance, i quali compongono il Comitato per il Controllo sulla Gestione.
Di seguito sono indicati gli amministratori indipendenti dell’Emittente:
a) Giovanni Maria Rayneri
b) Valeria Bruni Giordani
c) Anna Claudia Pellicelli
Il numero e le competenze degli Amministratori Indipendenti sono ritenuti adeguati alle esigenze della Società
ed al funzionamento del Consiglio di Amministrazione, nonché alla costituzione dei relativi comitati.
Si precisa che il Presidente del Consiglio di Amministrazione non è qualificato come indipendente.
Il Consiglio di Amministrazione, con il supporto del Comitato Nomine e Remunerazioni, ha redatto una
Politica sulla Composizione del Consiglio di Amministrazione, approvata dal medesimo organo in data 17
marzo 2023, così come modificata a seguito dell’adozione del sistema di amministrazione e controllo c.d.
“monistico” in data 17 marzo 2025, in cui vengono, altresì, individuati i criteri quantitativi e qualitativi per
valutare la significatività delle circostanze rilevanti ai sensi del Codice di Corporate Governance, ai fini della
valutazione di indipendenza degli amministratori.
In linea di principio, nell’ambito di tale valutazione, di norma, si ritiene non indipendente un Amministratore,
nelle seguenti ipotesi, per altro non tassative:
a) se è un azionista significativo della Società;
b) se l’amministratore è o è stato nei precedenti tre esercizi, un amministratore esecutivo o un dipendente
della Società, di una sua controllata avente rilevanza strategica o di una società sottoposta a comune
controllo con la Società, ovvero di un azionista significativo della Società;
c) se, direttamente o indirettamente (ad esempio attraverso società controllate o delle quali sia esponente
di rilievo, ovvero in qualità di partner di uno studio professionale o di una società di consulenza),
l’amministratore ha, o ha avuto nei tre esercizi precedenti, una significativa relazione commerciale,
finanziaria o professionale:
i. con la Società o le società da essa controllate, o con i relativi amministratori esecutivi o il top
management;
ii. con un soggetto che, anche insieme ad altri attraverso un patto parasociale, controlla la Società; o,
se il controllante è una società o ente, con i relativi amministratori esecutivi o il top management;
d) se riceve, o ha ricevuto nei precedenti tre esercizi, da parte della Società, di una sua controllata o della
società controllante, una significativa remunerazione aggiuntiva rispetto al compenso “fisso” percepito
per la carica di amministratore non esecutivo della Società e al compenso previsto per la partecipazione
ai Comitati raccomandati dal Codice o previsti dalla normativa vigente, anche sotto forma di
partecipazione a piani di incentivazione legati alla performance aziendale, anche a base azionaria;
e) se è stato amministratore della Società per più di nove esercizi, anche non consecutivi, negli ultimi
dodici esercizi;
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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f) se riveste la carica di amministratore esecutivo in un’altra società nella quale un amministratore
esecutivo della Società abbia un incarico di amministratore;
g) se è socio o amministratore di una società, o di un’entità appartenente alla rete della società incaricata
della revisione legale della Società;
h) se è uno stretto familiare (per tale intendendosi il coniuge non separato legalmente, il convivente, i figli,
anche del coniuge, a carico e, se conviventi da almeno un anno, i genitori, i parenti fino al grado) di
una persona che si trovi in una delle situazioni di cui ai precedenti punti.
Il Consiglio di Amministrazione ha stabilito, quale soglia di valutazione delle ipotesi di cui alle precedenti
lettere c) e d), che il valore complessivo delle relazioni e della remunerazione aggiuntiva non devono essere
superiori al 5% del fatturato dell’amministratore in questione.
In ogni caso, il Consiglio di Amministrazione, immediatamente dopo la nomina, durante il corso del mandato,
con cadenza annuale, nonché al ricorrere di circostanze rilevanti, provvede a verificare il possesso dei requisiti
di indipendenza in capo a ciascuno dei consiglieri non esecutivi.
La verifica è stata effettuata adottando i criteri sopra evidenziati conformemente a quanto disposto dal
Codice di Corporate Governance e, in particolare, a quanto stabilito nella Raccomandazione 7 in forza dei quali
il Consiglio di Amministrazione ha potuto confermare l’indipendenza di Giovanni Maria Rayneri, Valeria
Bruni Giordani e Anna Claudia Pellicelli.
Nell’effettuare la suddetta valutazione, il Consiglio di Amministrazione ha preso in considerazione tutte le
informazioni a disposizione, in particolare quelle fornite dagli amministratori oggetto di valutazione, che sono
state ritenute sufficienti e complete per un puntuale esame di quelle circostanze che potrebbero
compromettere l’indipendenza, così come sottolineato dalla Raccomandazione 6.
Gli Amministratori Indipendenti in carica alla data della presente Relazione non si sono riuniti in assenza degli
altri amministratori ritenendo adeguate le occasioni d’incontro nell’ambito delle riunioni dei comitati
endoconsiliari ai quali partecipano tutti gli amministratori indipendenti.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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Lead Independent Director
La Società ha nominato, con delibera del Consiglio di Amministrazione in data 20 maggio 2024,
l’amministratore non esecutivo e indipendente Anna Claudia Pellicelli, quale lead independent director.
Al Lead Independent Director è attribuito il compito di coordinare le istanze ed i contributi degli amministratori
non esecutivi ed in particolare di quelli indipendenti.
In particolare lo stesso:
collabora con il Presidente del Consiglio di Amministrazione al fine di garantire che gli amministratori
siano destinatari di flussi informativi completi e tempestivi e di definire le iniziative atte a consentire ad
amministratori e sindaci la migliore conoscenza della Società e del Gruppo e delle dinamiche aziendali;
contribuisce al processo di valutazione del Consiglio di Amministrazione;
segnala al Presidente del Consiglio di Amministrazione eventuali argomenti da sottoporre all’esame ed alla
valutazione dell’organo amministrativo;
coordina le riunioni dei soli Amministratori Indipendenti.
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5. GESTIONE DELLE INFORMAZIONI SOCIETARIE
Tutti gli Amministratori sono tenuti a mantenere riservati i documenti e le informazioni acquisiti nello
svolgimento del loro compito ed a rispettare le procedure per la comunicazione all'esterno di tali documenti
ed informazioni price sensitive.
Su proposta degli Amministratori Delegati, il Consiglio nella riunione del 18 dicembre 2000 ha deliberato di
riservare al Presidente ed agli Amministratori Delegati la facoltà di comunicare all'esterno documenti ed
informazioni riguardanti la società, con particolare riferimento alle informazioni price sensitive. Essi possono
avvalersi della società di consulenza cui è demandata l'informazione finanziaria.
La Società ha inoltre approvato il Codice di comportamento Internal Dealing, diretto a disciplinare gli obblighi
informativi, in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 19 del Regolamento (UE) n. 596/2024 del Parlamento
Europeo e del Consiglio del 16 aprile 2014, dal Regolamento delegato (UE) n. 522/2016 del 17 dicembre
2015, dal Regolamento di esecuzione (UE) n. 523/2016, dalla Comunicazione Consob n. 0061330 dell’1 luglio
2016, dal TUF e dal Regolamento Emittenti, inerenti le operazioni effettuate per proprio conto da
amministratori, sindaci direttori generali della società, nonché ogni altra persona che abbia accesso, in virtù
dell’incarico ricoperto nella Società, ad informazioni su fatti tali da determinare variazioni significative nelle
prospettive economiche, finanziarie e patrimoniali della Società ed idonee, se rese pubbliche, a influenzare
sensibilmente il prezzo degli strumenti finanziari quotati.
Tale Regolamento è pubblicato sul sito dell’Emittente all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/wp-
content/uploads/2016/06/Codice-internal-dealing-2016_CLI.pdf.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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6. COMITATI INTERNI AL CONSIGLIO (ex art. 123-bis, comma 2, lettera d), TUF)
Il Consiglio di Amministrazione ha costituito al proprio interno, oltre al Comitato per il Controllo sulla
Gestione, comitati con funzioni istruttorie, propositive e consultive, quali:
- il comitato per le nomine e la remunerazione, meglio illustrato alle successive Sezioni 7.2 e 8.2 (il “Comitato
Nomine e Remunerazione”);
- il comitato controllo e rischi, meglio illustrato alla successiva Sezione 9.2 (il “Comitato Controllo e Rischi”);
- il comitato per le operazioni con parti correlate, meglio illustrato alla successiva Sezione 10 (il “Comitato
OPC”).
Il Consiglio di Amministrazione ha determinato la composizione dei singoli comitati endoconsiliari
privilegiando la competenza e l’esperienza dei relativi componenti.
Alla data della Relazione i Comitati risultano così composti:
Ruolo Comitato Controllo e
Rischi
Comitato Nomine
e Remunerazione
Comitato OPC
Presidente Giovanni Maria Rayneri Anna Claudia Pellicelli Valeria Bruni Giordani
Componente Valeria Bruni Giordani Valeria Bruni Giordani Anna Claudia Pellicelli
Componente Anna Claudia Pellicelli Giovanni Maria Rayneri Giovanni Maria Rayneri
Il Consiglio di Amministrazione, in occasione della costituzione dei predetti comitati endoconsiliari, ha altresì
adottato i relativi regolamenti che definiscono le regole di funzionamento degli stessi, incluse le modalità di
verbalizzazione delle riunioni e le procedure per la gestione dell’informativa agli amministratori che li
compongono. Tali regolamenti sono stati da ultimo aggiornati dal Consiglio di Amministrazione nella seduta
del 9 settembre 2024, a seguito della modifica del sistema di amministrazione e controllo.
In particolare, ciascun regolamento specifica la composizione del relativo comitato, precisando le competenze
richieste a ciascun componente, nonché la modalità con cui deve essere nominato il presidente e la procedura
di sostituzione dei membri.
Il regolamento stabilisce, altresì, la modalità di convocazione delle riunioni del comitato, le relative
tempistiche, precisando i luoghi dove possono essere tenute le riunioni ed i soggetti a cui deve essere inoltrato
l’avviso, nonché determinando la validità di costituzione di ciascuna adunanza e di deliberazione sulle materie.
Inoltre, al fine di assicurare la completezza dei flussi informativi, tutelando allo stesso modo la riservatezza
dei dati e delle informazioni fornite, i regolamenti prevedono che l’eventuale documentazione relativa alle
materie all’ordine del giorno è messa a disposizione di norma entro il secondo giorno anteriore a quello fissato
per la riunione, fatti salvi i casi di urgenza nei quali la documentazione è resa disponibile con la migliore
tempestività.
Infine, specificano i compiti attribuiti a ciascun comitato, indicando i mezzi di cui i componenti si possono
avvalere al fine dello svolgimento delle proprie attività. Il tutto nel rispetto del dovere della riservatezza in
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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merito alle notizie ed alle informazioni acquisite nell’esercizio delle loro funzioni, anche dopo la scadenza del
mandato dei singoli componenti.
Comitati ulteriori (diversi da quelli previsti dalla normativa o raccomandati dal Codice)
Il Consiglio di Amministrazione non ha costituito comitati ulteriori diversi rispetto a quelli previsti dalla
normativa o raccomandati dal Codice di Corporate Governance.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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7. AUTOVALUTAZIONE E SUCCESSIONE DEGLI AMMINISTRATORI COMITATO
NOMINE
7.1 AUTOVALUTAZIONE E SUCCESSIONE DEGLI AMMINISTRATORI
Il Consiglio di Amministrazione valuta l’efficacia della propria attività ed il contributo portato dalle sue singole
componenti, attraverso dei questionari predisposti ad hoc da consulenti esterni della Società.
L’Emittente conduce l’autovalutazione ogni anno ed ha ad oggetto dimensione, composizione e concreto
funzionamento, considerando anche il ruolo svolto dal Consiglio di Amministrazione nella definizione delle
strategie e nel monitoraggio dell’andamento della gestione e dell’adeguatezza del sistema di controllo interno
e di gestione dei rischi.
In particolare, il Consiglio di Amministrazione in carica ha svolto una propria autovalutazione e ha espresso
un orientamento sulla sua composizione quantitativa e qualitativa ritenuta ottimale, i cui esiti sono stati
pubblicati sul sito internet della Società https://centralelatteitalia.com/investor-relations/, da cui è emerso
quanto segue:
- appropriatezza di un numero di Amministratori compreso tra 7 (sette) e 15 (quindici) per assicurare un
adeguato bilanciamento delle competenze e delle esperienze richieste dal business della Società;
- appropriatezza di un numero di 3 (tre) Amministratori che costituiscono il Comitato per il Controllo
sulla Gestione;
- adeguatezza del rapporto attualmente in essere tra Amministratori Esecutivi (3), non-Esecutivi (4) ed
Indipendenti ai sensi del Codice di Corporate Governance (3), in quanto idoneo ad assicurare un efficace
funzionamento del Consiglio di Amministrazione stesso;
- appropriatezza di 1 (uno) Amministratore - che sia componente del Comitato per il Controllo sulla
Gestione - iscritto nel registro dei revisori legali.
In generale, il Consiglio di Amministrazione ritiene adeguata la propria composizione sia in termini di
competenze ed esperienze, che di diversità, vista la presenza di figure manageriali di taglio internazionale con
forti competenze in materia contabile, finanziaria, nonché di gestione dei rischi, in grado di apportare un
concreto supporto al perseguimento degli obiettivi strategici della Società e dei compiti del Consiglio di
Amministrazione medesimo.
Per quanto attiene al funzionamento dell’organo di amministrazione, gli Amministratori ritengono che
l’organizzazione delle riunioni sia idonea alla struttura della Società, sia in termini di numero di incontri che
di durata delle riunioni stesse, a cui vi è una costante partecipazione, da parte di tutti i membri, nonché dei
soggetti esterni di volta in volta coinvolti in ragione degli argomenti posti all’ordine del giorno di ciascuna
adunanza.
Anche le condizioni in cui si svolgono le riunioni sono state ritenute idonee e soddisfacenti, in termini di
intervento, di approfondimento sui singoli temi, nonché di deliberazioni con cognizione di causa ed in piena
autonomia.
Sono inoltre stati ritenuti adeguati i documenti informativi sugli argomenti posti all’ordine del giorno e la
verbalizzazione delle riunioni.
Per quanto attiene la dimensione, la composizione e il funzionamento dei comitati interni (Comitato Controllo
e Rischi, Comitato Nomine e Remunerazione e Comitato per le Operazioni con le Parti Correlate), oltre al
Comitato per il Controllo sulla Gestione, gli stessi sono stati ritenuti adeguati e idonei alla struttura societaria.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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Detti comitati endoconsiliari sono infatti tutti composti da figure dotate di elevata esperienza professionale
che consentono uno svolgimento efficace dei compiti che ciascun Comitato è chiamato a svolgere. Le attività
a ciascuno affidate, di tipo istruttorie, consultive e propositive, in favore del Consiglio di Amministrazione,
sono state ritenute conformi ed in linea con i principi e le raccomandazioni fornite dal Codice di Corporate
Governance.
In conclusione, il Consiglio di Amministrazione ritiene adeguata la propria composizione, sia in termini
qualitativi che in termini quantitativi, in ragione (i) della presenza di un elevato grado di diversificazione di
profili, nonché di esperienze professionali maturate; (ii) dell’adeguata modalità di funzionamento dell’organo
stesso, le cui attività vengono svolte in un clima di fiducia, collaborazione e interazione tra i componenti del
Consiglio.
Piani di successione
Alla data della presente Relazione, in ragione del fatto che CLI è inquadrabile come società non grande ed a
proprietà concentrata, così come definite dal Codice di Corporate Governance, non è stato adottato un piano per
la successione degli amministratori esecutivi.
Il Consiglio di Amministrazione si riserva di poter effettuare, in futuro, un’attività di analisi per valutare
l’opportunità di definire misure che consentano di garantire la continuità della gestione, anche attraverso
l’adozione di un piano di successione, fermo restando quanto previsto dal Codice di Corporate Governance.
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7.2 COMITATO NOMINE
Composizione e funzionamento del comitato nomine (ex art. 123-bis, comma 2, lettera d) TUF)
La Società ha istituito un unico Comitato Nomine e Remunerazione, composto dai membri del Comitato per
il Controllo sulla Gestione e, quindi, esclusivamente da Amministratori non esecutivi indipendenti,
nominando quali componenti Giovanni Maria Rayneri e Valeria Bruni Giordani, nonché quale suo
presidente Anna Claudia Pellicelli.
Le riunioni del comitato sono regolarmente verbalizzate e il presidente del comitato ne informazione al
primo Consiglio di Amministrazione utile.
Nell’esercizio 2024 il Comitato Nomine e Remunerazione ha tenuto n. 2 riunioni della durata di 1 ora, a cui
hanno partecipato tutti i componenti.
Alla data della presente Relazione, si è già tenuta n. 1 riunione del Comitato Nomine e Remunerazione.
Funzioni del comitato nomine
Il Comitato Nomine:
- coadiuva il Consiglio di Amministrazione nell’attività di autovalutazione dell’organo di amministrazione
stesso e dei suoi comitati, supportando il Presidente del Consiglio di Amministrazione nel curare
l’adeguatezza e la trasparenza del processo di autovalutazione svolto nel mese di febbraio 2025;
- coadiuva il Consiglio di Amministrazione nell’attività di definizione della composizione ottimale
dell’organo di amministrazione e dei suoi comitati;
- coadiuva il Consiglio di Amministrazione nell’attività di individuazione dei candidati alla carica di
amministratore in caso di cooptazione.
Qualora la Società si dovesse dotare di un piano di successione degli amministratori esecutivi, al Comitato
Nomine verrà richiesto un supporto nell’attività di predisposizione, aggiornamento ed attuazione di detto
piano.
Il Comitato Nomine svolge un ruolo consultivo e propositivo, ha il compito di assistere il Consiglio di
Amministrazione, con funzioni istruttorie, di natura propositiva e consultiva, nelle valutazioni e nelle decisioni
relative alla composizione del Consiglio di Amministrazione.
Nel corso dell’Esercizio, il Comitato Nomine ha svolto le seguenti attività principali:
- discussione in merito alle risultanze del questionario di autovalutazione;
- aggiornamento del regolamento del Comitato Nomine.
Il Comitato Nomine ha facoltà di accesso alle informazioni e alle funzioni e strutture aziendali necessarie per
lo svolgimento dei suoi compiti, disponendo di risorse finanziarie ed avvalendosi di consulenti esterni, nei
termini stabiliti dal Consiglio di Amministrazione.
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8. REMUNERAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI COMITATO REMUNERAZIONI
8.1 REMUNERAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI
Per le informazioni della presente Sezione si rinvia alla Relazione sulla Remunerazione, redatta dalla Società,
e disponibile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/bilanci-e-relazioni/.
Per la descrizione dettagliata delle informazioni riguardanti l’integrazione delle proprie prestazioni in termini
di sostenibilità nei sistemi di incentivazione, si rimanda al paragrafo GOV-3 - Integrazione delle prestazioni
in termini di sostenibilità nei sistemi di incentivazione della Rendicontazione di Sostenibilità ex D.Lgs n.
125/24.
8.2 COMITATO REMUNERAZIONI
Composizione e funzionamento del comitato remunerazioni (ex art. 123-bis, comma 2, lett. d), TUF)
Come precisato alla precedente Sezione 7.2, la Società ha istituito un unico Comitato Nomine e
Remunerazione, composto dai membri del Comitato per il Controllo sulla Gestione e, quindi, esclusivamente
da Amministratori non esecutivi indipendenti, attualmente composto da Giovanni Maria Rayneri e Valeria
Bruni Giordani quali componenti, nonché da Anna Claudia Pellicelli quale suo presidente.
Tutti i componenti del Comitato Remunerazione possiedono conoscenze ed esperienza in materia finanziaria
o di politiche retributive, che sono state ritenute adeguate dal Consiglio di Amministrazione al momento della
nomina.
Conformemente a quanto previsto dal Codice di Corporate Governance, nessun amministratore prende parte alle
riunioni del Comitato Remunerazioni in cui vengono formulate le proposte relative alla propria
remunerazione.
Le riunioni del comitato sono regolarmente verbalizzate e il presidente del comitato ne informazione al
primo Consiglio di Amministrazione utile.
Come già indicato nella precedente Sezione 7.2, nell’esercizio 2024 il Comitato Nomine e Remunerazione ha
tenuto n. 2 riunioni della durata di 1 ora, a cui hanno partecipato tutti i componenti.
Alla data della presente Relazione, si è già tenuta n. 1 riunione del Comitato Nomine e Remunerazione.
Funzioni del comitato remunerazioni
Il Comitato Remunerazioni:
- coadiuva il Consiglio di Amministrazione nell’elaborazone della politica per la remunerazione;
- presenta proposte ed esprime pareri sulla remunerazione degli amministratori esecutivi e degli altri
amministratori che ricoprono particolari cariche, nonché sulla fissazione degli obiettivi di performance
correlati alla componente variabile di tale remunerazione;
- monitora la concreta applicazione della politica di remunerazione e verifica, in particolare, l’effettivo
raggiungimento degli obiettivi di performance;
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- valuta periodicamente l’adeguatezza e la coerenza complessiva della politica per la remunerazione degli
amministratori e del top management.
Nel corso dell’Esercizio, il Comitato Remunerazioni ha svolto le seguenti attività principali:
- discussione in tema di Politica di Remunerazione ed analisi degli obiettivi di performance, sia qualitativi che
quantitativi;
- discussione in tema di Relazione sulla Remunerazione riferita all’esercizio 2024;
- aggiornamento del regolamento del Comitato Nomine.
Il Comitato Remunerazioni ha facoltà di accesso alle informazioni e alle funzioni e strutture aziendali
necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti, disponendo di risorse finanziarie ed avvalendosi di consulenti
esterni, nei termini stabiliti dal Consiglio di Amministrazione.
Il Comitato Remunerazioni non si è avvalso dei servizi di un consulente al fine di ottenere informazioni sulle
pratiche di mercato in materia di politiche retributive.
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9. SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO E DI GESTIONE DEI RISCHI COMITATO
CONTROLLO E RISCHI
In ottemperanza al Principio XVIII del Codice di Corporate Governance, l’Emittente ha definito le linee di
indirizzo del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi (di seguito anche SCIGR”) costituito
dall’insieme delle regole, procedure e strutture organizzative finalizzate ad una effettiva ed efficace
identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, al fine di contribuire al successo
sostenibile della Società, in coerenza con la strategia della stessa.
Valutazione di adeguatezza del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi
Per l’esercizio 2024, la valutazione di adeguatezza complessiva del Sistema di Controllo Interno e di Gestione
dei Rischi è stata espressa sulla base dell’analisi dei seguenti aspetti:
Fatti di rilievo con impatto sul modello di governo e controllo aziendale:
Risk Assessment ERM di Gruppo,
Piano di Audit di Gruppo,
Variazioni nella composizione degli organi di amministrazione e controllo e nella struttura
organizzativa,
Variazioni nelle deleghe e nelle procure,
Compliance alla Legge n. 262/05 in materia di documentazione contabile e societaria,
Sostenibilità di Gruppo,
Sistemi informativi,
Export Compliance,
Operazioni con parti correlate,
Operazioni infragruppo e operazioni in potenziale conflitto,
Operazioni di internal dealing,
Principali contenziosi in essere,
Situazione dei crediti in sofferenza.
Risultati delle attività di verifica svolte dagli organi di controllo interni ed esterni:
Risultati delle attività di monitoraggio svolte dall’Internal Audit,
Incontro tra gli Organi di Controllo,
Informazioni dal Dirigente Preposto,
Risultati delle attività di monitoraggio svolte dall’Organismo di Vigilanza,
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Risultati degli audit di terza parte sui sistemi di gestione della qualità, della salute e sicurezza sul lavoro,
e dell’ambiente,
Informazioni dal Servizio di Prevenzione e Protezione e dal presidio ambientale.
Sulla base delle informazioni ed evidenze raccolte, il Consiglio di Amministrazione, sentito il parere del
Comitato Controllo e Rischi, ritiene che il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi in essere nel
corso del 2024 sia adeguato ed efficace rispetto alle dimensioni e caratteristiche del Gruppo a cui appartiene
la Società, e complessivamente idoneo al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Per la descrizione dettagliata dei ruoli e delle responsabilità degli organi di amministrazione, direzione e
controllo nella sorveglianza sulle procedure volte a gestire i rischi, gli impatti e le opportunità rilevanti, nonchè
del modo in cui tali organi sono informati in merito alle questioni di sostenibilità e come tali questioni vengano
affrontate durante il periodo di riferimento, si rimanda al paragrafo GOV-1 Ruolo degli organi di
amministrazione, direzione e controllo ed al paragrafo GOV-2 Informazioni fornite agli organi di
amministrazione, direzione e controllo dell’impresa e questioni di sostenibilità da questi affrontate, della
Rendicontazione di Sostenibilità ex D.Lgs n. 125/24.
Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi sull’informativa finanziaria
La Società considera il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi sull’informativa finanziaria come
parte integrante del proprio sistema di gestione dei rischi.
Con specifico riferimento al Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi sul financial reporting, la
Società ha definito un proprio sistema di regole di Controllo Contabile da seguire.
A tale sistema si aggiungono le istruzioni e le norme interne (tra cui, a titolo esemplificativo, il sistema di
deleghe e procure, le istruzioni di reporting, i sistemi informativi a supporto, le visite presso gli stabilimenti della
Società), attraverso cui la Società assicura un efficiente sistema di scambio di dati tra tutti gli stabilimenti.
La valutazione del 2024 ha evidenziato i processi rilevanti che sono stati sottoposti nel corso dell’esercizio a
interventi di verifica puntuali, in relazione a specifici obiettivi di controllo (esistenza, completezza e
accuratezza, valutazione, diritti e obblighi, presentazione e informativa).
Eventuali carenze/azioni di miglioramento identificate in occasione degli interventi di verifica e relazione
come sopra descritto, prevedono una immediata identificazione delle azioni da intraprendere, oltre che un
monitoraggio periodico della loro soluzione.
Di seguito vengono riportate le principali caratteristiche del SCIGR e le modalità di coordinamento tra i
soggetti in esso coinvolti, ispirate ai modelli ed alla best practice nazionale ed internazionale di riferimento.
Gli organi societari e di controllo, facenti parte del SCIGR sono:
- il Consiglio di Amministrazione;
- il Comitato per il Controllo Interno e Rischi;
- l’amministratore esecutivo responsabile dell’internal audit;
- il preposto alla funzione di internal audit;
- l’Organismo di Vigilanza ex D.lgs 231/01;
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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- il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari;
- la Società di Revisione.
Il SCIGR della Società si articola su tre livelli di controllo:
Livello di Controllo le strutture operative sono le prime responsabili del processo di SCIGR. Invero,
queste ultime nello svolgimento delle attività giornaliere sono chiamate a identificare, misurare, valutare e
monitorare, nonché attenuare e riportare i rischi derivanti dall’ordinaria attività aziendale in conformità del
SCIGR e delle procedure interne applicabili.
II° Livello di Controllo vengono monitorati i rischi aziendali, vengono proposte le linee guida sui relativi
sistemi di controllo e viene verificata l’adeguatezza degli stessi affinché sia assicurata l’efficienza e l’efficacia
delle operazioni, nonché un adeguato controllo dei rischi, una prudente conduzione del business, un’affidabilità
delle informazioni, oltre che la conformità alle leggi, ai regolamenti ed alle procedure interne.
III° Livello di Controllo il preposto all’internal audit verifica ed assicura l’adeguatezza e l’effettiva operatività
del e del II° Livello di Controllo e in generale del SCIGR, valutandone la completezza, la funzionalità
e l’affidabilità in termini di efficienza ed efficacia, nonché individuando le eventuali violazioni delle procedure
e delle norme applicabili.
Il ruolo centrale nel Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi viene svolto dal Consiglio di
Amministrazione che procede a definire la natura ed il livello di rischio compatibile con gli obiettivi della
Società.
L'effettivo SCIGR della Società garantisce, con ragionevole certezza, il raggiungimento di obiettivi operativi,
di informazione e di conformità. Precisamente:
l'obiettivo operativo del sistema di controllo interno riguarda l'efficacia e l'efficienza della Società
nell'impiegare le risorse, nel proteggersi dalle perdite, nel salvaguardare il patrimonio aziendale. Tale
sistema è volto, inoltre, ad assicurare che il personale operi per il perseguimento degli obiettivi aziendali,
senza anteporre altri interessi a quelli di Centrale del Latte d’Italia S.p.A.;
l'obiettivo di informazione si traduce nella predisposizione di rapporti tempestivi ed affidabili per il
processo decisionale all'interno e all'esterno dell'organizzazione aziendale;
l'obiettivo di conformità garantisce, invece, che tutte le operazioni ed azioni siano condotte nel rispetto
delle leggi e dei regolamenti, dei requisiti prudenziali e delle procedure aziendali interne.
Il SCIGR coinvolge ogni settore dell'attività svolta dalla Società, attraverso la distinzione dei compiti operativi
da quelli di controllo, riducendo ragionevolmente ogni possibile conflitto di interesse.
In particolare, il sistema di controllo interno si basa sui seguenti elementi:
- sistema organizzativo formalizzato e chiaro nell'attribuzione delle responsabilità;
- poteri autorizzativi e di firma assegnati in coerenza con le responsabilità;
- sistemi informatici orientati alla segregazione delle funzioni;
- sistema di controllo di gestione e reporting;
- funzioni preposte in maniera strutturata alla comunicazione esterna;
- attività periodica di audit sui principali processi aziendali.
Alla base del SCIGR della Società vi sono i seguenti principi:
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ogni operazione, transazione ed azione deve essere veritiera, verificabile, coerente e documentata;
nessuno può gestire un intero processo in autonomia (c.d. segregazione dei compiti);
il sistema di controllo interno documenta l'effettuazione dei controlli, anche di supervisione.
La responsabilità, in ordine al corretto funzionamento del sistema di controllo interno, è rimessa a ciascuna
funzione aziendale per tutti i processi di cui essa sia responsabile.
La tipologia di struttura dei controlli aziendali esistente nella Società prevede:
controlli di linea, svolti dalle singole unità operative sui processi di cui hanno la responsabilità gestionale,
finalizzati ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni;
attività di monitoraggio, svolte dai responsabili di ciascun processo e volte a verificare il corretto
svolgimento delle attività sottostanti, sulla base dei controlli di natura gerarchica;
attività di rilevazione, valutazione e monitoraggio del sistema di controllo interno sui processi e sui sistemi
amministrativo-contabili che hanno rilevanza ai fini del bilancio.
In merito al SCIGR si precisa, infine, che nell’esercizio delle sue funzioni il Consiglio di Amministrazione, nel
corso della seduta consiliare del 17 marzo 2025:
- ha approvato il piano di internal audit, sentito l’amministratore esecutivo responsabile dell’internal audit,
previo parere del Comitato per il Controllo sulla Gestione;
- ha valutato, previo parere del Comitato Controllo e Rischi, l’adeguatezza del sistema stesso, rispetto alle
caratteristiche dell’impresa ed al profilo di rischio assunto, nonché la sua efficacia.
Per la descrizione dettagliata delle caratteristiche principali dei propri sistemi interni di controllo e gestione
del rischio, si rimanda al paragrafo GOV-5 - Gestione del rischio e controlli interni sulla rendicontazione di
sostenibilità, della Rendicontazione di Sostenibilità ex D.Lgs n. 125/24.
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9.1 CHIEF EXECUTIVE OFFICER
Il Consiglio di Amministrazione ha individuato nel Presidente esecutivo del C.d.A., Angelo Mastrolia,
l’amministratore incaricato di istituire, mantenere e sovrintendere alla funzionalità del Sistema di Controllo
Interno e di Gestione dei Rischi.
Nell’ambito delle responsabilità affidategli dal Consiglio di Amministrazione, il Presidente ha dato esecuzione
alle linee di indirizzo e attuazione del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi, definite dal
Consiglio di Amministrazione, provvedendo a:
curare l’identificazione dei principali rischi aziendali, da sottoporre periodicamente all’esame del
Consiglio di Amministrazione, tenendo conto delle caratteristiche delle attività svolte;
dare esecuzione alle linee di indirizzo definite dal Consiglio, curando la progettazione, la realizzazione
e la gestione del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, verificandone costantemente
l’adeguatezza e l’efficacia;
aggiornare il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi rispetto alle dinamiche delle
condizioni operative e del panorama legislativo e regolamentare;
affidare alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche su specifiche aree operative e sul
rispetto delle regole e procedure interne nell’esecuzione di operazioni aziendali, dandone contestuale
comunicazione al presidente del Consiglio di Amministrazione e al presidente del Comitato per il
Controllo sulla Gestione;
riferire tempestivamente al Comitato Controllo e Rischi in merito a problematiche e criticità emerse
nello svolgimento della propria attività o di cui abbia avuto comunque notizia, affinché il Comitato
possa prendere le opportune iniziative.
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9.2 COMITATO CONTROLLO E RISCHI
Composizione e funzionamento del Comitato Controllo e Rischi (ex art. 123-bis, comma 2, lett. d),
TUF)
La Società ha istituito il Comitato Controllo e Rischi, composto dai membri del Comitato per il Controllo
sulla Gestione e, quindi, esclusivamente da Amministratori non esecutivi indipendenti, nominando quali
componenti Valeria Bruni Giordani e Anna Claudia Pellicelli, nonché quale suo presidente Giovanni
Maria Rayneri.
Tutti i componenti del Comitato Controllo e Rischi possiedono un’adeguata competenza nel settore di attività
in cui opera la Società, funzionale a valutare i relativi rischi, e un’adeguata conoscenza ed esperienza in materia
contabile e finanziaria o di gestione dei rischi.
Le riunioni del comitato sono regolarmente verbalizzate e il presidente del comitato ne informazione al
primo Consiglio di Amministrazione utile.
Alle riunioni del Comitato Controllo e Rischi ha sempre partecipato il Dirigente Preposto alla redazione dei
documenti contabili societari di CLI, nonché su invito del presidente del comitato stesso il preposto alla
funzione di internal audit e gli esponenti della società di revisione, in ragione degli argomenti posti all’ordine
del giorno.
Nell’esercizio 2024 il Comitato Controllo e Rischi ha tenuto n. 3 riunioni della durata media di 1 ora ciascuna.
Tali riunioni hanno registrato un’assidua e regolare partecipazione.
Alla data della presente Relazione, si è già tenuta n. 1 riunione del Comitato Controllo e Rischi.
Funzioni attribuite al Comitato Controllo e Rischi
Il Comitato Controllo e Rischi:
- supporta il Consiglio di Amministrazione nell’espletamento dei compiti in materia di controllo interno e
di gestione dei rischi;
- valuta, sentito il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari e la società di
revisione, il corretto utilizzo dei principi contabili, nonché la loro omogeneità ai fini della redazione del
bilancio consolidato;
- valuta l’idoneità dell’informazione periodica, finanziaria e non finanziaria, a rappresentare correttamente
il modello di business, le strategie della Società, l’impatto della sua attività e le performance conseguite;
- esamina il contenuto dell’informazione periodica a carattere non finanziario rilevante ai fini del sistema
di controllo interno e di gestione dei rischi;
- esprime pareri su specifici aspetti inerenti l’identificazione dei principali rischi aziendali e supporta le
valutazioni e le decisioni del Consiglio di Amministrazione relative alla gestione di rischi derivanti da fatti
pregiudizievoli di cui quest’ultimo sia venuto a conoscenza;
- esamina le relazioni periodiche e quelle di particolare rilevanza predisposte dalla funzione di internal
audit;
- ove ne ravvisi la necessità, affida alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche su specifiche
aree operative;
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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- in occasione dell’approvazione della relazione finanziaria annuale e semestrale, riferisce al Consiglio di
Amministrazione sull’attività svolta, nonché sull’adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione
dei rischi.
Nel corso dell’Esercizio 2024, il Comitato Controllo e Rischi ha svolto le seguenti attività principali:
- analisi dell’attività dell’internal audit nel 2024;
- analisi dei rischi e piano di audit di Gruppo 2025;
- attività istruttorie per la formazione del bilancio 2024;
- confronto con Comitato Controllo e Rischi della controllante Newlat Food S.p.A.;
- impatti degli scenari macroeconomici: guerra ed inflazione;
- aggiornamento con la socie di revisione sull’attività di bilancio;
- avanzamento testing 262 e relativi risultati;
- incontro con l’Organismo di Vigilanza;
- approccio ESG di Gruppo;
- analisi della bozza di Relazione sulla Corporate Governance.
Il Comitato Controllo e Rischi ha facoltà di accesso alle informazioni e alle funzioni e strutture aziendali
necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti, disponendo di risorse finanziarie ed avvalendosi di consulenti
esterni, nei termini stabiliti dal Consiglio di Amministrazione.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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9.3 RESPONSABILE DELLA FUNZIONE DI INTERNAL AUDIT
Il Consiglio di Amministrazione ha nominato, in data 10 settembre 2021, il dott. Fabrizio Carrara, quale
responsabile della funzione Internal Audit, soggetto incaricato di verificare che il sistema di controllo interno
e di gestione dei rischi sia funzionale, adeguato e coerente con le linee di indirizzo definite dal Consiglio di
Amministrazione.
Il Consiglio di Amministrazione ha attribuito a Fabrizio Carrara una remunerazione coerente con le politiche
aziendali, assicurando che lo stesso sia dotato di risorse adeguate all’espletamento dei propri compiti.
Il responsabile della funzione di Internal Audit non è responsabile di alcuna area operativa, dipende
gerarchicamente dal Consiglio di Amministrazione ed ha accesso diretto a tutte le informazioni utili per lo
svolgimento dell’incarico.
Il Consiglio di Amministrazione, in data 17 marzo 2025, ha approvato il piano di lavoro predisposto dal
responsabile della funzione di Internal Audit, sentiti il Comitato per il Controllo sulla Gestione ed il C.E.O.
Nel corso dell’Esercizio, il responsabile della funzione di Internal Audit:
- verifica, sia in via continuativa, sia in relazione a specifiche necessità e nel rispetto degli standard
internazionali, l’operatività e l’idoneità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, attraverso
un piano di audit, approvato dal Consiglio di Amministrazione, basato su un processo strutturato di analisi
e prioritizzazione dei principali rischi;
- predispone relazioni periodiche contenenti adeguate informazioni sulla propria attività, sulle modalità
con cui viene condotta la gestione dei rischi, nonché sul rispetto dei piani definiti per il loro
contenimento, oltre che una valutazione sull’idoneità del sistema di controllo interno e di gestione dei
rischi, trasmettendole ai presidenti del Comitato per il Controllo sulla Gestione e del Consiglio di
Amministrazione, nonché al C.E.O., salvo i casi in cui l’oggetto di tali relazioni riguardi specificamente
l’attività di tali soggetti;
- predispone tempestivamente, anche su richiesta del Comitato per il Controllo sulla Gestione, relazioni
su eventi di particolare rilevanza, trasmettendole ai presidenti del Comitato per il Controllo sulla Gestione
e del Consiglio di Amministrazione, nonché al C.E.O., salvo i casi in cui l’oggetto di tali relazioni riguardi
specificamente l’attività di tali soggetti.
Le principali attività svolte dal responsabile della funzione di Internal Audit, nel corso dell’Esercizio 2024, sono
state le seguenti:
- redazione della proposta di Piano di Audit basata sulla rilevazione e prioritizzazione dei principali rischi
aziendali presente nell’ERM;
- svolgimento del programma di monitoraggio indipendente a supporto del Dirigente Preposto nell’ambito
del Sistema di Controllo sull’Informativa Societaria;
- attività inerenti i rapporti con la Società di Revisione Legale;
- Attività di verifica sul disegno del sistema di controllo interno a supporto dell’informativa non finanziaria
(DNF).
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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9.4 MODELLO ORGANIZZATIVO EX D.LGS 231/2001
La Società ha adottato un modello di organizzazione, gestione e controllo, ai sensi e per gli effetti del D. Lgs.
n. 231/2001 (il “Modello 231”), così come aggiornato nella seduta consiliare del 9 settembre 2024.
Il Modello 231 si compone di: (a) una parte generale, relativa a tematiche inerenti, tra l’altro, la vigenza e
l’applicazione del Decreto Legislativo n. 231/2001, la composizione ed il funzionamento dell’organismo di
vigilanza, nonché il codice sanzionatorio da applicarsi in caso di violazioni dei canoni di condotta del Modello
231; e (b) le parti speciali, contenenti i principi generali di comportamento ed i protocolli di controllo per
ciascuna delle fattispecie di reato presupposto considerate rilevanti per la Società.
In particolare, si evidenzia che il Modello 231 intende prevenire la seguente tipologia di reati
https://centralelatteitalia.com/investor-relations/modello-d-leg-231-2001-e-codice-etico/.
Le funzioni dell’Organismo di Vigilanza sono attribuite al Dott. Massimo Carlomagno, quale Presidente, ed
alla Dott.ssa Ester Sammartino, quale componente, in esercizio della facoltà prevista dalla normativa
applicabile. L’Organismo di Vigilanza così composto possiede i requisiti di autonomia, indipendenza,
professionalità e continuità di azione applicabili.
Per la descrizione degli obblighi di informativa che consentono ai fruitori delle dichiarazioni sulla sostenibilità
dell’impresa di comprendere la strategia e l’approccio, i processi e le procedure dell’impresa, nonchè le sue
prestazioni in materia di condotta, si rimanda alla Sezione GOVERNANCE della Rendicontazione di
Sostenibilità ex D.Lgs n. 125/24.
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9.5 SOCIETA’ DI REVISIONE
Alla data della Relazione, la società incaricata della revisione legale dei conti dell’Emittente è
PricewaterhouseCoopers S.p.A., con sede legale in Milano, Piazza Tre Torri n. 2, iscritta al Registro dei
Revisori Legali tenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze al n. 119644.
L’Assemblea ordinaria dell’Emittente, in data 29 aprile 2021, ha deliberato di dare corso alla risoluzione
consensuale anticipata dell’incarico di revisione legale ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 39/2010 e dell’art. 7 del
D.M. 261/2012, conferito alla società di revisione Deloitte & Touche S.p.A. dall’Assemblea degli Azionisti in
data 18 aprile 2015 e contestualmente ha deliberato di conferire, ai sensi dell’art. 13, comma 1, del D.Lgs. n.
39/2010, alla società PricewaterhouseCoopers S.p.A. l’incarico di revisione legale per nove anni, con
riferimento agli esercizi 2021-2029, nei termini e alle condizioni previsti dall’offerta dalla stessa presentata e
allegata alla proposta motivata del Collegio Sindacale a suo tempo in carica.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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9.6 DIRIGENTE PREPOSTO ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI
SOCIETARI E ALTRI RUOLI E FUNZIONI AZIENDALI
Il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente, in osservanza a quanto previsto dall’art. 154-bis del TUF e
nel rispetto delle relative modalità di nomina, in data 4 maggio 2021 ha deliberato di nominare il dott. Fabio
Fazzari, quale dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari.
Per quanto concerne le previsioni statutarie, l’art. 23 dello Statuto dell’Emittente prevede che il Consiglio di
Amministrazione della Società nomini o revochi, sentito il parere del Comitato per il Controllo sulla Gestione,
il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili avente quale requisito di professionalità una
adeguata conoscenza in materia amministrativa, contabile e finanziaria.
Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari predispone adeguate procedure
amministrative e contabili per la predisposizione del bilancio di esercizio, del bilancio consolidato e di ogni
altra comunicazione di carattere finanziario. Allo stesso vengono conferiti adeguati poteri e mezzi per
l’esercizio dei compiti attribuiti. Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari attesta
con apposita relazione allegata al bilancio di esercizio e ove previsto al bilancio consolidato, l’adeguatezza e
l’effettiva applicazione delle procedure nonché la corrispondenza del bilancio alle risultanze dei libri e delle
scritture contabili.
Il dirigente preposto, ai sensi dell’art. 154-bis TUF, provvede, fra l’altro, a:
redigere dichiarazioni scritte di accompagnamento per gli atti e le comunicazioni della Società diffusi al
mercato e relativi all’informativa contabile anche infrannuale;
predisporre adeguate procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio di esercizio e
di ogni altra comunicazione di carattere finanziario;
attestare con apposita relazione sul bilancio di esercizio e sul bilancio semestrale abbreviato (i)
l’adeguatezza e l’effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili per la formazione del
bilancio di esercizio; (ii) che i documenti sono redatti in conformità ai principi contabili internazionali
applicabili riconosciuti nella Comunità europea ai sensi del regolamento (CE) n. 1606/2002 del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 luglio 2002; (iii) la corrispondenza dei documenti alle
risultanze dei libri e delle scritture contabili; (iv) l’idoneità dei documenti a fornire una rappresentazione
veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’Emittente; (v) per il
bilancio d’esercizio, che la relazione sulla gestione comprende un’analisi attendibile dell’andamento e
del risultato della gestione, nonché della situazione dell’Emittente, unitamente alla descrizione dei
principali rischi e incertezze cui sono esposti; (vi) per il bilancio semestrale abbreviato, che la relazione
intermedia sulla gestione contenga un’analisi attendibile delle informazioni di cui all’art. 154-ter, comma
4, TUF.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
72
9.7 COORDINAMENTO TRA I SOGGETTI COINVOLTI NEL SISTEMA DI CONTROLLO
INTERNO E DI GESTIONE DEI RISCHI
La Società promuove incontri e scambi informativi fra i vari organi preposti alle attività di verifica e
monitoraggio dei sistemi organizzativi, amministrativi, contabili, di controllo interno e gestione dei rischi.
In particolare, fatte salve le disposizioni di legge con riguardo a sindaci (sostituiti dai componenti del Comitato
per il Controllo sulla Gestione nel sistema monistico) e Revisori legali dei conti
2
, è tenuta una riunione
collegiale prima dell’approvazione, da parte del Consiglio di Amministrazione, del Progetto di bilancio e della
relazione semestrale della Società fra i seguenti organi:
Comitato Controllo e Rischi,
Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001,
Responsabile della Funzione di Internal Audit,
Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari,
Amministratore incaricato del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi,
Revisori legali dei conti,
nel corso della quale sono previsti scambi informativi sulle principali risultanze e/o criticità riscontrate nel
corso delle attività di verifica svolte, con riguardo agli assetti organizzativi, amministrativi, contabili, di
controllo interno e di gestione dei rischi. Gli incontri sono verbalizzati.
Oltre alle riunioni collegiali periodiche sopra richiamate, la continuità e tempestivi degli scambi informativi
fra i sopra citati organi di controllo è assicurata da:
la periodica informativa a cura dell’Organismo di Vigilanza verso il Comitato Controllo e Rischi, nonché
verso il Comitato per il Controllo sulla Gestione,
la periodica informativa a cura del Responsabile Internal Audit verso il Comitato Controllo e Rischi, nonché
verso il Comitato per il Controllo sulla Gestione,
lo scambio di informazioni tra il Comitato Controllo e Rischi, il revisore legale dei conti e il Dirigente
Preposto alla redazione dei documenti contabili societari in merito ai principi contabili applicati e
all’adeguatezza delle procedure amministrativo-contabili applicate per la predisposizione dell’informativa
di natura finanziaria della Società.
2
Il riferimento è ai seguenti articoli del TUF: art. 150, comma 3 (Il Collegio Sindacale e il revisore legale o la socie di revisione legale si scambiano
tempestivamente i dati e le informazioni rilevanti per l'espletamento dei rispettivi compiti) e comma 4 (Coloro che sono preposti al controllo interno
riferiscono anche al collegio sindacale di propria iniziativa o su richiesta anche di uno solo dei sindaci); art. 151, comma 1 (I Sindaci possono, anche
individualmente, procedere in qualsiasi momento ad atti di ispezione e di controllo, nonché chiedere agli amministratori notizie, anche con riferimento a
società controllate, sull'andamento delle operazioni sociali o su determinati affari, ovvero rivolgere le medesime richieste di informazione direttamente agli
organi di amministrazione e di controllo delle società controllate) e comma 2 (Il Collegio Sindacale può scambiare informazioni con i corrispondenti organi
delle società controllate in merito ai sistemi di amministrazione e controllo ed all'andamento generale dell'attività sociale. [omissis]).
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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10. INTERESSI DEGLI AMMINISTRATORI E OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE
In data 9 settembre 2024, il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente ha adeguato, al nuovo sistema di
amministrazione e controllo c.d. “monistico”, la procedura per la disciplina delle operazioni con parti correlate
(di seguito la Procedura Parti Correlate”), adottata dalla Società con delibera consiliare del 6 settembre
2019, disponibile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/governance/corporate-governance/
La Procedura Parti Correlate disciplina le modalità di istruzione e di approvazione delle operazioni con parti
correlate definite di maggiore rilevanza sulla base dei criteri indicati dal regolamento adottato da Consob con
delibera n. 17221 in data 12 marzo 2010 e successive modifiche e integrazioni (il Regolamento Parti
Correlate”) e delle operazioni con parti correlate definite di minore rilevanza, per tali intendendosi quelle
diverse dalle operazioni di maggiore rilevanza e dalle operazioni di importo esiguo (queste ultime sono quelle
operazioni con parti correlate il cui valore non superi Euro 500.000,00, nel caso in cui la Parte Correlata sia
una persona giuridica, e non superiore a Euro 200.000,00, qualora la Parte Correlata sia una persona fisica).
La Procedura Parti Correlate definisce come operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate quelle in cui
almeno uno degli indici di rilevanza indicati nell’allegato 3 del Regolamento Parti Correlate risulti superiore
alla soglia del 5% e affida ad uno specifico presidio aziendale costituito dal dirigente preposto alla redazione
dei documenti contabili societari, a tal fine appositamente supportato dalle competenti funzioni aziendali, il
compito di accertare i termini di applicazione della procedura ad una determinata operazione, tra cui se
un’operazione rientri tra le operazioni di maggiore rilevanza o tra le operazioni di minore rilevanza.
In conformità al Regolamento Parti Correlate, la procedura per le operazioni di minore rilevanza prevede che,
prima dell’approvazione di un’operazione con parti correlate, il Comitato Parti Correlate, composto
esclusivamente da amministratori indipendenti (ai sensi del TUF e del Codice di Corporate Governance) e non
correlati, esprima un parere motivato non vincolante sull’interesse della Società al suo compimento, nonché
sulla convenienza e correttezza sostanziale delle condizioni previste. A tale proposito si rileva che l’Emittente
ha individuato nel Comitato OPC l’organo competente in relazione alle operazioni con parti correlate.
Per quanto riguarda le operazioni di maggiore rilevanza, la Procedura Parti Correlate prevede che il Comitato
OPC venga coinvolto nella fase delle trattative e nella fase istruttoria e, al termine di quest’ultima, esprima il
proprio parere motivato sull’interesse della Società al compimento dell’operazione e sulla convenienza e
correttezza sostanziale delle relative condizioni. Il Comitato OPC effettua le proprie valutazioni e, in caso di
suo parere negativo o condizionato all’accoglimento di determinati rilievi:
(a) ove si tratti di operazione di maggiore rilevanza che non sia di competenza dell’Assemblea dei soci o
che non debba essere da questa autorizzata, il Consiglio di Amministrazione può: (i) approvare
l’operazione, a condizione che la delibera di approvazione recepisca integralmente i rilievi formulati dal
Comitato OPC; oppure (ii) approvare l’operazione nonostante il parere contrario o comunque senza
tener conto dei rilievi del Comitato, a condizione che il compimento dell’operazione sia autorizzato
dall’Assemblea dei soci, ai sensi dell’art. 2364, comma 1, n. 5) del Cod. civ. e conformemente a quanto
previsto dal successivo punto (b); oppure (iii) non dar corso all’operazione;
(b) ove si tratti di operazione di maggiore rilevanza di competenza dell’Assemblea dei soci o che debba
essere da questa autorizzata, fermo quanto previsto dagli articoli 2368, 2369 e 2373 del Cod. civ.,
all’Operazione non potrà darsi corso qualora la maggioranza dei soci non correlati (per tali intendendosi
i soggetti ai quali spetta il diritto di voto diversi dalla controparte di una determinata operazione e dai
soggetti correlati sia alla controparte di una determinata operazione, sia alla Società) votanti esprima
voto contrario all’operazione, a condizione che i soci non correlati presenti in Assemblea rappresentino
almeno il 10% del capitale sociale.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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Le disposizioni di cui alla Procedura Parti Correlate non si applicano alle operazioni deliberate dalla Società e
rivolte a tutti gli azionisti a parità di condizioni, ivi inclusi:
a) gli aumenti di capitale in opzione, anche al servizio di prestiti obbligazionari convertibili, e gli
aumenti di capitale gratuiti previsti dall’art. 2442 del codice civile;
b) le scissioni in senso stretto, totali o parziali, con criterio di attribuzione delle azioni proporzionale;
c) le riduzioni del capitale sociale mediante rimborso ai soci previste dell’art. 2445 del codice civile e
gli acquisti di azioni proprie ai sensi dell’art. 132 del TUF.
Le regole previste dalla Procedura Parti Correlate non trovano applicazione, altresì, nei seguenti casi di
esenzione:
(a) deliberazioni assembleari relative ai compensi spettanti ai membri del Consiglio di Amministrazione ai
sensi dell’art. 2389, comma 1, del Cod. civ., nonché deliberazioni sulla remunerazione degli
amministratori investiti di particolari cariche inclusa nell’importo complessivo per la remunerazione di
tutti gli amministratori preventivamente determinato dall’Assemblea ai sensi dell’art. 2389, comma 3,
del Cod. civ.;
(b) deliberazioni, diverse da quelle indicate sub (a), in materia di remunerazione degli amministratori
investiti di particolari cariche nonché degli altri dirigenti con responsabilità strategiche, a condizione
che:
i) la Società abbia adottato una politica di remunerazione approvata dall’Assemblea, nella cui
definizione sia stato coinvolto il Comitato Nomine e Remunerazione;
ii) sia stata sottoposta all’approvazione o al voto consultivo dell’Assemblea una relazione che illustri
la politica di remunerazione; e
iii) la remunerazione assegnata sia individuata in conformità con tale politica e quantificata sulla base
di criteri che non comportino valutazioni discrezionali;
(c) operazioni di importo esiguo;
(d) piani di compensi basati su strumenti finanziari approvati dall’Assemblea ai sensi dell’art. 114-bis del
TUF e le relative operazioni esecutive;
(e) operazioni che rientrano nell’ordinario esercizio dell’attività operativa e della connessa attività
finanziaria della Società o della società controllata che compie l’operazione, effettuate a condizioni
analoghe a quelle usualmente praticate nei confronti di parti non correlate per operazioni di
corrispondente natura, entità e rischio, ovvero basate su tariffe regolamentate o su prezzi imposti
ovvero praticate a soggetti con cui la Società sia obbligata per legge a contrarre a un determinato
corrispettivo;
(f) operazioni compiute dalla Società con società controllate dalla medesima ovvero operazioni compiute
tra tali società controllate, nonché quelle con società collegate, qualora nelle società controllate o
collegate controparti dell’operazione non vi siano interessi significativi di altre parti correlate della
Società;
(g) deliberazioni assembleari relative ai compensi spettanti ai membri del Comitato per il Controllo sulla
Gestione ai sensi dell’art. 2402 del Cod. civ.;
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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(h) operazioni da realizzare sulla base di istruzioni con finalità di stabilità impartite da Autorità di Vigilanza,
ovvero sulla base di disposizioni emanate dalla capogruppo per l’esecuzione di istruzioni impartite da
Autorità di Vigilanza nell’interesse della stabilità del Gruppo.
La procedura ammette l’adozione di delibere quadro relative a serie di operazioni omogenee da compiere da
parte della Società, direttamente ovvero per il tramite di società controllate, con determinate categorie di parti
correlate.
Si segnala che le eventuali decisioni in materia di rinnovo ancorché tacito o automatico dei contratti e
rapporti stipulati con parti correlate dall’Emittente nel periodo antecedente alla formale adozione della
procedura per le operazioni con parti correlate sopra descritta saranno assunte in conformità a tale procedura.
Comitato per le operazioni con parti correlate
La Società ha istituito il Comitato Parti Correlate, composto dai membri del Comitato per il Controllo sulla
Gestion e, quindi, esclusivamente da Amministratori non esecutivi indipendenti, nominando quali
componenti Giovanni Maria Rayneri e Anna Claudia Pellicelli e quale suo presidente Valeria Bruni
Giordani.
Le riunioni del comitato sono regolarmente verbalizzate e il presidente del comitato ne informazione al
primo Consiglio di Amministrazione utile. In particolare il Comitato Parti Correlate:
formula pareri preventivi sulle procedure che disciplinano l’individuazione e la gestione delle operazioni
con parti correlate poste in essere dall’Emittente e/o dalle società del Gruppo, nonché sulle relative
modifiche;
formula pareri preventivi e motivati, nei casi espressamente previsti, sull’interesse dell’Emittente al
compimento dell’operazione con parti correlate posta in essere, nonché sulla convenienza e correttezza
sostanziale delle relative condizioni; e
nel caso di operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate, il Comitato OPC è coinvolto nella fase
delle trattative e nella fase istruttoria attraverso la ricezione di un flusso informativo completo e
tempestivo, con la facoltà di richiedere informazioni e di formulare osservazioni ai soggetti incaricati
della conduzione delle trattative o dell’istruttoria.
Nel corso dell’Esercizio 2024, il Comitato Parti Correlate ha tenuto n. 1 riunione della durata di 1 ora, a cui
hanno partecipato tutti i componenti.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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11. COMITATO PER IL CONTROLLO SULLA GESTIONE
Come già illustrato all’interno delle precedenti Sezioni, lo scorso 29 aprile 2024, l’Assemblea chiamata ad
approvare il bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023, con conseguente scadenza del mandato a suo
tempo conferito al Collegio Sindacale, è stata convocata anche in sede straordinaria e ha approvato l’adozione
del sistema di amministrazione e controllo monistico di cui all’art. 2409-sexiesdecies c.c., nonché le conseguenti
modifiche statutarie.
Nella medesima seduta assembleare in sede ordinaria i Soci hanno poi proceduto ad eleggere il Consiglio
di Amministrazione in conformità al nuovo Statuto Sociale, costituendo al suo interno il Comitato per il
Controllo sulla Gestione, quale organo di controllo, in luogo del Collegio Sindacale.
11.1 NOMINA E SOSTITUZIONE
Il Comitato per il Controllo sulla Gestione è composto da 3 (tre) componenti nominati dal Consiglio di
Amministrazione fra i suoi membri in conformità a quanto previsto dalla normativa vigente e dall’art. 21 dello
Statuto Sociale. I membri del Comitato per il Controllo sulla Gestione devono possedere i requisiti di
professionalità e di onorabilità previsti dalla normativa vigente, i requisiti di indipendenza previsti dall’art. 148,
comma 3, TUF, nonché rispettare la normativa in materia di limiti al cumulo degli incarichi. Almeno un
componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione deve essere iscritto nel registro dei revisori legali.
Ai fini dell’art. 1, co. 3, del Decreto del Ministero della Giustizia del 30 marzo 2000, n. 162, devono
considerarsi strettamente attinenti a quelli dell’impresa esercitata dalla Società le materie (giuridiche,
economiche, finanziarie e tecnico-scientifiche) ed i settori di attività connessi o inerenti all’attività svolta della
Società e di cui all’oggetto sociale.
Il ruolo di Presidente del Comitato per il Controllo sulla Gestione spetta all’amministratore tratto dalla
seconda sezione della Lista di Minoranza o al soggetto nominato in sua mancanza e/o sostituzione, ai sensi
dell’art. 12 dello Statuto Sociale. Nel caso in cui non sia stata presentata alcuna lista il Presidente è eletto dal
Comitato per il Controllo sulla Gestione tra i suoi membri.
Il venir meno di uno dei requisiti previsti dalla normativa vigente e dallo Statuto Sociale per uno o più
componenti del Comitato per il Controllo sulla Gestione, ivi incluso quello di iscrizione nel registro dei
revisori legali, determina la loro decadenza dalla carica, che dev’essere dichiarata dall’assemblea entro 30
(trenta) giorni dalla nomina o dalla conoscenza del difetto sopravvenuto. Il venir meno di uno dei predetti
requisiti in capo ad un componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione determina, altresì, la sua
decadenza come Amministratore, a meno che, trattandosi di componente tratto dalla lista di maggioranza, tra
gli altri Amministratori in carica ve ne sia almeno uno in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente
per sostituirlo quale componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione e tale Amministratore accetti
la carica di componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione al più tardi entro la riunione del Consiglio
di Amministrazione che lo nomini a tale carica. In tale ultimo caso, il componente del Comitato per il
Controllo sulla Gestione cessato manterrà la carica di Amministratore. Se un componente del Comitato per
il Controllo sulla Gestione cessa per qualunque motivo dalla carica di Amministratore, per la sua sostituzione
si applicheranno, nel rispetto della normativa vigente, le regole previste dall’art. 12 dello Statuto Sociale.
Qualora, invece, nel corso dell’esercizio, si debba procedere alla sostituzione di uno o più componenti del
Comitato per il Controllo sulla Gestione che non siano cessati dalla carica di Amministratore, il Consiglio di
Amministrazione, nel rispetto della normativa vigente e dallo Statuto Sociale, procederà a nominare il sostituto
secondo quanto previsto dal medesimo articolo dello Statuto Sociale in modo da assicurare che i componenti
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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del Comitato per il Controllo sulla Gestione siano in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente e
dallo statuto.
Compete all’assemblea ordinaria stabilire, all’atto della nomina del Consiglio di Amministrazione, uno
specifico compenso aggiuntivo per i componenti del Comitato per il Controllo sulla Gestione determinato in
ogni caso in misura fissa e in uguale misura capitaria, ma con un’apposita maggiorazione per il Presidente.
Le decisioni del Comitato per il Controllo sulla Gestione sono prese a maggioranza assoluta degli intervenuti
alla riunione.
Le riunioni del Comitato per il Controllo sulla Gestione sono convocate dal Presidente, anche ai sensi dell’art.
151-ter, co. 2, TUF.
Le riunioni del Comitato per il Controllo sulla Gestione possono svolgersi anche con mezzi di
telecomunicazione nel rispetto delle seguenti condizioni:
- che sia consentito ai partecipanti di visionare, ricevere o trasmettere tutta la documentazione necessaria;
- che sia consentita la partecipazione in tempo reale alla discussione nel rispetto del metodo collegiale.
Delle riunioni del Comitato per il Controllo sulla Gestione è redatto apposito processo verbale, conservato agli
atti della società.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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11.2 COMPOSIZIONE E FUNZIONAMENTO (ex art. 123-bis, comma 2, lettere d) e d-bis), TUF)
Ai sensi dell’art. 21 dello Statuto, il Comitato per il Controllo sulla Gestione si compone di 3 (tre) membri che
durano in carica per tre esercizi, con scadenza alla data dell’approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio
della carica e sono rieleggibili.
Tale Comitato per il Controllo sulla Gestione è stato nominato dall’Assemblea ordinaria dell’Emittente in data
29 aprile 2024, fino all’approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2026.
E’ stata presentata un’unica lista, in data 4 aprile 2024, dall’azionista di maggioranza Newlat Food S.p.A., che
ha proposto, nella seconda sezione i seguenti candidati:
1. Anna Claudia Pellicelli, nata a Modena (MO), il 3 giugno 1965, genere femminile;
2. Giovanni Maria Rayneri, nato a Torino (TO), il 20 luglio 1963, genere maschile;
3. Valeria Bruni Giordani, nata a Firenze (FI), il 22 luglio 1974, genere femminile.
In merito alla lista presentata dall’azionista Newlat Food S.p.A. vi sono state favorevoli azioni per n.
19.555.989 diritti di voto, rappresentanti il 100% dei votanti.
Sicché, il Comitato per il Controllo sulla Gestione dell’Emittente in carica è composto da:
Nome e cognome Carica
Giovanni Maria Rayneri Presidente
Anna Claudia Pellicelli Componente
Valeria Bruni Giordani Componente
Il Comitato per il Controllo sulla Gestione in carica alla data della presente Relazione ha una composizione
adeguata ad assicurare l’indipendenza e la professionalità della propria funzione.
In particolare, non sono state riscontrate situazioni di cui alla raccomandazione 7 del citato Codice di
Corporate Governance.
Per la descrizione dettagliata della composizione e della diversità degli organi di amministrazione, direzione e
controllo, nonchè alle competenze ed alle capacità degli stessi sulle questioni di sostenibilità o l’accesso a tali
competenze e capacità, si rimanda al paragrafo GOV-1 Ruolo degli organi di amministrazione, direzione e
controllo, della Rendicontazione di Sostenibilità ex D.Lgs n. 125/24.
Criteri e politiche di diversità
Si segnala che l’Emittente ha aggiornato ed adeguato, a seguito del cambio di sistema di amministrazione e
controllo, la propria politica in materia di diversità in relazione alla composizione dell’organo di controllo, che
assicuri l’equilibrio tra generi, ai sensi di quanto previsto all’articolo 148, comma 1-bis, del TUF, consultabile
all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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La composizione del Comitato per il Controllo sulla Gestione alla data della Relazione rispetta tali disposizioni
in materia di equilibrio tra i generi.
Per la descrizione dettagliata delle informazioni sulla diversità dei membri degli organi di amministrazione,
direzione e controllo dell’impresa, si rimanda al paragrafo GOV-1 Ruolo degli organi di amministrazione,
direzione e controllo, della Rendicontazione di Sostenibilità ex D.Lgs n. 125/24.
Indipendenza
La predetta Politica sulla Composizione del Comitato per il Controllo sulla Gestione prevede, altresì, che tutti
i componenti dell’organo di controllo siano in possesso dei requisiti di indipendenza stabiliti dall’art. 148,
comma 3, del TUF, nonché dei requisiti di indipendenza previsti, per gli Amministratori, dalla
Raccomandazione 7 del Codice di Corporate Governance.
Inoltre, almeno un componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione deve essere iscritto nel registro
dei revisori legali. Ai fini dell’art. 1, co. 3, del Decreto del Ministero della Giustizia del 30 marzo 2000, n. 162,
devono considerarsi strettamente attinenti a quelli dell’impresa esercitata dalla Società le materie (giuridiche,
economiche, finanziarie e tecnico-scientifiche) ed i settori di attività connessi o inerenti all’attività svolta della
Società e di cui all’oggetto sociale.
La verifica di tali requisiti viene svolta subito dopo la loro nomina e, successivamente, con cadenza annuale.
Dall’ultima valutazione effettuata, in data 17 marzo 2025, è stato possibile confermare l’indipendenza di tutti
i componenti del Comitato per il Controllo sulla Gestione.
Nell’effettuare la suddetta valutazione, sono state prese in considerazione tutte le informazioni fornite da
ciascun componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione, applicando tutti i criteri previsti dal Codice
di Corporate Governance con riferimento all’indipendenza degli Amministratori, stabiliti nella Raccomandazione
Remunerazione
Il compenso dei componenti il Comitato per il Controllo sulla Gestione, deliberato dall’Assemblea del 29
aprile 2024, è adeguato alla competenza, alla professionalità e all’impegno richiesti dalla rilevanza del ruolo
ricoperto, alle caratteristiche dimensionali e settoriali della Società, nonché alla sua situazione.
Gestione degli interessi
Il componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione che, per conto proprio o di terzi, abbia un interesse
in una determinata operazione della Società è tenuto ad informare tempestivamente ed in modo esauriente gli
altri componenti, nonché il Presidente del Consiglio di Amministrazione circa la natura, i termini, l’origine e
la portata dell’interesse stesso.
11.3 RUOLO
Il Comitato per il Controllo sulla Gestione, nel corso dell’esercizio 2024, si è riunito n. 4 volte e ha svolto
principalmente le seguenti attività:
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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vigilato sull’adeguatezza della struttura organizzativa della Società, del suo sistema di controllo interno e
del sistema amministrativo e contabile;
vigilato sull’operato degli Amministratore Esecutivi, al fine di verificare il completo e costante rispetto dei
principi di corretta amministrazione e che il tutto fosse svolto in piena legittimità;
incontrato, anche per gli opportuni scambi di informazioni, l’Organismo di Vigilanza, il Responsabile della
Funzione di Internal Audit, il Responsabile del Controllo Interno, la Società di Revisione e il Dirigente
Preposto.
Per la descrizione dettagliata dei ruoli e delle responsabilità degli organi di amministrazione, direzione e
controllo nella sorveglianza sulle procedure volte a gestire i rischi, gli impatti e le opportunità, nonché del
modo in cui tali organi sono informati in merito alle questioni di sostenibilità e come tali questioni vengono
affrontate, si rimanda al paragrafo GOV-1 Ruolo degli organi di amministrazione, direzione e controllo della
Rendicontazione di Sostenibilità ex D.Lgs n. 125/24.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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12. RAPPORTI CON GLI AZIONISTI
Accesso alle informazioni
L’Emittente ha istituito un’apposita sezione nell’ambito del proprio sito internet, facilmente individuabile ed
accessibile, nella quale sono messe a disposizione le informazioni concernenti la Società stessa, che rivestono
rilievo per i propri azionisti, in modo da consentire a questi ultimi un esercizio consapevole dei propri diritti.
Tale sezione è consultabile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/.
L’Emittente ha incaricato un responsabile della gestione dei rapporti con gli azionisti, quale Investor Relator,
nella persona del dott. Fabio Fazzari.
L’Emittente ha, inoltre, stipulato un contratto con Barabino & Partners, primaria società di consulenza nel
campo della comunicazione, per veicolare al meglio le informazioni e le notizie rilevanti, sia in termini di
forma che di diffusione attraverso i principali organi di stampa.
Dialogo con gli azionisti
Conformemente alla Raccomandazione 3 del Codice di Corporate Governance, la Società ha adottato una Politica
di Dialogo con gli Azionisti volta a disciplinare le modalità di dialogo, attuali e potenziali di CLI, al fine di
potenziare, assicurare e promuovere, nelle forme più opportune, lo scambio di informazioni e migliorare il
livello di comprensione reciproca tra investitori e Società, nel rispetto della normativa vigente, anche in tema
di abusi di mercato, il tutto per conseguire ed incoraggiare lo scambio di idee e favorire la generazione di
valore nel medio-lungo termine.
In particolare, la predetta Politica, oltre ad indicare i canali di comunicazione attraverso cui la Società
intrattiene l’interlocuzione con il mercato, nonché i temi che possono essere oggetto di tale scambio di
informazioni, prevede la possibilità che il dialogo sia attivato anche su domanda del mercato, disciplinando le
relative modalità di richiesta.
Tale politica è consultabile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/.
Per la descrizione dettagliata delle modalità in cui si tiene contro degli interessi e delle opinioni dei portatori
di interessi nella strategia e nel modello aziendale, si rimanda al paragrafo SBM-2 - Interessi e opinioni dei
portatori di interesse, della Rendicontazione di Sostenibilità ex D.Lgs n. 125/24.
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13. ASSEMBLEE (ex art. 123-bis, comma 1, lettera l) e comma 2, lettera c), TUF)
Ai sensi delle disposizioni di legge vigenti, l’Assemblea è competente, in sede ordinaria, ad approvare il
bilancio, a nominare e revocare gli amministratori, il Presidente del Comitato per il Controllo sulla Gestione,
a stabilire il compenso degli amministratori e delibera su quant’altro di sua competenza ai sensi di legge. In
sede straordinaria l’Assemblea delibererà sulle modificazioni dello statuto, nonché su tutto quanto è riservato
alla sua competenza dalla legge.
L’Assemblea delibera su tutti gli argomenti attribuiti alla sua competenza dalla legge e dallo Statuto.
Ogni azione diritto a un voto, salvo per le azioni a voto maggiorato e rafforzato, come dettagliatamente
illustrate nella precedente Sezione 2, lett. (d).
La Società designa per ciascuna assemblea, con indicazione contenuta nell’avviso di convocazione, un
soggetto al quale i soci possono conferire delega, con istruzioni di voto, per tutte o alcune delle proposte
all'ordine del giorno.
L’Assemblea può svolgersi anche in più luoghi, contigui o distanti, collegati sia in audio sia in video, alle
seguenti condizioni delle quali si deve dare atto nei verbali:
- che siano presenti nello stesso luogo il presidente e il segretario della riunione, che redigono il verbale;
- che sia consentito al presidente di accertare l’identità e la legittimazione degli intervenuti, regolare lo
svolgimento dell’adunanza e constatare e proclamare i risultati della votazione;
- che il Segretario possa verbalizzare correttamente gli eventi assembleari;
- che gli intervenuti possano partecipare alla discussione e alla votazione simultanea degli argomenti
all’ordine del giorno e possano visionare, ricevere o trasmettere documenti;
- che siano indicati nell’avviso di convocazione i luoghi audio/video collegati a cura della società nei quali
gli intervenuti potranno affluire, dovendosi ritenere la riunione svolta nel luogo ove si trovano il presidente
e il segretario;
- che in ogni luogo sia compilato un foglio delle presenze.
Il Consiglio di Amministrazione può prevedere nell’avviso di convocazione che l’intervento e l’esercizio del
diritto di voto in Assemblea possano avvenire esclusivamente mediante conferimento di delega (o sub-delega)
di voto a un soggetto, con il ruolo di rappresentante designato ai sensi della normativa applicabile.
Fermo restando quanto precede, nel caso in cui il Consiglio di Amministrazione faccia ricorso alla facoltà di
cui al precedente capoverso, il Consiglio di Amministrazione potrà prevedere nell’avviso di convocazione
dell’Assemblea che la partecipazione all’Assemblea da parte dei soggetti legittimati ai sensi della legge e dello
statuto sociale (inclusi gli amministratori, i sindaci, il notaio, il rappresentante designato e gli altri soggetti a
cui è consentita la partecipazione all’assemblea) avvenga anche o debba avvenire unicamente mediante
collegamento per teleconferenza e/o videoconferenza, qualora ciò sia consentito dalla legge e/o dalle
disposizioni regolamentari pro tempore vigenti. In tal caso deve essere assicurato:
- che sia consentito al presidente di accertare l’identità e la legittimazione degli intervenuti, regolare lo
svolgimento dell’adunanza e constatare e proclamare i risultati della votazione;
- che il Segretario possa percepire adeguatamente gli eventi assembleari oggetto di verbalizzazione; e
- che gli intervenuti possano partecipare alla discussione e alla votazione simultanea degli argomenti
all’ordine del giorno e possano visionare, ricevere o trasmettere documenti.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
83
Alla data della presente Relazione, non vi sono stati casi in cui gli azionisti che controllano l’Emittente abbiano
sottoposto all’Assemblea proposte in merito ad argomenti sui quali non era stata formulata dagli
Amministratori una specifica proposta.
L’Emittente, alla data della Relazione, non ha sottoposto all’approvazione dell’Assemblea un regolamento
che disciplini lo svolgimento delle riunioni assembleari.
All’Assemblea del 29 aprile 2024 sono intervenuti tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione.
Nell’esercizio 2024, il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea
la modifica del sistema di amministrazione e controllo, passando dal modello tradizionale al c.d. “monistico”.
Tale proposta è stata approvata dall’Assemblea straordinaria in data 29 aprile 2024.
Inoltre, il Consiglio di Amministrazione ha proposto alla medesima Assemblea del 29 aprile 2024 di approvare
in sede straordinaria l’introduzione della cd. maggiorazione rafforzata prevista dal nuovo art. 127-quinquies
del TUF come modificato dalla Legge 5 marzo 2024, n. 21 (cd. Legge Capitali)..
14. ULTERIORI PRATICHE DI GOVERNO SOCIETARIO (ex art. 123-bis, comma 2, lettera a),
seconda parte, TUF)
L’Emittente non ha applicato ulteriori pratiche di governo societario, rispetto a quelle indicate nelle precedenti
Sezioni della presente Relazione.
15. CAMBIAMENTI DALLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO DI RIFERIMENTO
A far data dalla chiusura dell’Esercizio non si sono verificati altri cambiamenti nella struttura di corporate
governance rispetto a quelli segnalati nelle specifiche Sezioni.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
84
16. CONSIDERAZIONI SULLA LETTERA DEL 17 DICEMBRE 2024 DEL PRESIDENTE DEL
COMITATO PER LA CORPORATE GOVERNANCE
Il Presidente nella riunione del 17 marzo 2025 ha portato a conoscenza del Consiglio di Amministrazione
e del Comitato per il Controllo sulla Gestione la lettera del Presidente del Comitato per la Corporate Governance
del 17 dicembre 2024.
Si riportano, di seguito, le considerazioni della Società e le iniziative intraprese in merito alle raccomandazioni
del Comitato.
Sul tema della completezza e tempestività dell’informazione pre-consiliare, il Comitato invita “le società
a fornire tutte le informazioni utili sulle modalità di applicazione della Raccomandazione 11, tenendo conto che la mancata
determinazione dei termini per l’invio preventivo dell’informativa al consiglio e ai comitati e/o la mancata informazione
sull’effettivo rispetto dei termini e/o la previsione, nel regolamento del consiglio o adottata nelle prassi, della possibilità di derogare
alla tempestività dell’informativa per ragioni di riservatezza possono configurare la disapplicazione della Raccomandazione 11
del Codice. In caso di effettiva disapplicazione, si invitano pertanto le società a indicarla chiaramente nella relazione sul governo
societario, illustrando: i motivi della disapplicazione, come la decisione di disapplicazione sia stata presa all’interno della società
e come si intenda assicurare il rispetto del Principio IX del Codice.”
Il Consiglio di Amministrazione, in data 10 settembre 2021, ha adottato un proprio regolamento,
successivamente aggiornato in ragione del passaggio al sistema di amministrazione e controllo c.d.
“monistico”, che disciplina tra l’altro la tempistica relativa alla trasmissione ai membri del Consiglio di
Amministrazione e del Comitato per il Controllo sulle Gestione della documentazione a supporto delle
riunioni consiliari, tempistica di cui viene dato atto nella Sezione 4.4 e che viene regolarmente rispettata.
Sul tema della trasparenza ed efficacia della politica di remunerazione, il Comitato invita “le società a
fornire tutte le informazioni utili sulle modalità di applicazione della Raccomandazione 27, tenendo conto che la previsione nella
politica di remunerazione di componenti variabili legate a generici obiettivi di sostenibilità di cui non si forniscono gli specifici
parametri di valutazione e/o di erogazioni straordinarie una tantum di cui non sono identificati natura e obiettivi e non sono
definite adeguate procedure deliberative può configurare la disapplicazione della Raccomandazione 27 del Codice. In caso di
effettiva disapplicazione, si invitano pertanto le società a indicarla espressamente nella relazione sul governo societario, illustrando:
i motivi, come la decisione di disapplicazione sia stata presa all’interno della società e come si intenda assicurare il rispetto del
Principio XV del Codice.”
Il Consiglio di Amministrazione della Società, sin dall’esercizio 2020, ha individuato su proposta del
Comitato Nomine e Remunerazione chiari e specifici obiettivi di performance qualitativi in tema di
sostenibilità ambientale e sociale, che CLI si prefigge di raggiungere ogni triennio, legando il raggiungimento
di tali obiettivi alla corresponsione di una parte della componente variabile.
Sul tema del ruolo esecutivo del Presidente, il Comitato invita “le società a fornire tutte le informazioni utili sulle
modalità di applicazione della Raccomandazione 4, tenendo conto che la mancanza di una spiegazione adeguatamente
argomentata della scelta di attribuire al Presidente rilevanti deleghe gestionali (sia esso il CEO o meno) può configurare una
disapplicazione della Raccomandazione 4 del Codice. In caso di effettiva disapplicazione, si invitano pertanto le società a indicarla
chiaramente nella relazione sul governo societario, illustrando: i motivi, come la decisione di disapplicazione sia stata presa
all’interno della società e come si intenda assicurare il rispetto dei Principio V e X del Codice.”
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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L’Emittente, inquadrabile nella categoria di società a proprietà concentrata, ha deciso di attribuire rilevanti
deleghe gestionali al Presidente del Consiglio di Amministrazione in ragione dell’esperienza manageriale
maturata in capo a quest’ultimo nel corso degli anni, nonché in ragione del fatto che il Presidente è il fondatore
del Gruppo Newlat, a cui la Società appartiene, sicché possiede una profonda conoscenza della stessa. In ogni
caso, per una piena ed efficacia operatività, il Presidente viene affiancato da altri due Amministratori Esecutivi.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
86
TABELLA 1: INFORMAZIONI SUGLI ASSETTI PROPRIETARI
ALLA DATA DEL 18 MARZO 2024
STRUTTURA DEL CAPITALE SOCIALE
azioni
diritti
di voto
Quotato (indicare
i mercati) / non
quotato
Diritti e obblighi
Azioni
ordinarie
(precisando se
è prevista la
possibilità di
maggiorazione
dei diritti di
voto)
14.000.020 25.500.171
Quotato
sull’Euronext
Milan
Voto maggiorato ex. art. 5
dello Statuto
3
Azioni
privilegiate
0 0 - -
Azioni a voto
plurimo
0 0 - -
Altre categorie
di azioni con
diritto di voto
0 0 - -
Azioni
risparmio
0 0 - -
Azioni
risparmio
convertibili
0 0 - -
Altre categorie
di azioni senza
diritto di voto
0 0 - -
Altro 0 0 - -
ALTRI STRUMENTI FINANZIARI
(attribuenti il diritto di sottoscrivere azioni di nuova emissione)
Quotato
(indicare i
mercati) / non
quotato
strumenti
in
circolazione
Categoria di azioni al
servizio della
conversione/esercizio
azioni al
servizio della
conversione/
esercizio
Obbligazioni
convertibili
- - - -
Warrant - - - -
3
Cfr. par. 2 (d) della presente Relazione.
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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PARTECIPAZIONI RILEVANTI NEL CAPITALE
Dichiarante Azionista diretto
Quota % su capitale
ordinario
Quota % su
capitale votante
Angelo Mastrolia Newlat Food S.p.A. 67,74% 74,27%
Comune di Firenze Comune di Firenze 12,31% 13,51%
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
88
TABELLA 2: STRUTTURA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ALLA DATA DI CHIUSURA DELL’ESERCIZIO
Indicare il numero di riunioni svolte durante l’ESERCIZIO: 5
Indicare il
quorum
richiesto per la presentazione delle liste da parte delle minoranze per l’elezione di uno o più membri (
ex
art. 147-ter TUF): gli azionisti che, da soli o insieme
ad altri, siano complessivamente titolari di azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% (duevirgolacinque per cento) del capitale con diritto di voto nell'assemblea ordinaria.
NOTE
I simboli di seguito indicati devono essere inseriti nella colonna “Carica”:
Questo simbolo indica l’amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi.
(*) Per data di prima nomina di ciascun amministratore si intende la data in cui l’amministratore è stato nominato per la prima volta (in assoluto) nel CdA dell’Emittente.
(**) In questa colonna è indicato se la lista da cui è stato tratto ciascun amministratore è stata presentata da azionisti (indicando “Azionisti”) ovvero dal CdA (indicando “CdA”).
(***) In questa colonna è indicato se la lista da cui è stato tratto ciascun amministratore è “di maggioranza” (indicando M”), oppure “di minoranza” (indicando “m”).
Consiglio di Amministrazione
Carica Componenti
Anno di
nascita
Data di
prima
nomina
(*)
In
carica da
In carica
fino a
Lista
(presentatori)
(**)
Lista
(M/m)
(***)
Esec.
Non
esec.
Indip.
Codice
Indip.
TUF
N. altri
incarichi
(****)
Partecipazione
(*****)
Presidente
Angelo
Mastrolia
1964 29.04.2020
29.04.2024
Assemblea di
approvazione
bilancio 2026
Azionista M x 13 5/5
Vice-Presidente
Giuseppe
Mastrolia
1989 29.04.2020
29.04.2024
Assemblea di
approvazione
bilancio 2026
Azionista M x 6 5/5
Amministratore
delegato
Stefano
Cometto
1972 29.04.2020
29.04.2024
Assemblea di
approvazione
bilancio 2026
Azionista M x 5 5/5
Amministratore
Benedetta
Mastrolia
1995 29.04.2020
29.04.2024
Assemblea di
approvazione
bilancio 2026
Azionista M x 3 5/5
---------------AMMINISTRATORI CESSATI DURANTE L’ESERCIZIO---------------
Amministratore
Edoardo
Pozzoli
1982 2019 27.04.2023 29.04.2024 Azionista M x 1 1/5
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
89
(****) In questa colonna è indicato il numero di incarichi di amministratore o sindaco ricoperti dal soggetto interessato in altre società quotate o di rilevanti dimensioni. Nella Relazione sulla
corporate governance gli incarichi sono indicati per esteso.
(*****) In questa colonna è indicata la partecipazione degli amministratori alle riunioni del CdA (indicare il numero di riunioni cui ha partecipato rispetto al numero complessivo delle riunioni
cui avrebbe potuto partecipare; p.e. 6/8; 8/8 ecc.).
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
90
TABELLA 3: STRUTTURA DEI COMITATI CONSILIARI ALLA DATA DI CHIUSURA DELL’ESERCIZIO
NOTE
(*) In questa colonna è indicata la partecipazione degli amministratori alle riunioni dei comitati (indicare il numero di riunioni cui ha partecipato rispetto al numero complessivo delle riunioni
cui avrebbe potuto partecipare; p.e. 6/8; 8/8 ecc.).
(**) In questa colonna è indicata la qualifica del consigliere all’interno del comitato: “P”: presidente; “M”: membro.
C.d.A.
Comitato
Esecutivo
Comitato
OPC
Comitato
Controllo e
Rischi
Comitato
Remunerazioni
Comitato
Nomine
Altro comitato Altro comitato
Carica/Qualifica Componenti (*) (**) (*) (**) (*) (**) (*) (**) (*) (**) (*) (**) (*) (**)
Indipendente da TUF e
da Codice
Anna Claudia
Pellicelli
N/A N/A 1/1 M 2/2 M 1/1 P 1/1 P - - - -
Indipendente da TUF e
da Codice
Valeria Bruni
Giordani
N/A N/A 1/1 P 2/2 M 1/1 M 1/1 M - - - -
Indipendente da TUF e
da Codice
Giovanni Maria
Rayneri
N/A N/A 1/1 M 2/2 P 1/1 M 1/1 M - - - -
---------------AMMINISTRATORI CESSATI DURANTE L’ESERCIZIO---------------
- - - - - - - - - - - - - - - -
---------------EVENTUALI MEMBRI CHE NON SONO AMMINISTRATORI---------------
- - - - - - - - - - - - - - - -
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
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TABELLA 4: STRUTTURA DEL COMITATO PER IL CONTROLLO SULLA GESTIONE ALLA DATA DI CHIUSURA DELL’ESERCIZIO
Indicare il numero di riunioni svolte durante l’Esercizio: 4
Indicare il
quorum
richiesto per la presentazione delle liste da parte delle minoranze per l’elezione di uno o più membri (
ex
art. 148 TUF): gli azionisti che, da soli o insieme ad
altri, siano complessivamente titolari di azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% (duevirgolacinque per cento) del capitale con diritto di voto nell'assemblea ordinaria.
NOTE
○ Questo simbolo indica il Lead Independent Director (LID).
(*) Per data di prima nomina di ciascun sindaco si intende la data in cui il sindaco è stato nominato per la prima volta (in assoluto) nell’organo di controllo dell’Emittente.
Comitato per il Controllo sulla Gestione
Carica Componenti
Anno di
nascita
Data di prima
nomina
(*)
In
carica da
In carica fino a
Lista
(M/m)
(**)
Indip.
Codice
Partecipazioni alle
riunioni del
Comitato (***)
N. altri incarichi
(****)
Presidente
Giovanni Rayneri 1963 26.04.2018
29.04.2024
Assemblea di
approvazione
bilancio 2026
M x 4/4 3
Componente
Valeria Bruni
Giordani
1974 29.04.2020 29.04.2024
Assemblea di
approvazione
bilancio 2026
M x 4/4 1
Componente
Anna Claudia
Pellicelli
1965 29.04.2021 29.04.2024
Assemblea di
approvazione
bilancio 2026
M x 4/4 1
---------------SINDACI CESSATI DURANTE L’ESERCIZIO---------------
Presidente
Deborah
Sassorossi
1967 26.04.2018 29.04.2021 29.04.2024 m x N/A 7
Sindaco
effettivo
Ester Sammartino 1966 29.04.2021 29.04.2021 29.04.2024 M x N/A 6
Sindaco
supplente
Massimo
Carlomagno
1965 29.04.2021 N/A 29.04.2024 M x N/A N/A
S
indaco
supplente
Michela Rayneri 1969 26.04.2018 N/A 29.04.2024 M x N/A N/A
Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2024– Centrale Latte d’Italia S.p.A.
92
(**) In questa colonna è indicato se la lista da cui è stato tratto ciascun componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione è “di maggioranza” (indicando “M”), oppure “di minoranza”
(indicando “m”).
(***) In questa colonna è indicata la partecipazione dei soggetti interessati alle riunioni del Comitato per il Controllo sulla Gestione (indicare il numero di riunioni cui ha partecipato rispetto
al numero complessivo delle riunioni cui avrebbe dovuto partecipare; p.e. 6/8; 8/8 ecc.).
(****) In questa colonna è indicato il numero di incarichi di amministratore o sindaco ricoperti dal soggetto interessato ai sensi dell’art. 148-bis TUF e delle relative disposizioni di attuazione
contenute nel Regolamento Emittenti Consob. L’elenco completo degli incarichi è pubblicato dalla Consob sul proprio sito internet ai sensi dell’art. 144-quinquiesdecies del Regolamento
Emittenti Consob.
Allegato A - Elenco dei principali incarichi ricoperti dagli Amministratori
Elenco dei principali incarichi ricoperti, alla data della presente relazione, da ciascun Amministratore in altre
società quotate in mercati regolamentati, anche esteri, in società finanziarie, bancarie, assicurative o di rilevanti
dimensioni.
Nome e cognome Società Carica
Status
Angelo Mastrolia
Newlat Food S.p.A.
Presidente del Consiglio
di Amministrazione
In carica
Newlat GmbH Amministratore In carica
Princes Limited Presidente In carica
Princes Italia S.p.A.
Presidente del Consiglio
di Amministrazione
In carica
Princes Foods B.V. Amministratore In carica
Princes Holding (Rotterdam)
B.V.
Amministratore In carica
Symington’s Ltd Managing Director In carica
EM Foods S.A.S. Presidente In carica
Newlat Group SA Amministratore Unico In carica
Newservice S.r.l.
Presidente del Consiglio
di Amministrazione
In carica
New Property S.p.A.
Presidente del Consiglio
di Amministrazione
In carica
TMT Property S.r.l.
Presidente del Consiglio
di Amministrazione
In carica
Latterie Riunite Piana del Sele
S.r.l. in liquidazione
Liquidatore In carica
Biochemia System S.r.l. Amministratore Unico In carica
ABGM Group S.A. Amministratore Unico In carica
CFR Hypermarché S.A. Amministratore Unico In carica
TMT Group S.A. Amministratore Unico In carica
Giuseppe Mastrolia Newlat Food S.p.A. Amministratore Delegato In carica
Newlat GmbH CEO In carica
Princes Tuna (Mauritius)
Limited
Amministratore In carica
Princes Limited Amministratore In carica
Princes Italia S.p.A.
Vice-Presidente del
Consiglio di
Amministrazione
In carica
Symington’s Ltd CEO In carica
EM Foods S.A.S. Managing Director In carica
New Property S.p.A.
Vice-Presidente del
Consiglio di
Amministrazione
In carica
TMT Property S.r.l. Consigliere In carica
Stefano Cometto Newlat Food S.p.A. Amministratore Delegato In carica
New Property S.p.A. Amministratore Delegato In carica
Princes Italia S.p.A. Amministratore Delegato
Newservice S.r.l. Consigliere In carica
RA Creations S.r.l.s in
liquidazione
Liquidatore In carica
Gopura Consulting S.r.l.s. Amministratore Unico In carica
Benedetta Mastrolia Newlat Food S.p.A. Consigliere In carica
Symington’s Ltd Director In carica
Princes Limited
Consigliere In carica
Segretaria societaria In carica
Princes Italia S.p.A. Consigliere In carica
New Property S.p.A. Consigliere In carica
Allegato B - Elenco dei principali incarichi ricoperti dai membri del Comitato per il Controllo sulla
Gestione
Elenco dei principali incarichi ricoperti, alla data della presente relazione, da ciascun componente del Comitato
per il Controllo sulla Gestione in altre società quotate in mercati regolamentati, anche esteri, in società
finanziarie, bancarie, assicurative o di rilevanti dimensioni.
Nome e cognome Società Carica
Status
Giovanni Rayneri Ahlstrom Italia S.p.A. Sindaco In carica
Laboravi Fidenter 2 S.p.A. Sindaco In carica
Zanichelli Editore S.p.A. Sindaco In carica
Anna Claudia
Pellicelli
Novacoop Società Cooperativa Consigliere In carica
Valeria Bruni
Giordani
GAL S.p.A. Consigliere In carica
RENDICONTAZIONE INDIVIDUALE DI SOSTENIBILITÀ
Redatta ai sensi del D.Lgs. 125/24
ESRS 2 INFORMAZIONI GENERALI
ESRS 2 BP-1 - Criteri generali per la redazione
Predisposizione della Rendicontazione Individuale di Sostenibilità
La Rendicontazione Individuale di Sostenibilità di seguito anche “Rendicontazione di Sostenibilità”,
“Rendicontazione”, “Documento” o “Dichiarazione”) è stata predisposta ai sensi del D.Lgs. 125/2024 e
costituisce parte integrante della Relazione sulla Gestione 2024.
La Dichiarazione è redatta annualmente secondo gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS)
con l'obiettivo di fornire una chiara comprensione delle attività aziendali di Centrale del Latte d’Italia
S.p.A. (di seguito anche Centrale del Latte”, “CLI”, “Società” o “Azienda”) e delle sue questioni di
sostenibilità più rilevanti.
L’analisi di doppia rilevanza, il cui processo e relativi risultati sono illustrati nella sezione “Informativa
sul processo di valutazione della rilevanza” prende in considerazione i data point degli ESRS che
ricomprendono, ove opportuno, considerazioni sulla value chain oltre che sulle operation dirette
aziendali.
La Rendicontazione di Sostenibilità è sottoposta a Revisione Limitata da parte di
PricewaterhouseCoopers S.p.A. in conformità al Principio di Attestazione della Rendicontazione di
Sostenibilità - Standard on Sustainability Assurance Engagement SSAE (Italia) e la relazione è disponibile
nell’apposita sezione in calce alla presente Rendicontazione individuale di Sostenibilità.
Struttura della Rendicontazione di Sostenibilità
La Rendicontazione è strutturata in quattro sezioni: “Informativa Generale”, “Informazioni Ambientali”,
“Informazioni Sociali”, “Informazioni sulla Governance”, coerentemente con quanto previsto
dall’Appendix D: Structure of the ESRS sustainability statement dello standard ESRS 1.
Caratteristiche delle disclosure fornite
Le informazioni riportate nella Rendicontazione rispettano le caratteristiche qualitative indicate
nell’Appendix B dello standard ESRS 1, quali: pertinenza, rappresentazione fedele, comparabilità,
verificabilità, comprensibilità.
Gli intervalli per il breve, medio e lungo termine utilizzati nella Rendicontazione di Sostenibilità
coincidono con gli orizzonti temporali definiti dall'ESRS 1, General requirements Sezione 6.4:
Breve termine: 1 anno dalla fine del periodo di riferimento;
Medio termine: fino a 5 anni dalla fine del periodo di riferimento;
Lungo termine: oltre 5 anni dalla fine del periodo di riferimento.
Dove le metriche presentate sono state ottenute da stime o sono soggette a incertezze di misurazione,
CLI ha segnalato le specifiche assunzioni, approssimazioni e fonti di incertezza con note dedicate. Si
precisa che i dati quantitativi di natura ambientale e sociale non sono stati sottoposti a revisione di terze
parti differenti dalla società di revisione nell’ambito dell’incarico di assurance del presente documento.
Ai fini della rendicontazione delle informazioni prospettiche in conformità agli ESRS, agli amministratori
è richiesta l’elaborazione di tali informazioni sulla base di ipotesi, descritte nella rendicontazione
individuale di sostenibilità, in merito a eventi che potranno accadere in futuro e a possibili future azioni
da parte della Società. A causa dell’aleatorietà connessa alla realizzazione di qualsiasi evento futuro, sia
per quanto concerne il concretizzarsi dell’accadimento sia per quanto riguarda la misura e la tempistica
della sua manifestazione, gli scostamenti fra i valori consuntivi e le informazioni prospettiche potrebbero
essere significativi.
La raccolta delle informazioni quantitative e qualitative è avvenuta tramite la condivisione di reporting
package, al fine di adempiere ai requisiti dei principi di reporting.
Gli Impatti, Rischi e Opportunità (IRO) oggetto di disclosure sono stati individuati attraverso l'analisi
della doppia rilevanza. Ulteriori informazioni sulla metodologia adottata per condurre l'analisi sono
disponibili nella sezione “Informativa sul processo di valutazione della rilevanza”.
Nel valutare impatti, rischi e opportunità, la Società ha considerato l’intera catena del valore.
Ad oggi, la Rendicontazione di Sostenibilità copre solo una parte delle informazioni relative alla catena
del valore a monte e a valle di Centrale del Latte d’Italia. Ricorrendo alla disposizione transitoria prevista
dall'ESRS 1, Sezione 10.2, CLI ha divulgato informazioni sulla catena del valore a monte e a valle facendo
riferimento solo a dati interni o pubblicamente disponibili su impatti, rischi e opportunità.
Inoltre, essendo il primo anno di rendicontazione in conformità alla CSRD, le informazioni relative alla
catena del valore sono presentate esclusivamente in forma qualitativa. Ciò è dovuto anche al fatto che
molti fornitori dell’Azienda sono realtà di medie e piccole dimensioni, ancora non pienamente strutturate
per il livello di rendicontazione richiesto dalla normativa.
La Catena del Valore di Centrale del Latte d’Italia
Le principali risorse impiegate dall’Azienda per le proprie attività comprendono terreni agricoli, acqua,
capitale umano, risorse energetiche e fossili come petrolio e carburanti, oltre a materie prime industriali
quali metalli, minerali e legname. La catena del valore di CLI ha origine nel settore agricolo, attraverso la
coltivazione di prodotti agroalimentari e l’allevamento di bovini per la produzione di latte. Queste materie
prime rappresentano la base per la produzione e vengono trasformate con l’integrazione di ingredienti di
natura chimico-alimentare, come zucchero, destrosio, bevande vegetali e aromi.
Parallelamente, l’azienda si approvvigiona di materiali per il packaging primario e secondario, essenziali
per il confezionamento e la conservazione ottimale dei prodotti, tra cui plastica, carta, cartone, vetro,
metalli e materiali poliaccoppiati. Il funzionamento degli impianti produttivi richiede inoltre l’utilizzo di
fonti energetiche come gas metano, energia elettrica e gasolio, fondamentali per garantire efficienza e
continuità operativa.
Infine, la filiera produttiva si avvale di ulteriori forniture, tra cui componentistica per la manutenzione
degli impianti e dei macchinari, servizi di supporto tecnico e gestionale, oltre a partner logistici che
assicurano il trasporto delle materie prime e degli ingredienti verso gli stabilimenti produttivi. Il valore
aggiunto derivante dalle attività operative aziendali proprie consiste nella trasformazione delle materie
prime ed ingredienti utili a generare prodotti alimentari per i clienti e i consumatori finali.
Una volta completata la produzione, i prodotti vengono distribuiti ai diversi punti vendita. Il prodotto
finale viene quindi consumato, generando rifiuti da imballaggio, mentre l’intero processo produttivo
comporta la produzione di rifiuti industriali, emissioni e il trattamento delle acque reflue, aspetti che
richiedono una gestione attenta per minimizzare l’impatto ambientale.
Per quanto riguarda le PAT (Policies, Actions, Targets), alcune di esse si estendono alla catena di
fornitura, in particolare quelle legate a obiettivi di approvvigionamento sostenibile per materie prime
critiche, come olio di palma o derivati e cacao. Maggiori dettagli su queste iniziative sono riportati
all’interno dei capitoli dedicati alle questioni di sostenibilità rilevanti.
Infine, la Società non si è avvalsa dell’opzione di omettere specifiche informazioni corrispondenti a
proprietà intellettuale, know-how o a risultati dell’innovazione.
Perimetro di riferimento e approvazione
Per l'anno fiscale 2024 (dal gennaio al 31 dicembre 2024), Centrale del Latte d’Italia presenta per la
prima volta la sua Rendicontazione di Sostenibilità seguendo i requisiti stabiliti dagli European
Sustainability Reporting Standards (“ESRS”), in linea con la Direttiva UE 2022/2464, Corporate
Sustainability Reporting Directive (“CSRD”). CLI si avvale della disposizione transitoria prevista
dall’ESRS 1, Sezione 10.3 e non saranno presentati confronti con le metriche dei periodi precedenti,
anche in considerazione del fatto che questo è il primo esercizio di reporting individuale per la società,
precedentemente inclusa nel report consolidato della controllante Newlat Food.
La Rendicontazione assieme all’analisi di doppia materialità è sottoposta ad approvazione del Consiglio
di Amministrazione di Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
Il Comitato Controllo e Rischi propedeuticamente esamina l’impostazione generale della
Rendicontazione di Sostenibilità, nonché la completezza e la trasparenza dell’informativa, rilasciando un
parere preventivo per l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione.
Gli impegni di sostenibilità prevedono soprattutto un processo di integrazione mirato a uniformare, per
quanto possibile, le politiche in vigore, garantendo coerenza e sinergie all’interno del Gruppo.
ESRS 2 BP-2 - Informativa in relazione a circostanze specifiche
Come già specificato all’interno del paragrafo “ESRS 2 BP-1 - Criteri generali per la redazione”, il
concetto di breve, medio e lungo termine utilizzato da CLI nella Rendicontazione di Sostenibilità coincide
con gli orizzonti temporali definiti dall'ESRS 1, Sezione 6.4.
Le informazioni sulla catena del valore sono presentate in forma qualitativa, con l’obiettivo di
implementare progressivamente un processo che consenta la rendicontazione di metriche quantitative su
base annuale. Questo approccio è dovuto al fatto che si tratta del primo anno di rendicontazione in
conformità con la CSRD e che gran parte degli attori coinvolti, soprattutto a monte della catena, sono
piccole e medie imprese, molte delle quali non dispongono ancora di una struttura adeguata ai fini della
raccolta di questi dati.
Per quanto riguarda le metriche relative alle attività dell’azienda, laddove siano state ottenute tramite stime
o soggette a incertezze di misurazione, Centrale del Latte d’Italia ha indicato nelle note all’interno dei
paragrafi rilevanti le specifiche assunzioni, approssimazioni e fonti di incertezza. Qualora nella presente
Rendicontazione siano state incluse informazioni mediante riferimento, tali inclusioni rispettano le
disposizioni definite all’interno di ESRS 1, sezione 9.1 “Inclusione mediante riferimento.
Non si segnala alcuna modifica nella redazione e nella presentazione delle informazioni sulla sostenibilità.
La Società ha, infatti, adottato le metriche previste dagli ESRS, senza introdurre indicatori aggiuntivi
specifici. CLI si avvale inoltre della disposizione transitoria prevista dall'ESRS 1, Sezione 10.4, per le
seguenti metriche incluse nell'Appendice C, "Elenco degli obblighi di informativa introdotti
gradualmente", contenuta nel medesimo ESRS 1. E stato inoltre considerato il paragrafo 17 dell’ESRS 2
BP-2 “Uso di disposizioni transitorie in conformità dell’appendice C dell’ESRS 1” secondo il quale per i
temi valutati come rilevanti tra quelli contemplati in ESRS E4, S1, S2, S3, S4, vengono rendicontati,
laddove applicabili, i punti da a) ad e).
Nella seguente tabella sono rendicontati gli obblighi di informativa (DR) e i data point oggetto di
disposizione transitoria e gli obblighi di informativa (DR) e i data point non considerati materiali:
DR DP Motivo
E1-6 Emissioni lorde di GES di ambito 1, 2, 3 ed emissioni
totali di GES
44c / 45c / 51 Phase-in
E1-9 Effetti finanziari attesi di rischi fisici e di transizione
rilevanti e potenziali opportunità legate al clima
64 (a) - 70 Phase-in
E2-6 Effetti finanziari attesi di rischi e opportunità rilevanti
legati all'inquinamento
36 - 41 Phase-in
E3-5
Effetti finanziari attesi derivanti da rischi e opportunità
rilevanti connessi alle acque e alle risorse marine
30 33 (c) Phase-in
E4 Biodiversità ed ecosistemi Tutti gli obblighi
dell’informativa
Phase-in
E5-6
Effetti finanziari attesi derivanti da rischi e opportunità
rilevanti connessi all'uso delle risorse e all'economia
circolare
41 43 (c) Phase-in
E2-4 Inquinamento di aria, acqua e suolo
(Microplastiche)
28 (b)
Le tematiche sono risultati
non rilevanti per la Società
a seguito dell’analisi di
doppia materialità
E2-5 Inquinamento di aria, acqua e suolo
(Sostanze preoccupanti e sostanze estremamente
preoccupanti)
32 -35
S1 Forza lavoro propria Tutti gli obblighi
dell’informativa ad
eccezione di S1-6, S1-
8, S1-9, S1-14, S1-17
Phase-in
S1-4 Metriche di salute e sicurezza 88 e)
86-90 per i lavoratori
non dipendenti
Phase-in
S2 Lavoratori nella catena del valore Tutti gli obblighi
dell’informativa
Phase-in
S3 Comunità interessate Tutti gli obblighi
dell’informativa
Phase-in
S4 Consumatori e utilizzatori finali Tutti gli obblighi
dell’informativa
Phase-in
ESRS 2 GOV-1 - Ruolo degli organi di amministrazione, direzione e controllo
La Società adotta un modello di governance monistico, in linea con il Codice di Corporate Governance
elaborato dal Comitato per la Corporate Governance delle Società Quotate, con un Consiglio di
Amministrazione impegnato nella tutela e nella valorizzazione degli interessi degli stakeholder.
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il Consiglio di Amministrazione è l'organo principale di governo della Società, con la responsabilità di
supervisionare le attività della direzione e prendere decisioni strategiche di alto livello. Esso opera nel
rispetto della normativa vigente, dello statuto societario e delle raccomandazioni del Codice di Corporate
Governance di Borsa Italiana, garantendo un'efficace gestione aziendale.
Il Consiglio di Amministrazione agisce perseguendo l'obiettivo della creazione di valore per gli azionisti,
riferendo sulla gestione in occasione dell'Assemblea degli Azionisti.
Comitato per il Controllo sulla Gestione (CCG)
Il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 18 marzo 2024, ha valutato il passaggio a un sistema
monistico perché in grado di migliorare la qualità della governance, tramite una semplificazione degli
assetti organizzativi, amministrativi e contabili dell’impresa, garantendo un’elevata trasparenza ed una
maggior efficacia dei controlli tramite flussi informativi completi e costanti e il superamento delle
inefficienze determinate dall’esistenza di un organo separato dall’organo di gestione.
Tale sistema di governance concorre inoltre ad aumentare la riconoscibilità internazionale della società,
con conseguente maggiore attrattività per potenziali investitori internazionali.
Il sistema di governance monistico si caratterizza per la presenza di un Consiglio di Amministrazione, cui
competono le funzioni di supervisione strategica e di gestione, e di un Comitato per il Controllo sulla
Gestione, costituito all'interno dello stesso Consiglio, che svolge funzioni di controllo.
L’Assemblea degli Azionisti ha deliberato a favore della modifica statutaria e dell’adozione del sistema di
governance monistico in data 29 aprile 2024.
Ruoli Chiave nel Consiglio di Amministrazione
Presidente del Consiglio: guida le riunioni del Consiglio, facilita le discussioni e garantisce il
funzionamento efficace dell'organo. Inoltre, funge da principale interlocutore tra il Consiglio e la
direzione aziendale.
Amministratori Non Esecutivi: non sono coinvolti nella gestione operativa, ma portano un
punto di vista indipendente e monitorano le performance della direzione.
Amministratori Indipendenti: rappresentano una sottocategoria degli amministratori non
esecutivi, senza legami materiali con la Società o i suoi azionisti di riferimento, assicurando
indipendenza e oggettività nelle decisioni strategiche.
Comitati Interni al Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione ha istituito al suo interno i comitati previsti dal Codice di Corporate
Governance, delegando loro specifiche funzioni di supporto decisionale e controllo:
Comitato Controllo e Rischi (CRR): assiste il Consiglio nelle valutazioni e decisioni riguardanti
il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi, l'approvazione dei bilanci e delle relazioni
finanziarie periodiche, così come raccomandato all’interno del Codice di Corporate Governance
4
,
nonché nei rapporti con la società di revisione.
Comitato per le Remunerazioni e Nomine (CNR): svolge un ruolo consultivo e propositivo
nella determinazione della composizione del Consiglio e della politica di remunerazione degli
amministratori e dirigenti con responsabilità strategiche. Il Comitato garantisce l'applicazione dei
principi di buona governance e vigila sulla trasparenza del sistema retributivo,
Comitato per le Operazioni con Parti Correlate (Comitato OPC): garantisce la correttezza
delle operazioni con parti correlate, esprimendo pareri sull'interesse della Società, sulla
convenienza e sulla correttezza delle condizioni contrattuali.
Il Consiglio di Amministrazione della Società è composto come segue:
Nome Carica
Esecutivo/Non
Esecutivo
Indipendente
Fascia
d'età
Genere Comitati
Angelo
Mastrolia
Presidente del
CdA e
Consigliere
Esecutivo No >50 M
Giuseppe
Mastrolia
Amministratore
Delegato e
Consigliere
Esecutivo No 30-50 M
4
Raccomandazione 32 (c), Codice di Corporate Governance, gennaio 2020.
Stefano
Cometto
Amministratore
Delegato e
Consigliere
Esecutivo No 30-50 M
Benedetta
Mastrolia
Consigliere Non Esecutivo No <30 F
Valeria
Bruni
Giordani
Consigliere Non Esecutivo >50 F
CCR
CNR
CCG
Presidente COPC
Anna
Claudia
Pellicelli
Consigliere Non Esecutivo >50 F
CCR
Presidente CNR
CCG
COPC
Giovanni
Maria
Rayneri
Consigliere Non Esecutivo >50 M
Presidente CCR
CNR
Presidente CCG
COPC
L'analisi della composizione del Consiglio di Amministrazione evidenzia la diversificazione dei membri
del CdA, in linea con le migliori pratiche di governance aziendale:
Ripartizione per genere:
Maschi: 4 (57,1%)
Femmine: 3 (42,9%)
Ripartizione per amministratori indipendenti:
Indipendenti: 3 (42,9%)
Non indipendenti: 4 (57,1%)
Ripartizione per amministratori esecutivi e non esecutivi:
Esecutivi: 3 (42,9%)
Non esecutivi: 4 (57,1%)
In linea con la normativa vigente, non è prevista la rappresentanza dei dipendenti e degli altri lavoratori
all’interno del CdA.
Le responsabilità degli organi di governo in relazione alle tematiche di sostenibilità e al perseguimento
della mission aziendale sono declinate nella Politica di Sostenibilità e nei regolamenti dei comitati
endoconsiliari.
I componenti del Consiglio di Amministrazione hanno una equilibrata combinazione di profili
manageriali e professionali, con competenze complementari tra loro tali da garantire il corretto e diligente
svolgimento delle funzioni ad essi spettanti, comprese quelle in ambito ESG.
I Consiglieri hanno una significativa esperienza nei settori industriale, finanziario, contabile, legale, legale,
HR, in materia di Governance e di Sostenibilità. Tali competenze sono state sviluppate anche in contesti
internazionali.
Angelo
Mastrolia
Giuseppe
Mastrolia
Stefano
Cometto
Benedetta
Mastrolia
Anna
Claudia
Pellicelli
Valeria
Bruni
Giordani
Giovanni
Maria
Rayneri
Esperienza nel
settore
industriale
X X X X X X X
Finance,
Accounting
and Risk
Management
X X X X X X
Corporate
Governance
X X X X X X X
Legal &
Compliance
X X X X X
Human
Capital
X X X X X X
Sostenibilità X X X X X X X
Esperienza
internazionale
X X X X X
Durante il 2024, non sono state organizzate sessioni specifiche di induction per i membri del Consiglio
di Amministrazione. Tuttavia, i regolari incontri dei comitati endoconsiliari hanno offerto occasioni
preziose di approfondimento e confronto su tematiche e competenze considerate centrali per la Società,
incluse quelle legate agli aspetti ESG, strettamente correlati agli impatti, ai rischi e alle opportunità di
rilievo.
GOVERNANCE DELLA SOSTENIBILITÀ
Nel contesto di una crescente attenzione agli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG), la Società
ha sviluppato un modello di governance che integra la sostenibilità nelle strategie aziendali e nei processi
decisionali. L’obiettivo è garantire una gestione responsabile degli impatti, rischi e opportunità (IROs),
attraverso l’approccio metodologico dell’analisi di doppia rilevanza, promuovendo trasparenza,
accountability e coinvolgimento degli stakeholder.
Il Collegio Sindacale, nell’ambito delle ampie funzioni conferitegli dall'ordinamento giuridico, si occupa
di garantire il rispetto delle normative, inclusi gli obblighi relativi alla Rendicontazione di Sostenibilità.
Questo comprende la verifica del rispetto degli standard di rendicontazione, il monitoraggio del processo
di rendicontazione e l'attestazione di conformità.
Sia il Consiglio di Amministrazione che il Collegio Sindacale, in modo autonomo e indipendente,
conducono regolarmente un’autovalutazione del proprio funzionamento e della composizione. Tale
processo considera anche le competenze e le esperienze specifiche presenti all’interno di ciascun organo,
incluse quelle fondamentali per la sostenibilità.
Per assicurare, inoltre, un approccio strutturato e allineato alle migliori pratiche internazionali, la
capogruppo Newlat Food S.p.A. ha istituito specifici organi con ruoli chiave nella supervisione e gestione
delle tematiche ESG, tra cui il Comitato Controllo, Rischi e Sostenibilità e il Comitato Manageriale
denominato ESG Steering Committee”. Questi organismi operano in sinergia con il Consiglio di
Amministrazione per monitorare i rischi aziendali, garantire la conformità normativa e favorire il successo
sostenibile dell’azienda.
Più nel dettaglio, il Comitato Controllo, Rischi e Sostenibilità della Capogruppo supporta il Consiglio
di Amministrazione nella supervisione del sistema di controllo interno e gestione dei rischi, con
particolare attenzione ai rischi ESG e alla conformità normativa. Le sue principali responsabilità
includono:
Valutazione dei rischi aziendali, inclusi quelli ESG, e supporto alle decisioni strategiche del
Consiglio di Amministrazione in merito alla loro gestione;
Esame della rendicontazione periodica, finanziaria e di sostenibilità, per garantire una corretta
rappresentazione del modello di business, delle strategie aziendali, degli impatti e delle
performance;
Monitoraggio del sistema di rendicontazione di sostenibilità, con particolare riferimento e ai rischi
connessi;
Revisione e valutazione delle relazioni di audit interno, nonché eventuale affidamento di verifiche
su specifiche aree operative;
Relazione periodica al Consiglio di Amministrazione sull’adeguatezza del sistema di controllo
interno e sulla gestione dei rischi.
Lo ESG Steering Committee, composto da sette membri, (tra cui il Dirigente Preposto, l’Internal Audit
e un consigliere di Centrale del Latte d’Italia S.p.A.) della Capogruppo, invece, ha il compito di discutere,
guidare e monitorare le tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG), garantendo l’integrazione
dei relativi principi nelle operazioni aziendali e nei processi decisionali. Le sue principali responsabili
includono:
Valutazione e monitoraggio degli impatti e rischi ESG, con l’elaborazione di politiche aziendali
dedicate;
Supervisione del sistema di rendicontazione di sostenibilità in conformità alla CSRD, inclusa la
raccolta e validazione dei dati necessari;
Coinvolgimento degli stakeholder e gestione delle relative relazioni;
Definizione e monitoraggio degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas effetto serra
dell’Azienda;
Analisi dell’impatto ESG sulle strategie di approvvigionamento.
Lo ESG Steering Committee riferisce periodicamente al Comitato Controllo, Rischi e Sostenibilità della
Capogruppo, e al Comitato Controllo e Rischi della Società assicurando trasparenza e accountability nei
confronti degli stakeholder.
Il Dirigente Preposto ai sensi della L. 262/05 è stato identificato come soggetto responsabile
dell'adeguatezza e della conformità del sistema di controllo interno a presidio del sistema di reporting
finanziario. A questo è assegnato anche il compito di responsabilità, introdotto dal D. Lgs. 125/24, per
il sistema di controllo interno a presidio della Rendicontazione di Sostenibilità al fine di garantire
accuratezza, completezza e tempestività della disclosure, assicurando la trasparenza e la fiducia nei
confronti degli stakeholder.
ESRS 2 GOV-2 - Informazioni fornite agli organi di amministrazione, direzione e controllo
dell'impresa e questioni di sostenibilità da questi affrontate
Il Consiglio di Amministrazione governa il perseguimento del successo sostenibile. Il CdA e il Comitato
Controllo sulla Gestione, almeno semestralmente, sono informati dal Comitato Controllo, Rischi e
Sostenibilità della Capogruppo in merito agli impatti, ai rischi e alle opportunità rilevanti, all'attuazione
del dovere di diligenza nonché ai risultati e all'efficacia delle politiche, delle azioni, delle metriche e degli
obiettivi adottati per affrontarli. Il Comitato Controllo, Rischi e Sostenibilità è, a sua volta, a contatto
con lo ESG Steering Committee, composto da manager della Società, che ha il compito operativo di
supervisionare e di calare nella pratica le politiche ESG dell’Azienda.
Il Comitato Controllo e Rischi riceve relazioni periodiche in materia di impatti e rischi generati o subiti
dall’azienda. Gli interlocutori sono i soggetti preposti al controllo secondo quanto definito dal sistema
di controllo interno e gestione dei rischi, ovvero Risk Management, Internal Audit e appositi comitati
manageriali, tra cui lo ESG Steering Committee.
Vi sono periodici confronti, almeno semestrali, tra lo ESG Steering Committee ed il Comitato
Controllo e Rischi. Durante questi incontri vengono discussi ed illustrati i principali impatti, rischi
ed opportunità e vengono valutate variazioni significative all’esercizio di Doppia Rilevanza.
Nell’attuare la strategia aziendale, nonché nell’attuazione dei piani e delle scelte strategiche, il CdA,
di concerto con il management, tiene conto degli impatti, dei rischi e delle opportunità in merito a
operazioni importanti. Le analisi includono le scelte attuate tenendo presente gli impatti, i rischi e
le opportunità.
Durante il periodo di riferimento gli Organi di Amministrazione, Direzione e Controllo ed i relativi
Comitati hanno affrontato gli impatti, i rischi e le opportunità risultati rilevanti. Tali impatti, rischi
ed opportunità sono riportati nel dettaglio all’interno di ogni sezione dedicata alle diverse questioni
di sostenibilità.
ESRS 2 GOV-3 - Integrazione delle prestazioni in termini di sostenibilità nei sistemi di
incentivazione
La Società ha incluso obiettivi di sostenibilità nella componente variabile delle politiche retributive del
Presidente, degli Amministratori Delegati, degli Amministratori non esecutivi (esclusi gli indipendenti) e
dei Dirigenti con responsabilità strategiche.
Per queste figure è prevista una componente variabile subordinata al raggiungimento di obiettivi triennali
approvati dal Consiglio di Amministrazione. All'interno di questa quota variabile, gli obiettivi di
sostenibilità incidono per il 30% e sono i seguenti:
a) a. mantenimento certificazione ISO 14001;
b) b. riduzione del rapporto tra emissioni di CO2 e fatturato;
c) c. mantenimento del rapporto di genere donna su uomo in linea con il benchmark di settore.
La Politica di Remunerazione viene definita annualmente dal Consiglio di Amministrazione su proposta
del Comitato Nomine e Remunerazione e successivamente sottoposta all’approvazione dell’Assemblea
ordinaria degli Azionisti.
Il Comitato Nomine e Remunerazione e il Consiglio di Amministrazione sono responsabili
dell’attuazione della Politica di Remunerazione, garantendone la corretta applicazione.
ESRS 2 GOV-4 - Dichiarazione sul dovere di diligenza
Due Diligence
nella Catena del Valore e Dialogo con gli Stakeholder
Il Gruppo Newlat Food, di cui la Società è parte, adotta un approccio strutturato alla due diligence all'interno
della propria Catena del Valore, con l'obiettivo di identificare, prevenire e mitigare gli impatti e i rischi
ESG (ambientali, sociali e di governance) lungo l'intera filiera e a tal fine, ha implementato un Codice di
Condotta dei Fornitori, esteso anche a Centrale del Latte d’Italia.
La Società assicura un canale di segnalazione anonima (whistleblowing), attraverso il quale i fornitori
possono segnalare eventuali violazioni del Codice di Condotta e delle normative vigenti, rafforzando così
il sistema di controllo e trasparenza lungo la filiera.
In un'ottica di miglioramento continuo, la Società è impegnata nell'armonizzazione delle politiche e dei
processi di due diligence, al fine di adottare un approccio integrato e uniforme.
Dialogo con gli Stakeholder e Gestione degli Impatti
Per rispondere alle aspettative dei propri portatori di interesse e garantire una gestione efficace della due
diligence nella catena di fornitura, la Società mantiene un dialogo costante con gli stakeholder individuati.
A ciascuna tipologia di stakeholder corrisponde una specifica linea di relazione, volta a garantire
un'interlocuzione mirata e costruttiva.
Questo dialogo consente alla Società, da un lato, di migliorare la consapevolezza sugli impatti sia positivi
che negativi nonché sui rischi e sulle opportunità lungo la propria Catena del Valore, con particolare
attenzione ai tier più lontani. Dall’altro, rappresenta uno strumento fondamentale per attuare azioni di
miglioramento laddove emergano criticità. Per un'analisi più approfondita sul coinvolgimento degli
stakeholder, si veda la sezione dedicata allo Stakeholder Engagement nel paragrafo ESRS 2 SBM-2 -
Interessi e opinioni dei portatori di interesse.
Una panoramica dettagliata sugli impatti, i rischi e le opportunità individuati attraverso il processo di due
diligence e il dialogo con gli stakeholder è disponibile nel paragrafo ESRS 2 SBM-2 - Interessi e opinioni
dei portatori di interesse.
ELEMENTI FONDAMENTALI DEL DOVERE DI
DILIGENZA
PARAGRAFI NELLE DICHIARAZIONI SULLA
SOSTENIBILITÀ
a) Integrare il dovere di diligenza nella governance,
nella strategia e nel modello aziendale
GOV-4 Dichiarazione sul dovere di diligenza
b) Coinvolgere i portatori di interessi in tutte le fasi
fondamentali del dovere di diligenza
GOV-4 Dichiarazione sul dovere di diligenza
c) Individuare e valutare gli impatti negativi
IRO-1 Descrizione del processo per individuare e valutare
gli impatti, i rischi e le opportunità rilevanti
SBM-3 - Impatti, rischi e opportunità rilevanti e loro+
interazione con la strategia e il modello aziendale
d) Intervenire per far fronte agli impatti negativi
E1-2; E1-3; E2-1; E2-2; E3-1; E3-2; E4; E5-1; E5-2; S1-1;
S1-3; S1-4; S2-1; S2-3; S2-4; S3-1; S3-3; S3-4; S4-1; S4-2;
S4-4; G1-1
e) Monitorare l'efficacia degli interventi e comunicare E1-4; E2-3; E3-3; E4; E5-3; S1-5; S2-5; S3-5; S4-5
ESRS 2 GOV-5 - Gestione del rischio e controlli interni sulla rendicontazione di sostenibilità
I rischi legati alla predisposizione della Rendicontazione di Sostenibilità fanno parte integrante dei
processi di controllo interno e di gestione del rischio dell’Impresa.
Pertanto, la Società, su base annuale, identifica e aggiorna i rischi riferiti al processo di predisposizione
della Rendicontazione di Sostenibilità, misurandoli in termini di impatto e probabilità. Già negli scorsi
anni CLI ha iniziato ad impostare un modello di controllo interno, avendo come riferimento quanto già
in essere per i dati finanziari, il cui processo di reporting è generalmente più maturo rispetto a quello dei
dati di sostenibilità. In particolare, sono stati elaborati documenti che descrivono i ruoli e le responsabilità
in materia di raccolta dei dati e formalizzano i controlli inerenti necessari a garantire la robustezza del
processo. La funzione Internal Audit presidia i rischi legati al reporting e i processi sottostanti e, insieme
al relativo action plan per colmare gli eventuali gap, condivide con il Dirigente Preposto e con il Comitato
endoconsiliare Controllo e Rischi le risultanze delle attività svolte.
Centrale del Latte d’Italia ha adottato un Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi (SCIGR)
che consiste nell’insieme di regole, procedure e strutture organizzative volte a consentire, attraverso un
adeguato processo di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, una
conduzione dell’impresa corretta e coerente con gli obiettivi prefissati.
Il Consiglio di Amministrazione, nell’ambito della definizione dei piani strategici, industriali e finanziari,
ha individuato la natura e il livello di rischio compatibile con gli obiettivi strategici della Società,
includendo nelle proprie valutazioni tutti i rischi che possono assumere rilievo nell’ottica della
sostenibilità nel breve, medio e lungo periodo dell’attività della Società.
A supporto del SCIGR vi è il Comitato Controllo Rischi che assiste il Consiglio di Amministrazione
nell’identificazione di un processo trasversale ed integrato a tutte le attività aziendali implementando un
Modello di Gestione Integrata dei Rischi (Enterprise Risk Management - ERM) al fine di misurare,
monitorare e gestire gli stessi secondo modalità di approccio internazionalmente riconosciute. Il Modello
è uno strumento dell’organo di amministrazione redatto con la collaborazione di tutte le funzioni
aziendali, al fine di avere:
una mappatura completa e aggiornata dei rischi a cui il Gruppo e la Società sono esposti;
una valutazione e una classificazione degli stessi mediante metriche comuni finalizzate
all’individuazione e alla prioritizzazione di misure per assicurarne una corretta gestione.
All’interno dell’Azienda, inoltre, sono definiti i ruoli e le responsabilità necessari per assicurare la corretta
identificazione e gestione dei principali rischi che potrebbero compromettere il raggiungimento degli
obiettivi aziendali. Il Risk Assessment svolto valuta i rischi Strategici, Operativi, di Reporting e di
Compliance, includendo, come già precedentemente menzionato, anche i rischi di natura ESG. Questo
processo supporta CLI e tutto il Gruppo nel raggiungimento dei propri obiettivi di performance e
redditività, garantendo informazioni economico-finanziarie affidabili ed assicurando la conformità alle
leggi e ai regolamenti in vigore. Tale processo, inoltre, contribuisce a mitigare potenziali danni
reputazionali e perdite economiche, rafforzando la resilienza aziendale. A fronte di ciò, la Funzione di
Internal Audit verifica l’idoneità del SCIGR attraverso un piano di audit, approvato dal Consiglio di
Amministrazione, predisponendo relazioni periodiche contenenti le adeguate informazioni circa lo
svolgimento della sua attività, nonché tempestive relazioni su eventi di particolare importanza. Il
Consiglio di Amministrazione valuta annualmente l’efficacia del SCIGR e l’adeguatezza dello stesso
rispetto alle caratteristiche dell’impresa sulla base delle informazioni e delle evidenze ricevute con il
supporto dell’attività istruttoria svolta dal Comitato Controllo e Rischi, dal Responsabile della funzione
di Internal Audit e dall’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/2001.
Di seguito si riporta una sintesi dei principali rischi generati e subiti in relazione alle tematiche di
sostenibilità. Sono poi definite anche le modali di gestione in essere, oltre che le politiche praticate, al
fine di mitigare i rischi identificati, e, quindi, di garantire la continuità operativa e la realizzazione degli
obiettivi aziendali.
Rischio Macro-argomento
Rischio fisico acuto derivante da eventi meteorologici che possono danneggiare gli
impianti di produzione e interrompere le catene del valore
E
Rischio di interruzione delle catene di approvvigionamento globali: problemi logistici e
di fornitura derivanti da eventi globali come pandemie o disastri naturali
E
Rischio di eventi catastrofici che possono compromettere le operazioni aziendali e
causare la perdita permanente di dati aziendali
E
Rischio fisico cronico dovuto ai cambiamenti climatici a lungo termine (aumento delle
temperature, innalzamento del livello del mare, ridotta disponibilità d'acqua, perdita di
biodiversità, cambiamenti nei suoli e nella loro produttività)
E
Rischio di aumento dei costi e delle sanzioni legati a normative sempre più stringenti per
la riduzione delle emissioni e degli impatti negativi
E
Rischio legato all’uso di imballaggi non sostenibili: impatto ambientale negativo
derivante dall’uso di imballaggi non riciclati, non riciclabili o non biodegradabili
E
Rischio di non rispettare gli impegni ESG dichiarati pubblicamente G
Rischio di mancato rispetto delle normative sulla sicurezza alimentare e sulla sicurezza
degli approvvigionamenti alimentari
S
Rischio di assenza di un processo di due diligence sulla conformità nella catena di
approvvigionamento
G
Rischio legato a possibili episodi di corruzione che danneggiano l'integrità aziendale G
Rischio di mancato rispetto dei diritti umani nella gestione delle relazioni di lavoro S
Rischi legati alla gestione inadeguata delle relazioni di lavoro e di qualsiasi altra questione
relativa al personale
S
Rischio di scarsa attenzione e mancata tutela e valorizzazione della diversità e
dell’inclusione, garantendo un trattamento equo per tutti i dipendenti
S
ESRS 2 SBM-1 - Strategia, modello aziendale e catena del valore
Oggi, Centrale del Latte d’Italia è un importante player nel settore lattiero caseario italiano. Le principali
business unit della Società sono le seguenti:
Milk Products
Dairy Products
Altri Prodotti
CLI opera prevalentemente sul mercato italiano e ha una marginale quota di affari sui mercati esteri. Le
recenti acquisizioni effettuate da parte della controllante Newlat Food risultano strategiche anche per
l’azienda dal momento che beneficia costantemente delle sinergie generate dalle nuove integrazioni di
business complementari. Per un dettaglio sulla catena del valore della Società, si rimanda alla sezione
“ESRS 2 BP-1 - Criteri generali per la redazione”.
Un dettaglio sui ricavi per paese e per business unit è disponibile all’interno dell’apposita sezione della
Relazione sulla Gestione. La totalità dei dipendenti si trova in Italia, dove l’azienda ha i propri stabilimenti,
suddivisi geograficamente da nord a sud per offrire un servizio più capillare.
La Società impiega, lungo la catena del valore, risorse essenziali per le proprie attività, tra cui terreni
agricoli, acqua, capitale umano, bestiame, risorse energetiche e materie prime industriali. La sua catena
del valore ha origine nel settore agricolo, soprattutto con l'allevamento di bovini per la produzione di
latte e marginalmente con l’agricoltura per la produzione della materia per la produzione di bevande
vegetali.
Questi elementi sono fondamentali per la produzione e la distribuzione dei loro prodotti alimentari.
La value chain di Centrale del Latte d’Italia riflette un impegno continuo verso la qualità, l'innovazione e
la sostenibilità, garantendo un'offerta diversificata di prodotti che risponde alle esigenze dei consumatori
moderni.
I clienti di CLI sono primariamente B2B, sia GDO con marchi dell’Azienda, che Private Label e
l’attenzione è verso il consumatore finale. I prodotti di Centrale del Latte d’Italia sono, dunque, utilizzati
e scelti dai consumatori in Italia e all’estero e valorizzati dagli stakeholder per la scelta della Società di
focalizzarsi sull’utilizzo di materie prime organiche e per l’impegno nel ridurre gli scarti e i rifiuti.
Le principali iniziative per la sostenibilità includono:
Filiera produttiva responsabile: monitoraggio della provenienza e certificazioni delle materie
prime (es. latte da allevamenti certificati per il benessere animale);
Riduzione dell'impatto ambientale delle proprie operazioni: ottimizzazione dei processi per
ridurre gli sprechi e favorire il riciclo degli scarti produttivi;
Innovazione nei prodotti: sviluppo di alimenti biologici, "free-from" e a ridotto impatto
ambientale;
Packaging sostenibile: utilizzo crescente di materiali a minor impatto ambientale;
Efficienza energetica: ottimizzazione dei consumi energetici negli impianti produttivi.
Tali iniziative sono state definite tenendo presenti le aspettative provenienti dalle principali categorie di
clienti. La definizione di specifici impegni è ancora in fase di elaborazione e verrà completata sulla base
del piano di integrazione delle Società acquisite nel corso dell’anno dalla controllante Newlat Food S.p.A.
Il Gruppo di cui Centrale del Latte d’Italia fa parte si posiziona come un attore chiave nell'offerta di
prodotti della dieta mediterranea e nella fornitura di alimenti salutari. Alcuni degli impegni che il Gruppo
Newlat Food si prefigge in relazione alle tematiche di sostenibilità all’interno della propria catena del
valore riguardano anche Centrale del Latte d’Italia.
Tra queste vi è, ad esempio, l’attenzione al proprio impatto climatico ed a questo proposito, nel 2024 CLI
ha avviato il calcolo delle emissioni di Scope 3 con l'obiettivo di valutare l’avvio di un piano per la
riduzione delle emissioni di gas effetto serra.
Centrale del Latte d’Italia, come tutte le altre società controllate da Newlat Food S.p.A., è e continuerà
ad essere parte di un Gruppo che beneficerà dell’integrazione delle migliori politiche in essere, per poter
portare tutte le realtà che lo compongono ad un livello idoneo.
Attualmente, il Gruppo Newlat Food è impegnato in un dialogo continuo e proattivo con i propri
stakeholder, tra cui anche quelli di CLI, per accrescere la consapevolezza sulle tematiche di sostenibilità,
sugli impatti generati dalle proprie attività e sulle eventuali criticità da affrontare.
A tal fine, Centrale del Latte d’Italia interagisce costantemente con consumatori e clienti per cogliere le
tendenze di mercato e rispondere alle loro aspettative in materia di sostenibilità. Allo stesso tempo,
collabora con fornitori e agricoltori per affrontare insieme le sfide ambientali e sociali lungo l’intera catena
di fornitura, promuovendo pratiche responsabili e sostenibili.
È, inoltre, costante il confronto con i sindacati e i propri dipendenti per assicurare condizioni di lavoro
eque, inclusive e rispettose dei diritti dei lavoratori. Per una panoramica completa sugli stakeholder
dell’azienda e sulle modalità di coinvolgimento adottate, si rimanda alla relativa sezione.
Il Gruppo continue a rafforzare la propria strategia di sostenibilità, garantendo trasparenza e
monitoraggio costante del progresso rispetto agli obiettivi prefissati.
I prodotti e i risultati di Centrale del Latte d’Italia offrono benefici concreti per clienti, investitori e
stakeholder. In particolare, ai clienti viene offerto un prodotto di qualità, sicuro dal punto di vista
alimentare e oggetto di frequenti innovazioni, rispondendo, così, alle esigenze di consumatori attenti alla
salute e alla responsabilità delle proprie scelte. Agli investitori viene proposta una crescita stabile grazie a
un modello di business resiliente e a un impegno rispetto alle tematiche di sostenibilità. Rispetto a tutti
gli altri stakeholder, la Società promuove una filiera responsabile, riducendo l’impatto ambientale e
sostenendo progetti ed iniziative per le comunità locali.
ESRS 2 SBM-2 - Interessi e opinioni dei portatori di interesse
Centrale del Latte d’Italia interagisce con diverse categorie di soggetti, generando per ciascuno di essi interessi
e aspettative. Tali soggetti, gli Stakeholders, comprendono sia attori interni, come i soci, gli azionisti e i
dipendenti, sia esterni, tra cui fornitori, clienti, consumatori e comunità locali.
Stakeholder Engagement
Il coinvolgimento degli Stakeholder si articola in base alla specificità dei loro interessi e alle aspettative
maturate. A ciascuna categoria di stakeholder viene dedicato un approccio di dialogo differenziato e
mirato, con l’obiettivo di rispondere adeguatamente alle diverse esigenze e di favorire una comunicazione
efficace. Questo approccio è cruciale per il raggiungimento di obiettivi di miglioramento e potenziamento
delle relazioni, nonché per l’adozione di misure che minimizzino gli impatti negativi e massimizzino quelli
positivi, in linea con le politiche di sostenibilità del Gruppo di cui la società fa parte.
Nel 2024, con l'intento di rafforzare il dialogo con i portatori di interesse e garantire un coinvolgimento
continuativo, il Gruppo Newlat Food ha lanciato un piano pluriennale di Stakeholder Engagement
integrato, includendo anche gli Stakeholder di Centrale del Latte d'Italia. Tale piano prevede diverse
modalità di interazione, tra cui incontri one-to-one, workshop e survey online, favorendo una
comprensione più approfondita delle dinamiche in corso e permettendo di cogliere tempestivamente
eventuali variazioni negli impatti e di adattare le strategie aziendali di conseguenza. Gli stakeholder sono
rappresentati schematicamente nella tabella sottostante, che riflette l'importanza attribuita a ciascun
soggetto coinvolto, considerando la specificità di ciascun gruppo.
Categoria Descrizione dello Stakeholder Metodo di Coinvolgimento
Enti di
certificazione
Collaborano con la Società per garantire la conformità alle
normative e best practice.
Incontri diretti, survey online, feedback
durante audit.
Consumatori
Al centro delle attività di CLI. La loro salute, sicurezza e
soddisfazione sono la priorità dell’Azienda.
Panel di valutazione, interviste, survey,
eventi e open days.
Clienti
Sia grandi rivenditori che normal trade. L'impegno principale è
garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti attraverso
controlli rigorosi lungo tutta la filiera produttiva.
Survey biennali, scorecard annuali, incontri
diretti, tavole rotonde.
Agricoltori e
produttori
Rapporti essenziali per la qualità e sostenibilità delle materie
prime.
Incontri individuali, survey online, tavole
rotonde.
Governo e
istituzioni
Dialogo per rappresentare priorità aziendali e contribuire a
politiche sostenibili.
Incontri con policymaker, gruppi di lavoro
istituzionali, feedback da audit.
Istituti di
credito
Relazioni basate su trasparenza e fiducia, possibilità di
finanziamenti sostenibili.
Assemblee, incontri con azionisti, survey.
Comunità locali
Supporto attraverso iniziative sociali e collaborazioni con enti
di beneficenza.
Interviste, survey online, incontri diretti,
programmi di volontariato.
Ambiente ed
ecosistemi
Tutela ambientale attraverso approvvigionamento responsabile
e riduzione emissioni.
Collaborazioni con enti di conservazione,
valutazioni d’impatto, certificazioni.
Dipendenti
Programmi di benessere, sviluppo e valorizzazione del
personale.
Survey biennali, incontri regolari,
programmi di formazione.
Azionisti e
investitori
Dialogo trasparente su performance aziendali e strategie future.
Assemblee, report finanziari, roadshow,
incontri con analisti.
Fornitori
Promozione di acquisti responsabili e sostenibilità nella supply
chain.
Survey online, incontri one-to-one, criteri
di sostenibilità nelle gare d’appalto.
Sindacati Dialogo su relazioni industriali e libertà di associazione.
Incontri costanti, possibilità di survey
online.
Università e
istituzioni
accademiche
Collaborazioni su ricerca e innovazione in ambito
agroalimentare e sostenibilità.
Progetti di ricerca, survey online,
partnership accademiche.
Stakeholder Engagement e Strategia Aziendale
Centrale del Latte d’Italia ha integrato il concetto di Stakeholder Engagement nel proprio modello di
business e nella strategia aziendale. Tale approccio permette a Centrale del Latte di allineare le proprie
decisioni aziendali con gli interessi dei portatori di interesse, facendo in modo che le loro opinioni e
aspettative siano adeguatamente considerate. Il dialogo continuo con gli stakeholder contribuisce, inoltre,
ad alimentare un processo di sviluppo responsabile del business, con un impatto positivo sull’ambiente e
sulla società.
Alla luce del piano di stakeholder engagement recentemente definito, le opinioni e gli interessi dei
portatori di interesse verranno progressivamente analizzate nel corso del processo di due diligence e/o
durante l’analisi di rilevanza prevista per i prossimi esercizi. Questo processo permetterà di identificare le
priorità degli stakeholder e di adattare le strategie aziendali in modo che siano allineate agli interessi
comuni.
Tenendo conto degli interessi e delle opinioni raccolte, l’impresa valuta e, se necessario, modifica la
propria strategia e il proprio modello di business.
Gli organi di amministrazione, direzione e controllo dell’azienda vengono regolarmente informati
riguardo agli impatti delle attività aziendali sulla sostenibilità e agli interessi degli stakeholder coinvolti. In
questo modo, le decisioni aziendali sono sempre orientate a rispondere alle esigenze della comunità,
dell’ambiente e degli altri portatori di interesse, garantendo un approccio integrato alla gestione delle
risorse e delle relazioni.
ESRS 2 SBM-3 - Impatti, rischi e opportunità rilevanti e loro interazione con la strategia e il
modello aziendale
Una rappresentazione completa degli impatti, rischi ed opportunità rilevanti è fornita, suddivisa per
questioni di sostenibilità, all’interno dei rispettivi capitoli, ovvero E1 Cambiamenti climatici ed S1 Forza
lavoro propria.
Descrizione della resilienza di un’impresa
Parte integrante della strategia di resilienza della Società è il Sistema di Controllo Interno e di Gestione
dei Rischi, già ampiamente descritto all’interno della sezione GOV-5 a cui si rimanda.
Per affrontare i rischi ambientali, tra cui quelli legati al cambiamento climatico e alla transizione verso
un'economia a basse emissioni di carbonio, CLI monitora costantemente l’evoluzione normativa e adotta
strategie per la gestione sostenibile delle risorse. Gli impatti ambientali legati alle proprie operazioni,
invece, sono mitigati attraverso il rispetto rigoroso delle normative ambientali e l’adozione di prassi
orientate alla minimizzazione delle ripercussioni negative sugli ecosistemi.
Sul fronte sociale e in relazione ai consumatori, la Società assicura la qualità e la sicurezza alimentare,
implementando un sistema di valutazione dei fornitori basato anche su criteri etici e ambientali e
promuove il dialogo con le comunità locali.
Per quanto riguarda le tematiche relative al personale, Centrale del Latte d’Italia gestisce tali rischi ed
impatti impegnandosi a rispettare le normative vigenti in materia di diritti dei lavoratori, di diversità e
inclusione (D&I) e di equilibrio tra vita lavorativa e personale. L'Azienda assicura l’adeguata applicazione
delle disposizioni in tema di salute e sicurezza sul lavoro, prevenendo potenziali criticità attraverso
valutazioni dei rischi e promuovendo ambienti di lavoro conformi agli standard di settore. Inoltre,
monitora costantemente l’evoluzione normativa per adeguare processi e procedure, garantendo pari
opportunità e un trattamento equo a tutti i dipendenti.
CLI si impegna, inoltre, a favorire il rispetto dei diritti umani all’interno della propria catena del valore,
aderendo a linee guida e standard internazionali. Relativamente a questo, il Gruppo Newlat Food ha
redatto un Codice di Condotta dei Fornitori adottato anche da Centrale del Latte d’Italia e sta
implementando processi volti a valutare l’adesione agli standard ESG all’interno della propria catena di
fornitura. A tal proposito, i fornitori più rilevanti sono sottoposti a controlli periodici per assicurare la
loro conformità a standard e linee guida in materia di diritti umani e diritti dei lavoratori.
Infine, la Società implementa misure anticorruzione e garantisce la conformità normativa nelle relazioni
con clienti, fornitori e autorità attraverso l’implementazione di politiche mirate e tramite l’adozione di un
Modello di Organizzazione e Controllo ex D.Lgs. 231/01. Grazie a questi presidi, Centrale del Latte
d'Italia è in grado di affrontare i rischi rilevanti e cogliere opportunità strategiche, mantenendo un modello
di business resiliente e sostenibile.
Gestione degli impatti, dei rischi e delle opportunità
Informativa sul processo di valutazione della rilevanza
ESRS 2 IRO-1 - Descrizione del processo per individuare e valutare gli impatti, i rischi e le
opportunità rilevanti
Processo di Identificazione e Valutazione di Impatti, Rischi e Opportunità nella
Rendicontazione di Sostenibilità
Il processo di individuazione e valutazione degli impatti, dei rischi e delle opportunità, nonché la
determinazione delle informazioni da includere nella presente Rendicontazione di Sostenibilità per l’anno
2024 si articola in diversi passaggi. Per quanto riguarda il processo di consultazione degli stakeholder
(portatori di interesse), tale attività è stata avviata negli anni precedenti assieme alle altre società del
Gruppo Newlat Food. Nel corso dei prossimi anni, il processo di consultazione verrà ulteriormente
implementato e sviluppato in coerenza con il piano di stakeholder engagement definito. Di seguito
vengono descritti i principali step adottati per ottenere l’analisi di doppia rilevanza.
Primo Step: Mappatura delle Catene del Valore
Il primo passaggio ha riguardato la mappatura della catena del valore e sono stati identificati:
Le risorse naturali e sociali chiave utilizzate per le proprie operazioni, nonché le dipendenze e
l'influenza esercitata dalla loro disponibilità su prezzi e qualità;
I settori coinvolti, incluso il settore di riferimento per le attività di CLI, con i relativi beni e servizi
offerti, operanti nei diversi livelli della catena del valore (a monte e a valle), fino al fine vita del
prodotto.
Secondo Step: Analisi di Impatti, Rischi e Opportunità
Successivamente, al fine di individuare gli impatti, i rischi e le opportunità all’interno della propria catena
del valore, la Società ha valutato attentamente in quali questioni di sostenibilità ritiene probabile che tali
impatti, rischi e opportunità possano manifestarsi, in base alla natura delle attività delle varie industry, dei
rapporti commerciali, delle aree geografiche o di altri fattori considerati critici.
Per svolgere questa analisi, sono state considerate tutte le questioni di sostenibilità previste dagli ESRS
tematici (RA 16, Appendice A di ESRS 1) valutando il modo in cui ogni settore della catena del valore
potesse impattare ed ottenendo, così, un elenco delle questioni di sostenibilità ordinate per priorità.
Per supportare questa analisi, la Società ha fatto riferimento a diverse fonti, tra queste vi è, ad esempio, il
Working Paper Draft ESRS SEC1 Sector Classification Standard (pubblicato da EFRAG), gli standard
SASB, studi provenienti da organizzazione internazionali quali il Gruppo Intergovernativo sul
Cambiamento Climatico (IPCC) e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), nonché altri studi
e ricerche di settore provenienti da organizzazioni e centri studio internazionali.
Infine, la società nell’effettuare la suddetta ha preso in considerazione i collegamenti dei suoi impatti e
delle sue dipendenze con i rischi e le opportunità che possono derivare da detti impatti e dipendenze.
Tali collegamenti sono descritti in forma dettagliata all’interno di ogni sezione dedicata alle questioni di
sostenibilità.
A partire da questo elenco, è stata stilata una long-list delle questioni di sostenibilità applicabili per
Centrale del Latte.
Terzo Step: Rilevanza d’Impatto
A partire dalla long-list delle questioni di sostenibilità applicabili per la Società sono stati individuati e
descritti i relativi impatti negativi o positivi, effettivi o potenziali, ovvero gli effetti che Centrale del Latte
d’Italia, attraverso le sue operazioni genera sulla società o sull’ambiente (cosiddetto approccio inside-out)
in relazione ad ogni questione. Tali analisi sono state fatte prendendo in considerazione i tre orizzonti
temporali previsti dal paragrafo 6.4 di ESRS 1 ovvero di breve, di medio e di lungo termine, includendo
non solo gli impatti derivanti dalle operazioni dirette di CLI ma anche quelli derivanti dai propri rapporti
commerciali e dalla propria catena del valore, sia a monte che a valle.
Per definire le questioni rilevanti in ottica inside-out, ogni impatto è stato valutato attraverso la media dei
due criteri:
Gravità che include:
o Entità: severità dell'impatto o benefici apportati;
o Portata: diffusione degli impatti (geografica o sulle persone);
o Irrimediabilità: possibilità di ripristinare la condizione originaria applicabile solo per gli
impatti negativi.
Probabilità: possibilità che l’impatto si verifichi.
Nel caso di impatti sui diritti umani, la gravità è prevalsa sulla probabilità.
A seguito di questa prima valutazione, è stato effettuato un benchmark con i principali competitor per
integrare con eventuali questioni di sostenibilità fino a quel momento non incluse.
È stata, dunque, adottata una soglia per valutare la rilevanza di una questione di sostenibilità in relazione
all'impatto. Di conseguenza, gli impatti, sia positivi che negativi, potenziali o effettivi, con un punteggio
maggiore o uguale a tale soglia sono stati considerati rilevanti per l'azienda.
Quarto Step: Rilevanza Finanziaria
Un tema di sostenibilità è finanziariamente rilevante quando genera, o si prevede che possa generare,
effetti significativi su:
Sviluppo aziendale;
Situazione patrimoniale e finanziaria;
Risultati economici;
Flussi di cassa;
Accesso ai finanziamenti;
Costo del capitale.
Per definire la rilevanza finanziaria, similmente a quanto fatto per l’analisi di rilevanza d’impatto, sono
stati associati rischi ed opportunità ad ogni questione di sostenibilità inclusa nella long-list di cui al
secondo step.
Per fare ciò, è stato preso in considerazione il Modello di Gestione Integrata dei Rischi (Enterprise Risk
Management - ERM) ed in particolare i rischi di natura ESG g precedentemente integrati all’interno del
Risk Assessment. Tali rischi sono elencati all’interno della sezione GOV-5.
Parallelamente, per individuare le opportunità, sono stati valutati i potenziali benefici economico-
finanziari a vantaggio della Società in relazione alle questioni di sostenibilità.
I rischi e le opportunità individuati possono derivare da eventi passati o futuri e non si limitano agli aspetti
sotto il diretto controllo dell'Azienda, ma includono anche elementi attribuibili alla propria catena del
valore ed ai rapporti commerciali al di fuori dell'ambito di consolidamento del bilancio.
Per ottenere le questioni di sostenibilità rilevanti in ottica outside-in, ogni rischio ed opportunità è stato
valutato attraverso la media dei seguenti criteri:
Magnitudo: l’entità delle conseguenze di un rischio o di un’opportunità;
Probabilità: possibilità che il rischio o l’opportunità si concretizzino sulla base di dati storici,
scenari prospettici o analisi statistiche.
Entrambi i criteri sono stati misurati su una scala da 1 a 5.
È stata, dunque, adottata una soglia per valutare la rilevanza di una questione di sostenibilità rispetto ai
rischi ed alle opportunità. Di conseguenza, i rischi e le opportunità, con un punteggio maggiore o uguale
a tale soglia sono stati considerati rilevanti per CLI.
Anche la valutazione dei rischi e delle opportunità è stata condotta su tre orizzonti temporali (breve,
medio e lungo termine), in linea con il paragrafo 6.4 di ESRS 1.
Quinto step: Doppia Rilevanza
In ultima istanza, l'esito della rilevanza d’impatto e quello della rilevanza finanziaria sono stati integrati
per offrire una visione completa della doppia rilevanza. Questo approccio consente di analizzare sia gli
effetti di un evento o un'azione sull’ambiente e sulla società, sia le relative implicazioni economico-
finanziarie per la Società.
Integrazione del processo di valutazione della Doppia Rilevanza con il Processo Decisionale e
le Procedure di Controllo Interno
Come già menzionato all’interno della sezione GOV-5, CLI ha adottato un Sistema di Controllo Interno
e di Gestione dei Rischi (SCIGR), un insieme strutturato di regole, procedure e strutture organizzative
finalizzato a identificare, misurare, gestire e monitorare i principali rischi aziendali, inclusi quelli di natura
ESG. Questo sistema garantisce una gestione dell’impresa coerente con gli obiettivi strategici e operativi,
consentendo un’integrazione efficace della sostenibilità nel processo decisionale e nei controlli interni.
Parallelamente, l’azienda ha implementato presidi specifici per monitorare e gestire gli impatti derivanti
dalle proprie attività. In particolare, la Società si impegna per garantire il rispetto delle normative vigenti,
delle linee guida e degli standard internazionali tra cui, a titolo esemplificativo e non esaustivo:
la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e i principi del Global Compact proposti dalle
Nazioni Unite (ONU);
le Linee Guida OCSE per le Imprese Multinazionali;
gli standard contenuti nella Social Accountability 8000 (SA8000);
i core labour standards promossi dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO); le Linee
Guida per la costruzione dei Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo di Confindustria.
Tale allineamento è favorito attraverso la redazione di procedure e prassi aziendali che disciplinano le
attività operative, assicurando che l’organizzazione sia conforme agli standard ESG e ai requisiti legali
applicabili.
Per un approfondimento sulle politiche, le azioni e gli obiettivi adottati per gestire o mitigare impatti e
rischi, nonché per cogliere le opportunità relative a ciascuna questione di sostenibilità rilevante, si rimanda
ai paragrafi dedicati alle specifiche tematiche. In tali sezioni, è data inoltre disclosure sulle metriche
utilizzate.
ESRS 2 IRO-2 - Obbligo di informativa degli ESRS oggetto della dichiarazione sulla sostenibilità
d’impresa
Per il requisito di riferimento si rimanda all’Indice dei Contenuti presente in calce al Documento.
INFORMAZIONI AMBIENTALI
Informativa a norma dell’articolo 8 del Regolamento (UE) 2020/852
Il 2024 è il quarto anno di applicazione delle disposizioni introdotte dalla Tassonomia Europea, approvata
con il Regolamento 2020/852 (di seguito anche “Regolamento”) ricompreso nel Piano d’Azione per la
Finanza Sostenibile avviato nel 2018 dalla Commissione Europea. Obiettivo del Regolamento, infatti, è
individuare il “grado di ecosostenibilità” di un investimento, aumentando la trasparenza del mercato a
beneficio di consumatori e investitori. Il Regolamento introduce un sistema di classificazione unico a
livello comunitario per l’identificazione di attività economiche ecosostenibili. La normativa, infatti,
prevede che, per stabilire se un’attività sia ecosostenibile, essa deve contribuire al raggiungimento di uno
o più dei seguenti sei obiettivi ambientali:
mitigazione del cambiamento climatico;
adattamento al cambiamento climatico;
uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti;
prevenzione e riduzione dell’inquinamento;
protezione e ripristino della biodiversità e della salute degli ecosistemi.
Nel 2021, la Commissione Europea ha adottato il Climate Delegated Act che disciplina i primi due
obiettivi climatici (mitigazione e adattamento), stabilendo i criteri di vaglio tecnico per le attività
economiche che possono contribuire in modo sostanziale al loro raggiungimento senza arrecare danni
significativi ai restanti obiettivi ambientali. Nel corso del 2023 la Commissione ha pubblicato due
importanti aggiornamenti relativi alla tassonomia ed in particolare:
pubblicazione del Regolamento Delegato 2023/2485 (giugno 2023) che modifica il Climate
Delegated Act, il quale ha introdotto delle nuove attività e fissato alcuni criteri di vaglio tecnico
supplementari sui primi due obiettivi esistenti “mitigazione del cambiamento climatico” e
“adattamento al cambiamento climatico”;
adozione dell’Environmental Delegated Act (novembre 2023), che definisce negli allegati I, II,
III e IV, le attività ammissibili rispetto ai quattro obiettivi ambientali della Tassonomia, ovvero:
i) uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine ii) transizione verso l’economia
circolare iii) prevenzione e riduzione dell’inquinamento, iv) protezione e ripristino della
biodiversità e della salute degli ecosistemi, ed i relativi criteri di vaglio tecnico.
Oggi la Tassonomia identifica 16 settori che includono un totale di oltre 100 attività economiche. Di tali
attività, 87 possono fornire un contributo sostanziale sia all’obiettivo di mitigazione sia di adattamento al
cambiamento climatico, 14 solo alla mitigazione e 19 solo all’adattamento. In riferimento agli obiettivi
ambientali sono state individuate un totale di 34 attività, due delle quali comuni anche agli obiettivi
climatici e una che può fornire un contributo sostanziale sia all’obiettivo prevenzione e riduzione
dell’inquinamento sia all’obiettivo transizione verso l’economia circolare.
In relazione all’esercizio 2024, le imprese non finanziarie soggette al Regolamento sono tenute a
pubblicare un’informativa relativa alle attività economiche ammissibili e allineate con riferimento ai sei
obiettivi ambientali e agli indicatori quantitativi di prestazione economica (KPI) ossia le quote di
fatturato, spese in conto capitale (CapEx) e spese operative (OpEx) ad esse riconducibili.
Per l’esercizio 2024, Centrale del Latte d’Italia ha definito l’analisi di ammissibilità finalizzata a
determinare le attività esercitate dalla Società che trovano riscontro con quelle elencate e descritte negli
allegati I e II del Climate Delegated Act, negli allegati I, II, III, IV dell’Environmental Delegated Act e
all’interno dell’Atto Delegato 2023/2485. Inoltre, l’azienda ha anche analizzato le eventuali attività
ammissibili con riferimento a CapEx e OpEx relativi all’acquisto di prodotti derivanti da attività
economiche ammissibili e allineate alla tassonomia e a singole misure che consentono alle attività
obiettivo di ridurre il proprio profilo emissivo. Tale analisi ha portato all’individuazione delle seguenti
attività ammissibili.
Obiettivo di mitigazione del cambiamento climatico (CCM)
Con riferimento ai CapEx associati agli output di attività ammissibili o a misure individuali:
5.1 Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta, trattamento e fornitura di acqua
5.3 Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue
Con riferimento agli Opex associati agli output di attività ammissibili o a misure individuali:
4.16 Installazione e funzionamento di pompe di calore elettriche
5.1 Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta, trattamento e fornitura di acqua
5.2 Rinnovo di sistemi di raccolta, trattamento e fornitura di acqua
5.3 Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue
7.2 Ristrutturazione di edifici esistenti
7.3 Installazione, manutenzione e riparazione di dispositivi per l’efficienza energetica
Si specifica che con riferimento al Regolamento Delegato 2022/1214, il quale ha introdotto attività
economiche nel settore energetico, incluso quello nucleare e del gas, la Società ha identificato le seguenti
attività ammissibili per Opex:
4.30 Cogenerazione ad alto rendimento di calore/freddo ed energia elettrica a partire da
combustibili gassosi fossili
Obiettivo di adattamento al cambiamento climatico (CCA)
Con riferimento all’obiettivo adattamento al cambiamento climatico, la Comunicazione della
Commissione C/2023/305, del 20 Ottobre 2023, ha chiarito che, per quanto concerne le attività adattate,
ossia quelle non abilitanti, per determinare l’ammissibilità, l’impresa comunicante deve aver svolto un
climate risk assessment e dovrebbe implementare le soluzioni di adattamento che potrebbero rendere
l’attività economica adattata più resiliente ai cambiamenti climatici.
Sulla base di questo chiarimento, nonostante la Società, svolga un’attività di Risk Assesment sui propri
sistemi, volta primariamente a valutare le possibili cause di discontinuità (tra cui anche quelle legate al
cambiamento climatico) dei propri processi critici, non svolge un’attività di climate change risk
assessment ai sensi dei requisiti del Regolamento tassonomico e non identifica implementa soluzioni
di adattamento corrispondenti ai rischi identificati. Questa interpretazione ha portato la Società a
modificare la propria analisi di ammissibilità all’adattamento ai cambiamenti climatici e a non considerare
alcuna delle sue attività ammissibile a questo obiettivo.
Transizione verso un’economia circolare (CE)
Con riferimento agli Opex associati agli output di attività ammissibili o a misure individuali:
3.2 Ristrutturazione di edifici esistenti
In ottemperanza alle previsioni del Regolamento, per ciascuna attività ammissibile individuata, con
riferimento ai tre obiettivi climatici, è stato inoltre valutato l’allineamento ai seguenti criteri:
criteri di contributo sostanziale: per ogni attività ammissibile è stata svolta la verifica del rispetto
delle soglie tecniche previste per stabilirne il contributo sostanziale al raggiungimento
dell’obiettivo di mitigazione e/o adattamento;
criteri per “non arrecare un danno significativo” (Do No Significant Harm, o DNSH): verifica
dei requisiti tecnici e normativi volti ad assicurare che l’attività in questione, oltre a fornire un
contributo ad almeno un obiettivo del Regolamento, non arrechi danni significativi agli altri
obiettivi ambientali;
garanzie minime di salvaguardia: verifica che l’attività sia svolta nel rispetto delle misure minime
di salvaguardia sociale richiamate dal Regolamento in materia di diritti umani e del lavoro.
Criteri di contributo sostanziale
Ai fini della valutazione di allineamento, per ciascuna delle attività economiche considerate ammissibili è
stata verificata la conformità ai criteri di contributo sostanziale al fine di determinare il contributo
sostanziale di ciascuna attività al raggiungimento degli obiettivi climatici di mitigazione e adattamento.
4.16 Installazione e funzionamento di pompe di calore elettriche
Come descritto, la Società svolge attività che corrispondono alla descrizione dell’attività, presente
nell’allegato I del Climate Delegated Act (mitigazione del cambiamento climatico), 4.16 Installazione e
funzionamento di pompe di calore elettriche - e pertanto considerate, ai fini di questa analisi, ammissibili.
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI CONTRIBUTO SOSTANZIALE ALL’OBIETTIVO CCM:
Adottando un approccio conservativo e prudenziale, la Società considera l’attività non conforme ai criteri
di contributo sostanziale in quanto non sono disponibili elementi sufficienti da permettere una completa
valutazione del rispetto del criterio.
4.30 Cogenerazione ad alto rendimento di calore/freddo ed energia elettrica a partire da
combustibili gassosi fossili
Come descritto, la Società svolge attività che corrispondono alla descrizione dell’attività, presente
nell’allegato I del Climate Delegated Act (mitigazione del cambiamento climatico), 4.30 Cogenerazione
ad alto rendimento di calore/freddo ed energia elettrica a partire da combustibili gassosi fossili - e
pertanto considerate, ai fini di questa analisi, ammissibili.
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI CONTRIBUTO SOSTANZIALE ALL’OBIETTIVO CCM:
Adottando un approccio conservativo e prudenziale, la Società considera l’attività non conforme ai criteri
di contributo sostanziale in quanto non sono disponibili elementi sufficienti da permettere una completa
valutazione del rispetto del criterio.
5.1 Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta, trattamento e fornitura di acqua
Le spese in conto capitale e le spese operative relative agli interventi volti a recuperare e a ripristinare
edifici di proprietà o in locazione, che corrispondono alla descrizione dell’attività, presente nell’allegato I
del Climate Delegated Act (mitigazione del cambiamento climatico), 5.1 Costruzione, espansione e
gestione di sistemi di raccolta, trattamento e fornitura di acqua.
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI CONTRIBUTO SOSTANZIALE ALL’OBIETTIVO CCM: In
assenza di elementi sufficienti da permettere una completa valutazione del rispetto del criterio, secondo
un approccio conservativo e prudenziale, la Società ritiene l’attività non allineata ai criteri di contributo
sostanziale.
5.2 Rinnovo di sistemi di raccolta, trattamento e fornitura di acqua
Come descritto, la Società svolge attività che corrispondono alla descrizione dell’attività, presente
nell’allegato I del Climate Delegated Act (mitigazione del cambiamento climatico), 5.2 Rinnovo di sistemi
di raccolta, trattamento e fornitura di acqua - e pertanto considerate, ai fini di questa analisi, ammissibili.
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI CONTRIBUTO SOSTANZIALE ALL’OBIETTIVO CCM:
Adottando un approccio conservativo e prudenziale, la Società considera l’attività non conforme ai criteri
di contributo sostanziale in quanto non sono disponibili elementi sufficienti da permettere una completa
valutazione del rispetto del criterio.
5.3 Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue
Le spese in conto capitale e le spese operative relative agli interventi volti a recuperare e a ripristinare
edifici di proprietà o in locazione, che corrispondono alla descrizione dell’attività, presente nell’allegato I
del Climate Delegated Act (mitigazione del cambiamento climatico), 5.3 Costruzione, espansione e
gestione di sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue.
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI CONTRIBUTO SOSTANZIALE ALL’OBIETTIVO CCM: In
assenza di elementi sufficienti da permettere una completa valutazione del rispetto del criterio, secondo
un approccio conservativo e prudenziale, la Società ritiene l’attività non allineata ai criteri di contributo
sostanziale.
7.2 Ristrutturazione di edifici esistenti
Le spese operative relative agli interventi volti a recuperare e a ripristinare edifici di proprietà o in
locazione, che corrispondono alla descrizione dell’attività, presente nell’allegato I del Climate Delegated
Act (mitigazione del cambiamento climatico), 7.2 - Ristrutturazione di edifici esistenti - sono pertanto
considerate, ai fini di questa analisi, ammissibili.
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI CONTRIBUTO SOSTANZIALE ALL’OBIETTIVO CCM: In
assenza di elementi sufficienti da permettere una completa valutazione del rispetto del criterio, secondo
un approccio conservativo e prudenziale, la Società ritiene l’attività non allineata ai criteri di contributo
sostanziale.
3.2 Ristrutturazione di edifici esistenti
Le spese operative relative agli interventi volti a recuperare e a ripristinare edifici di proprietà o in
locazione, che corrispondono alla descrizione dell’attività, (Transizione verso un’economia circolare), 3.2
- Ristrutturazione di edifici esistenti - sono pertanto considerate, ai fini di questa analisi, ammissibili.
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI CONTRIBUTO SOSTANZIALE ALL’OBIETTIVO CE: In
assenza di elementi sufficienti da permettere una completa valutazione del rispetto del criterio, secondo
un approccio conservativo e prudenziale, la Società ritiene l’attività non allineata ai criteri di contributo
sostanziale.
7.3 Installazione, manutenzione e riparazione di dispositivi per l’efficienza energetica
Le spese operative relative all’intervento di installazione di un nuovo condizionatore, che corrisponde
alla descrizione dell’attività, presente nell’allegato I del Climate Delegated Act (mitigazione del
cambiamento climatico), 7.3 - Installazione, manutenzione e riparazione di dispositivi per l’efficienza
energetica - sono pertanto considerate, ai fini di questa analisi, ammissibili.
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI CONTRIBUTO SOSTANZIALE ALL’OBIETTIVO CCM: I
criteri di contributo sostanziale prevedono che l’attività consista in una misura individuale volta a
migliorare l’efficienza energetica degli edifici, in conformità con la direttiva 2010/31/UE. Tra le misure
è inclusa l’installazione, sostituzione, manutenzione e riparazione di impianti di riscaldamento,
ventilazione, condizionamento dell’aria e riscaldamento dell’acqua con tecnologie ad alta efficienza. Tale
misura deve rispettare i requisiti minimi e le classificazioni di efficienza energetica stabilite nelle normative
nazionali ed europee pertinenti. Pertanto, in assenza di elementi sufficienti da permettere una completa
valutazione del rispetto del criterio, la Società ritiene l’attività non allineata ai criteri di contributo
sostanziale.
Criteri di Do No Significant Harm
I criteri “Do No Significant Harm” (DNSH) definiscono le condizioni secondo le quali le attività sono
svolte senza arrecare un danno agli altri obiettivi ambientali. La Società ha verificato, per ciascuna attività
ammissibile rispetto all’obiettivo mitigazione al cambiamento climatico, la relativa conformità a tali criteri.
4.16 Installazione e funzionamento di pompe di calore elettriche
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI DNSH PER L’OBIETTIVO CCM: Per l’attività 4.16, l’allegato I
del Climate Delegated Act prevede criteri di DNSH rispetto a quattro obiettivi: adattamento ai
cambiamenti climatici, uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine, transizione verso
un’economia circolare e prevenzione e riduzione dell’inquinamento. Con riferimento agli interventi svolti
nel corso del 2024, in assenza di elementi sufficienti da permettere una completa valutazione del rispetto
del criterio, secondo un approccio conservativo e prudenziale, la Società ritiene l’attività non allineata.
4.30 Cogenerazione ad alto rendimento di calore/freddo ed energia elettrica a partire da
combustibili gassosi fossili
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI DNSH PER L’OBIETTIVO CCM: Per l’attività 4.30, l’allegato I
del Climate Delegated Act prevede criteri di DNSH rispetto agli obiettivi di adattamento ai cambiamenti
climatici, uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine, e prevenzione e riduzione
dell’inquinamento e protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Con riferimento agli
interventi svolti nel corso del 2024, in assenza di elementi sufficienti da permettere una completa
valutazione del rispetto del criterio, secondo un approccio conservativo e prudenziale, la Società ritiene
l’attività non allineata.
5.1 Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta, trattamento e fornitura di acqua
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI DNSH PER L’OBIETTIVO CCM: Per l’attività 5.1, l’allegato I
del Climate Delegated Act prevede criteri di DNSH rispetto agli obiettivi di adattamento ai cambiamenti
climatici, uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine e ripristino della biodiversità e
degli ecosistemi. Con riferimento agli interventi svolti nel corso del 2024, in assenza di elementi sufficienti
da permettere una completa valutazione del rispetto del criterio, secondo un approccio conservativo e
prudenziale, la Società ritiene l’attività non allineata.
5.2 Rinnovo di sistemi di raccolta, trattamento e fornitura di acqua
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI DNSH PER L’OBIETTIVO CCM: Per l’attività 5.2, l’allegato I
del Climate Delegated Act prevede criteri di DNSH rispetto agli obiettivi di adattamento ai cambiamenti
climatici, uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine e ripristino della biodiversità e
degli ecosistemi. Con riferimento agli interventi svolti nel corso del 2024, in assenza di elementi sufficienti
da permettere una completa valutazione del rispetto del criterio, secondo un approccio conservativo e
prudenziale, la Società ritiene l’attività non allineata.
5.3 Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI DNSH PER L’OBIETTIVO CCM: Per l’attività 5.3, l’allegato I
del Climate Delegated Act prevede criteri di DNSH rispetto agli obiettivi di adattamento ai cambiamenti
climatici, uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine, prevenzione e riduzione
dell’inquinamento e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Con riferimento agli interventi svolti
nel corso del 2024, in assenza di elementi sufficienti da permettere una completa valutazione del rispetto
del criterio, secondo un approccio conservativo e prudenziale, la Società ritiene l’attività non allineata.
7.2 Ristrutturazione di edifici esistenti
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI DNSH PER L’OBIETTIVO CCM: Per l’attività 7.2, l’allegato I
del Climate Delegated Act prevede criteri di DNSH rispetto agli obiettivi di adattamento ai cambiamenti
climatici, di uso e protezione delle acque e delle risorse marine, di transizione verso un’economia circolare
e prevenzione e riduzione dell’inquinamento. Con riferimento agli interventi svolti nel corso del 2024
sugli edifici di proprietà o in locazione, in assenza di elementi sufficienti da permettere una completa
valutazione del rispetto del criterio, secondo un approccio conservativo e prudenziale, la Società ritiene
l’attività non allineata.
3.2 Ristrutturazione di edifici esistenti
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI DNSH PER L’OBIETTIVO CE: Per l’attività 3.2, sono previsti
criteri di DNSH rispetto agli obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai
cambiamenti climatici, di uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine, prevenzione e
riduzione dell’inquinamento e protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Con riferimento
agli interventi svolti nel corso del 2024 sugli edifici di proprietà o in locazione, in assenza di elementi
sufficienti da permettere una completa valutazione del rispetto del criterio, secondo un approccio
conservativo e prudenziale, la Società ritiene l’attività non allineata.
7.3 - Installazione, manutenzione e riparazione di dispositivi per l’efficienza energetica
VALUTAZIONE DEI CRITERI DI DNSH PER L’OBIETTIVO CCM: Per le spese in conto capitale
relative all’attività 7.3, l’allegato I del Climate Delegated Act prevede criteri di DNSH rispetto agli obiettivi
di adattamento ai cambiamenti climatici e di prevenzione e riduzione dell’inquinamento. Con riferimento
agli investimenti sostenuti nell’anno per l’installazione di impianti per l’efficienza, in assenza di elementi
sufficienti da permettere una completa valutazione del rispetto del criterio, secondo un approccio
conservativo e prudenziale, la Società ritiene l’attività non allineata.
In aggiunta a quanto sopra riportato, si richiama il tema del climate change risk assessment, richiesto
come DNSH all’obiettivo di adattamento al cambiamento climatico per ognuna delle attività in oggetto.
Come anticipato, nonostante la Società svolga un’attività di Risk Assesment sui propri sistemi, volta
primariamente a valutare le possibili cause di discontinuità (tra cui anche quelle legate al cambiamento
climatico) dei propri processi critici, non svolge un’attività di climate change risk assessment ai sensi dei
requisiti del Regolamento tassonomico e non identifica implementa soluzioni di adattamento
corrispondenti ai rischi identificati. Questo elemento contribuisce all’impossibilità di decretare
l’allinemento delle attività della Società.
Garanzie minime di salvaguardia
Infine, la Società ha analizzato il proprio grado di adesione ai principi richiamati dell’Articolo 18 del
Regolamento, che definisce le misure minime volte a garantire che un’attività economica sia svolta nel
rispetto dei diritti umani e del lavoro in linea con le linee guida OCSE destinate alle imprese multinazionali
e con i Principi guida dell’ONU su imprese e diritti umani, compresi quelli stabiliti dalle otto convenzioni
fondamentali dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), e dalla Carta internazionale dei diritti
dell’uomo. La Società ha quindi effettuato un’analisi degli elementi esplicitati nei documenti richiamati
nell’Articolo 18, anche sulla base delle indicazioni fornite dalla Platform on Sustainable Finance, e
considerando i chiarimenti forniti dalla Commissione attraverso la Comunicazione (2023/C 211/01).
Tenendo presente questi riferimenti, ha verificato il livello di presidio in essere in tema di diritti umani,
interessi del consumatore, corruzione, concorrenza e fiscalità. La normativa italiana, in materia di diritti
umani e del lavoro, disciplina diversi aspetti richiamati dall’Articolo 18, come, ad esempio la tutela della
privacy la salute e sicurezza, la corruzione, la concorrenza leale, la fiscalità. Centrale del Latte d’Italia,
oltre ad agire nel rispetto delle normative nazionali vigenti nei paesi in cui opera, svolge le proprie attività
perseguendo una crescita sostenibile e inclusiva, operando in linea con la Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani, le Convenzioni ILO e i principi emanati dal Global Compact delle Nazioni Unite (United
Nations Global Compact) cui ha aderito.
Tra gli strumenti che la Società adotta per promuovere il rispetto delle garanzie minime di salvaguardia,
sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione, rientra il Codice etico e di condotta. Inoltre, la Società
dimostra di osservare il principio di “non arrecare danno significativo” così come previsto dalla SFDR,
art. 2, punto 1736, trattando il tema del gender pay gap e della diversità di genere negli organi di
governance e riportando i rispettivi indicatori all’interno della Rendicontazione. Infine, la Società dichiara
di non avere quote di investimenti nelle imprese beneficiarie di investimenti coinvolte nella fabbricazione
o nella vendita di armi controverse. A dimostrazione dell’impegno della Società nel promuovere un
comportamento etico e responsabile, per l’anno di rendicontazione 2024 non si sono registrati casi di
non compliance relativi alle tematiche di diritti umani, interessi del consumatore, corruzione, concorrenza
e fiscalità.
Tuttavia, visti i chiarimenti della Commissione, la quale ha specificato che le “garanzie minime di
salvaguardia” prevedono delle “procedure di dovuta diligenza e di riparazione attuate da un’impresa che
svolge un’attività economica; e, considerando gli attuali sviluppi in merito alla Direttiva sul Dovere di
Diligenza delle Imprese, la Società, avendo identificato degli aspetti di miglioramento e di ulteriore
formalizzazione in ottica capillare sul proprio perimetro, secondo un approccio conservativo e
prudenziale, ritiene le proprie attività non allineate alle garanzie minime di salvaguardia. Similarmente
Centrale del Latte d’Italia secondo un approccio conservativo e prudenziale, non ritiene sufficienti le
attuali pratiche in essere sulla catena di fornitura per poter considerare allineate ai criteri di minimum
safeguards le attività relative all’acquisto di prodotti derivanti da attività economiche ammissibili e
allineate alla tassonomia e a singole misure che consentono di contribuire a uno o più dei sei obiettivi
della Tassonomia. In questo contesto, ritiene infatti che sarebbe opportuno allinearsi alle buone pratiche
di mercato e svolgere una verifica specifica dei minimum safeguards anche sui fornitori delle singole
attività ammissibili.
Metodologia di calcolo dei KPI
Gli allegati del Disclosure Delegated Act (EU) 2021/2178 (di seguito “Disclosure Delegated Act”)
richiedono di calcolare la percentuale di Turnover, CapEx ed OpEx associati ad attività ammissibili ed
allineate. Per rispondere a tale obbligo normativo, come indicato nei paragrafi precedenti, la Società ha
individuato le proprie attività ammissibili e una volta valutate quali di esse fossero in linea con i criteri
di allineamento ha calcolato i KPI previsti dal Regolamento. I paragrafi successivi presentano in
dettaglio le analisi svolte per rispondere ai requisiti informativi del Disclosure Delegated Act, dettagliando
le metodologie applicate e le voci contabili considerate ai fini del calcolo dei KPI.
Turnover
L’attività d’impresa non rientra tra i settori specificamente contemplati dal Regolamento 2020/852,
pertanto per l’anno fiscale 2024 non sono stati registrati ricavi ammissibili allineati.
CapEx
La Società, per il calcolo del denominatore del KPI di CapEx, ha considerato gli incrementi incorsi nel
periodo di riferimento relativi ad attività materiali, ad attività immateriali e le immobilizzazioni per diritto
d’uso. L’approccio utilizzato per l’estrazione delle suddette numeriche ha previsto un’analisi dei dati
contabili, riportante gli investimenti condotti nel corso dell’esercizio. In linea con il Disclosure Delegated
Act, per il calcolo della quota di CapEx, la Società ha considerato i seguenti valori:
denominatore: per il calcolo del denominatore la Società ha considerato le attività materiali
contabilizzate secondo il principio contabile IAS 16, le attività immateriali contabilizzate secondo il
principio contabile IAS 38 e i leasing contabilizzati secondo il principio contabile IFRS 16. Tale analisi
ha restituito un valore totale riferito all’esercizio 2024 pari a: 3.338.311 Euro.
numeratore delle attività ammissibili: al fine della determinazione del numeratore, sono stati
considerati i CapEx relativi ad asset o processi associati ad attività ammissibili e all’acquisto di prodotti
derivanti da attività economiche ammissibili alla tassonomia. A questo proposito, la Società ha incluso
nel numeratore del KPI i seguenti valori:
o 5.1 Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta, trattamento e fornitura di acqua
3.100
o 5.3 Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue
62.537
Inoltre, si specifica che l’estrazione del dato associato alle categorie ammissibili sopracitate è stata
effettuata in modo puntuale, dove possibile, dalle informazioni disponibili nei sistemi contabili
attualmente in uso.
numeratore delle attività allineate: la quota parte degli incrementi relativi alle voci considerate per il
calcolo del denominatore associate ad attività allineate risulta pari a 0 in quanto la società (o i suoi
fornitori, dove applicabile) non rispetta i criteri di vaglio tecnico e le garanzie minime di salvaguardia
delle attività sopracitate.
OpEx
In linea con il Disclosure Delegated Act, per il calcolo della quota di OpEx, la Società ha considerato i
seguenti valori:
denominatore: per il calcolo del denominatore si è proceduto con un’analisi del piano dei conti della
Società, individuando gli item associabili alle categorie di costo citate dal Disclosure Delegated Act.
Il risultato di tali analisi ha determinato un valore pari a 28.775 migliaia di Euro.
numeratore delle attività ammissibili: la Società ha sostenuto le seguenti spese:
o 4.16 Installazione e funzionamento di pompe di calore elettriche 33.455
o 4.30 Cogenerazione ad alto rendimento di calore/freddo ed energia elettrica a partire da
combustibili gassosi fossili 316.587
o 5.1 Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta, trattamento e fornitura di acqua
18.992
o 5.2 Rinnovo di sistemi di raccolta, trattamento e fornitura di acqua 1.181
o 5.3 Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue
477.477
o 7.2 Ristrutturazione di edifici esistenti 14.156
o 7.3 Installazione, manutenzione e riparazione di dispositivi per l’efficienza energetica 19.096
numeratore delle attività allineate: la quota parte di OpEx associata ad attività allineate risulta pari a
0 in quanto la società per le attività sopra citate non rispetta i criteri di vaglio tecnico e le garanzie
minime di salvaguardia.
E1 - CAMBIAMENTI CLIMATICI
ESRS 2 - GOV-3 - Integrazione delle prestazioni in termini di sostenibilità nei sistemi di
incentivazione
Come illustrato nel paragrafo “GOV-3” della sezione “ESRS 2 Informazioni generali”, Centrale del
Latte d’Italia ha integrato obiettivi di sostenibilità nella componente variabile delle politiche retributive
del Presidente, dell’Amministratore Delegato, degli Amministratori non esecutivi (ad eccezione degli
Indipendenti) e dei Dirigenti con responsabilità strategiche.
Per queste figure, parte della retribuzione variabile è subordinata al conseguimento di specifici obiettivi
quantitativi triennali, approvati dal Consiglio di Amministrazione. Tra questi, è incluso un obiettivo
mirato alla riduzione delle emissioni di CO, in particolare alla riduzione del rapporto tra emissioni di
CO (relativamente allo Scope 1 e Scope 2) e fatturato. L’obiettivo incide per il 10% sul totale della
remunerazione variabile
5
.
ESRS 2 IRO-1 Descrizione dei processi per individuare e valutare gli impatti i rischi e le
opportunità rilevanti legate al clima
Analisi degli scenari legati al clima
Per valutare l'esposizione della Società ai rischi legati al clima è stata effettuata una valutazione basata su
due scenari: aumento limitato della temperatura (1,5 gradi) aumento elevato della temperatura (3-4 gradi).
I rischi legati al clima sono generalmente suddivisi in due principali categorie:
1. Rischi legati alla transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio, che possono
comportare ampi cambiamenti di policy, legali, tecnologici e di mercato. Questi sono indicati
come rischi di transizione.
2. Rischi legati agli impatti fisici del cambiamento climatico, causati da eventi meteorologici
estremi, come uragani e inondazioni, così come cambiamenti cronici a lungo termine, come
l'aumento delle temperature medie globali e del livello del mare. Questi cambiamenti possono
avere impatti ampi sulle operazioni e sulle catene di approvvigionamento, sulle reti di
distribuzione, sui clienti e sui mercati. Questi sono comunemente indicati come rischi fisici.
RCP 2.6 (transizione accelerata) aumento limitato tra 1.5° C e 2.0° C
In questo scenario, tutte le attuali promesse di zero emissioni nette vengono realizzate completamente e
ci sono sforzi estensivi per raggiungere riduzioni delle emissioni a breve termine. Lo scenario è coerente
con il limite dell'aumento della temperatura globale a meno di 2°C.
RCP 8.5 (business as usual) aumento della temperatura tra 3,3° C e 4.5° C
Questo scenario non è allineato alle promesse delineate nell'Accordo di Parigi e rappresenta un contesto
in cui i paesi non riescono a soddisfare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Essenzialmente significa che le emissioni continuano a crescere ai tassi storici finora registrati. L'aumento
5
In tutto, gli obiettivi di performance non finanziaria incidono per il 30% sul totale della remunerazione variabile. Ai due
menzionati all’interno della sezione E1, si aggiunge un terzo obiettivo di carattere sociale che incide per un ulteriore
10% e riguarda il mantenimento del rapporto di genere donna su uomo in linea con il benchmark di settore.
della temperatura supererà i C entro il 2100, portando ad una elevata perdita di biodiversità ed
estinzione delle specie.
Nel completare la nostra valutazione del rischio sono stati considerati i seguenti rischi, ritenuti materiali
in termini di impatto e probabilità di accadimento:
Le future risposte politiche normative per affrontare il cambiamento climatico che potrebbero
portare all'imposizione di tasse sul carbonio da parte dei paesi in cui produciamo o acquistiamo
beni da terze parti.
Aumenti dei livelli di stress idrico che potrebbero portare a interruzioni nella fornitura di acqua
alla Società e ai siti di fornitura di terze parti.
Aumento della frequenza e dell'impatto degli eventi meteorologici estremi che potrebbero causare
interruzioni ai siti di Centrale del Latte d’Italia e dei fornitori terzi.
Sono, dunque, stati identificati i seguenti rischi fisici e di transizione legati al clima. Gli orizzonti temporali
considerati dalla Società sono breve, medio e lungo, come definito dagli standard ESRS.
Rischi di Transizione
Tema Rischio Orizzonte
temporale
Impatto sul business
Market Competitor più celeri
nelle risposte ai
fabbisogni derivanti dai
rischi climatici
Breve Perdita di ricavi ed EBITDA sia per prodotti realizzati
internamente, che per prodotti realizzati da terzi.
Ridotta efficienza operativa dei macchinari e aumento
dell’impatto dei costi generali e amministrativi
Policy Aumento degli obblighi
di reporting ESG
Breve Costi di conformità più elevati e di conseguenza
aumento del costo dei prodotti e dei servizi
Nuovi regolamenti o
leggi che portano ad un
aumento delle imposte su
prodotti o servizi e
conseguente aumento
degli oneri
Medio I prodotti principali sono soggetti a maggiori imposte e
quindi ad un aumento del costo per il consumatore o
una riduzione del margine per la Società
Normative ambientali più
severe possono imporre
tasse sul carbonio e
obblighi di conformi
che aumentano i costi
aziendali
Lungo Aumento dei costi operativi a causa di un aumento dei
costi legati alle emissioni di carbonio
Sanzioni legate al
mancato raggiungimento
di obiettivi climatici di
dominio pubblico
Breve Impatto reputazionale, con conseguenza finanziarie che
incidono sulle prestazioni aziendali
Tecnologico Aumento dei costi
energetici e del prezzo
del carbonio
Medio Costi operativi e spese più elevati per condurre le
proprie operation e realizzare i target Net Zero
Mancato monitoraggio
dei consumi energetici Breve
Un controllo inefficace dei consumi energetici può
portare a sprechi, costi elevati e una percezione negativa
dell’azienda
Rischi fisici
Tema Rischio Orizzonte
temporale
Impatto sul business
Rischi fisici
sulle operation
Incremento di costo delle
materie prime e
potenziale interruzione
della catena distributiva
Breve Maggiore spesa per le materie prime a causa delle
fluttuazioni dei prezzi. Instabilità causata da rischi
climatici di transizione nella catena di distribuzione
Aumento dei costi
operativi per
riscaldamento e
raffreddamento;
Aumento della
dipendenza da acqua da
aree a stress idrico;
Potenziale interruzione
della catena distributiva
Lungo Il cambiamento delle temperature o gli estremi di
calore/freddo richiedono costi aggiuntivi per
riscaldare/raffreddare; aumento dei costi assicurativi in
caso di eventi meteorologici acuti e danni associati al sito
e interruzioni della produzione
Rischi fisici
sulla supply
chain
Riduzione della resa della
fornitura agricola e ittica
per molteplici cause
(inondazioni, eventi
estremi, parassiti,
riduzione biodiversità,
ecc.)
Lungo L'alterazione degli ecosistemi e fenomeni come aumento
delle temperature, innalzamento del livello del mare,
scarsità d’acqua, perdita di biodiversità, cambiamenti
nella produttività del suolo possono compromettere la
disponibilità di materie prime e aumentare i costi
operativi
Interruzione della catena
di fornitura
Lungo
La dipendenza da fornitori globali può essere
compromessa da eventi imprevisti, causando ritardi e
carenze di materie prime
ESRS 2 SBM- 3 - Impatti, rischi e opportunità rilevanti e loro interazione con la strategia e il
modello aziendale
A seguito dell’analisi di Doppia Rilevanza, illustrata in dettaglio nella sezione "Informativa sul processo
di valutazione della rilevanza”, emergono alcuni impatti negativi significativi legati al tema E1
Cambiamento Climatico.
Impatti rilevanti
Sub-topic Impatto Descrizione dell'Impatto
Posizionamento nella
C.V.
Adattamento ai
cambiamenti climatici
Ricollocazione degli
impianti di
produzione in aree
più resilienti
La ricollocazione degli impianti in aree
più resilienti può portare, da un lato,
alla creazione di nuovi posti di lavoro
in altre aree, ma dall'altro comporta la
perdita di occupazione per le persone
impiegate stabilmente nei siti di
produzione.
Operazioni proprie
Mitigazione dei
cambiamenti
Emissioni di gas
serra legate
all’agricoltura e
all’allevamento (e
relativo
cambiamento
climatico)
Nel settore agricolo e zootecnico, la
maggior parte delle emissioni deriva
direttamente dagli animali, attraverso il
rilascio di metano durante la
fermentazione enterica e dalla gestione
e trattamento del letame. Le emissioni
dirette derivanti dall'allevamento e dalla
produzione di bestiame rappresentano
una quota significativa delle emissioni
totali di gas serra.
Upstream
Mitigazione dei
cambiamenti
Emissioni di gas
serra derivanti dalle
attività manifatturiere
(e relativo
cambiamento
climatico)
I produttori del settore Food &
Beverage generano emissioni dirette di
gas serra (GHG) attraverso le
operazioni di trasformazione e
trasporto dei beni via terra e via mare.
Le attività di produzione e
trasformazione richiedono un elevato
consumo di energia, prevalentemente
da fonti non rinnovabili, contribuendo
così alle emissioni di GHG e al
cambiamento climatico.
Operazioni proprie
Downstream
Energia
Processi ad alta
intensità energetica
nelle attività agricole
e di allevamento
I settori agricolo e zootecnico sono ad
alta intensità energetica. L'energia è
essenziale per diverse attività agricole,
tra cui il funzionamento dei
macchinari, l'irrigazione, il
riscaldamento e il raffreddamento delle
serre, nonché la produzione di input
come fertilizzanti e pesticidi.
Upstream
Energia
Attività ad alta
intensità energetica
nelle operazioni
interne
Nel settore alimentare, la gestione
dell'energia è cruciale a causa degli
elevati consumi richiesti dalla
produzione e trasformazione degli
alimenti. Queste operazioni sono ad
alta intensità energetica e
comprendono attività come
pastorizzazione, sterilizzazione,
refrigerazione e trasporto. Un'efficace
gestione dell'energia può ridurre
significativamente i costi operativi e
l'impatto ambientale.
Operazioni proprie
L'analisi di rilevanza d’impatto ha evidenziato che le operazioni della Società e la sua catena del valore
generano impatti climatici significativi su orizzonti temporali di breve, medio e lungo termine, con una
crescente rilevanza nel medio-lungo periodo. In particolare, le emissioni di gas serra derivanti dalle attività
agricole e zootecniche, dai processi di trasformazione e dal trasporto contribuiscono direttamente ai
cambiamenti climatici, aggravando fenomeni come il riscaldamento globale. Inoltre, l’elevata intensità
energetica dei processi produttivi, basata prevalentemente su fonti non rinnovabili, accresce l’impronta
carbonica complessiva. Infine, la rilocalizzazione degli impianti produttivi per adattarsi a condizioni
climatiche più resilienti può influenzare i territori, creando opportunità economiche in alcune aree, ma
causando al contempo la perdita di posti di lavoro in altre.
Rischi rilevanti
Sub-topic Rischio Descrizione del rischio Tipologia
Posizionamento
nella V.C.
Adattamento
ai
cambiamenti
climatici
Rischio fisico acuto derivante da
eventi meteorologici che
possono danneggiare gli
impianti di produzione e
interrompere le catene del
valore
Eventi estremi come uragani,
alluvioni o ondate di calore
possono causare danni alle
infrastrutture e interruzioni
operative.
Fisico
Upstream
Operazioni
proprie
Downstream
Adattamento
ai
cambiamenti
climatici
Rischio di interruzione delle
catene di approvvigionamento
globali: problemi logistici e di
fornitura derivanti da eventi
globali come pandemie o
disastri naturali
La dipendenza da fornitori globali
può essere compromessa da
eventi imprevisti, causando ritardi
e carenze di materie prime.
Fisico Upstream
Adattamento
ai
cambiamenti
climatici
Rischio di eventi catastrofici che
potrebbero compromettere le
operazioni aziendali e causare la
perdita permanente di dati
aziendali
Terremoti, incendi o altri eventi
estremi possono mettere a rischio
la continuità operativa e la
sicurezza delle informazioni
aziendali.
Fisico
Operazioni
proprie
Adattamento
ai
cambiamenti
climatici
Rischio fisico cronico dovuto ai
cambiamenti climatici a lungo
termine
L'alterazione degli ecosistemi e
fenomeni come aumento delle
temperature, innalzamento del
livello del mare, scarsità d’acqua,
perdita di biodiversità,
cambiamenti nella produttività del
suolo possono compromettere la
disponibilità di materie prime e
aumentare i costi operativi.
Fisico
Upstream
Operazioni
proprie
Downstream
Mitigazione
dei
cambiamenti
climatici
Rischio di aumento dei costi e
delle sanzioni a causa di
normative sempre più stringenti
per ridurre le emissioni e gli
impatti negativi
Normative ambientali più severe
possono imporre tasse sul
carbonio e obblighi di conformità
che aumentano i costi aziendali.
Transizione
Upstream
Operazioni
proprie
Downstream
Energia
Rischio di mancato
monitoraggio dei consumi
energetici e degli impatti
Un controllo inefficace dei
consumi energetici può portare a
Transizione
Upstream
Operazioni
ambientali della Società, con
conseguenti inefficienze nei
costi, possibili sanzioni e danni
reputazionali
sprechi, costi elevati e una
percezione negativa dell’azienda.
proprie
Downstream
In termini di rilevanza finanziaria, anche in questo caso, per alcuni dei rischi individuati in relazione ai
cambiamenti climatici si presenta una tendenza di crescita della significatività nel medio-lungo termine.
Una descrizione più approfondita sugli effetti negativi che tali rischi potrebbero avere sul business del
Gruppo, nonché delle strategie di resilienza, è fornita all’interno della precedente sezione “ESRS 2 SBM-
3 - Impatti, rischi e opportunità rilevanti e loro interazione con la strategia e il modello aziendale”
paragrafo "Analisi di resilienza”.
Opportunità rilevanti
Sub-topic Opportunità Descrizione dell’opportunità Posizionamento nella V.C.
Adattamento
ai
cambiamenti
climatici
Opportunità per migliorare
l’attrattività verso gli
investitori sostenibili e
rafforzare la reputazione
dell’azienda tra gli stakeholder,
favorendo al contempo la
sostenibilità a lungo termine
del business.
Adottare strategie climatiche
ambiziose può aumentare la
fiducia degli investitori, migliorare
l'immagine aziendale e garantire
una maggiore resilienza
economica nel lungo periodo.
Operazioni proprie
Infine, un posizionamento solido in termini di sostenibilità può facilitare l’accesso a capitali a condizioni
più vantaggiose, ridurre il costo del capitale e migliorare la competitività sul mercato. Inoltre, il
rafforzamento della reputazione aziendale può incrementare la fiducia dei consumatori e dei partner
commerciali, favorendo la crescita delle vendite e la fidelizzazione del cliente. In un contesto di crescente
attenzione verso la sostenibilità, CLI può quindi beneficiare di un vantaggio competitivo duraturo,
migliorando la propria resilienza economica nel lungo periodo
6
.
Analisi di resilienza
Il Gruppo Newlat Food, di cui CLI è parte, monitora costantemente i rischi legati ai cambiamenti climatici
ed effettua regolari valutazioni per misurare la propria resilienza nei confronti dei rischi ritenuti rilevanti.
Tale analisi è stata effettuata anche nel corso del 2024, in concomitanza con l’aggiornamento dell’ERM
7
,
ed ha considerato tutte le Società incluse nel perimetro di consolidamento finanziario, tra cui Centrale
del Latte d’Italia, coprendo i tre orizzonti temporali di breve, medio e lungo periodo come definiti
all’interno del paragrafo 6.4 di ESRS 1.
6
Per una panoramica approfondita sulla valutazione dei rischi si veda l’apposito paragrafo all’interno della sezione GOV-5 in
ESRS 2.
7
Per una panoramica approfondita sulla valutazione dei rischi si veda l’apposito paragrafo all’interno della sezione GOV-5 in
ESRS 2.
L’analisi ha incluso la valutazione dell’impatto del cambiamento climatico sulla catena di
approvvigionamento, sugli asset aziendali e sulle performance economico-finanziarie, considerando
anche l’aderenza alle normative ambientali e gli impegni di transizione verso un’economia a basse
emissioni di carbonio.
L’analisi ha evidenziato diversi aspetti rilevanti:
Possibili interruzioni nella catena di approvvigionamento: operando nel settore alimentare, il
Gruppo nonché Centrale del Latte d’Italia dipendono fortemente dalle materie prime
agroalimentari, la cui disponibilità è strettamente influenzata dalle condizioni climatiche e dagli
eventi meteorologici estremi.
Potenziali danni agli asset, alle infrastrutture e alla continuità operativa: alcuni stabilimenti si
trovano in prossimità di corsi d’acqua o bacini artificiali, e, pertanto, più esposte in caso di
precipitazioni particolarmente intense, con il rischio di esondazioni improvvise o di un
progressivo aumento del livello del mare legato al riscaldamento globale.
Rischi di non conformità normativa in ambito ambientale: in quanto realtà produttiva, la Società
è tenuta a rispettare specifici requisiti e scadenze normative. L’evoluzione costante della
regolamentazione ambientale richiede un monitoraggio continuo per garantire la conformità,
prevenire sanzioni e mitigare eventuali impatti operativi.
In particolare, per mitigare i rischi legati alla catena di approvvigionamento, Centrale del Latte d’Italia ha
attivato piani di emergenza e ha diversificato geograficamente i fornitori, evitando dipendenze critiche e
riducendo il rischio di interruzioni.
Per quanto riguarda i rischi relativi agli asset, alle infrastrutture e alla continuità operativa, negli ultimi
anni, non sono stati riscontrati problemi significativi dovuti a eventi climatici estremi. Il monitoraggio
costante di questi aspetti consente l’adozione tempestiva di misure preventive per minimizzare eventuali
impatti.
Infine, in materia di conformità normativa, Centrale del Latte d’Italia ha istituito un sistema di gestione
ambientale con figure dedicate sia al controllo dei consumi e delle emissioni sia al monitoraggio
dell’evoluzione della normativa europea per garantire la piena conformità alle direttive sulla
decarbonizzazione.
Vi sono poi altri elementi che permettono di accrescere la resilienza di Centrale del Latte d’Italia. Primo
tra questi, la solidità finanziaria del Gruppo di cui fa parte consente di ottenere capitali a un costo
sostenibile, facilitando il finanziamento di investimenti strategici e di misure di mitigazione dei rischi
senza compromettere l’equilibrio economico-finanziario.
Inoltre, la capacità di riconvertire, potenziare o dismettere gli asset esistenti rappresenta un fattore chiave
di adattabilità, permettendo di ottimizzare le risorse, ridurre il rischio di immobilizzazioni obsolete e
rispondere tempestivamente alle evoluzioni del mercato o a eventuali criticità operative.
Infine, l’aggiornamento costante dell’offerta e l’integrazione di prodotti e servizi innovativi e sostenibili
permettono alla Società di adattarsi alle nuove esigenze del mercato, garantendo competitività e crescita
nel lungo periodo.
E1-1 - Piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici
Come già anticipato nelle precedenti sezioni, nel corso del 2024, il Gruppo Newlat Food, di cui Centrale
del Latte d’Italia è parte, è impegnato in un processo di integrazione e armonizzazione delle politiche
ESG a livello di Gruppo. Pertanto, non è stato ancora definito un piano di transizione la mitigazione dei
cambiamenti climatici per il perimetro dell’intero Gruppo. A seguito dell’integrazione, nel corso dei
prossimi esercizi, si valuterà la definizione di tale piano.
In tale contesto, Centrale del Latte d'Italia monitora costantemente i propri consumi energetici e calcola
le proprie emissioni di Scope 1 e 2 adottando la metodologia proposta dal GHG Protocol.
Nell’ambito del Gruppo Newlat Food, vi sono realtà che stanno definendo un piano di
decarbonizzazione, del quale CLI beneficerà mutuando politiche e scelte strategiche per valutare, a sua
volta, l’adozione di un piano di decarbonizzazione con impatto anche sul proprio perimetro.
E1-2 - Politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici
Per identificare, valutare e gestire i propri impatti, rischi e opportunità legati ai cambiamenti climatici,
l'Azienda ha adottato diversi documenti strategici.
Tra questi, il Codice Etico e di Condotta redatto dalla Capogruppo ed adottato anche da CLI, sancisce
tra i suoi valori fondamentali il rispetto e la tutela dell’ambiente, promuovendo il rigoroso rispetto della
normativa vigente e l’adozione di misure preventive per minimizzare l’impatto ambientale.
Un altro documento di rilievo è il Codice di Condotta Fornitori, che coinvolge l’intera catena di fornitura.
Ai fornitori viene richiesto di operare in modo responsabile, nel rispetto delle normative ambientali e
integrando principi di sostenibilità all’interno delle proprie attività. Tra gli impegni specifici richiesti vi è
la riduzione delle emissioni, il monitoraggio e l’ottimizzazione del consumo energetico.
Oltre a questi, Centrale del Latte d’Italia ha adottato una Politica di Sostenibilità e una Politica del Sistema
di Gestione Integrato, con l’impegno di migliorare l’efficienza dei processi, ridurre i consumi energetici e
limitare le emissioni di CO, contribuendo così alla mitigazione dell’impatto ambientale delle proprie
operazioni. Queste politiche vengono applicate sia dalla capogruppo sia dalle sue controllate.
Tutte le Politiche sono approvate dall’Organo Dirigente della Capogruppo o da soggetti da questo
delegati ed estesi alle società del Gruppo, tra cui CLI. L’Organo Dirigente ne definisce anche le modalità
di attuazione.
Politica Ambito di applicazione Argomento trattato
Stakeholder
beneficiari
Codice Etico e di Condotta
di Gruppo
Tutte le sedi di Centrale del
Latte d’ Italia S.p.A.
Efficienza energetica
Miglioramento continuo
Salvaguardia delle risorse
Promozione dell’etica ambientale
Natura ed
ecosistemi
Comunità locali
Fornitori
Codice di Condotta
Fornitori
Tutte le sedi di Centrale del
Latte d’ Italia S.p.A.
Mitigazione dei cambiamenti climatici
Efficienza energetica
Salvaguardia delle risorse
Natura ed
ecosistemi
Comunità locali
Fornitori
Politica di Sostenibilità
Tutte le sedi di Centrale del
Latte d’ Italia S.p.A.
Mitigazione dei cambiamenti climatici
Efficienza energetica
Salvaguardia delle risorse
Natura ed
ecosistemi
Comunità locali
Fornitori
Politica del Sistema di
Gestione Integrato
Tutte le sedi di Centrale del
Latte d’ Italia S.p.A.
Efficienza energetica
Diffusione delle energie rinnovabili
Salvaguardia delle risorse
Natura ed
ecosistemi
Comunità locali
Fornitori
E1-3 - Azioni e risorse in relazione alle politiche sui cambiamenti climatici
La Società, nel corso del 2024, ha adottato una serie di misure finalizzate a minimizzare e gestire i propri
impatti, rischi e opportunità legati al cambiamento climatico. In particolare:
monitora costantemente i consumi energetici e il mix energetico attraverso specifici KPI
calcola le proprie emissioni dirette (Scope 1 e Scope 2)
Le azioni sopra descritte sono relative alle own operations. Il principale stakeholder che beneficia delle
azioni elencate è l’ecosistema.
A seguito dell’analisi di Doppia Rilevanza, sono state identificate una serie di potenziali azioni, che
verranno valutate e prioritizzate nel corso dei prossimi esercizi, anche nell’ottica dell'integrazione con il
Gruppo Princes. Infatti, a valle di tale acquisizione, le politiche di sostenibilità, incluse le iniziative per la
transizione verso la mitigazione dei cambiamenti climatici e le relative azioni, saranno integrate, ove
possibile, per coprire l’intero perimetro del Gruppo, tra cui la controllata CLI.
Metriche e obiettivi
E1-4 - Obiettivi relativi alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento degli stessi
Centrale del Latte d'Italia non ha ancora definito target specifici per la gestione e la mitigazione degli
impatti, rischi e opportunità legati ai cambiamenti climatici, in attesa di una integrazione a livello di
Gruppo Newlat Food di buone pratiche tra le società recentemente acquisite. Tuttavia, la Società
monitora costantemente l’implementazione e l’efficacia delle politiche esistenti attraverso indicatori
ambientali, garantendo il pieno rispetto delle normative, in particolare quelle relative alle emissioni e ai
consumi energetici.
E1-5 - Consumo e mix energetico
Nella tabella sottostante vengono rappresentati i consumi ed il mix energetico della Società nel corso
dell’anno 2024.
Informativa
Udm Quantità
1) Consumo di combustibile da carbone e prodotti del carbone MWh 0
2)
Consumo di combustibile da petrolio grezzo e prodotti petroliferi
8
MWh 1.533,9
3) Consumo di combustibile da gas naturale
9
MWh 113.772,8
4) Consumo di combustibile da altre fonti non rinnovabili MWh 0
5)
Consumo di energia elettrica, calore, vapore e raffrescamento da fonti
fossili, acquistati o acquisiti
10
MWh 35.950,2
6) Consumo totale di energia da fonti fossili MWh 151.256,8
Quota di fonti fossili sul consumo totale di energia % 99,8
7) Consumo da fonti nucleari MWh 0
Quota di fonti nucleari sul consumo totale di energia % 0
8)
Consumo di combustibili per le fonti rinnovabili, compresa la
biomassa
MWh 0
9)
Consumo di energia
elettrica, calore, vapore e raffrescamento da fonti
rinnovabili, acquistati o acquisiti
MWh 0
10)
Consumo di energia rinnovabile autoprodotta senza ricorrere a
combustibili
11
MWh 340,3
11) Consumo totale di energia da fonti rinnovabili MWh 340,3
Quota di fonti rinnovabili sul consumo totale di energia % 0,2
Consumo totale di energia MWh 151.597,1
Produzione di energia MWh 8.358,4
Di cui:
Da fonti rinnovabili MWh 340,3
Da fonti non rinnovabili MWh 8.018,1
8
Il dato in MWh è stato ottenuto a partire dai consumi rilevati in litri, utilizzando i fattori di conversione DEFRA 2024 per
gli specifici combustibili.
9
Il dato in MWh è stato ottenuto a partire dai consumi rilevati in metri cubi, utilizzando i fattori di conversione DEFRA 2024.
10
La misurazione è effettuata direttamente in MWh, pertanto non sono stati applicati fattori di conversione.
11
La misurazione è effettuata direttamente in MWh, pertanto non sono stati applicati fattori di conversione.
Intensità energetica
associata ad attività in settori ad alto impatto
climatico
12
Consumi Mwh /
Ricavi in migliaia
di
0,43
Ricavi netti da attività nei settori ad alto impatto climatico utilizzati per
calcolare l'intensità energetica
13
349.712.000
Ricavi netti (altri) 0
Totale ricavi netti (secondo il bilancio) 349.712.000
L’energia elettrica viene utilizzata dalla Società per alimentare gli impianti, per effettuare trattamenti termici e per
la refrigerazione, il gas naturale è utilizzato prevalentemente per la produzione di calore nei processi di
trasformazione ed i carburanti sono utilizzati per alimentare i mezzi aziendali ed i generatori che devono garantire
la continuità operativa. Tutti i dati sono puntualmente rilevati.
E1-6 - Emissioni di gas effetto serra
Di seguito viene fornito il dato sulle emissioni di gas effetto serra della Società. Si faccia riferimento alle note a piè
di pagina per un dettaglio sulla metodologia.
Le emissioni di Scope 1 sono riconducibili principalmente a consumi di gas naturale e alla movimentazione dei
mezzi aziendali; le emissioni di Scope 2 sono riconducibili ai consumi di energia elettrica. Entrambe queste sono
calcolate in base ai dati presentati all’indicatore E1-5.
Informativa Udm Quantità
Emissioni di GES in ambito 1
a) Emissioni lorde di GES di ambito 1
14
tCO2eq 22.076,7
Di cui:
Centrale del Latte d’Italia tCO2eq 22.076,7
Partecipate, collegate, joint vendute su cui si esercita controllo operativo tCO2eq 0
b)
Percentuale di emissioni di GES di ambito 1 coperta da sistemi
regolamentati di scambio di quote di emissioni
% 0
Emissioni di GES in ambito 2
a) Emissioni lorde di GES di ambito 2 basate sulla posizione
15
tCO2eq 15.523,4
12
L’intero business del Gruppo è da considerarsi associato ad attività in settori ad alto impatto climatico.
13
Corrispondente alla voce di bilancio “Ricavi da contratti con i clienti”.
14
Calcolate utilizzando i fattori di conversione DEFRA 2024.
15
Calcolate utilizzando il fattore di conversione AIB total supplier mix (aggiornamento 2023).
Di cui:
Centrale del Latte d’Italia tCO2eq 15.523,4
Partecipate, collegate, joint vendute su cui si esercita controllo operativo tCO2eq 0
b) Emissioni lorde di GES di ambito 2 basate sul mercato
16
tCO2eq 18.023,2
Di cui:
Centrale del Latte d’Italia tCO2eq 18.023,2
Partecipate, collegate, joint vendute su cui si esercita controllo operativo tCO2eq 0
Emissioni totali di GES (basate sulla posizione) tCO2eq 37.600,1
Emissioni totali di GES (basate sul mercato) tCO2eq 40.099,9
Emissioni totali di GES rispetto ai ricavi netti (basate sulla posizione)
17
tCO2eq
/Ricavi in
migliaia di
0,11
Emissioni totali di GES rispetto ai ricavi netti (basate sul mercato)
18
tCO2eq
/ Ricavi in
migliaia di
0,11
16
Calcolate utilizzando il fattore di conversione AIB residual mix (aggiornamento 2023).
17
Corrispondente alla voce di bilancio “Ricavi da contratti con i clienti”.
18
Corrispondente alla voce di bilancio “Ricavi da contratti con i clienti”.
E2 - INQUINAMENTO
ESRS E2 IRO-1 Descrizione dei processi per individuare e valutare gli impatti, i rischi e le
opportunità rilevanti legati all'inquinamento
Il processo di individuazione e valutazione degli impatti, dei rischi e delle opportunità rilevanti per la
Società, inclusi quelli relativi al tema E2 Inquinamento, è descritto in dettaglio nella sezione Gestione
degli Impatti, dei Rischi e delle Opportunità, a cui si rimanda per un approfondimento.
A supporto dell’analisi di Doppia Rilevanza, il Gruppo Newlat Food ha elaborato un piano di stakeholder
engagement per coinvolgere i principali portatori di interesse nell’identificazione delle questioni di
sostenibilità rilevanti, includendo anche la controllata Centrale del Latte d’Italia. Le consultazioni con gli
stakeholder sulle questioni relative all’inquinamento, in particolare con le comunità interessate, avranno
luogo a partire dai prossimi esercizi, seguendo le linee guida del piano di Gruppo illustrato nella sezione
Stakeholder Engagement.
CLI ha passato al vaglio l’ubicazione dei suoi siti e le attività aziendali per individuare gli impatti, i rischi
e le opportunità legati all’inquinamento, sia effettivi che potenziali, nelle operazioni proprie e lungo la
catena del valore a monte e a valle. Di seguito vengo presentati, con una breve descrizione, gli impatti
rilevanti individuati associati ai relativi sottotemi. In relazione al tema E2 Inquinamento, Centrale del
Latte d’Italia non ha individuato alcun rischio rilevante alcuna opportunità rilevante.
Impatti rilevanti
Sub-topic Impatto Descrizione dell’Impatto Posizionamento nella V.C.
Inquinamento
dell’aria
Inquinamento
atmosferico da
attività agricole e di
allevamento
L’agricoltura è una fonte significativa
di vari inquinanti atmosferici, tra cui
ammoniaca, metano e particolato,
generati dall'uso di fertilizzanti e
pesticidi, dalla gestione dei rifiuti
zootecnici e dalla combustione dei
residui colturali.
Upstream
Inquinamento
dell’aria
Aumento
dell'inquinamento
atmosferico dovuto
alle operazioni locali
L’elevato consumo di energia da
combustibili fossili può generare
inquinanti atmosferici, con effetti
negativi sulla qualità dell'aria locale e
possibili problemi respiratori per le
comunità vicine.
Operazioni proprie
Inquinamento
dell’acqua
Contaminazione dei
corpi idrici dovuta ad
attività agricole e di
allevamento
L’agricoltura e l’allevamento possono
provocare il deflusso di fertilizzanti,
pesticidi e rifiuti animali nelle acque
superficiali, causando inquinamento
da nutrienti, fioriture algali nocive e
zone morte negli ecosistemi
acquatici.
Upstream
Inquinamento
dell’acqua
Acque reflue
derivanti dalle attività
produttive
I processi di produzione generano
acque reflue contenenti sostanze
organiche, prodotti chimici e agenti
patogeni, che possono contaminare i
Operazioni proprie
corpi idrici se non adeguatamente
trattate.
Inquinamento
del suolo
Deflusso di sostanze
chimiche e gestione
dei rifiuti animali
L’uso di pesticidi e fertilizzanti, così
come la gestione dei rifiuti derivanti
dall’allevamento, può causare la
contaminazione del suolo,
compromettendone la salute e
riducendo la produttività agricola.
Upstream
E2-1 Politiche relative all'inquinamento
Il Codice Etico e di Condotta ribadisce l’impegno per la tutela dell’ambiente, promuovendo il rispetto
rigoroso delle normative vigenti e l’adozione di misure preventive per ridurre al minimo l’inquinamento
generato dalle attività aziendali.
Inoltre, il Codice di Condotta Fornitori adottato dalla Società impone agli operatori della supply chain di
adottare pratiche responsabili e conformi alla normativa ambientale. A queste iniziative si affiancano la
Politica di Sostenibilità e la Politica del Sistema di Gestione Integrato, finalizzate a migliorare l’efficienza
operativa e a limitare l’impatto ambientale.
A livello operativo, sono inoltre adottate procedure specifiche di sito per la gestione delle emergenze
ambientali, con particolare attenzione a possibili sversamenti o emissioni accidentali. Tali procedure
mirano a contenere rapidamente eventuali impatti, garantendo interventi tempestivi e riducendo il rischio
di contaminazione dell’aria, dell’acqua e del suolo.
Tutte le Politiche sono approvate dall’Organo Dirigente della Capogruppo o da soggetti da questo
delegati ed estesi alle società del Gruppo, tra cui CLI. L’Organo Dirigente ne definisce anche le modalità
di attuazione.
E2-2 Azioni e risorse connesse all'inquinamento
La Società, nel corso del 2024, ha adottato una serie di misure finalizzate a minimizzare e gestire i propri
impatti, rischi e opportunità legati all’inquinamento. In particolare, sono presenti costanti monitoraggi
delle emissioni inquinanti, sia attraverso autoanalisi, sia tramite verifiche condotte da terzi.
Le azioni sopra descritte sono relative alle own operations.
A seguito dell’analisi di Doppia Rilevanza, sono state identificate una serie di potenziali azioni, che
verranno valutate e prioritizzate nel corso dei prossimi esercizi, anche nell’ottica dell'integrazione con il
Gruppo Princes.
Metriche e obiettivi
E2-3 Obiettivi connessi all'inquinamento
Centrale del Latte d’Italia non ha ancora definito obiettivi specifici per la riduzione dell’inquinamento,
ma questi potranno essere stabiliti nei prossimi esercizi. Tuttavia, grazie a un sistema strutturato di
monitoraggio, che include analisi interne e verifiche condotte da enti terzi, oltre all’implementazione di
sistemi di gestione ambientale, l'Azienda si impegna a garantire il rispetto dei limiti di emissioni inquinanti
previsti dalla normativa vigente.
E2-4 Inquinamento di aria, acqua e suolo
Inquinanti emessi nelle operazioni proprie:
Idrofluorocarburi (HFC)
19
Kg 473,3
Per le emissioni di inquinanti di aria, acqua e suolo, Centrale del Latte d'Italia considera unicamente gli F-Gas.
L’utilizzo degli F-Gas è fondamentale per il funzionamento degli impianti di refrigerazione. Il consumo di questi
è limitato ad eventuali rabbocchi degli impianti, registrati di volta in volta e puntualmente rilevati, talvolta fisiologici
a seguito dell’utilizzo continuativo, ed eventuali emissioni sono periodicamente controllate come previsto dai
sistemi di gestione in essere e dalle normative in vigore.
Le Microplastiche, data la natura del business, non sono risultate un tema materiale che necessita di ulteriore
disclosure.
19
I consumi di F-Gas nel 2024 hanno riguardato prevalentemente lo stabilimento di Rapallo.
E3 - Acque e risorse marine
ESRS 2 - Informazioni generali
ESRS 2 IRO-1 - Descrizione dei processi per individuare e valutare gli impatti, i rischi e le
opportunità rilevanti legati alle acque e alle risorse marine
L’analisi degli impatti, dei rischi e delle opportunità rilevanti per Centrale del Latte d’Italia, inclusi quelli
legati al tema E3 Acque e Risorse Marine, è illustrata in dettaglio nella sezione ESRS 2 IRO-1 Gestione
degli Impatti, dei Rischi e delle Opportunità, a cui si rimanda per maggiori approfondimenti.
Per rafforzare questa analisi, il Gruppo Newlat Food, di cui CLI è parte, ha sviluppato un piano di
stakeholder engagement per coinvolgere i principali portatori di interesse nell’individuazione delle
tematiche di sostenibilità più rilevanti e questi sono stati interrogati anche sull’utilizzo delle risorse idriche.
Ulteriori consultazioni, in particolare con le comunità direttamente interessate, verranno avviate nei
prossimi esercizi in linea con le indicazioni fornite nella sezione Stakeholder Engagement, anche se nelle
realtà italiane in cui la Società opera non vi sono sinora state criticità legate a questa risorsa.
Di seguito sono riportati i principali impatti individuati per ciascun sottotema. Relativamente al tema E3
Acque e Risorse Marine, la Società non ha identificato rischi opportunità rilevanti.
Impatti rilevanti
Sotto-tema e sotto-sotto-
tema
Impatto Descrizione dell’Impatto Posizionamento nella
V.C.
Acqua Consumo idrico Utilizzo di acqua per le
attività agricole e di
allevamento
L’acqua è essenziale per
l’irrigazione delle colture e il
mantenimento del bestiame,
soprattutto nelle aree aride.
Upstream
Acqua Consumo idrico Uso dell'acqua nei processi
di produzione e
trasformazione
L’acqua è fondamentale per
la lavorazione alimentare, il
riscaldamento, il
raffreddamento e la
sanificazione.
Operazioni proprie
Acqua Prelievi idrici Depauperamento delle
risorse idriche a causa
dell'eccessivo prelievo per le
attività agricole e di
allevamento
L’eccessivo sfruttamento
idrico può ridurre le falde
acquifere, minacciando
l’agricoltura e la
disponibilità di acqua
potabile.
Upstream
Acqua Prelievi idrici Prelievo idrico eccessivo
legato alle attività
produttive
L’uso inefficiente dell’acqua
nelle industrie alimentari
può esaurire le risorse
idriche e compromettere le
attività future.
Operazioni proprie
Acqua Scarichi idrici Inquinamento delle acque e
eutrofizzazione dovuta agli
Gli scarichi agricoli non
trattati possono
contaminare le acque e
Upstream
scarichi delle attività
agricole
causare eutrofizzazione, con
impatti sugli ecosistemi e la
biodiversità.
E3-1 Politiche connesse alle acque e alle risorse marine
Il Codice Etico e di Condotta di Gruppo, adottato anche dalla controllata CLI, ribadisce l’impegno per
la tutela dell’ambiente, promuovendo il rispetto rigoroso delle normative vigenti e l’adozione di misure
preventive per ridurre al minimo gli impatti sull’ambiente, tra cui una eventuale gestione non ottimale
delle risorse idriche.
Inoltre, il Codice di Condotta Fornitori richiede agli operatori della supply chain di fare un uso
responsabile della risorsa idrica limitando il più possibile gli sprechi, ottimizzandone l’utilizzo e
prevedendo, per quanto possibile, un sistema di monitoraggio della stessa che permetta una gestione
quanto più efficiente. A queste iniziative si affiancano la Politica di Sostenibilità e la Politica del Sistema
di Gestione Integrato, finalizzate a migliorare l’efficienza attraverso il monitoraggio continuo della risorsa
idrica al fine di limitarne il più possibile gli sprechi.
Tutte le Politiche sono approvate dall’Organo Dirigente della Capogruppo o da soggetti da questo
delegati. L’Organo Dirigente ne definisce anche le modalità di attuazione.
A livello operativo, sono inoltre adottate procedure specifiche di sito per la gestione delle risorse idriche,
con le quali i vari siti si impegnano a favorire un utilizzo efficiente e sostenibile dell’acqua nei processi
produttivi. Alcuni di questi siti si trovano in aree soggette a stress idrico; sebbene per essi non siano
ancora state implementate politiche dedicate, rientrano comunque nel sistema di gestione ambientale della
Società. Di conseguenza, sono soggetti a procedure e strategie volte all’ottimizzazione delle risorse,
inclusa la gestione responsabile dell’acqua.
E3-2 Azioni e risorse connesse alle acque e alle risorse Marine
La Società, nel corso del 2024, ha adottato una serie di misure finalizzate a minimizzare e gestire i propri
impatti, rischi e opportunità legati all’acqua e alle risorse marine. In particolare:
Adozione, per alcuni siti produttivi, di tecnologie per il trattamento delle acque reflue, che
permette di massimizzarne il riutilizzo e ridurre gli scarichi. Ad esempio, lo stabilimento di
Vicenza ha da tempo implementato un sistema di recupero attraverso l’installazione di due
serbatoi che permettono di recuperare acqua tra i diversi processi di lavaggio, limitando prelievi
e scarichi. Presso la sede di Firenze, al fine di ridurre il consumo dell’acqua nei processi di
lavorazione del latte è stato installato un impianto di potabilizzazione.
Analisi regolari sulle acque trattate e scaricate, sia attraverso autoanalisi sia tramite verifiche di
enti terzi, come le autorità locali, per garantire il pieno rispetto della normativa vigente.
Le azioni sopra descritte sono relative alle own operations. I principali stakeholder beneficiari delle azioni
sono gli ecosistemi.
A seguito dell’analisi di Doppia Rilevanza, sono state identificate una serie di potenziali azioni, che
verranno valutate e prioritizzate nel corso dei prossimi esercizi, anche nell’ottica dell'integrazione con il
Gruppo Princes.
Metriche e obiettivi
E3-3 Obiettivi connessi alle acque e alle risorse marine
Centrale del Latte d’Italia non ha ancora definito obiettivi specifici per l’utilizzo delle risorse idriche.
Tuttavia, tutte le sedi si impegnano a monitorare costantemente i consumi e a rispettare rigorosamente le
normative vigenti. Pur non avendo fissato target di riduzione, CLI punta a un miglioramento continuo
della gestione idrica, in linea con le certificazioni ottenute secondo lo standard 14001.
E3-4 Consumo idrico
Centrale del Latte d’Italia adotta convenzionalmente i prelievi idrici, rilevati da misurazioni puntuali, come
parametro di riferimento per l'analisi dei consumi, considerandoli l'indicatore più rappresentativo. Questo
approccio è motivato dal fatto che la maggior parte dell'acqua prelevata viene impiegata per il lavaggio
degli impianti (essenziale per garantire la sicurezza alimentare e il rispetto delle normative igienico-
sanitarie), per il raffreddamento degli impianti ed una parte residuale come materia prima nei prodotti.
Una parte significativa di questa acqua, inoltre, torna nell'ambiente attraverso scarichi o per evaporazione.
Questo approccio consente un monitoraggio dettagliato e consapevole, supportando l’adozione di
strategie di ottimizzazione volte a migliorare l’efficienza idrica.
Informativa Udm Quantità
Consumo idrico totale Metri cubi 2.811.018
Consumo idrico totale in zone a rischio idrico, comprese
quelle a elevato stress idrico
Metri cubi 325.885
Volume totale di acqua riciclata e riutilizzata Metri cubi 0
Volume totale di acqua immagazzinata e relative variazioni Metri cubi 0
Consumo idrico totale nelle operazioni proprie
Metri cubi per milione
di EUR di ricavi netti
8,05
E4 - BIODIVERSITÀ ED ECOSISTEMI
Centrale del Latte d’Italia, per la disclosure del tema in oggetto, si avvale del phase-in conformemente
all’Appendice C dell’ESRS 1 e ottempera agli obblighi di informativa riportati all’interno di ESRS 2 BP-
2, sezione 17, par. a), b), c), d), e) in caso di tema valutato come rilevante.
Le questioni di sostenibilità, dettagliate per sottotema, ritenute rilevanti sono le seguenti:
- Fattori di impatto diretto sulla perdita di biodiversità;
- Impatti sull’estensione e sulla condizione degli ecosistemi;
- Impatti e dipendenze in termini di servizi ecosistemici.
Strategia
Centrale del Latte d’Italia, in considerazione del processo di integrazione attualmente in corso da parte
della controllante Newlat Food S.p.A., non ha ancora sviluppato un Piano integrato di transizione in
materia di biodiversità ed ecosistemi. La possibilità di definire tale piano verrà valutata nei prossimi anni,
parallelamente al progresso dell’integrazione.
Politiche relative alla biodiversità e agli ecosistemi
CLI, come controllata del Gruppo Newlat Food, affronta il tema della biodiversità attraverso la corretta
applicazione del Codice Etico e di Condotta, che sancisce l’impegno nella tutela dell’ambiente per il bene
della collettività e delle future generazioni. Anche nella Politica di Sostenibilità adottata si parla di
salvaguardia ambientale ed attenzione alla biodiversità. Inoltre, anche all’interno del Codice di Condotta
per i fornitori sono richieste pratiche responsabili a tutela dell’ambiente e della biodiversità. Infine, ogni
sito opera nel rispetto delle normative locali tramite le autorizzazioni e le procedure previste.
Azioni e risorse relative alla biodiversità e agli ecosistemi
Le azioni attuate da CLI per mitigare gli impatti sulla biodiversità si basano sul coinvolgimento degli attori
della catena di fornitura. Centrale del Latte d’Italia ha da sempre instaurato e consolidato collaborazioni
con la propria filiera produttiva: attraverso progetti e accordi di filiera a lungo termine, la società si
impegna a valorizzare la produzione del latte italiano. Integrando nella propria offerta referenze di materia
prima biologica, CLI risponde alle crescenti esigenze dei consumatori supportando, allo stesso tempo, le
aziende agricole e gli allevamenti che adottano pratiche conformi agli standard biologici, contribuendo
così alla tutela della biodiversità.
Le azioni sopra descritte sono relative sia alle own operations, sia alla catena di fornitura, sia alle vendite
dei prodotti. I principali stakeholder beneficiari delle azioni sono: consumatori finali ed ecosistemi.
A seguito della finalizzazione di una importante acquisizione da parte della capogruppo di Centrale del
Latte d’Italia, il Gruppo valuterà l’implementazione di ulteriori azioni per mitigare il proprio impatto
ambientale e i rischi legati alla biodiversità e agli ecosistemi che interesseranno anche CLI.
Metriche e obiettivi
E4-4 - Obiettivi relativi alla biodiversità e agli ecosistemi
Centrale del Latte d’Italia non ha ancora definito obiettivi sulla biodiversità che coprano l’intero perimetro
di rendicontazione, tuttavia, il Gruppo Newlat Food, di cui la Società è parte, si impegna a operare nel
rispetto della biodiversità, conformandosi alle normative ambientali e alle autorizzazioni locali.
E4-5 - Metriche d'impatto relative ai cambiamenti della biodiversità e degli ecosistemi
Come già anticipato, la Società non ha siti all’interno di aree protette. Inoltre, non sono stati individuati
impatti rilevanti per quanto riguarda il cambiamento di uso del suolo, o impatti sull'estensione e sulle
condizioni degli ecosistemi in relazione alle operazioni proprie.
E5 - USO DELLE RISORSE ED ECONOMIA CIRCOLARE
ESRS 2 IRO-1 - Gestione degli impatti, dei rischi e delle opportunità
Il processo di individuazione e valutazione degli impatti, dei rischi e delle opportunità rilevanti per la
Società, inclusi quelli relativi al tema E5 Uso delle Risorse ed Economia Circolare, è descritto in dettaglio
nella sezione Gestione degli Impatti, dei Rischi e delle Opportunità, a cui si rimanda per un
approfondimento.
A supporto dell’analisi di Doppia Rilevanza, CLI ha elaborato un piano di stakeholder engagement per
coinvolgere i principali portatori di interesse nell’identificazione delle questioni di sostenibilità rilevanti.
Gli impatti significativi derivano principalmente dall'uso lineare delle risorse, dalla gestione inefficiente
dei rifiuti e dallo spreco alimentare, con conseguenze dirette sull'ambiente e sulle risorse naturali.
L'uso lineare delle risorse, che non prevede un riutilizzo o riciclo efficace, porta a inefficienze e sprechi,
esaurendo le risorse naturali, come acqua, energia e materie prime, e contribuendo al degrado ambientale.
Inoltre, i flussi in uscita legati a prodotti e servizi generano eccesso di rifiuti, in particolare imballaggi
monouso in plastica, che contribuiscono all'inquinamento ambientale e all'accumulo nelle discariche.
Anche i prodotti difficili da riciclare o senza piani adeguati per la fine del ciclo di vita aumentano i rifiuti
e riducono la circolarità dei materiali.
Infine, la gestione inefficiente degli sprechi alimentari è un altro impatto rilevante. Pratiche inadeguate in
questo ambito portano ad un aumento delle emissioni di gas serra e alla perdita di materia organica,
aggravando ulteriormente il degrado ambientale.
Relativamente ai rischi a cui è esposta la Società, uno tra questi riguarda l'uso di imballaggi non sostenibili,
che può avere un impatto ambientale negativo significativo. L'adozione di imballaggi non riciclati, non
riciclabili o non biodegradabili può comportare sanzioni economiche, come la plastic tax, e danneggiare
la reputazione dell'azienda. Questo rischia di influenzare negativamente la percezione dei consumatori e
degli stakeholder, con conseguenti implicazioni economiche e operative.
CLI, infine, ha individuato un'opportunità nell'investire in soluzioni di imballaggio sostenibili, come
materiali biodegradabili, riciclabili o riutilizzabili. Questa scelta riduce i rifiuti, migliora l'efficienza delle
risorse e risponde alle normative ambientali. Inoltre, rafforza la reputazione aziendale, attrae consumatori
sensibili alla sostenibilità e offre vantaggi competitivi.
E5-1 - Politiche relative all'uso delle risorse e all'economia circolare
Come già evidenziato nel presente Documento, Centrale del Latte d’Italia non ha ancora definito politiche
specifiche in merito, ma adotta i principi relativi all’uso delle risorse e all’economia circolare contenuti nei
Documenti e nelle Politiche della Capogruppo Newlat Food S.p.A. Tra questi vi è la Politica di
Sostenibilità, che promuove le pratiche di economia circolare, il Codice Etico e di Condotta, che sancisce
l’impegno nella tutela dell’ambiente, promuovendo la riduzione di inefficienze e sprechi ed il Codice di
Condotta per i fornitori che richiede alla catena di fornitura di minimizzare l’impatto ambientale degli
imballaggi, ad esempio privilegiando materiali riciclabili, riciclati, compostabili o provenienti da fonti
rinnovabili, in linea con i principi di circolarità.
Tutte le Politiche sono approvate dall’Organo Dirigente della Capogruppo o da soggetti da questo
delegati. L’Organo Dirigente ne definisce anche le modalità di attuazione.
E5-2 - Azioni e risorse relative all'uso delle risorse e all'economia circolare
La Società, nel corso del 2024, ha adottato una serie di misure finalizzate a minimizzare e gestire i propri
impatti, rischi e opportunità legati all’uso delle risorse e all’economia circolare. In particolare:
Per gli imballaggi in materiali plastici relativi ad alcune linee produttive, vengono utilizzati
materiali parzialmente provenienti da riciclo, riducendo così l’uso di plastica vergine.
Taluni scarti di produzione, invece di essere trasformati in rifiuti, vengono riutilizzati dall’industria
zootecnica, evitando così di generare ulteriori avanzi da smaltire.
Le azioni sopra descritte sono relative sia alle own operations, sia alla catena di fornitura, sia allo
smaltimento dei prodotti. I principali stakeholder beneficiari delle azioni sono: agricoltori ed ecosistemi.
A seguito dell’analisi di Doppia Rilevanza, sono state identificate una serie di potenziali azioni, che
verranno valutate e prioritizzate nel corso dei prossimi esercizi, anche nell’ottica dell'integrazione con il
Gruppo Princes.
Metriche e obiettivi
E5-3 Obiettivi relativi all'uso delle risorse e all'economia circolare
Centrale del Latte d’Italia non ha ancora definito obiettivi specifici rispetto all’uso delle risorse e
all’economia circolare. Tuttavia, si impegna ad accrescere la riciclabilità dei propri rifiuti riducendo ciò
che richiede uno smaltimento potenzialmente a maggior impatto. Per fare ciò, grazie al lavoro di
estensione dei sistemi di gestione ambientali, è fondamentale l’attività di formazione e sensibilizzazione
in materia, nonc l’ordinata gestione delle apposite aree di gestione dei rifiuti. Inoltre, CLI beneficerà
degli obiettivi che la sua controllante, Newlat Food S.p.A., definirà a livello di Gruppo a valle
dell’integrazione dell’importante acquisizione avvenuta nel 2024.
E5-4 Flussi di risorse in entrata
Per l’anno 2024, Centrale del Latte d’Italia fornirà questo indicatore unicamente a copertura delle
principali materie prime e del packaging acquistato, come riportato all’interno delle rispettive note
metodologiche. Tuttavia, si impegna a soddisfare questo requisito nei prossimi esercizi, migliorando
progressivamente il processo di raccolta e l’accuratezza dei dati.
Come già evidenziato nella sezione dedicata alla Catena del Valore, le principali materie prime impiegate
nel processo produttivo di Centrale del Latte d’Italia sono prevalentemente di origine agroalimentare. Tra
queste, rientrano il latte, la panna e il siero di latte, nonc ingredientistica di natura alimentare per
bevande vegetali e per altri prodotti di natura lattiero-casearia.
Oltre alle materie prime alimentari, un ruolo fondamentale è svolto dagli imballaggi, che comprendono
plastica, carta, cartone, vetro e materiali poliaccoppiati. Inoltre, il funzionamento degli impianti richiede
l’impiego di risorse energetiche come gas metano, energia elettrica, vapore e carburanti quali benzina,
gasolio e GPL.
L’approvvigionamento di queste risorse è un elemento chiave per la sostenibilità complessiva
dell’impresa, in quanto incide direttamente sui consumi, sulle emissioni e sulla gestione responsabile delle
materie prime lungo l’intera filiera produttiva.
Informativa Udm Quantità
Peso totale complessivo dei prodotti e dei materiali tecnici e biologici
utilizzati
20
Kg 240.298.962
% di materiali biologici provenienti da filiera sostenibile
21
% 0
Peso totale dei componenti secondari riutilizzati o riciclati e dei prodotti e dei
materiali intermedi secondari utilizzati
22
Kg 0
% dei componenti secondati riutilizzati o riciclati e dei prodotti e dei materiali intermedi
secondari utilizzati
%
0
E5-5 Flussi di risorse in uscita
Nella tabella seguente sono riportati i quantitativi di rifiuti prodotti da CLI, con un dettaglio sulla loro
destinazione, puntualmente rilevati tramite Formulario. Trattandosi di business produttivo, le principali
tipologie sono rifiuti organici, rifiuti da imballaggi, rifiuti chimici per l’igiene ed il funzionamento dei
macchinari, rifiuti industriali come i fanghi di depurazione e rifiuti derivanti dalle attività di manutenzione.
Non vi sono, tra questi, rifiuti radioattivi.
Informativa Udm Quantità
a) Quantità totale di rifiuti prodotti Kg 13.491.108
b)
Rifiuti non destinati allo smaltimento Kg 12.775.967
Rifiuti pericolosi non destinati allo smaltimento Kg 171.759
di cui:
preparazione per il riutilizzo
Kg
4.569
riciclaggio Kg
4.130
altre operazioni di recupero Kg
163.060
Rifiuti non pericolosi non destinati allo smaltimento Kg 12.604.208
di cui:
preparazione per il riutilizzo
Kg
36.306
riciclaggio Kg
1.066.070
20
Dato relativo alle principali materie prime utilizzate (latte, panna e siero), ed al packaging (tutte le tipologie).
21
Pur essendovi approvvigionamenti di materiali da filiere sostenibili da parte della Società, non è presente un sistema di
raccolta dati che consenta di dichiarare con ragionevole approssimazione il presente data point.
22
Pur essendovi approvvigionamenti di materiali provenienti da riciclo da parte della Società, non è presente un sistema di
raccolta dati che consenta di dichiarare con ragionevole approssimazione il presente data point.
altre operazioni di recupero Kg
11.501.832
c)
Rifiuti destinati allo smaltimento Kg 715.141
Rifiuti pericolosi destinati allo smaltimento Kg 10.151
di cui:
incenerimento Kg
3.686
smaltimento in discarica Kg
1.440
altre operazioni di smaltimento Kg
5.025
Rifiuti non pericolosi destinati allo smaltimento Kg 704.990
di cui:
incenerimento Kg
39.960
smaltimento in discarica Kg
636.970
altre operazioni di smaltimento Kg
28.060
d)
Quantità totale di rifiuti non riciclati Kg 12.420.908
Percentuale di rifiuti non riciclati % 92,1
Quantità totale di rifiuti pericolosi Kg 181.910
I principali prodotti e materiali derivanti dal processo produttivo includono alimenti destinati al consumo.
La loro durabilità è regolata da normative rigorose in materia di conservazione e scadenza, garantendo
qualità, sicurezza e conformità agli standard vigenti.
INFORMAZIONI SOCIALI
S1 - FORZA LAVORO PROPRIA
ESRS 2 SBM-2 Interessi e opinioni dei portatori d'interessi
I portatori d’interesse sono stati coinvolti durante l’esercizio di stakeholder engagement e si rimanda
all’apposita sezione all’interno dell’ESRS 2 per maggiori informazioni.
ESRS 2 SBM-3 Impatti, rischi e opportunità rilevanti e loro interazione con la strategia e il
modello aziendale
Centrale del Latte d’Italia opera unicamente su territorio italiano, contesto caratterizzato da un forte
impegno nella tutela dei diritti umani e dei lavoratori. Data la natura produttiva della Società, l’analisi di
rilevanza ha evidenziato una forte dipendenza dal capitale umano. CLI si avvale principalmente di
personale dipendente, supportato da una quota minore di lavoratori non dipendenti, impiegati
prevalentemente in attività di pulizia, logistica e gestione dei magazzini. La maggior parte dei dipendenti
è coinvolta direttamente nelle attività produttive, mentre la restante parte svolge ruoli amministrativi e
gestionali negli uffici. Un'analisi dettagliata delle caratteristiche del personale dipendente è riportata nelle
sezioni successive, in particolare nella S1-6.
Tra i temi più significativi in termini di impatto emergono, in primo luogo, la salute e la sicurezza dei
dipendenti, seguiti da aspetti fondamentali come le pari opportunità, incluse la parità di genere, la diversity
& inclusion, la crescita professionale e la formazione. Altri ambiti cruciali riguardano la tutela dei lavoratori
contro ogni forma di discriminazione o violenza, il bilanciamento tra vita lavorativa e privata, la
prevenzione di forme di lavoro forzato e la protezione della privacy. Gli impatti individuati, strettamente
legati alle operazioni proprie del Gruppo, sono di natura sistemica, ovvero il settore produttivo è
potenzialmente interamente coinvolto, da un lato a causa della forte dipendenza dal capitale umano e
dall’altra per la natura delle operazioni che richiedono lavoro su turni, a stretto contatto con macchinari.
Tali impatti rilevanti sono legati ai principali rischi individuati, i quali, se non gestiti adeguatamente,
potrebbero avere conseguenze sia reputazionali che sanzionatorie. Il mancato rispetto dei diritti umani
nei rapporti di lavoro potrebbe esporre l’azienda a gravi ripercussioni legali e reputazionali. Allo stesso
modo, una gestione inefficace delle risorse umane potrebbe generare insoddisfazione diffusa, aumento
del turnover e deterioramento del clima aziendale, con effetti negativi sulla produttività e sulla capacità
di attrarre e trattenere talenti. Inoltre, una scarsa attenzione alla diversity & inclusion e alla parità di
trattamento rappresenterebbe un ulteriore fattore di rischio, poiché l’assenza di iniziative concrete per
favorire un ambiente di lavoro equo e inclusivo potrebbe compromettere il coinvolgimento dei
dipendenti, danneggiare la reputazione aziendale ed esporre l’azienda a potenziali azioni legali per
discriminazione. Alcuni di questi rischi si collocano nella fase upstream della catena del valore della
Società, in particolare quelli legati al mancato rispetto dei diritti umani, che riguardano le aree più remote
della catena di fornitura, dove il controllo su queste tematiche è meno incisivo. Altri rischi, invece, sono
presenti anche all'interno delle operazioni della Società, come quelli relativi alla promozione della diversità
e dell'inclusione, nonché alla gestione dei rapporti di lavoro.
Tuttavia, questi rischi sono adeguatamente presidiati e mitigati attraverso un rigoroso rispetto delle
normative, nonché tramite l'implementazione di iniziative e azioni specifiche mirate alla gestione e
valorizzazione della forza lavoro, come descritto nella sezione successiva.
S1-1 Politiche relative alla forza lavoro propria
Centrale del Latte d’Italia ha adottato un Codice Etico e di Condotta, emanato dalla sua controllante
Newlat Food S.p.A. Il documento si basa su standard e linee guida internazionali, tra cui la Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani, i principi del Global Compact delle Nazioni Unite e gli standard
fondamentali del lavoro promossi dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).
Tra i principi vi è il rifiuto di qualsiasi forma di discriminazione, garantendo pari diritti e opportunità a
tutti i lavoratori, indipendentemente da etnia, colore della pelle, credo religioso, genere, orientamento
sessuale, origine nazionale o regionale, età, disabilità o qualsiasi altra condizione personale.
Oltre al Codice Etico e di Condotta, il Gruppo, e di conseguenza la Società, hanno adottato alcune
politiche fondamentali in relazione alla forza lavoro propria, tra queste vi è:
La Politica di Sostenibilità: affronta in modo globale tutte le tematiche ESG, tra cui la salute e la
sicurezza dei dipendenti, la valorizzazione del capitale umano, la tutela dei diritti umani,
l’inclusione e la diversità;
La Politica sui Diritti Umani: si focalizza sulla tutela e il rispetto dei diritti fondamentali,
includendo il contrasto al lavoro minorile e forzato, la promozione di condizioni lavorative e
retributive giuste e dignitose, il rispetto degli orari di lavoro e il diritto alla libertà di associazione;
La Politica sulla Diversità e l’Inclusione: promuove la parità di trattamento e la non
discriminazione, riconoscendo la diversità come un valore strategico per la competitività
aziendale. La politica si concentra sulla parità di genere, la diversità generazionale, l’inclusione
delle persone con disabilità e la valorizzazione delle differenze culturali;
La Politica del Sistema di Gestione Integrato (Qualità, Ambiente, Salute e Sicurezza): sancisce
l’impegno per garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre, sottolineando l'importanza della
corretta applicazione delle normative sulla sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori.
Tutte le Politiche sono approvate dall’Organo Dirigente della Capogruppo o da soggetti da questo
delegati. L’Organo Dirigente ne definisce anche le modalità di attuazione.
S1-2 Processi di coinvolgimento della forza lavoro propria e dei rappresentanti dei lavoratori in
merito agli impatti
Centrale del Latte d’Italia riconosce l'importanza di un dialogo costante e strutturato con i propri
dipendenti riguardo agli impatti rilevanti, effettivi e potenziali. Questo confronto avviene direttamente,
ma anche attraverso i rappresentanti dei lavoratori e le organizzazioni sindacali, con l’obiettivo di garantire
trasparenza e coinvolgimento nelle decisioni aziendali. La responsabilità di assicurare che tale
coinvolgimento abbia luogo e che i risultati orientino l’approccio dell’Azienda è in capo all’Organo
Dirigente.
La comunicazione con i lavoratori si svolge in diverse modalità: per la semplice condivisione di
informazioni, vengono utilizzate bacheche aziendali e comunicazioni via e-mail per il personale
impiegatizio. Nei casi in cui sia necessario un coinvolgimento attivo nel processo decisionale, ad esempio
per la definizione di contratti collettivi, premi e benefit aziendali, il dialogo avviene attraverso i
rappresentanti dei lavoratori e le organizzazioni sindacali. Questo approccio assicura che le esigenze e le
opinioni dei dipendenti siano ascoltate e integrate nelle scelte aziendali, promuovendo un ambiente di
lavoro più equo e partecipativo, in linea con la normativa locale ed i contratti collettivi nazionali
applicabili.
Il dialogo con le organizzazioni sindacali è un elemento centrale delle relazioni industriali dell’Azienda.
Centrale del Latte d’Italia opera, infatti, in un contesto in cui la consapevolezza dei diritti dei lavoratori è
elevata e le rappresentanze sindacali svolgono un ruolo attivo, favorendo un'interazione trasparente e
proattiva.
S1-3 Processi per porre rimedio agli impatti negativi e canali che consentono ai lavoratori propri
di sollevare preoccupazioni
La Società ha adottato strumenti formali per consentire alla forza lavoro di segnalare eventuali
preoccupazioni, comportamenti scorretti o violazioni di leggi e regolamenti. Tutti i dipendenti hanno
accesso a canali e meccanismi di reclamo dedicati.
Oltre alla tradizionale cassetta delle segnalazioni, ancora presente in alcune sedi, è disponibile un canale
online, accessibile a tutti i dipendenti nelle diverse sedi. Questo sistema è integrato nel Modello di
Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/01 (di seguito anche “MOG 231”).
Il canale di whistleblowing, ospitato su server di un fornitore terzo e indipendente, è operativo 24 ore su
24, 7 giorni su 7, e rispetta i requisiti della Direttiva UE 2019/1937, in relazione a tematiche quali la
riservatezza e protezione dei dati del segnalante, il rispetto delle tempistiche relative al processo di
gestione delle segnalazioni, la protezione del segnalante verso qualsiasi forma di ritorsione, tra cui
licenziamento o altre discriminazioni.
Le segnalazioni sono valutate da membri appositamente incaricati. A tal fine, è stato istituito un Comitato
Etico che, assieme all’Organismo di Vigilanza, ha il compito di gestirle nel pieno rispetto della normativa
vigente.
Per favorire la trasparenza e l’accessibilità a tali canali nonché la comunicazione alla propria forza lavoro,
Centrale del Latte d’Italia ha adottato procedure specifiche che informano i dipendenti sull’esistenza del
canale e ne definiscono diritti e doveri in caso di segnalazione. Tali informazioni sono diffuse attraverso
diversi mezzi, tra cui affissioni nelle bacheche aziendali, pubblicazioni sui portali online e comunicazioni
via e-mail. Tali informazioni vengono, inoltre, integrate nelle sessioni di formazione sul MOG 231
previste dalla normativa, assicurandone la diffusione all’interno della propria forza lavoro.
Attualmente, non esiste un sistema strutturato e formalizzato per valutare il livello di consapevolezza dei
lavoratori riguardo all’esistenza di queste strutture e processi. Tuttavia, l’ampia comunicazione adottata
facilita la diffusione delle informazioni tra le varie funzioni e categorie di dipendenti, permettendo loro
di sapere a chi rivolgersi per eventuali segnalazioni.
S1-4 - Interventi su impatti rilevanti per la forza lavoro propria e approcci per la gestione dei
rischi rilevanti e il perseguimento di opportunità rilevanti in relazione alla forza lavoro propria,
nonché efficacia di tali azioni
Tra i temi più significativi in termini di impatto emergono, in primo luogo, la salute e la sicurezza dei
dipendenti, data la centralità del lavoro produttivo nelle attività della Società. Per garantire ambienti di
lavoro sicuri e conformi alle normative vigenti, le diverse sedi adottano Sistemi di Gestione della Salute
e Sicurezza conformi alla normativa di riferimento: tutte le sedi di Centrale del Latte d’Italia sono, infatti,
asseverate al D.Lgs. 81/2008.
Nel concreto, la Società porta avanti iniziative ed azioni volte a minimizzare gli impatti negativi relativi
alle tematiche di salute e sicurezza sul lavoro e i rischi connessi, tra queste, vi sono:
Valutazione e gestione dei rischi: l’individuazione e la gestione dei pericoli nei luoghi di lavoro
sono fondamentali per prevenire incidenti e malattie professionali. Questi processi sono condotti
periodicamente ed in occasione di modifiche significative alle attività, agli impianti o alle
attrezzature.
Monitoraggio sanitario: tutti i dipendenti sono sottoposti a visite mediche periodiche per
verificare la loro idoneità alla mansione. La frequenza di tali controlli è definita in base ai rischi
specifici del ruolo, in linea con la normativa vigente.
Formazione obbligatoria: la formazione in materia di salute e sicurezza è obbligatoria e viene
erogata periodicamente. I corsi sono strutturati in funzione delle mansioni e dei rischi specifici
associati a ciascun ruolo, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza dei lavoratori e
promuovere comportamenti sicuri.
Segnalazione e gestione degli incidenti: i lavoratori sono attivamente incoraggiati a segnalare
situazioni di pericolo attraverso un sistema strutturato di raccolta e analisi delle segnalazioni.
Monitoraggio degli infortuni: Centrale del Latte d’Italia adotta un sistema di monitoraggio
costante della sicurezza sul lavoro attraverso l’analisi di KPI specifici. Questo approccio consente
di valutare l’andamento degli incidenti, misurare l’efficacia delle misure adottate e identificare
eventuali aree di miglioramento.
Coinvolgimento attivo dei lavoratori: la partecipazione della forza lavoro è garantita attraverso
incontri periodici tra i rappresentanti dei lavoratori ed i responsabili della sicurezza, in cui
vengono discusse criticità, segnalazioni e possibili interventi migliorativi.
Parallelamente, per presidiare o mitigare gli impatti negativi ed i rischi legati alle pari opportunità, alla
parità di genere, alla diversity & inclusion, alla crescita professionale e alla tutela dei lavoratori, la Società,
come approfondito nella sezione precedente, ha istituito un canale di segnalazione dedicato, attraverso il
quale i dipendenti possono riportare eventuali violazioni di legge o comportamenti illeciti, anche in
riferimento a queste tematiche.
Oltre a ciò, Centrale del Latte d’Italia adotta le seguenti misure per rafforzare il proprio impegno su questi
aspetti:
Prevenzione del lavoro forzato e tutela dei diritti dei lavoratori: la Società applica una politica di
tolleranza zero nei confronti del lavoro forzato e del lavoro minorile, garantendo il pieno rispetto
della normativa sui diritti dei lavoratori. Inoltre, in alcune sedi vengono condotti audit SMETA
per verificare la conformità agli standard lavorativi.
Processi di selezione inclusivi: l’Azienda ha adottato pratiche di assunzione non discriminatorie,
garantendo che i processi di selezione valutino, in aggiunta alle competenze tecniche, anche il
rispetto dei principi di diversità e inclusione, con l’obiettivo di creare un ambiente di lavoro equo
e rappresentativo.
Protezione della privacy e dei dati personali: Centrale del Latte d’Italia assicura il rispetto della
normativa in materia di trattamento dei dati personali, con l’istituzione di registri dedicati alla
gestione dei dati. Inoltre, vengono effettuati investimenti in sistemi di sicurezza e programmi di
formazione specifici per sensibilizzare i dipendenti.
Le azioni sopra descritte sono relative alle own operations. I principali stakeholder beneficiari delle azioni
sono i lavoratori propri.
A seguito dell’analisi di Doppia Rilevanza, sono state identificate una serie di potenziali azioni, che
verranno valutate e prioritizzate nel corso dei prossimi esercizi, anche nell’ottica dell'integrazione con il
Gruppo Princes.
S1-5 Obiettivi legati alla gestione degli impatti negativi rilevanti, al potenziamento degli
impatti positivi e alla gestione dei rischi e delle opportunità rilevanti
La Società non ha, nel corso dell’esercizio, attuato nuove azioni al fine di mitigare gli impatti negativi e
cogliere nuove opportunità rilevanti. Ha mantenuto il proprio operato allineato agli obiettivi preesistenti
e aderente ai regolamenti e alle procedure di Gruppo.
La recente acquisizione del Gruppo Princes da parte di Newlat Food S.p.A, controllante di Centrale del
Latte d’Italia, ha reso indispensabile l’integrazione degli obiettivi relativi alla gestione degli impatti negativi
e dei rischi a livello di Gruppo. Questo processo di armonizzazione sarà implementato gradualmente nei
prossimi anni e consentirà a Centrale del Latte d’Italia di allineare i propri obiettivi e sviluppare un piano
di azioni coerente con la strategia di Gruppo, in particolare per quanto riguarda la gestione della forza
lavoro.
Metriche
S1-6 Caratteristiche dei dipendenti dell'impresa
Le tabelle seguenti presentano la composizione del personale, con un focus sulla distribuzione per genere
e tipologia contrattuale. Poiché tutti i dipendenti impiegati da Centrale del Latte d’Italia operano presso
sedi italiane non è necessario presentare le informazioni sulla tipologia contrattuale in base alla regione.
Per rappresentare le caratteristiche della forza lavoro è stato considerato il numero di persone (headcount)
presenti nella Società al 31 dicembre 2024. Dato che Centrale del Latte d’Italia non impiega lavoratori
stagionali, questa fotografia di fine anno risulta rappresentativa della forza lavoro complessiva.
In merito alla metodologia adottata, i dati riportati provengono direttamente dal sistema gestionale del
dipartimento HR, senza ricorso a stime.
Genere Numero di dipendenti
Uomini 461
Donne 151
Altro 0
Non comunicato 0
Totale dipendenti 612
Paese Numero di dipendenti
Italia 612
Totale dipendenti 612
Numero di dipendenti al 31/12/2024
DONNE UOMINI ALTRO
NON
COMUNICATO
TOTALE
Numero di dipendenti
151 461 0 0 612
Numero di dipendenti con contratto a tempo indeterminato
126 428 0 0 554
Numero di dipendenti con contratto a tempo determinato
25 33 0 0 58
Numero di dipendenti ad orario variabile
0 0 0 0 0
Numero di dipendenti con contratto full-time
124 446 0 0 570
Numero di dipendenti con contratto part-time
27 15 0 0 42
Tasso di avvicendamento 2024
Numero di dipendenti che hanno lasciato l’impresa durante il 2024 56
Tasso di avvicendamento 9,15
I dati mostrano che circa il 75% della forza lavoro è composta da collaboratori di sesso maschile, un dato
considerato caratteristico del settore produttivo, dove le attività di produzione coinvolgono
prevalentemente personale maschile.
Per quanto riguarda la tipologia contrattuale, oltre il 90% dei dipendenti è impiegato con un contratto a
tempo indeterminato e full-time.
Rispetto, invece il tasso di avvicendamento nel corso del 2024, 56 lavoratori hanno lasciato l’Azienda con
un tasso pari a 9,15.
S1-8 Copertura della contrattazione collettiva e dialogo sociale
Mantenere un dialogo costante e proattivo con la propria forza lavoro rafforza lo spirito di collaborazione
all’interno di Centrale del Latte d’Italia e favorisce la creazione di valore. L’Azienda si impegna a costruire
relazioni industriali efficaci e vantaggiose per entrambe le parti, garantendo il rispetto delle normative
nazionali e dei contratti collettivi, inclusi i diritti dei dipendenti alla libertà di associazione e alla
contrattazione collettiva.
I lavoratori possono essere rappresentati da sindacati, comitati aziendali o altri rappresentanti, in
conformità con le normative vigenti. Il dialogo con i rappresentanti sindacali si svolge nel pieno rispetto
della legislazione applicabile e degli accordi sindacali in essere. Centrale del Latte d’Italia assicura ai
rappresentanti dei lavoratori la possibilità di svolgere attività sindacali nel rispetto delle normative locali
e degli accordi collettivi in vigore.
Il 100% della forza lavoro propria di Centrale del Latte d’Italia e coperto da un contratto collettivo ed è
rappresentato sul luogo di lavoro.
Copertura della contrattazione
collettiva
Dialogo sociale
Tasso di copertura Lavoratori dipendenti SEE Rappresentanza sul luogo di
lavoro (soltanto SEE)
0-19%
20-39%
40-59%
60-79%
80-100% Italia (Centrale del Latte d’Italia) Italia (Centrale del Latte d’Italia)
S1-9 Metriche della diversità
Le tabelle seguenti presentano la composizione del personale, con un focus sulla distribuzione per genere
per quanto riguarda i Dirigenti di Centrale del Latte d’Italia.
Genere Numero dei membri dell’Alta
Dirigenza
% dei membri dell’Alta
Dirigenza
Donne 0 0%
Uomini 9 100%
Totale dipendenti 9 100%
Per quanto riguarda le fasce di età, come si può vedere dalla tabella di seguito, la forza lavoro della Società
è composta principalmente da individui Over 30 (85,6%).
Fascia d’età Numero dei dipendenti Percentuale dei dipendenti
<30 88 14,4%
30-50 220 35,9%
>50 304 49,7%
Totale dipendenti 612 100%
S1-14 Metriche di salute e sicurezza
La salute e sicurezza, data la natura manifatturiera del business, è uno degli elementi chiave per la strategia
della Società. Si riportano di seguito le metriche principali calcolate sulla base di dati puntualmente
tracciati sui registri e sui sistemi aziendali.
Il tasso di infortuni è calcolato come il numero di infortuni (in sito, durante il lavoro da casa o durante il
tragitto) diviso per il totale delle ore lavorate, moltiplicato per 1.000.000. Il tasso di infortuni è pari a 13,4.
Nel totale vengono considerati solo i dipendenti della società ad esclusione degli stagisti e dei dipendenti
con orario non garantito.
Informativa Udm Quantità
a)
% di lavoratori coperti dal
sistema di gestione della salute e
sicurezza
dell'impresa, in base a prescrizioni giuridiche e/o norme od
orientamenti riconosciuti, di cui:
% 100
Lavoratori dipendenti % 100
Lavoratori non dipendenti % 0
b)
Numero di decessi
, fra i propri lavoratori, avvenuti nel corso dell'anno
di rendicontazione, di cui:
Numero 0
dovuti a lesioni connesse al lavoro Numero 0
dovuti a malattie connesse al lavoro
Numero 0
Numero di decessi
, fra altri lavoratori che operano nei siti dell'impresa,
quali i lavoratori nella catena del valore se operano nei siti dell'impresa,
avvenuti nel corso dell'anno di rendicontazione, di cui:
Numero 0
dovuti a lesioni connesse al lavoro Numero 0
dovuti a malattie connesse al lavoro
Numero 0
c)
Numero di infortuni sul lavoro registrabili
Numero 13
Numero totale di ore lavorate dai lavoratori propri
Numero 967.151
Tasso di infortuni sul lavoro
Numero per milione di
ore lavorate
13,4
d)
Numero di casi di malattie professionali
connesse al lavoro registrabili, salvo
restrizioni giuridiche in materia di raccolta dei dati, di cui:
Numero
0
Lavoratori dipendenti
Numero
0
Lavoratori non dipendenti
Numero
0
S1-17 Incidenti, denunce e impatti gravi in materia di diritti umani
Nel 2024 non si sono verificati incidenti, denunce o impatti significativi relativi ai diritti umani, inclusi
episodi di discriminazione legati alla forza lavoro interna.
S2 - LAVORATORI NELLA CATENA DEL VALORE
Centrale del Latte d’Italia, per la disclosure del tema in oggetto, si avvale del phase-in conformemente
all’Appendice C dell’ESRS 1 e ottempera agli obblighi di informativa riportati all’interno di ESRS 2 BP-2,
sezione 17, par. a), b), c), d), e) in caso di tema valutato come rilevante.
Le questioni di sostenibilità, dettagliate per sottotema, risultate rilevanti sono le seguenti:
- Condizioni di lavoro;
- Parità di trattamento e di opportunità per tutti;
- Altri diritti connessi al lavoro.
Strategia
La forza lavoro a monte delle operazioni di Centrale del Latte d’Italia si concentra principalmente nel
settore agricolo, includendo la coltivazione di prodotti agroalimentari e l’allevamento bovino, ma
coinvolge anche la silvicoltura, la chimica, la metalmeccanica e il settore minerario. Pertanto, all'interno
della catena di fornitura, possono emergere diverse sfide legate alle condizioni lavorative. La natura
agroalimentare degli approvvigionamenti, infatti, comporta una forte domanda di lavoratori stagionali, il
che può incidere sulla stabilità occupazionale al termine delle stagioni di raccolta. Inoltre, nei periodi di
picco, vi è il rischio di orari di lavoro prolungati, straordinari non regolamentati e condizioni di lavoro
potenzialmente abusive, tra cui la mancanza di alloggi adeguati, la scarsa qualità dell’acqua e l’insufficienza
dei servizi igienico-sanitari, con possibili ripercussioni sul benessere dei lavoratori.
Alcuni settori della catena di fornitura, come l’agricoltura e l’estrazione mineraria, sono soggetti a forti
pressioni sui costi della materia prima prodotta, fattore che potrebbe contribuire a situazioni di
sfruttamento e salari inadeguati, in particolare in contesti dove la regolamentazione nazionale e la
contrattazione collettiva risultano meno stringenti.
Anche la parità di genere e la valorizzazione della diversità rappresentano ambiti di attenzione. Nei settori
che richiedono resistenza fisica, come l’agricoltura, l’allevamento e l’industria mineraria, la forza lavoro è
spesso a prevalenza maschile, mentre le donne tendono a essere impiegate in ruoli meno strategici e con
salari inferiori, riflettendo disparità sia nell’assegnazione delle mansioni sia nella retribuzione. Più in
generale, nelle filiere agricole, minerarie e dell’energia, la diversità viene talvolta sottovalutata, soprattutto
in regioni remote ed in aree rurali con una minore attenzione ai diritti umani, dove fattori culturali e
socioeconomici possono ostacolare una piena inclusione.
In alcuni contesti critici, come l’agricoltura, possono inoltre verificarsi situazioni di vulnerabilità, tra cui
episodi di molestie o violenza sul luogo di lavoro, specialmente nelle aree più isolate. Un’altra potenziale
criticità riguarda il lavoro minorile, che in alcune zone vede i minori impegnati in attività gravose ed in
condizioni difficili e senza adeguate misure di sicurezza, con impatti significativi sul loro sviluppo e
benessere, specialmente nelle aree più remote dei Paesi con una minore tutela dei diritti umani.
Tali impatti rilevanti si posizionano tutti nella fase upstream della catena del valore della Società, essendo
strettamente legati ai settori estrattivo, dell’agricoltura e della pesca.
Questi temi sono strettamente legati ai principali rischi individuati nella gestione della catena di fornitura.
Se non adeguatamente affrontati, potrebbero comportare conseguenze significative sia a livello
reputazionale che sanzionatorio.
In particolare, uno dei principali rischi è la mancanza di un adeguato processo di due diligence sulla
conformità nella supply chain. Un monitoraggio insufficiente delle condizioni di lavoro dei fornitori
potrebbe esporre non solo la Società, ma l’intero Gruppo a criticità legate alla mancata osservanza degli
standard etici e normativi, con possibili ripercussioni in termini di responsabilità legale e perdita di fiducia
da parte degli stakeholder.
Un ulteriore rischio è rappresentato dalla non conformità ai diritti umani nella gestione delle relazioni di
lavoro, che può manifestarsi attraverso fenomeni come il lavoro minorile ed il lavoro irregolare. La
presenza di queste problematiche nella catena di fornitura, se non adeguatamente prevenuta e contrastata,
potrebbe compromettere l’integrità dell’Azienda, con impatti negativi sulla reputazione aziendale e
possibili sanzioni da parte delle autorità competenti. I rischi individuati sono generati principalmente nella
fase upstream della catena del valore della Società, tuttavia, alcuni di essi potrebbero avere ripercussioni
sulle operazioni proprie, ad esempio con sanzioni o danni reputazionali, nel caso in cui non vi sia un
adeguato presidio. Nell’ambito dell’analisi di Doppia Rilevanza, non sono stati identificati impatti
rischi rilevanti sulla forza lavoro impiegata a valle della catena del valore. Le operazioni a valle, infatti, si
svolgono prevalentemente in Paesi con un’elevata consapevolezza sui diritti umani e un framework
legislativo solido e tutelante in questo ambito. Inoltre, i settori coinvolti a valle presentano minori criticità
rispetto a quelli agricoli o minerari, poiché caratterizzati da condizioni di lavoro generalmente più
regolamentate e con un rischio inferiore di violazioni dei diritti umani.
Politiche relative ai lavoratori nella catena del valore
Newlat Food S.p.A. e le società controllate, tra cui CLI, adottano un Codice di Condotta Fornitori ispirato
ai principali standard internazionali, tra cui la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, le Convenzioni
ILO e il Global Compact dell’ONU. Il Codice disciplina il rispetto dei diritti umani nella catena di
fornitura, richiedendo ai fornitori:
Non-discriminazione: pari opportunità per tutti i lavoratori e processi di selezione, assunzione e
retribuzione equi;
Contratti legali: riconoscimento formale dei rapporti di lavoro in conformità con le normative
nazionali;
Divieto di lavoro minorile e forzato: tutela dei minori e rifiuto di qualsiasi forma di lavoro coatto;
Orario di lavoro e retribuzione equa: rispetto delle normative su orari, riposo e compensi adeguati;
Libertà sindacale e contrattazione collettiva: diritto di associazione e negoziazione per condizioni
di lavoro dignitose;
Salute e sicurezza: ambienti di lavoro sicuri, con formazione e misure preventive adeguate.
Tutte le Politiche sono approvate dall’Organo Dirigente della Capogruppo o da soggetti da questo
delegati ed estesi alle società del Gruppo, tra cui CLI. L’Organo Dirigente ne definisce anche le modalità
di attuazione.
Azioni e risorse relative ai lavoratori nella catena del valore
Coinvolgimento dei portatori di interesse
Nell'ambito del piano di stakeholder engagement sviluppato negli scorsi esercizi dalla Capogruppo
Newlat Food S.p.A., sono stati convolti diversi attori della propria catena del valore, includendo
agricoltori, allevatori, rappresentanti delle filiere, alcuni fornitori e clienti. Questo processo ha permesso
di avviare un dialogo strutturato sulle tematiche relative alla forza lavoro di questi, prendendo in
considerazione gli impatti generati e raccogliendo riscontri utili per migliorare le pratiche adottate.
Tuttavia, a seguito della recente e significativa acquisizione, si è reso necessario un adeguamento del piano
di coinvolgimento degli stakeholder a livello di Gruppo, ridefinendo le tempistiche e le modalità di
consultazione per garantire un approccio coerente e integrato. Il nuovo piano mira, quindi, a rafforzare
il dialogo con gli attori della catena del valore, promuovendo una maggiore consapevolezza e
collaborazione sulle tematiche legate alla forza lavoro ed agli impatti negativi causati non solo da Centrale
del Latte d’Italia, ma dall’intero Gruppo.
Per un approfondimento sulle strategie di stakeholder engagement, si rimanda alla sezione dedicata
all'interno dell’ESRS 2.
Processi per porre rimedio agli impatti negativi
Centrale del Latte d’Italia ha adottato strumenti formali per consentire alla forza lavoro della propria
catena del valore di segnalare preoccupazioni, comportamenti scorretti o violazioni di leggi e regolamenti.
Questi canali, descritti in dettaglio nella sezione S1-3, sono gli stessi utilizzati per la forza lavoro interna
e rispettano le normative sulla protezione dei dati e del segnalante, ma sono facilmente accessibili ai
lavoratori della catena del valore tramite il sito corporate aziendale.
Gestione degli impatti, dei rischi e delle opportunità
La Società ha adottato una serie di misure finalizzate a minimizzare e gestire i propri impatti, rischi e
opportunità legati ai lavoratori nella catena del valore. In particolare, vengono condotte valutazioni del
rischio sui fornitori di materie prime e/o prodotti finiti, considerando anche il rispetto dei diritti umani
nella forza lavoro impiegata. A tale scopo, vengono effettuati audit sia in fase di qualifica che di
mantenimento dei fornitori, per garantire la conformità agli standard di tutela dei lavoratori lungo l’intera
catena di fornitura. Ai fornitori può essere richiesto di sottoporsi ad audit di terze parti per verificare il
rispetto delle tematiche etiche e dei diritti umani per la propria forza lavoro, come gli audit SMETA o la
certificazione SA8000. Inoltre, per le società italiane, è richiesta documentazione come il DURC.
Le azioni sopra descritte sono relative alla catena di fornitura. I principali stakeholder beneficiari delle
azioni sono i lavoratori nell’ambito della catena di fornitura.
A seguito dell’analisi di Doppia Rilevanza, sono state identificate una serie di potenziali azioni, che
verranno valutate e prioritizzate nel corso dei prossimi esercizi, anche nell’ottica dell'integrazione con il
Gruppo Princes.
Nel corso del 2024, non sono stati segnalati gravi problemi o incidenti rilevanti in materia di diritti umani
lungo la catena del valore.
Obiettivi legati ai lavoratori nella catena del valore
La Società non ha, nel corso dell’esercizio, posto in essere nuove azioni al fine di mitigare gli impatti
negativi e cogliere nuove opportunità rilevanti. Ha mantenuto il proprio operato allineato agli obiettivi
preesistenti e aderente ai regolamenti e alle procedure di Gruppo. La recente acquisizione del Gruppo
Princes da parte di Newlat Food S.p.A, controllante di Centrale del Latte d’Italia, ha reso indispensabile
l’integrazione degli obiettivi relativi alla gestione degli impatti negativi e dei rischi a livello di Gruppo.
Questo processo di armonizzazione sarà implementato gradualmente nei prossimi anni e consentirà a
Centrale del Latte d’Italia di allineare i propri obiettivi e sviluppare un piano di azioni coerente con la
nuova strategia di Gruppo.
S3 - COMUNITÀ INTERESSATE
Centrale del Latte d’Italia, per la disclosure del tema in oggetto, si avvale del phase-in conformemente
all’Appendice C dell’ESRS 1 e ottempera agli obblighi di informativa riportati all’interno di ESRS 2 BP-
2, sezione 17, par. a), b), c), d), e) in caso di tema valutato come rilevante.
La questione di sostenibilità, dettagliata per sottotema, risultata rilevante è la seguente:
- Diritti economici, sociali e culturali delle comunità.
Strategia
Centrale del Latte d’Italia riconosce che le attività agricole, in particolare la coltivazione di materie prime
e l’allevamento, possono generare potenziali impatti sulle comunità locali e sull’ambiente nelle aree in cui
vengono svolte. Pur non essendo direttamente riconducibili alle operazioni proprie, questi impatti
rappresentano fattori di rischio lungo la catena del valore, soprattutto nelle fasi a monte, ed in regioni
dove la regolamentazione locale e la tutela dei diritti delle comunità possono essere meno consolidate.
Tali dinamiche possono influenzare in particolare l’accesso equo alla terra, la salvaguardia dei diritti
culturali, la gestione sostenibile delle risorse idriche e l’utilizzo responsabile del suolo.
Tra i vari impatti rilevanti, vi sono, ad esempio, quelli legati all’uso intensivo del suolo ed all’espansione
delle coltivazioni e delle attività di allevamento che possono incidere sull’accesso delle comunità locali ai
terreni e sulla produttività degli stessi, soprattutto in aree con minore regolamentazione sui diritti umani
e l’uso del suolo. Anche la gestione delle risorse idriche risente delle attività agricole. L’uso intensivo di
acqua per l’irrigazione può ridurre la disponibilità per le comunità locali, in particolare nelle aree
caratterizzate da stress idrico. Inoltre, eventuali scarichi derivanti dalle operazioni agricole, se non
adeguatamente gestiti, possono compromettere la qualità delle risorse idriche, con possibili conseguenze
sulla salute e sulle condizioni di vita delle popolazioni coinvolte. Tuttavia, le principali materie prime
agricole della catena di fornitura della Società, come la materia prima latte, provengono da fornitori
operanti in aree con regolamentazioni avanzate sulla tutela delle comunità locali e dei diritti territoriali,
come l’Unione Europea e l’Italia.
In un'ottica di rilevanza finanziaria, strettamente legato agli impatti sopra menzionati, vi è il rischio che
la Società non riesca a gestire in modo adeguato i rapporti con le comunità locali, con possibili
ripercussioni sulla forza lavoro. La mancata considerazione delle esigenze delle comunità, inclusa la
necessità di supportare lo sviluppo economico locale, potrebbe compromettere il contesto operativo e
mettere a rischio la resilienza delle attività agricole nel lungo periodo, generando non solo danni
reputazionali, qualora le operazioni risultassero collegate alla catena di CLI, ma anche impatti economici
derivanti da difficoltà negli approvvigionamenti.
Politiche relative alle comunità interessate
All’interno del Codice Etico e di Condotta adottato anche da Centrale del Latte d’Italia, viene riconosciuta
l’attenzione verso le comunità in cui l’Azienda opera. Il Codice sottolinea l’impegno nel condurre le
proprie attività e investimenti in modo responsabile, contribuendo allo sviluppo economico e sociale
delle comunità locali e nazionali. Attualmente, la Società non dispone di politiche specifiche per la
gestione delle relazioni con le comunità locali. Tuttavia, gli impatti e i rischi rilevanti in questo ambito
sono principalmente legati a fattori ambientali, come la gestione delle risorse idriche e degli scarichi,
nonché al rispetto dei diritti umani nella forza lavoro, sia interna al Gruppo che lungo la catena di
fornitura, la quale rappresenta parte integrante delle comunità locali. Per maggiori dettagli sulle politiche
adottate in relazione a questi aspetti, si rimanda alle sezioni pertinenti sugli indicatori ambientali (E), sulla
gestione della forza lavoro diretta (S1) e sulla catena di fornitura (S2).
Nel corso dei prossimi esercizi, tra le attività di integrazione post acquisizione, il Gruppo e la Società
valuteranno la possibilità di sviluppare politiche dedicate e di rafforzare la collaborazione con la propria
catena del valore per migliorare la gestione dei rapporti con le comunità locali. Tali iniziative potranno
includere misure volte a tutelare il diritto alla terra e a garantire il rispetto dei diritti economici, sociali e
culturali delle comunità coinvolte.
Tutte le Politiche sono approvate dall’Organo Dirigente o da soggetti da questo delegati. L’Organo
Dirigente ne definisce anche le modalità di attuazione.
Azioni e risorse relative alle comunità interessate
Processi di coinvolgimento delle comunità interessate
Nell’ambito del piano di stakeholder engagement sviluppato negli ultimi esercizi, il Gruppo, tra cui anche
la controllata Centrale del Latte d’Italia, ha coinvolto attivamente le comunità locali, avviando un
confronto volto a considerare gli impatti generati e raccogliere feedback utili per migliorare le proprie
pratiche.
Tuttavia, a seguito della recente e significativa acquisizione, si è reso necessario un adeguamento del piano
di coinvolgimento degli stakeholder a livello di Gruppo, ridefinendo tempistiche e modalità di
consultazione per garantire un approccio più coerente e integrato. Il nuovo piano punta a rafforzare il
dialogo con gli attori della comunità locale, favorendo una maggiore consapevolezza e collaborazione
sulle tematiche legate agli impatti potenzialmente negativi. Per un approfondimento sulle strategie di
stakeholder engagement, si rimanda alla sezione dedicata all’interno dell’ESRS 2.
Processi per porre rimedio agli impatti negativi
Centrale del Latte d'Italia dispone di strumenti formali che consentono alle comunità locali di segnalare
preoccupazioni, comportamenti scorretti o violazioni di leggi e regolamenti. Questi canali, condivisi con
la forza lavoro interna e progettati nel rispetto delle normative sulla protezione dei dati e del segnalante
sono facilmente accessibili a tutti gli stakeholder, comprese le comunità locali, attraverso il sito corporate
aziendale.
Gestione degli impatti, dei rischi e delle opportunità
La Società ha adottato una serie di misure finalizzate a minimizzare e gestire i propri impatti, rischi e
opportunità legati alle comunità. In particolare, il processo di qualifica e monitoraggio dei fornitori del
Gruppo prevede una valutazione del rischio geografico, considerando fattori ambientali e sociali. Questo
approccio consente di privilegiare fornitori situati in Paesi con solidi meccanismi di tutela dei diritti delle
comunità, come l’Unione Europea e l’Italia, soprattutto per le materie prime che richiedono un ampio
utilizzo di terreni.
Le azioni sopra descritte sono relative alla catena di fornitura. I principali stakeholder beneficiari delle
azioni sono le comunità locali.
A seguito dell’analisi di Doppia Rilevanza, sono state identificate una serie di potenziali azioni, che
verranno valutate e prioritizzate nel corso dei prossimi esercizi, anche nell’ottica dell'integrazione con il
Gruppo Princes.
Nel corso del 2024, non sono stati segnalati gravi problemi ed incidenti in materia di diritti umani in
relazione alle comunità interessate.
Obiettivi legati alle comunità interessate
La Società non ha, nel corso dell’esercizio, attuato nuove azioni al fine di mitigare gli impatti negativi e
cogliere nuove opportunità rilevanti. Ha mantenuto il proprio operato allineato agli obiettivi preesistenti
e aderente ai regolamenti e alle procedure di Gruppo. La recente acquisizione del Gruppo Princes da
parte di Newlat Food S.p.A., controllante di Centrale del Latte d’Italia, ha reso indispensabile
l’integrazione degli obiettivi relativi alla gestione degli impatti negativi e dei rischi a livello di Gruppo.
Questo processo di armonizzazione sarà implementato gradualmente nei prossimi anni e consentirà a
Centrale del Latte d’Italia di allineare i propri obiettivi e sviluppare un piano di azioni coerente con la
nuova strategia di Gruppo.
S4 - CONSUMATORI E UTILIZZATORI FINALI
Centrale del Latte d’Italia, per la disclosure del tema in oggetto, si avvale del phase-in conformemente
all’Appendice C dell’ESRS 1 e ottempera agli obblighi di informativa riportati all’interno di ESRS 2 BP-
2, sezione 17, par. a), b), c), d), e) in caso di tema valutato come rilevante.
Le questioni di sostenibilità, dettagliate per sottotema, risultate rilevanti sono le seguenti:
- Sicurezza personale dei consumatori e/o degli utilizzatori finali;
- Inclusione sociale dei consumatori e/o degli utilizzatori finali.
Strategia
Le attività della Società potrebbero generare impatti negativi potenziali sulla salute e sicurezza dei
consumatori, in particolare per quanto riguarda la qualità e la sicurezza alimentare. Se non adeguatamente
gestito lungo l'intera filiera produttiva, il rischio di contaminazione da agenti patogeni, sostanze pericolose
o deterioramento del prodotto potrebbe manifestarsi in diverse fasi, dalla produzione e trasformazione
fino al trasporto, alla distribuzione e alla vendita al dettaglio.
Un ulteriore rischio potenziale riguarda la possibile presenza accidentale di corpi estranei all'interno dei
prodotti alimentari, come frammenti di plastica o clip metalliche derivanti dagli imballaggi. Tali elementi
potrebbero compromettere la sicurezza dei consumatori, esponendoli a pericoli quali lesioni interne o
contaminazione.
Anche le pratiche di marketing responsabile potrebbero influire sulla fiducia e sulla consapevolezza dei
consumatori. Un’etichettatura poco chiara, incompleta o fuorviante potrebbe ostacolare scelte alimentari
informate, aumentando il rischio di decisioni nutrizionali non consapevoli. In particolare, la mancanza di
trasparenza sulla provenienza degli ingredienti, sulle informazioni nutrizionali o sulla presenza di elementi
controversi, come gli OGM, potrebbe generare incertezza e confusione.
In un’ottica di rilevanza finanziaria, questi impatti negativi potenziali comportano un rischio significativo
di non conformità alle normative sulla sicurezza e qualità alimentare. Il mancato rispetto di tali
regolamenti potrebbe esporre la Società a sanzioni economiche, richiami di prodotto e restrizioni
commerciali, con conseguenti perdite finanziarie dirette.
Oltre agli effetti normativi, esiste un elevato rischio reputazionale: episodi di non conformità, soprattutto
se legati alla sicurezza degli alimenti destinati all’infanzia, potrebbero compromettere la fiducia dei
consumatori e danneggiare l’immagine della Società e dei suoi marchi. Questo scenario potrebbe tradursi
in un calo delle vendite e in una perdita di quote di mercato, con impatti economici rilevanti nel breve e
lungo termine.
Accanto ai potenziali impatti negativi, CLI ha identificato anche impatti positivi legati alla salute e
sicurezza dei consumatori. In particolare, l'azienda promuove e sviluppa prodotti alimentari sani, sicuri e
poco processati, come latte, formaggi freschi o yogurt, con l’obiettivo di garantire un’alimentazione
equilibrata e nutriente per i consumatori.
Un ulteriore impatto positivo riguarda l'attenzione dedicata alle fasce d’età più tenere della popolazione,
attraverso la produzione di alimenti nutrienti e sicuri specificamente formulati per bambini e neonati.
Questi prodotti sono arricchiti con vitamine e minerali essenziali per la crescita e realizzati con materie
prime selezionate secondo criteri rigorosi, nel pieno rispetto delle normative di settore, per tutelare la
salute dei più piccoli.
In relazione a questi impatti positivi, CLI ha inoltre identificato un’opportunità strategica nello sviluppo
e nella commercializzazione di prodotti innovativi e più salutari, in risposta alla crescente attenzione dei
consumatori verso un’alimentazione sana e consapevole. Questo trend di mercato rappresenta
un'occasione per ampliare l'offerta con prodotti formulati per rispondere alle esigenze nutrizionali
emergenti, garantendo al contempo elevati standard di sicurezza e qualità.
Politiche relative ai consumatori e agli utilizzatori finali
Il Codice Etico e di Condotta, adottato da Centrale del Latte d’Italia, definisce tra i principi fondamentali
l’impegno nel garantire la piena soddisfazione dei consumatori. L’impegno viene perseguito attraverso
l’offerta di prodotti che rispettano rigorosi requisiti di qualità e sicurezza alimentare, oltre a un costante
investimento in ricerca e sviluppo per anticipare e rispondere alle esigenze emergenti, con particolare
attenzione alla salute e al benessere.
Anche la Politica di Sostenibilità sottolinea l’importanza della tutela del consumatore, assicurando un
controllo continuo su tutti gli aspetti legati alla qualità e alla sicurezza igienico-sanitaria dei prodotti. In
quest’ottica, è stata adottata una specifica Politica sulla Qualità e tutte le sedi della Società sono certificate
secondo lo standard UNI EN ISO 9001:2015, a conferma dell’impegno nell’implementazione di un
sistema di gestione della qualità solido ed efficace.
Tutte le Politiche sono approvate dall’Organo Dirigente della Capogruppo o da soggetti da questo
delegati ed estesi alle società del Gruppo, tra cui CLI. L’Organo Dirigente ne definisce anche le modalità
di attuazione.
Azioni e risorse relative ai consumatori ed agli utilizzatori finali
Processi di coinvolgimento dei consumatori e degli utilizzatori finali
Centrale del Latte d’Italia riconosce i consumatori come uno dei principali stakeholder e li ha inclusi nel
proprio piano di stakeholder engagement. Sebbene per la presente rendicontazione non sia stato ancora
raccolto il loro parere, a partire dal prossimo esercizio verrà avviato un processo di coinvolgimento
progressivo, con l’obiettivo di valutare gli impatti generati e raccogliere riscontri utili al miglioramento
delle pratiche aziendali.
Infatti, a seguito della recente e rilevante acquisizione, si è reso necessario un aggiornamento del piano di
coinvolgimento degli stakeholder a livello di Gruppo, ridefinendo tempistiche e modalità di consultazione
per garantire un approccio più integrato e coerente. Il nuovo piano, che coinvolge anche Centrale del
Latte d’Italia, mira a rafforzare il dialogo con tutti i portatori di interesse, tra cui i consumatori,
promuovendo una maggiore consapevolezza e collaborazione su tematiche legate agli impatti
potenzialmente negativi.
Per un approfondimento sulle strategie di stakeholder engagement, si rimanda alla sezione dedicata
all’interno dell’ESRS 2.
Processi per porre rimedio agli impatti negativi
La Società mette a disposizione dei consumatori canali formali per segnalare qualsiasi problematica o
reclamo relativo ai prodotti. L’accesso a tali canali è garantito a tutti i consumatori attraverso le pagine
online dedicate ai marchi e ai prodotti, assicurando trasparenza e facilità di utilizzo. Questi strumenti
permettono di raccogliere segnalazioni in modo tempestivo, consentendo di rispondere prontamente e
adottare le misure necessarie per porre rimedio agli eventuali impatti negativi segnalati.
Gestione degli impatti, dei rischi e delle opportunità
Le misure di mitigazione adottate dalla società per prevenire e gestire gli impatti negativi ed i rischi sui
consumatori includono:
Implementazione di procedure rigorose basate sui principi HACCP per identificare e gestire i
rischi lungo tutta la filiera produttiva, supportate da audit interni regolari per garantire il rispetto
degli standard di sicurezza alimentare.
Svolgimento di valutazioni di rischio approfondite e adesione volontaria a certificazioni di qualità
e sicurezza alimentare, come BRCGS e IFS, per validare e rafforzare gli standard applicati.
Selezione attenta dei fornitori attraverso processi di due diligence strutturati, che includono audit
e valutazioni del rischio, assicurando una catena di fornitura affidabile e conforme ai requisiti
normativi.
Utilizzo di strumenti avanzati come scanner a raggi X e metal detector per rilevare corpi estranei
nei prodotti e garantire elevati standard di sicurezza. Inoltre, sistemi di tracciabilità robusti
consentono l'identificazione e la risoluzione tempestiva di eventuali problematiche lungo la filiera.
Controllo rigoroso delle etichette da parte delle funzioni marketing e qualità, assicurando che le
informazioni siano accurate, complete e conformi alle normative. Ciò include dettagli chiari sul
contenuto nutrizionale, la provenienza delle materie prime e i processi produttivi.
Gestione trasparente delle tematiche regolatorie e delle preoccupazioni dei consumatori,
fornendo informazioni dettagliate sulle pratiche di approvvigionamento per ingredienti
controversi, come l’olio di palma e gli OGM. La Società promuove inoltre pratiche di marketing
etico e mette a disposizione canali di feedback per i consumatori, rafforzando la fiducia e
garantendo la conformità normativa.
Per quanto riguarda gli impatti positivi e le opportunità rilevanti, la Società, consapevole del crescente
interesse dei consumatori verso un'alimentazione più sana, sostenibile e adatta alle diverse esigenze
nutrizionali, ha investito in progetti di ricerca e sviluppo (R&D) volti a innovare la propria offerta di
prodotti. Questa strategia non solo consente di rispondere alle nuove tendenze di mercato, ma
rappresenta anche un'opportunità per creare valore attraverso lo sviluppo di prodotti ad alto valore
aggiunto.
In un contesto in cui i consumatori pongono maggiore attenzione all'impatto ambientale e sociale della
propria dieta, la Società ha ampliato la propria gamma con prodotti biologici, prodotti provenienti da
allevamenti certificati per il benessere animale e da prodotti con materie prime locali, contribuendo alla
valorizzazione e alla tutela del territorio. Allo stesso tempo, le innovazioni nel packaging mirano a ridurre
l'impatto ambientale, allineandosi alle aspettative di un pubblico sempre più attento alla sostenibilità.
Dal punto di vista nutrizionale, la Società ha sviluppato linee di prodotti specializzati per diverse esigenze,
tra questi vi sono: infant formula e prodotti per l’infanzia, con ingredienti selezionati e standard di
sicurezza più stringenti rispetto alla normativa vigente; prodotti funzionali e arricchiti con vitamine,
minerali ed altri nutrienti; alimenti per intolleranze ed allergie, come ad esempio i prodotti senza lattosio
e senza glutine ed, infine, alternative vegetali e prodotti per soddisfare specifiche esigenze etiche e
religiose, attraverso, ad esempio l’ottenimento di certificazioni Halal e Kosher.
Le azioni sopra descritte sono relative alla componente upstream della catena del valore. I principali
stakeholder beneficiari delle azioni sono i consumatori finali dei prodotti venduti.
A seguito dell’analisi di Doppia Rilevanza, sono state identificate una serie di potenziali azioni, che
verranno valutate e prioritizzate nel corso dei prossimi esercizi, anche nell’ottica dell'integrazione con il
Gruppo Princes.
Obiettivi legati ai consumatori ed agli utilizzatori finali
La Società non ha, nel corso dell’esercizio, posto in essere nuove azioni al fine di mitigare gli impatti
negativi e cogliere nuove opportunità rilevanti. Ha mantenuto il proprio operato allineato agli obiettivi
preesistenti e aderente ai regolamenti e alle procedure di Gruppo. La recente acquisizione del Gruppo
Princes da parte di Newlat Food S.p.A, controllante di Centrale del Latte d’Italia, ha reso indispensabile
l’integrazione degli obiettivi relativi alla gestione degli impatti negativi e dei rischi a livello di Gruppo.
Questo processo di armonizzazione sarà implementato gradualmente nei prossimi anni e consentirà a
Centrale del Latte d’Italia di allineare i propri obiettivi e sviluppare un piano di azioni coerente con la
nuova strategia di Gruppo.
INFORMAZIONI SULLA GOVERNANCE
G1 - CONDOTTA DELLE IMPRESE
ESRS 2 GOV-1 Ruolo degli organi di amministrazione, direzione e controllo
Si rimanda alla sezione GOV-1 all’interno della sezione ESRS 2 Informazioni generali.
ESRS 2 IRO-1 Descrizione dei processi per individuare e valutare gli impatti, i rischi e le
opportunità rilevanti
Per quanto riguarda le tematiche di governance, tra i principali impatti negativi potenziali rientrano quelli
legati al benessere animale, collocati, quindi, nella fase upstream della catena del valore di Centrale del
Latte d’Italia. Un’inadeguata gestione degli approvvigionamenti potrebbe infatti compromettere
l’adozione di pratiche etiche appropriate, con possibili ripercussioni sul benessere degli animali.
Un altro impatto rilevante, legato alle operazioni proprie dell’Azienda, riguarda la tutela dei segnalanti: in
assenza di adeguate misure di protezione, la propensione a denunciare comportamenti scorretti potrebbe
diminuire, compromettendo la trasparenza aziendale e la fiducia interna, oltre a rendere meno efficace la
prevenzione delle irregolarità.
Anche la gestione delle relazioni con i fornitori può rappresentare un aspetto critico, soprattutto per
quanto riguarda le pratiche di pagamento. Ritardi nei pagamenti o condizioni contrattuali non eque
potrebbero compromettere la stabilità delle imprese più piccole.
Alcuni dei rischi individuati sono strettamente legati agli impatti. Uno tra questi riguarda la mancata
adozione di una due diligence strutturata in grado di garantire la conformità agli standard sul benessere
animale lungo la catena di approvvigionamento, con possibili ripercussioni sulla reputazione aziendale e
sulla conformità normativa. In tema di corruzione, CLI ha evidenziato il rischio di episodi corruttivi che
potrebbero compromettere l’integrità aziendale, con conseguenze non solo reputazionali ma anche
sanzionatorie. Infine, nella gestione delle relazioni con i fornitori, ritardi o mancati pagamenti potrebbero
causare interruzioni nelle forniture, incidendo sulla continuità operativa e sulla stabilità della catena di
approvvigionamento.
Altri rischi, non direttamente collegati agli impatti negativi indentificati riguardano, ad esempio, il
mancato rispetto degli impegni ESG dichiarati pubblicamente, che potrebbe influire sulla credibilità
aziendale e sulla fiducia degli stakeholder. Sul piano della corporate governance, una gestione inadeguata
delle tematiche di compliance potrebbe comportare sia danni reputazionali che sanzioni. Infine, in merito
alle attività di lobbying e coinvolgimento politico, il rischio riguarda la possibilità che l’azienda intraprenda
iniziative che possano generare conflitti di interesse o essere associate a episodi di corruzione e altre
forme di frode.
Centrale del Latte d’Italia ha inoltre individuato alcuni impatti positivi. Uno di questi riguarda la
comunicazione efficace e trasparente, fondamentale per consentire agli investitori di prendere decisioni
consapevoli. Fornire informazioni chiare e accessibili sulle performance finanziarie, le strategie aziendali,
i rischi e le prospettive di crescita permette agli investitori di valutare i potenziali rendimenti e di allineare
i propri investimenti ai propri valori e obiettivi.
Un altro impatto positivo è legato alla capacità di favorire l’innovazione. Investire nella ricerca e sviluppo
consente di introdurre sul mercato prodotti più sani, sostenibili e dal gusto migliorato, rispondendo alle
esigenze in continua evoluzione dei consumatori. Ad esempio, lo sviluppo di prodotti a base vegetale o
privi di allergeni può soddisfare specifiche necessità alimentari ed etiche, mentre innovazioni nel
packaging possono contribuire a ridurre l’impatto ambientale.
G1-1 Politiche in materia di cultura d'impresa e condotta delle imprese
Il modello di Centrale del Latte d’Italia per una gestione responsabile del business, ispirato alle migliori
prassi nazionali e internazionali, si basa su Codici interni e un sistema di regole chiare e periodicamente
aggiornate. Questi strumenti, tra cui il Codice Etico e di Condotta, la Politica Anticorruzione e il Modello
di Organizzazione, Gestione e Controllo adottati ai sensi del D.Lgs. 231/01, favoriscono comportamenti
coerenti e consapevoli.
L'Azienda rafforza la governance e la gestione attraverso la sensibilizzazione continua dei dipendenti, le
attività di due diligence, i controlli interni, le metodologie di valutazione dei rischi e un approccio
trasparente alle informazioni e ai processi aziendali. Questo sistema è volto a prevenire rischi,
promuovere una cultura etica d'impresa e sviluppare una gestione responsabile. La Capogruppo Newlat
Food S.p.A. ha inoltre aderito al Codice di Corporate Governance pubblicato da Borsa Italiana,
estendendo, quindi, le buone pratiche in esso contenute alla sua controllata Centrale del Latte d’Italia.
Oltre a ciò, la Società ha istituito meccanismi formali per individuare e segnalare possibili comportamenti
illeciti, comprese violazioni di leggi, regolamenti, Modelli Organizzativi, Codici di Condotta, pratiche e
procedure aziendali. Tra le tematiche monitorate rientrano attività fraudolente, episodi di corruzione,
questioni contabili e rendiconti. Tali meccanismi di segnalazione sono accessibili non solo a tutti i
dipendenti, ma anche a soggetti terzi come fornitori e clienti.
Per garantire la tutela dei segnalanti, sono state adottate procedure dedicate che assicurano la riservatezza
delle informazioni e prevedono misure per garantire l’anonimato. Le segnalazioni vengono gestite
tempestivamente e, per prevenire qualsiasi forma di ritorsione nei confronti dei whistleblower, è stato
istituito un sistema sanzionatorio. La gestione delle segnalazioni avviene in conformità con le leggi
nazionali e con la Direttiva UE 2019/1937.
Per affrontare i principali impatti negativi e i rischi legati alla condotta aziendale e alla cultura d’impresa
sono state adottate specifiche policy, tra queste vi è la Politica del Sistema di Gestione Integrato, che
promuove rapporti trasparenti con le filiere agroalimentari per garantire condizioni adeguate all’interno
delle stalle.
Il tema della corruzione, dell’etica e dell’integrità è affrontato nei Codice Etico e di Condotta di Gruppo,
ispirato alle migliori pratiche internazionali e ai principi contro la corruzione, sia attiva che passiva, oltre
che ai criteri di equità e trasparenza. Questi principi sono inoltre integrati nei codici che regolano i rapporti
con i fornitori. Inoltre, la capogruppo Newlat Food S.p.A. ha adottato una Politica Anticorruzione,
mentre la Società si è dotata di un Modello di Organizzazione e Gestione ex D.lgs. 231.
G1-2 Gestione dei rapporti con i fornitori
Tra i principi presenti nei Codici di Condotta vi è l'impegno a promuovere pratiche commerciali corrette
e a rispettare le normative sul commercio. In particolare, CLI si impegna a garantire correttezza negoziale
e concorrenza leale, evitando di approfittare di eventuali squilibri di forza contrattuale, soprattutto nei
confronti di controparti di dimensioni più ridotte, e astenendosi da comportamenti collusivi, nel rispetto
del valore della libera concorrenza.
Attualmente, non è stata ancora definita una politica specifica riguardante il ritardo nei pagamenti alle
PMI. Tuttavia, la Società adotta un approccio improntato al rispetto dei principi sopra indicati.
Come anticipato nelle sezioni precedenti, infatti, adottare pratiche corrette, comprese quelle relative ai
pagamenti, è essenziale non solo per tutelare i fornitori, in particolare le piccole e medie imprese, dai
rischi di instabilità economica, ma anche per prevenire possibili criticità negli approvvigionamenti. Ritardi
nei pagamenti o pratiche scorrette potrebbero infatti compromettere i rapporti con i fornitori, mettendo
a rischio la continuità della fornitura.
In questo contesto, il processo di valutazione dei fornitori riveste un ruolo cruciale per garantire il rispetto
delle normative vigenti e la conformità ai requisiti autorizzativi. Per ridurre i potenziali rischi sugli
approvvigionamenti e verificare l’idoneità professionale, CLI può richiedere documentazione specifica,
come piani di gestione della sicurezza alimentare, campioni di materiali e materie prime, nonché effettuare
controlli su aspetti contrattuali e assicurativi.
Durante la fase di valutazione vengono inoltre analizzate la qualità e la sicurezza delle forniture, definite
attraverso capitolati e schede tecniche. Questi requisiti possono andare oltre le soglie minime previste
dalla normativa, includendo parametri legati alla sostenibilità ambientale e al rispetto di principi etici e
sociali. Gli audit di qualifica dei fornitori prevedono infatti la verifica di criteri specifici, tra cui, ad
esempio, il possesso di certificazioni ambientali, come la ISO 14001, certificazioni etiche, come la SA8000
e l’audit SMETA, oltre ad attestazioni relative al benessere animale, alla sicurezza dei lavoratori e alla
qualità delle materie prime fornite.
G1-3 Prevenzione e individuazione della corruzione attiva e passiva
Per quanto riguarda la prevenzione e l’individuazione della corruzione attiva e passiva, il Gruppo ha
implementato politiche specifiche, tra cui i Codici di Condotta e Modelli di Organizzazione e Gestione
conformi al D.Lgs. 231/01, adottati dalle società italiane. Il sistema è supportato da una serie di procedure
e strumenti, come meccanismi di segnalazione (whistleblowing), valutazioni periodiche dei rischi e
soggetti dedicati, come comitati etici, dedicati alla supervisione della conformità e alla gestione di eventuali
violazioni.
Oltre alla formazione, CLI ha implementato ulteriori misure di controllo, tra cui:
1. Valutazione dei rischi: analisi periodiche dei rischi legati alle tematiche di governance e, in
particolare, alla corruzione e alla concussione.
2. Canali di segnalazione cd. Whistleblowing: strumenti accessibili a tutti i dipendenti con protocolli
di indagine specifici, tema ampiamente trattato nelle precedenti sezioni.
3. Monitoraggio continuo: revisioni regolari delle transazioni finanziarie e delle attività dei
dipendenti per individuare eventuali anomalie.
G1-4 Casi di corruzione attiva o passiva
Nel 2024 non sono state eseguite condanne commutate multe per incidenti di corruzione. In ogni
caso, gli strumenti normativi interni prevedono l'applicazione di eventuali sanzioni disciplinari - fino
anche al licenziamento per giusta causa - in caso di violazione della politica e delle procedure interne in
materia di anticorruzione, a seconda della gravità della violazione.
G1-5 Influenza politica e attività di lobbying
Sebbene l’analisi di Doppia Rilevanza abbia evidenziato un rischio significativo rilevante in merito alle
attività di lobbying e al coinvolgimento politico, in particolare per il potenziale insorgere di conflitti di
interesse o associazioni con episodi di corruzione e frode, CLI non svolge attualmente alcuna attività
rilevante in questo ambito.
Nel corso del 2024, non è stato erogato alcun contributo politico, in denaro in natura. Le uniche
donazioni in natura effettuate dall’azienda riguardano sponsorizzazioni, prevalentemente di carattere
sportivo, e contributi a enti caritatevoli e fondazioni, come, ad esempio, la fornitura di ventilatori
polmonari per la terapia neonatale. Tali donazioni sono sempre conformi alle procedure aziendali relative
a omaggi, regalie e benefici, che stabiliscono principi chiari affinché tali contributi non possano risultare
sospetti. Tali procedure prevedono inoltre una struttura approvativa con soglie di importo prestabilite.
Centrale del Latte d’Italia non è iscritta nel registro dell’UE per la trasparenza o in altri registri per la
trasparenza equivalenti di uno Stato membro. Tuttavia, è iscritta ad associazioni di categoria, tra cui
Unindustria e Assolatte, l’associazione nazionale che raggruppa le principali realtà del settore lattiero-
caseario.
G1-6 Prassi di pagamento
Centrale del Latte d’Italia, al momento, non è in grado di fornire un dettaglio specifico relativo alle PMI,
ma tale informazione sa resa disponibile nei prossimi esercizi. Tuttavia, in merito alle prassi di
pagamento verso i fornitori, il tempo medio di pagamento della Società è di 92 giorni. Di seguito, vengono
riportate le diverse categorie di fornitura con i relativi termini di pagamento e la percentuale dei pagamenti
che rispettano tali condizioni:
Categoria di fornitori Termini di pagamento
% pagamenti in linea con i
termini
Materie prime, ingredienti e prodotti
commercializzati
30-60 giorni 95%
Packaging 60-90 giorni 88%
Manutenzione, servizi ed investimenti 90-120 giorni 83%
Nel 2024 non vi è alcun procedimento giudiziario in corso dovuto a ritardi di pagamento.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
176
Allegato 1/A: QUOTA DEL FATTURATO DERIVANTE DA PRODOTTI O SERVIZI ASSOCIATI AD ATTIVITÀ ECONOMICHE ALLINEATE
ALLA TASSONOMIA INFORMATIVA RELATIVA ALL’ANNO 2024
Esercizio finanziario N
Attivi economiche (1) Codice (a) (2) Fatturato (3)
Quota del
fatturato,
anno N (4)
Mitigazione dei
cambiamenti climatici (5)
Adattamento ai
cambiamenti climatici (6)
Acqua (7)
Inquinamento (8)
Economia circolare (9)
Biodiversi (10)
Mitigazione dei
cambiamenti climatici (11)
Adattamento ai
cambiamenti climatici (12)
Acqua (13)
Inquinamento (14)
Economia circolare (15)
Biodiversi (16)
Garanzi
e
minime
di
salvag
uardia
(17)
Quota di
fatturato
allineato (A.1) o
ammissibile
(A.2) alla
tassonomia
anno N-1 (18)
Categoria
attivi abilitante
(19)
Categoria
attivi di
transizione (20)
Testo
EUR %
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
Sì; No;
N/AM
(b) (c)
Sì; No;
N/AM
(b) (c)
Sì; No;
N/AM
(b) (c)
Sì; No;
N/AM
(b) (c)
Sì; No;
N/AM
(b) (c)
/No /No Sì/No Sì/No Sì/No /No Sì/No % A T
N/A N/A 0,00 0,00% N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A %
0,00 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
N/A
N/A
N/A
N/A
N/A
N/A
N/A
0%
A
0,00% 0,00% N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A 0% T
AM;
N/AM (f)
AM;
N/AM
(f)
AM;
N/AM
(f)
AM;
N/AM
(f)
AM;
N/AM
(f)
AM;
N/AM
(f)
N/A N/A 0,00 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0
0,00
0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
0,00 0,0% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
349.712.000
100%
349.712.000
Allineata per
obiettivo
Ammissibile per
obiettivo
CCM
0% 0%
CCA
0% 0%
WTR
0% 0%
CE
0% 0%
PPC
0% 0%
BIO
0% 0%
TOTALE
Quota di fatturato/Fatturato totale
Fatturato delle attività ammissibili alla tassonomia ma non ecosostenibili
(attivi non allineate alla tassonomia) (A.2)
Fatturato delle attività ammissibili alla tassonomia (A.1 + A.2)
B. ATTIVITA' NON AMMISSIBILI ALLA TASSONOMIA
Fatturato delle attività non ammissibili alla tassonomia
Fatturato delle attività ecosostenibili (allineate alla tassonomia) (A.1)
Di cui abilitanti
Di cui di transizione
A.2 Attività ammissibili alla tassonomia ma non ecosostenibili (attività non allineate alla tassonomia) (g)
A.1 Attività ecosostenibili (allineate alla tassonomia)
2024
Criteri per il contributo sostanziale
Criteri DNSH ("non arrecare un danno
significativo") (h)
A. ATTIVITA' AMMISSIBILI ALLA TASSONOMIA
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
177
Allegato 1/B: QUOTA DEI CAPEX DERIVANTI DA PRODOTTI O SERVIZI ASSOCIATI AD ATTIVITÀ ECONOMICHE ALLINEATE ALLA
TASSONOMIA INFORMATIVA RELATIVA ALL’ANNO 2024
Esercizio finanziario N
Attività economiche (1) Codice (a) (2) CapEx (3)
Quota di
CapEx,
anno N (4)
Mitigazione dei
cambiamenti climatici (5)
Adattamento ai
cambiamenti climatici (6)
Acqua (7)
Inquinamento (8)
Economia circolare (9)
Biodiversi (10)
Mitigazione dei
cambiamenti climatici (11)
Adattamento ai
cambiamenti climatici (12)
Acqua (13)
Inquinamento (14)
Economia circolare (15)
Biodiversi (16)
Garanzie
minime di
salvaguar
dia (17)
Quota di
CapEx
allineato (A.1)
o ammissibile
(A.2) alla
tassonomia
anno N-1 (18)
Categoria
attività
abilitante
(19)
Categoria
attività di
transizion
e (20)
EUR %
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
/No Sì/No Sì/No /No Sì/No /No /No % A T
N/A
N/A
0,00 0,00% N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A 0,00%
0,00 0% N/A N/A N/A N/A N/A N/A 0,00%
0,00
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
N/A
N/A
N/A
N/A
N/A
N/A
N/A
%
A
0,00 0,00% % N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A % T
AM; N/AM
(f)
AM; N/AM
(f)
AM; N/AM
(f)
AM; N/AM
(f)
AM; N/AM
(f)
AM; N/AM
(f)
%
%
Costruzione, ampliamento e gestione di sistemi di raccolta,
trattamento e distribuzione dell'acqua
5.1
CCM
/CCA
3.100,00 0,09% AM N/AM N/AM N/AM N/AM N/AM 0,00%
Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta e
trattamento delle acque reflue
5.3
CCM
/CCA
62.537,00 1,87% AM N/AM N/AM N/AM N/AM N/AM 0,00%
65.637,00 1,97% 1,97% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
65.637,00 1,97% 1,97% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
3.272.674,00 98,03%
3.338.311,00
Allineata per
obiettivo
Ammissibile per
obiettivo
CCM
0% 1,97%
CCA
0% 0%
WTR
0% 0%
CE
0% 0%
PPC
0% 0%
BIO
0% 0%
B. ATTIVITA' NON AMMISSIBILI ALLA TASSONOMIA
CapEx delle attivi non ammissibili alla tassonomia
TOTALE
Quota di CapEx/CapEx totale
A. ATTIVITA' AMMISSIBILI ALLA TASSONOMIA
A.1 Attivi ecosostenibili (allineate alla tassonomia)
CapEx delle attivi ammissibili alla tassonomia (A.1 + A.2)
CapEx delle attivi ecosostenibili (allineate alla tassonomia) (A.1)
Di cui abilitanti
Di cui di transizione
A.2 Attivi ammissibili alla tassonomia ma non ecosostenibili (attività non allineate alla tassonomia) (g)
CapEx delle attivi ammissibili alla tassonomia ma non ecosostenibili
(attivi non allineate alla tassonomia) (A.2)
2024
Criteri per il contributo sostanziale Criteri DNSH ("non arrecare un danno significativo") (h)
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
178
Allegato 1/C: QUOTA DI OPEX DERIVANTI DA PRODOTTI O SERVIZI ASSOCIATI AD ATTIVITÀ ECONOMICHE ALLINEATE ALLA
TASSONOMIA INFORMATIVA RELATIVA ALL’ANNO 2024
Esercizio finanziario N
Attività economiche (1) Codice (a) (2) OpEx (3)
Quota di
OpEx, anno
N (4)
Mitigazione dei
cambiamenti climatici (5)
Adattamento ai
cambiamenti climatici (6)
Acqua (7)
Inquinamento (8)
Economia circolare (9)
Biodiversità (10)
Mitigazione dei
cambiamenti climatici (11)
Adattamento ai
cambiamenti climatici (12)
Acqua (13)
Inquinamento (14)
Economia circolare (15)
Biodiversità (16)
Garanzie
minime di
salvaguar
dia (17)
Quota di
OpEx
allineato (A.1)
o
ammissibile
(A.2) alla
tassonomia
anno N-1 (18)
Categoria
attività
abilitante
(19)
Categoria
attività di
transizion
e (20)
EUR %
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
Sì; No;
N/AM (b)
(c)
/No Sì/No /No /No Sì/No /No /No % A T
N/A
N/A 0,00
0,00% N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A
0,00 0,00% N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A
0,00 % % % % % % % N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A % A
0,00 % % N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A % T
AM;
N/AM (f)
AM;
N/AM (f)
AM;
N/AM (f)
AM;
N/AM (f)
AM;
N/AM (f)
AM;
N/AM (f)
% %
Installazione e funzionamento di pompe di calore elettriche
4.16
CCM
/CCA
33.454,77
0,12% AM N/AM N/AM N/AM N/AM N/AM 0,00%
Cogenerazione ad alto rendimento di calore/freddo ed
energia elettrica a partire da combustibili gassosi fossili
4.30
CCM
/CCA
316.587,00
1,10% AM N/AM N/AM N/AM N/AM N/AM 0,00%
Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta,
trattamento e fornitura di acqua
5.1
CCM
/CCA
18.992,00
0,07% AM N/AM N/AM N/AM N/AM N/AM 0,00%
Rinnovo di sistemi di raccolta, trattamento e fornitura di
acqua
5.2
CCM
/CCA
1.181,44
0,00% AM N/AM N/AM N/AM N/AM N/AM 0,00%
Costruzione, espansione e gestione di sistemi di raccolta
e trattamento delle acque reflue
5.3
CCM
/CCA
477.476,75
1,66% AM N/AM N/AM N/AM N/AM N/AM 0,00%
Ristrutturazione di edifici esistenti
7.2
CCM/
CCA/ 3.2 CE
14.156,00 0,05% AM N/AM N/AM N/AM N/AM N/AM 0,00%
Installazione, manutenzione e riparazione di dispositivi per
l'efficienza energetica
7.3
CCM/
CCA
19.095,99
0,07% AM N/AM N/AM N/AM N/AM N/AM 0,00%
880.943,95 3,06% 3,06% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
880.943,95 3,06% 3,06% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
27.894.056,05 96,94%
28.775.000,00
Allineata per obiettivo
Ammissibile per
obiettivo
CCM
0% 3,06%
CCA
0% 0%
WTR
0% 0%
CE
0% 0%
PPC
0% 0%
BIO
0% 0%
B. ATTIVITA' NON AMMISSIBILI ALLA TASSONOMIA
OpEx delle attivi non ammissibili alla tassonomia
TOTALE
Quota di OpEx/OpEx totale
A. ATTIVITA' AMMISSIBILI ALLA TASSONOMIA
0
OpEx delle attivi ammissibili alla tassonomia (A.1 + A.2)
OpEx delle attivi ecosostenibili (allineate alla tassonomia) (A.1)
Di cui abilitanti
Di cui di transizione
A.2 Attività ammissibili alla tassonomia ma non ecosostenibili(attività non allineate alla tassonomia) (g)
OpEx delle attivi ammissibili alla tassonomia ma non ecosostenibili
(attivi non allineate alla tassonomia) (A.2)
2024
Criteri per il contributo sostanziale Criteri DNSH ("non arrecare un danno significativo") (h)
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
179
Allegato 1/D MODELLO 1 TABELLA GAS E NUCLEARE:
Riga Attività legate all’energia nucleare
1.
L’impresa svolge, finanzia o ha esposizioni verso la ricerca, lo sviluppo, la dimostrazione e la realizzazione di impianti innovativi per la
generazione di energia elettrica che producono energia a partire da processi nucleari con una quantità minima di rifiuti del ciclo del
combustibile
No
2.
L’impresa svolge, finanzia o ha esposizioni verso la costruzione e l’esercizio sicuro di nuovi impianti nucleari per la generazione di
energia elettrica o calore di processo, anche a fini di teleriscaldamento o per processi industriali quali la produzione di idrogeno, e
miglioramenti della loro sicurezza, con l’ausilio delle migliori tecnologie disponibili.
No
3.
L’impresa svolge, finanzia o ha esposizioni verso l’esercizio sicuro di impianti nucleari esistenti che generano energia elettrica o calore
di processo, anche per il teleriscaldamento o per processi industriali quali la produzione di idrogeno a partire da energia nucleare, e
miglioramenti della loro sicurezza.
No
Attività legate ai gas fossili
4.
L’impresa svolge, finanzia o ha esposizioni verso la costruzione o la gestione di impianti per la produzione di energia elettrica che
utilizzano combustibili gassosi fossili.
5.
L’impresa svolge, finanzia o ha esposizioni verso la costruzione, la riqualificazione e la gestione di impianti di generazione combinata
di calore/freddo ed energia elettrica che utilizzano combustibili gassosi fossili.
6.
L’impresa svolge, finanzia o ha esposizioni verso la costruzione, la riqualificazione e la gestione di impianti di generazione di calore
che producono calore/freddo utilizzando combustibili gassosi fossili.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
180
Allegato 1/E MODELLO 4 E MODELLO 5 GAS E NUCLEARE:
Modello 4 - Attività economiche ammissibili alla tassonomia ma non allineate alla tassonomia
Riga Attività economiche
Quota (presentare le informazioni in importi monetari e percentuali)- Opex
CCM + CCA
Mitigazione dei cambiamenti
climatici (CCM)
Adattamento ai cambiamenti
climatici (CCA)
Importo % Importo % Importo %
1
Importo e quota dell’attività economica ammissibile alla tassonomia ma non allineata alla
tassonomia di cui alla sezione 4.30 degli allegati I e II del regolamento delegato (UE) 2021/2139
al denominatore del KPI applicabile
316.587,00 36% 316.587,00 31% 0 0%
2
Importo e quota di altre attività economiche ammissibili alla tassonomia ma non
allineate alla tassonomia non incluse nella riga 1 al denominatore del KPI applicabile
564.356,95 64% 564.356,95 69% 0 0%
3
Importo e quota totali delle attività economiche ammissibili alla tassonomia ma non
allineate alla tassonomia al denominatore del KPI applicabile
880.943,95 100% 880.943,95 100% 0 0%
Modello 5 - Attività economiche non ammissibili alla tassonomia
Riga Attività economiche Importo %
1
Importo e quota dell’attività economica di cui alla riga 5 del modello 1 che non è ammissibile
alla tassonomia conformemente alla sezione 4.30 degli allegati I e II del regolamento delegato
(UE) 2021/2139 al denominatore del KPI applicabile
0,00 0%
2
Importo e quota di altre attività economiche non ammissibili alla tassonomia non
incluse nella riga 1 al denominatore del KPI applicabile
27.894.056,05 100%
3
Importo e quota totali delle attività economiche non ammissibili alla tassonomia al
denominatore del KPI applicabile
27.894.056,05 100%
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
181
INDICE DEI CONTENUTI
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
BP 1
Criteri generali per la redazione
ESRS 2 BP-1 - Criteri generali per la
redazione
BP 2
Informativa in relazione a
circostanze specifiche
ESRS 2 BP-2 - Informativa in relazione a
circostanze specifiche
GOV 1
Ruolo degli organi di
amministrazione, direzione e
controllo
ESRS 2 GOV-1 Ruolo degli organi di
amministrazione, direzione e controllo
ESRS 2 GOV-1 Diversità di genere nel Consiglio paragrafo 21 (d)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 13
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Regolamento delegato (UE)
2020/1816 della Commissione, allegato II
ESRS 2 GOV-1 Percentuale di membri indipendenti del consiglio di
amministrazione, paragrafo 21, lettera e)
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Regolamento delegato
(UE) 2020/1816 della Commissione, allegato II
GOV 2
Informazioni fornite agli organi di
amministrazione, direzione e
controllo dell'impresa e questioni
di sostenibilità da questi
affrontate
ESRS 2 GOV-2 Informazioni fornite agli
organi di amministrazione, direzione e controllo
dell'impresa e questioni di sostenibilità da
questi affrontate
GOV 3
Integrazione delle prestazioni di
sostenibilità nei sistemi di
incentivazione
ESRS 2 GOV-3 Integrazione delle
prestazioni in termini di sostenibilità nei
sistemi di incentivazione
GOV 4
Dichiarazione sul dovere di
diligenza
ESRS 2 GOV-4 Dichiarazione sul dovere di
diligenza
ESRS 2 GOV-4 Dichiarazione sul dovere di diligenza paragrafo 30
- Riferimento SFDR: allegato I, tabella 3, indicatore n. 10
GOV 5
Gestione del rischio e controlli
interni sulla rendicontazione di
sostenibilità
ESRS 2 GOV-5 Gestione del rischio e
controlli interni sulla rendicontazione di
sostenibilità
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
182
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
SBM 1
Posizione sul mercato, strategia,
modello aziendale e catena del
valore
ESRS 2 SBM-1 - Strategia, modello
aziendale e catena del valore
ESRS 2 SBM-1 Coinvolgimento in attivi collegate ad attività nel settore dei
combustibili fossili, paragrafo 40, lettera d), punto i)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 4
- Riferimento terzo pilastro: Articolo 449a del regolamento (UE) N 575/2013;
regolamento di esecuzione (UE) 2022/2453 della Commissione, tabella 1 -
Informazioni qualitative sul rischio ambientale e tabella 2 - Informazioni qualitative
sul rischio sociale
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Regolamento delegato (UE)
2020/1816 della Commissione, allegato II
ESRS 2 SBM-1 Coinvolgimento in attivi collegate alla produzione di sostanze
chimiche, paragrafo 40, lettera d), punto ii
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 9
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Regolamento delegato (UE)
2020/1816 della Commissione, allegato II
ESRS 2 SBM-1 Partecipazione ad attività connesse ad armi controverse, paragrafo
40, lettera d), punto iii)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 14
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Regolamento delegato (UE)
2020/1818, Articolo 12, paragrafo 1, del regolamento delegato (UE) 2020/1816,
allegato II
ESRS 2 SBM-1 Coinvolgimento in attivi collegate alla coltivazione e alla
produzione di tabacco, paragrafo 40, lettera d), punto iv
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Regolamento delegato (UE)
2020/1818, Articolo 12, paragrafo 1, del Regolamento delegato (UE)
2020/1816, Allegato II
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
183
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
SBM 2
Interessi e opinioni dei portatori di
interessi
ESRS 2 SBM-2 - Interessi e opinioni dei
portatori d’interessi
SBM 3
Impatti, rischi e opportunità
rilevanti e loro interazione con la
strategia e il modello aziendale
ESRS 2 SBM-3 Impatti, rischi e
opportunità rilevanti e loro interazione con la
strategia e il modello aziendale
ESRS 2- SBM3 - S1 Rischio di Lavoro forzato paragrafo 14, lettera f)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 13
ESRS 2- SBM3 - S1 Rischio di Lavoro minorile paragrafo 14, lettera g)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 12
ESRS 2- SBM3 S2 Grave rischio di lavoro minorile o di lavoro forzato nella catena
del lavoro, paragrafo 11, lettera b)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatori nn. 12 e 13
IRO 1
Descrizione dei processi per
individuare e valutare gli impatti, i
rischi e le opportuni rilevanti
relativi al clima
ESRS 2 IRO-1 - Descrizione dei processi per
individuare e valutare gli impatti, i rischi e le
opportunità rilevanti
ESRS 2 IRO-1 Descrizione dei processi per
individuare e valutare gli impatti i rischi e le
opportunità rilevanti legate al clima
ESRS 2 IRO-1 Descrizione dei processi per
individuare e valutare gli impatti, i rischi e le
opportunità rilevanti legati all'inquinamento
ESRS 2 IRO-1 Descrizione dei processi
per individuare e valutare gli impatti, i rischi e
le opportunità rilevanti legati alle acque e alle
risorse marine
ESRS 2 IRO-1 Descrizione dei processi
per individuare e valutare gli impatti, i rischi,
ESRS 2- IRO 1 - E4 paragrafo 16, lettera a), punto i
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatori n. 7
ESRS 2- IRO 1 - E4 paragrafo 16, lettera b)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 10
ESRS 2- IRO 1 - E4 paragrafo 16, lettera c)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 14
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
184
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
le dipendenze e le opportunità rilevanti relativi
alla biodiversità e agli ecosistemi
ESRS 2 IRO-1 Gestione degli impatti, dei
rischi e delle opportunità
IRO 2
Obblighi di informativa degli
ESRS oggetto della
dichiarazione sulla sostenibilità
dell'impresa
ESRS 2 IRO-2 - Obbligo di informativa degli
ESRS oggetto della dichiarazione sulla
sostenibilità d’impresa
ESRS E1
E1-1 Piano di transizione per la
mitigazione dei cambiamenti
climatici
E1-1 - Piano di transizione per la
mitigazione dei cambiamenti climatici
ESRS E1-1 Piano di transizione per conseguire la neutralità climatica entro il 2050,
paragrafo 14
- Riferimento normativa dell'UE sul clima: Articolo 2, paragrafo 1, del regolamento
(UE) 2021/1119
ESRS E1-1 Imprese escluse dagli indici di riferimento allineati con l'accordo di
Parigi, paragrafo 16, lettera g)
- Riferimento terzo pilastro: 575/2013; regolamento di esecuzione (UE) 2022/2453
della Commissione, modello 1: Portafoglio bancario Indicatori del potenziale
rischio di transizione connesso ai cambiamenti climatici: Qualità creditizia delle
esposizioni per settore, emissioni e durata residua
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Articolo 12, paragrafo 1,
lettere da d) a g), e paragrafo 2
E1-2 Politiche relative alla
mitigazione dei
cambiamenti climatici e
all'adattamento agli stessi
E1-2 - Politiche di mitigazione e adattamento
ai cambiamenti climatici
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
185
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
E1-3 Azioni e risorse relative alle
politiche in materia di cambiamenti
climatici
E1-3 - Azioni e risorse in relazione alle
politiche sui cambiamenti climatici
E1-4 Obiettivi relativi alla
mitigazione dei cambiamenti
climatici e all'adattamento agli
stessi
E1-4 - Obiettivi relativi alla mitigazione dei
cambiamenti climatici e all’adattamento degli
stessi
ESRS E1-4 Obiettivi di riduzione delle emissioni di GES, paragrafo 34
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 4
- Riferimento terzo pilastro: Articolo 449a del regolamento (UE) n. 575/2013;
regolamento di esecuzione (UE) 2022/2453 della Commissione, modello 3:
Portafoglio bancario Indicatori del potenziale rischio di transizione connesso ai
cambiamenti climatici: metriche di allineamento
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Articolo 6 del regolamento
delegato (UE) 2020/1818
E1-5 Consumo di energia e mix
energetico
E1-5 - Consumo e mix energetico
ESRS E1-5 Consumo di energia da combustibili fossili disaggregato per fonte (solo
settori ad alto impatto climatico), paragrafo 38
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 5 e allegato I, tabella 2,
indicatore n. 5
ESRS E1-5 Consumo di energia e mix energetico paragrafo 37
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 5
ESRS E1-5 Intensità energetica associata con attività in settori ad alto impatto
climatico, paragrafi da 40 a 43
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 6
E1-6 Emissioni lorde di ambito 1,
2, 3 ed emissioni totali di GES
E1-6 - Emissioni di gas effetto serra
E1-7 Assorbimenti di GES e
progetti di mitigazione delle
emissioni di GES finanziati con
crediti di
carbonio
E1-7 - Assorbimenti di GES e progetti di
mitigazione delle emissioni di GES finanziati
con crediti di carbonio
ESRS E1-7 Assorbimenti di GES e crediti di carbonio, paragrafo 56
- Riferimento normativa dell'UE sul clima: Articolo 2, paragrafo 1, del
regolamento (UE) 2021/1119
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
186
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
E1-8 Fissazione del prezzo interno
del carbonio
E1-8 Prezzo del carbonio interno
E1-9 Effetti finanziari attesi di
rischi fisici e di transizione rilevanti
e potenziali opportuni legate al
clima
Phase-in
ESRS E1-9 Esposizione del portafoglio dell'indice di riferimento verso rischi fisici
legati al clima, paragrafo 66
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Allegato II del regolamento
delegato (UE) 2020/1818 e allegato II del regolamento delegato (UE) 2020/1816
ESRS E1-9 Disaggregazione degli importi monetari per rischio fisico acuto e
cronico, paragrafo 66, lettera a)
ESRS E1-9 Posizione delle attività significative a rischio fisico rilevante, paragrafo
66, lettera c
- Riferimento terzo pilastro: Articolo 449a del regolamento (UE) n. 575/2013; punti
46 e 47 del regolamento di esecuzione (UE) 2022/2453 della Commissione; modello
5: Portafoglio bancario Indicatori del potenziale rischio fisico connesso ai
cambiamenti climatici: esposizioni soggette al rischio fisico
ESRS E1-9 Ripartizione del valore contabile dei suoi attivi immobiliari per classi di
efficienza energetica, paragrafo 67, lettera c)
- Riferimento terzo pilastro: Articolo 449a del regolamento (UE) n. 575/2013; punto
34 del regolamento di esecuzione (UE) 2022/2453 della Commissione; Modello 2:
Portafoglio bancario Indicatori del potenziale rischio di transizione connesso ai
cambiamenti climatici: prestiti garantiti da beni immobili Efficienza energetica delle
garanzie reali
ESRS E1-9 Grado di esposizione del portafoglio a opportunità legate al clima,
paragrafo 69
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Allegato II del
regolamento delegato (UE) 2020/1818
ESRS E2
E2-1 Politiche relative
all’inquinamento
E2-1 Politiche relative all'inquinamento
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
187
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
E2-2 Azioni e risorse connesse
all'inquinamento
E2-2 Azioni e risorse connesse
all'inquinamento
E2-3 Obiettivi connessi
all'inquinamento
E2-3 Obiettivi connessi all'inquinamento
E2-4 Inquinamento di aria,
acqua e suolo
E2-4 Inquinamento di aria, acqua e suolo
ESRS E2-4 Quantità di ciascun inquinante che figura nell'allegato II del regolamento
E- PRTR (registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti)
emesso nell'aria, nell'acqua e nel suolo, paragrafo 28
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 8; allegato I, tabella 2,
indicatore n. 2; allegato 1, tabella 2, indicatore n. 1; allegato I, tabella 2, indicatore
n. 3
E2-5 Sostanze preoccupanti e
sostanze estremamente
preoccupanti
Le tematiche sono risultati non rilevanti per la
Società a seguito dell’analisi di doppia
materialità
E2-6 Effetti finanziari attesi di
impatti, rischi e opportunità legati
all'inquinamento
Phase-in
ESRS E3
E3-1 Politiche connesse alle acque
e alle risorse marine
E3-1 Politiche connesse alle acque e alle
risorse marine
ESRS E3-1 Acque e risorse marine, paragrafo 9
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 7
ESRS E3-1 Politica dedicata, paragrafo 13
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 8
ESRS E3-1 Sostenibilità degli oceani e dei mari paragrafo 14
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 12
E3-2 Azioni e risorse connesse alle
acque e alle risorse marine
E3-2 Azioni e risorse connesse alle acque e
alle risorse marine
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
188
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
E3-3 Obiettivi connessi alle acque
e alle risorse
marine
E3-3 Obiettivi connessi alle acque e alle
risorse marine
E3-4 Consumo idrico
E3-4 Consumo idrico
ESRS E3-4 Totale dell'acqua riciclata e riutilizzata, paragrafo 28, lettera c)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 6.2
ESRS E3-4 Consumo idrico totale in m3 rispetto ai ricavi netti da operazioni
proprie, paragrafo 29
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 6.1
E3-5 Effetti finanziari attesi
derivanti da impatti, rischi e
opportunità connessi alle acque e
alle risorse marine
Phase-in
ESRS E4
E4-1 Piano di transizione e
attenzione alla biodiversità e agli
ecosistemi nella strategia e nel
modello aziendale
Phase-in
E4-2 Politiche relative alla
biodiversità e agli ecosistemi
Phase-in
ESRS E4-2 Politiche o pratiche agricole/di utilizzo del suolo sostenibili, paragrafo
24, lettera b)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 11
ESRS E4-2 Pratiche o politiche di utilizzo del mare/degli oceani sostenibili,
paragrafo 24, lettera c)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 12
ESRS E4-2 Politiche volte ad affrontare la deforestazione, paragrafo 24, lettera d)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 15
E4-3 Azioni e risorse relative
alla biodiversità e agli ecosistemi
Phase-in
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
189
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
E4-4 Obiettivi relativi alla
biodiversità e agli
ecosistemi
E4-4 Obiettivi relativi alla biodiversità e
agli ecosistemi
E4-5 Metriche d'impatto
relative ai cambiamenti della
biodiversità e degli ecosistemi
E4-5 Metriche d'impatto relative ai
cambiamenti della biodiversità e degli ecosistemi
E4-6 Effetti finanziari attesi
derivanti da rischi e opportunità
connessi alla biodiversità e agli
ecosistemi
Phase-in
ESRS E5
E5-1 Politiche relative all'uso delle
risorse e
all'economia circolare
E5-1 Politiche relative all'uso delle risorse e
all'economia circolare
E5-2 Azioni e risorse relative
all'uso delle risorse e
all'economia circolare
E5-2 Azioni e risorse relative all'uso delle
risorse e all'economia circolare
E5-3 Obiettivi relativi all'uso delle
risorse e
all'economia circolare
E5-3 Obiettivi relativi all'uso delle risorse e
all'economia circolare
E5-4 Flussi di risorse in entrata
E5-4 Flussi di risorse in entrata
E5-5 Flussi di risorse in uscita
E5-5 Flussi di risorse in uscita
ESRS E5-5 Rifiuti non riciclati, paragrafo 37, lettera d)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 2, indicatore n. 13
ESRS E5-5 Rifiuti pericolosi e rifiuti radioattivi, paragrafo 39
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 9
E5-6 Effetti finanziari attesi
derivanti da impatti, rischi e
Phase-in
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
190
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
opportunità connessi all'uso delle
risorse e all'economia circolare
ESRS S1
S1-1 Politiche relative alla forza
lavoro propria
Phase-in
ESRS S1-1 Impegni politici in materia di diritti umani, paragrafo 20
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 9 e allegato I, tabella 1,
indicatore n. 11
ESRS S1-1 Politiche in materia di dovuta diligenza sulle questioni oggetto delle
convenzioni fondamentali da 1 a 8 dell'Organizzazione internazionale del lavoro,
paragrafo 21
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Regolamento delegato (UE)
2020/1816 della Commissione, allegato II
ESRS S1-1 Procedure e misure per prevenire la tratta di esseri umani, paragrafo 22
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 11
ESRS S1-1 Politica di prevenzione o sistema di gestione degli infortuni sul lavoro,
paragrafo 23
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 1
S1-2 Processi di coinvolgimento
dei lavoratori propri e dei
rappresentanti dei lavoratori in
merito agli impatti
S1-2 Processi di coinvolgimento della forza
lavoro propria e dei rappresentanti dei
lavoratori in merito agli impatti
S1-3 Processi per porre rimedio
agli impatti negativi e canali che
consentono ai lavoratori propri
di sollevare preoccupazioni
S1-3 Processi per porre rimedio agli impatti
negativi e canali che consentono ai lavoratori
propri di sollevare preoccupazioni
ESRS S1-3 Meccanismi di trattamento dei reclami/delle denunce, paragrafo 32,
lettera c)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 5
S1-4 Interventi su impatti
rilevanti per la forza lavoro propria
e approcci per la mitigazione dei
rischi rilevanti e il perseguimento
di opportunità rilevanti in
S1-4 Interventi su impatti rilevanti per la
forza lavoro propria e approcci per la gestione
dei rischi rilevanti e il perseguimento di
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
191
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
relazione alla forza lavoro
propria, nonché efficacia di tali
azioni
opportunità rilevanti in relazione alla forza
lavoro propria, nonché efficacia di tali azioni
S1-5 Obiettivi legati alla gestione
degli impatti negativi rilevanti, al
potenziamento degli impatti
positivi e alla gestione dei rischi e
delle opportunità rilevanti
S1-5 Obiettivi legati alla gestione degli
impatti negativi rilevanti, al potenziamento
degli impatti positivi e alla gestione dei rischi e
delle opportunità rilevanti
S1-6 Caratteristiche dei
dipendenti dell'impresa
S1-6 Caratteristiche dei dipendenti
dell'impresa
S1-7 Caratteristiche dei lavoratori
non dipendenti nella forza lavoro
propria dell'impresa
Phase-in
S1-8 Copertura della
contrattazione collettiva e dialogo
sociale
S1-8 Copertura della contrattazione
collettiva e dialogo sociale
S1-9 Metriche della diversità S1-9 Metriche della diversità
S1-10 Salari adeguati
Phase-in
S1-11 Protezione sociale
Phase-in
S1-12 Persone con disabilità Phase-in
S1-13 Metriche di formazione e
sviluppo delle
competenze
Phase-in
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
192
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
S1-14 Metriche di salute e
sicurezza
S1-14 Metriche di salute e sicurezza
ESRS S1-14 Numero di decessi e numero e tasso di infortuni connessi al lavoro,
paragrafo 88, lettere b) e c)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 2
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Regolamento delegato (UE)
2020/1816 della Commissione, allegato II
ESRS S1-14 Numero di giornate perdute a causa di ferite, infortuni, incidenti mortali
o malattie, paragrafo 88, lettera e)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 3
S1-15 Metriche dell'equilibrio tra
vita professionale e vita privata
Phase-in
S1-16 Metriche di retribuzione
(divario retributivo e retribuzione
totale)
Phase-in
ESRS S1-16 Divario retributivo di genere non corretto, paragrafo 97, lettera a)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 12
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Regolamento delegato (UE)
2020/1816 della Commissione, allegato II
S1-17 Incidenti, denunce e
impatti gravi in materia di diritti
umani
S1-17 Incidenti, denunce e impatti gravi in
materia di diritti umani
ESRS S1-17 Incidenti legati alla discriminazione, paragrafo 103, lettera a)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 7
ESRS S1-17 Mancato rispetto dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e
diritti umani e OCSE, paragrafo 104, lettera a
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 10 e allegato I, tabella 3,
indicatore n. 14
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Allegato II del regolamento
delegato (UE) 2020/1816 e articolo 12, paragrafo 1, del regolamento delegato
(UE) 2020/1818
ESRS S2
S2-1 Politiche connesse ai
lavoratori nella catena del valore
S2-1 Politiche connesse ai lavoratori nella
catena del valore
ESRS S2-1 Impegni politici in materia di diritti umani, paragrafo 17
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 9 e allegato I, tabella 1,
indicatore n. 11
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
193
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
ESRS S2-1 Politiche connesse ai lavoratori nella catena del valore, paragrafo 18
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatori nn. 11 e 4
ESRS S2-1 Mancato rispetto dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e
diritti umani e delle linee guida dell'OCSE
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 10
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Allegato II del regolamento
delegato (UE) 2020/1816 e articolo 12, paragrafo 1, del regolamento delegato (UE)
2020/1818
ESRS S2-1 Politiche in materia di dovuta diligenza sulle questioni oggetto delle
convenzioni fondamentali da 1 a 8 dell'Organizzazione internazionale del lavoro,
paragrafo 19
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Regolamento delegato (UE)
2020/1816 della Commissione, allegato II
S2-2 Processi di coinvolgimento
dei lavoratori nella catena del
valore in merito agli impatti
S2-2 Processi di coinvolgimento dei lavoratori
nella catena del valore in merito agli impatti
S2-3 Processi per porre rimedio
agli impatti negativi e canali che
consentono ai lavoratori nella
catena del valore di esprimere
preoccupazioni
S2-3 Processi per porre rimedio agli impatti
negativi e canali che consentono ai lavoratori
nella catena del valore di esprimere
preoccupazioni
S2-4 Interventi su impatti rilevanti
per i lavoratori nella catena del
valore e approcci per la gestione
dei rischi rilevanti e il
conseguimento di opportunità
rilevanti per i lavoratori nella
catena del valore, nonché efficacia
di tali azioni
S2-4 Interventi su impatti rilevanti per i
lavoratori nella catena del valore e approcci per
la gestione dei rischi rilevanti e il conseguimento
di opportunità rilevanti per i lavoratori nella
catena del valore, nonché efficacia di tali azioni
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
194
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
S2-5 Obiettivi legati alla gestione
degli impatti negativi rilevanti, al
potenziamento degli impatti
positivi e alla gestione dei rischi e
delle opportunità rilevanti
S2-5 Obiettivi legati alla gestione degli
impatti negativi rilevanti, al potenziamento
degli impatti positivi e alla gestione dei rischi e
delle opportunità rilevanti
ESRS S3
S3-1 Politiche relative alle
comunità interessate
S3-1 Politiche relative alle comunità
interessate
ESRS S3-1 Impegni politici in materia di diritti umani, paragrafo 16
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 9 e allegato I, tabella 1,
indicatore n. 11
ESRS S3-1 Mancato rispetto dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e
diritti umani, dei principi dell'OIL o delle linee guida dell'OCSE, paragrafo 17
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 10
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Allegato II del regolamento
delegato (UE) 2020/1816 e articolo 12, paragrafo 1, del regolamento delegato
(UE) 2020/1818
S3-2 Processi di coinvolgimento
delle comunità
interessate in merito agli impatti
S3-2 Processi di coinvolgimento delle
comunità interessate in merito agli impatti
S3-3 Processi per porre rimedio
agli impatti negativi e canali che
consentono alle comunità
interessate
di esprimere preoccupazioni
S3-3 Processi per porre rimedio agli impatti
negativi e canali che consentono alle comunità
interessate di esprimere preoccupazioni
S3-4 Interventi su impatti rilevanti
sulle comunità interessate e
approcci per gestire i rischi
rilevanti e conseguire opportunità
rilevanti per le comunità
S3-4 Interventi su impatti rilevanti sulle
comunità interessate e approcci per gestire i
rischi rilevanti e conseguire opportunità
rilevanti per le comunità interessate, nonché
efficacia di tali azioni
ESRS S3-4 Problemi e incidenti in materia di diritti umani, paragrafo 36
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 14
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
195
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
interessate, nonché efficacia di tali
azioni
S3-5 Obiettivi legati alla gestione
degli impatti rilevanti negativi, al
potenziamento degli impatti
positivi e alla gestione dei rischi e
delle opportunità rilevanti
S3-5 Obiettivi legati alla gestione degli
impatti rilevanti negativi, al potenziamento
degli impatti positivi e alla gestione dei rischi e
delle opportunità rilevanti
ESRS S4
S4-1 Politiche connesse ai
consumatori e agli utilizzatori
finali
S4-1 Politiche connesse ai consumatori e agli
utilizzatori finali
ESRS S4-1 Politiche connesse ai consumatori e agli utilizzatori finali, paragrafo 16
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 9 e allegato I, tabella 1,
indicatore n. 11
ESRS S4-1 Mancato rispetto dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e
diritti umani e delle linee guida dell'OCSE, paragrafo 17
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 1, indicatore n. 10
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Allegato II del regolamento
delegato (UE) 2020/1816 e articolo 12, paragrafo 1, del regolamento delegato
(UE) 2020/1818
S4-2 Processi di coinvolgimento
dei consumatori e degli utilizzatori
finali in merito agli impatti
S4-2 Processi di coinvolgimento dei
consumatori e degli utilizzatori finali in merito
agli impatti
S4-3 Processi per porre rimedio
agli impatti negativi e canali che
consentono ai consumatori e agli
utilizzatori finali di esprimere
preoccupazioni
S4-3 Processi per porre rimedio agli impatti
negativi e canali che consentono ai consumatori
e agli utilizzatori finali di esprimere
preoccupazioni
S4-4 Interventi su impatti rilevanti
per i consumatori e gli utilizzatori
finali e approcci per la mitigazione
S4-4 Interventi su impatti rilevanti sui
consumatori e gli utilizzatori finali, approcci
ESRS S4-4 Problemi e incidenti in materia di diritti umani, paragrafo 35
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 14
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
196
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
dei rischi rilevanti e il
conseguimento di opportunità
rilevanti in relazione ai
consumatori e agli utilizzatori
finali, nonché efficacia di tali
azioni
per gestire rischi rilevanti e conseguire
opportunità rilevanti in relazione ai
consumatori e agli utilizzatori finali, ed
efficacia di tali azioni
S4-5 Obiettivi legati alla gestione
degli impatti rilevanti negativi, al
potenziamento degli impatti
positivi e alla gestione dei rischi e
delle opportunità rilevanti
S4-5 Obiettivi legati alla gestione degli
impatti rilevanti negativi, al potenziamento
degli impatti positivi e alla gestione dei rischi e
delle opportunità rilevanti
ESRS G1
G1-1 Politiche in materia di
cultura d'impresa e condotta delle
imprese
G1-1 Politiche in materia di cultura
d'impresa e condotta delle imprese
ESRS G1-1 Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, paragrafo 10,
lettera b)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 15
ESRS G1-1 Protezione degli informatori, paragrafo 10, lettera d)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 6
G1-2 Gestione dei rapporti con i
fornitori
G1-2 Gestione dei rapporti con i fornitori
G1-3 Prevenzione e
individuazione della corruzione
attiva e passiva
G1-3 Prevenzione e individuazione della
corruzione attiva e passiva
G1-4 Casi accertati di corruzione
attiva o passiva
G1-4 Casi di corruzione attiva o passiva
ESRS G1-4 Ammende inflitte per violazioni delle leggi contro la corruzione attiva e
passiva, paragrafo 24, lettera a)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 17
- Riferimento regolamento sugli indici di riferimento: Allegato II del regolamento
delegato (UE) 2020/1816
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
197
ESRS
Obblighi di Informativa Paragrafi del documento
Elementi d’informazione derivanti da altri atti legislativi dell'UE così come
elencati nell’Appendice B, se applicabile
ESRS G1-4 Norme di lotta alla corruzione attiva e passiva, paragrafo 24, lettera b)
- Riferimento SFDR: Allegato I, tabella 3, indicatore n. 16
G1-5 Influenza politica e attività di
lobbying
G1-5 Influenza politica e attività di lobbying
G1-6 Prassi di pagamento
G1-6 Prassi di pagamento
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
198
ATTESTAZIONE DELLA RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
199
RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
200
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
201
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
202
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
203
PROSPETTI CONTABILI E NOTE ILLUSTRATIVE
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
204
SITUAZIONE PATRIMONIALE E FINANZIARIA
(in Euro)
Al 31 dicembre
2024 2023
Attività non correnti
Immobili, impianti e macchinari 100.168.934 105.693.762
Attività per diritto d'uso
14.960.715
17.914.744
di cui verso parti correlate
8.397.757
11.809.430
Attività immateriali 19.506.954 19.526.664
Partecipazioni in imprese collegate 1.396.719 1.396.719
Attività finanziarie non correnti valutate al fair value con impatto a
conto economico
703.424 703.424
Attività per imposte anticipate - 2.041.362
Totale attività non correnti 136.736.746 147.276.675
Attività correnti
Rimanenze 23.443.055 23.737.600
Crediti commerciali 38.267.542 26.957.162
di cui verso parti
correlate
8.328.039
7.117.999
Attività per imposte correnti
129.968
129.968
Altri crediti e attività correnti 14.300.105 14.301.410
di cui verso parti correlate
5.86
6
.533
5.841.874
Attività finanziarie correnti valutate al fair value con impatto a
conto economico
1.068 1.068
Crediti finanziarie valutati al costo ammortizzato
2.540.115
3.024.652
di cui verso parti correlate
2.540.115
3.024.652
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti 42.612.731 36.032.058
di cui verso parti correlate
35.218.293
29.270.085
Totale attività correnti 121.294.584 104.183.917
TOTALE ATTIVITA' 258.031.330 251.460.592
Patrimonio netto
Capitale sociale 28.840.041 28.840.041
Riserve
35.620.155
34.833.578
Risultato netto 4.419.221 2.958.814
Totale patrimonio netto 68.879.417 66.632.433
Passività non correnti
Fondi relativi al personale 5.010.718 5.785.698
Fondi per rischi e oneri
1.427.812
1.368.796
Passività per imposte differite 3.414.191 5.994.365
Passività finanziarie non correnti 30.054.230 38.479.396
Passività per leasing non correnti
8.358.345 11.457.951
di cui verso parti correlate
3.920.059
7.012.346
Totale passività non correnti
48.265.296
63.086.207
Passività correnti
Debiti commerciali 81.309.050 78.317.270
di cui verso parti correlate
3.926.974
21.135.511
Passività finanziarie correnti 34.740.815 20.937.223
di cui verso parti correlate
187.643
8.296.375
Passività per leasing correnti
10.032.623 9.673.581
di cui verso parti correlate
8.945.618
8.890.173
Passività per imposte correnti 43.330 240.596
Altre passività correnti 14.760.799 12.573.282
di cui verso parti correlate
3.477.766
1.614.636
Totale passività correnti 140.886.617 121.741.952
TOTALE PASSIVITA' E PATRIMONIO NETTO 258.031.330 251.460.592
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
205
CONTO ECONOMICO
(In Euro) Note
Al 31 dicembre
2024 2023
Ricavi da contratti con i clienti 9.1 349.711.916 333.894.357
di cui verso parti correlate 1.170.971 3.176.944
Costo del venduto 9.2 (281.540.706) (271.001.623)
di cui verso parti correlate (6.922.657) (6.406.165)
Risultato operativo lordo 68.171.210 62.892.733
Spese di vendita e distribuzione 9.2 (51.695.947) (49.557.145)
Spese amministrative 9.2 (8.563.484) (8.258.591)
di cui verso parti correlate (48.000) (48.000)
Svalutazioni nette di attività finanziarie 9.3 (197.002) (417.206)
Altri ricavi e proventi 9.4 4.079.001 6.086.787
Altri costi operativi 9.5 (2.056.346) (1.995.641)
Risultato operativo 9.737.433 8.750.938
Proventi finanziari 9.6 1.729.493 756.173
di cui verso parti correlate 1.533.527 649.987
Oneri finanziari 9.6 (5.138.758) (5.347.505)
di cui verso parti correlate (619.314) (594.265)
Risultato prima delle imposte 6.328.168 4.159.605
Imposte sul reddito 9.7 (1.908.947) (1.200.791)
Risultato netto 4.419.221 2.958.814
Risultato netto per azione base 9.8 0,32 0,21
Risultato netto per azione diluito 9.8 0,32 0,21
CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO
(In Euro) Note
Al 31 dicembre
2024 2023
Risultato netto (A)
4.419.221
2.958.814
a) Altre componenti di conto economico complessivo
che non saranno successivamente riclassificate a
conto economico:
Utili/(perdite) attuariali 8.14 159.716 (5.469)
Effetto fiscale su utili/(perdite attuariali) 8.14 (44.561) 1.526
Totale altre componenti di conto economico
complessivo che non saranno successivamente
riclassificate a conto economico
115.155 (3.943)
Totale altre componenti di conto economico
complessivo, al netto dell'effetto fiscale (B)
115.155 (3.943)
Totale risultato netto complessivo (A)+(B) 4.534.376 2.954.871
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
206
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO NETTO
(In Euro) Note
Capitale
sociale
Riserve
Risultato
netto
Totale
patrimonio
netto della
Società
Al 31 dicembre 2022
8.14
28.840.041
34.683.215
154.306
63.677.562
Attribuzione del risultato netto dell'esercizio precedente - 154.306 (154.306) -
Risultato netto
-
-
2.958.814
2.958.814
Utili/(perdite) attuariali, al netto del relativo effetto
fiscale
- (3.943) - (3.943)
Totale risultato netto complessivo dell'esercizio - 150.363 2.804.508 2.954.871
Al 31 dicembre 2023 8.14 28.840.041 34.833.578 2.958.814 66.632.433
Attribuzione del risultato netto dell'esercizio precedente
-
2.958.814
(2.958.814)
-
Risultato netto - - 4.419.221 4.419.221
Utili/(perdite) attuariali, al netto del relativo effetto
fiscale
- 115.155 - 115.155
Azioni proprie
-
(2.287.391)
-
(2.287.391)
Totale risultato netto complessivo dell'esercizio
-
786.578
1.460.407
2.246.985
Al 31 dicembre 2024 8.14 28.840.041 35.620.156 4.419.221 68.879.418
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
207
RENDICONTO FINANZIARIO
(In migliaia di Euro) Note
Al 31 dicembre
2024 2023
Risultato prima delle imposte 6.328.168 4.159.605
- Rettifiche per:
Ammortamenti e svalutazioni
8.1
-
8.2
-
8.3
15.464.011
16.402.446
Oneri / (proventi) finanziari 9.6 3.409.264 4.591.333
di cui verso parti correlate
(619.314)
(594.265)
Flusso di cassa generato / (assorbito) da attività
operativa prima delle variazioni del capitale
circolante netto
25.201.444 25.153.384
Variazione delle rimanenze 8.7 294.545 1.551.728
Variazione dei crediti commerciali
8.8
(11.507.382)
5.802.074
Variazione dei debiti commerciali 8.19 2.991.780 4.205.996
Variazione di altre attività e passività 8.10-8.20 323.680 2.015.857
Utilizzo dei fondi per rischi e oneri e dei fondi per il
personale
8.15-8.16 (556.248) (366.438)
Imposte pagate 9.7 (826.456) (1.148.371)
Flusso di cassa netto generato / (assorbito) da
attività operativa
15.921.363 37.214.229
Investimenti in immobili, impianti e macchinari 8.1-8.2 (3.336.303) (2.217.463)
Investimenti in
attività immateriali
8.3
(0)
(0)
Flusso di cassa netto generato / (assorbito) da
attività di investimento
(3.336.303) (2.217.463)
Accensioni di debiti finanziari 8.18 23.017.166 932.270
Rimborsi di debiti finanziari 8.18 (17.787.094) (15.522.845)
Rimborsi di passività per leasing
8.2
(6.170.696)
(6.781.428)
di cui verso parti correlate
(2.740.000)
(2.740.000)
Interessi netti pagati 9.06 (3.276.265) (4.591.333)
Azioni proprie 8.14 (2.287.391)
Flusso di cassa netto generato/(assorbito) da
attività finanziaria
(6.504.387) (25.587.360)
Totale variazione disponibilità liquide e mezzi
equivalenti
6.080.673 9.409.406
Disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 36.032.058 26.622.652
di cui verso parti
correlate
29.270.085
17.326.604
Compensazione accensionei debiti finanziari
500.000
Totale variazione disponibilità liquide e mezzi equivalenti 6.080.673 9.409.406
Disponibilità liquide alla fine dell'esercizio 42.612.731 36.032.058
di cui
verso parti correlate
35.218.293
29.270.085
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
208
1. NOTE ILLUSTRATIVE AL BILANCIO
1.1 Informazioni generali ed operazioni significative realizzate nell’esercizio 2024
Centrale del latte d’Italia S.p.A. è una società costituita in Italia in forma di società per azioni, che opera in
base alla legislazione italiana. La Società ha sede legale in Torino, Via Filadelfia 220.
A partire dal aprile 2020 la Società è entrata a far parte del Gruppo Newlat Food, la cui Capogruppo risulta
oggi essere il principale azionista di Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
La Società ritiene di non essere soggetta ad attività di direzione e coordinamento da parte di Newlat Food
S.p.A. in quanto: (i) le principali decisioni relative alla gestione della Società sono prese all’interno degli organi
propri della Società; (ii) al Consiglio di Amministrazione della Società compete, tra l’altro, l’esame e
l’approvazione dei piani strategici, industriali e finanziari e i budget della Società, l’esame e l’approvazione
delle politiche finanziarie e di accesso al credito della Società , l’esame e l’approvazione della struttura
organizzativa, la valutazione dell’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della
Società; (iii) la Società opera in piena autonomia rispetto alla conduzione dei rapporti con la clientela e con i
fornitori, senza che vi sia alcuna ingerenza di soggetti estranei alla Società.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
209
2. PRINCIPI CONTABILI ADOTTATI
Di seguito sono riportati i principi contabili e i criteri di valutazione adottati nella predisposizione e redazione
della relazione finanziaria annuale al 31 dicembre 2024.
La relazione finanziaria annuale al 31 dicembre 2024 è stata redatta nel rispetto dei Principi Contabili
Internazionali (“IFRS”) emessi dall’International Accounting Standards Board (“IASB”) e omologati dall’Unione
Europea. Con “IFRS” si intendono anche gli International Accounting Standards (“IAS”) tuttora in vigore, nonché
tutti i documenti interpretativi emessi dall’IFRS Interpretation Committee, precedentemente denominato
International Financial Reporting Interpretations Committee (“IFRIC”) e ancor prima Standing Interpretations Committee
(“SIC”).
La redazione di un bilancio in accordo con gli IFRS (International Financial Reporting Standards) richiede giudizi,
stime e assunzioni che hanno un effetto sulle attività, passività, costi e ricavi. I risultati consuntivi possono
essere diversi da quelli ottenuti tramite queste stime. Le voci di bilancio che richiedono più di altre una
maggiore soggettività da parte degli amministratori nell’elaborazione delle stime e per le quali una modifica
delle condizioni sottostanti le assunzioni utilizzate potrebbe avere un impatto significativo sul bilancio sono:
l’avviamento, l’ammortamento delle immobilizzazioni, le imposte differite, il fondo svalutazione crediti e il
fondo svalutazione magazzino, i fondi rischi, i piani a benefici definiti a favore dei dipendenti e i debiti per
acquisto di partecipazioni contenuti nelle altre passività.
In particolare, le valutazioni discrezionali e le stime contabili significative riguardano la determinazione del
valore recuperabile delle attività non finanziarie calcolato come il maggiore tra il fair value dedotti i costi di
vendita ed il valore d’uso. Il calcolo del valore d’uso è basato su un modello di attualizzazione dei flussi di
cassa. Il valore recuperabile dipende sensibilmente tal tasso di sconto utilizzato nel modello di attualizzazione
dei flussi di cassa, così come dai flussi di cassa attesi in futuro e del tasso di crescita utilizzato. Le assunzioni
chiave utilizzate per determinare il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi di cassa, inclusa un’analisi
di sensitività, sono descritte alla Nota 8.3.
Inoltre, l’utilizzo di stime contabili ed assunzioni significative riguarda anche la determinazione dei fair value
delle attività e passività acquisite nell’ambito delle aggregazioni aziendali. Infatti, alla data di acquisizione, la
Società deve rilevare separatamente, al loro fair value attività, passività e le passività potenziali identificabili ed
acquisite o assunte nell’ambito dell’aggregazione aziendale, nonché determinare il valore attuale del prezzo di
esercizio delle eventuali opzioni di acquisto sulle quote di minoranza. Tale processo richiede l’elaborazione di
stime, basate su tecniche di valutazione, che richiedono un giudizio nella previsione dei flussi di cassa futuri
nonché lo sviluppo di altre ipotesi quali i tassi di crescita di lungo periodo e i tassi di attualizzazione per i
modelli valutativi sviluppati anche con il ricorso ad esperti esterni alla direzione.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
210
2.1 Base di preparazione
Il Bilancio è costituito dagli schemi della situazione patrimoniale e finanziaria, dal conto economico, dal conto
economico complessivo, dal prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e dalle
note illustrative.
Lo schema adottato per la situazione patrimoniale e finanziaria prevede la distinzione delle attività e delle
passività tra correnti e non correnti.
Un’attività è classificata come corrente quando:
si suppone che tale attività si realizzi, oppure sia posseduta per la vendita o il consumo, nel normale
svolgimento del ciclo operativo;
è posseduta principalmente con la finalità di negoziarla;
si suppone che si realizzi entro dodici mesi dalla data di chiusura dell’esercizio;
è costituita da disponibilità liquide o mezzi equivalenti (a meno che non sia vietato scambiarla o
utilizzarla per estinguere una passività per almeno dodici mesi dalla data di chiusura dell’esercizio).
Tutte le altre attività sono classificate come non correnti. In particolare, il principio IAS 1 include tra le attività
non correnti le attività materiali, le attività immateriali e le attività finanziarie aventi natura a lungo termine.
Una passività è classificata come corrente quando:
è previsto che venga estinta nel normale ciclo operativo;
è posseduta principalmente con la finalità di negoziarla;
sarà estinta entro dodici mesi dalla data di chiusura dell’esercizio;
non esiste un diritto incondizionato a differire il suo regolamento per almeno dodici mesi dalla data
di chiusura dell’esercizio. Le clausole di una passività che potrebbero, a scelta della controparte, dar
luogo alla sua estinzione attraverso l’emissione di strumenti rappresentativi di capitale, non incidono
sulla sua classificazione.
Lo schema di conto economico adottato prevede la classificazione dei costi per destinazione.
Il prospetto del conto economico complessivo include il risultato dell’esercizio e, per categorie omogenee, i
proventi e gli oneri che, in base agli IFRS, sono imputati direttamente a patrimonio netto.
Il prospetto delle variazioni del patrimonio netto include, oltre agli utili / perdite complessivi del periodo, gli
importi delle operazioni con i possessori di capitale e i movimenti intervenuti durante l’esercizio nelle riserve.
Nel rendiconto finanziario, i flussi finanziari derivanti dall’attività operativa sono presentati utilizzando il
metodo indiretto, per mezzo del quale l’utile o la perdita d’esercizio sono rettificati dagli effetti delle operazioni
di natura non monetaria, da qualsiasi differimento o accantonamento di precedenti o futuri incassi o
pagamenti operativi, e da elementi di ricavi o costi connessi ai flussi finanziari derivanti dall’attività di
investimento o dall’attività finanziaria.
Il Bilancio è stato redatto in Euro, valuta funzionale della Società. Le situazioni finanziarie, patrimoniali,
economiche, le note informative di commento e le tabelle illustrative sono espresse in migliaia di Euro, salvo
ove diversamente indicato.
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211
Il Bilancio è stato predisposto:
sulla base delle migliori conoscenze degli IFRS e tenuto conto della migliore dottrina in materia;
nella prospettiva della continuità dell’attività aziendale, secondo il principio della contabilizzazione
per competenza economica, nel rispetto del principio di rilevanza e significatività dell’informazione,
della prevalenza della sostanza sulla forma e nell’ottica di favorire la coerenza con le presentazioni
future. Le attività e le passività, i costi ed i ricavi non sono fra loro compensati, salvo che ciò sia
ammesso o richiesto dai principi contabili internazionali;
sulla base del criterio convenzionale del costo storico, fatta eccezione per la valutazione delle attività
e passività finanziarie nei casi in cui è obbligatoria l’applicazione del criterio del fair value.
Conversione delle poste in valuta
Le transazioni in valuta diversa dalla valuta funzionale sono rilevate al tasso di cambio in essere alla data
dell’operazione. Le attività e le passività monetarie denominate in valuta diversa dall’Euro sono
successivamente adeguate al tasso di cambio in essere alla data di chiusura dell’esercizio. Le differenze cambio
eventualmente emergenti sono riflesse nel conto economico all’interno della voce “Utili e perdite su cambi”.
2.2 Principi contabili e criteri di valutazione
Principi contabili adottati
Il Bilancio d’esercizio è stato predisposto in base ai principi contabili internazionali IFRS in vigore emessi
dall’International Accounting Standards Board (“IASB”) e omologati dall’Unione Europea alla data di chiusura di
ciascuno degli esercizi di riferimento.
Si illustrano di seguito i criteri adottati con riferimento alla classificazione, iscrizione, valutazione e
cancellazione delle diverse poste dell’attivo e del passivo, nonché i criteri di rilevazione delle componenti
reddituali.
Attività materiali
La contabilizzazione di immobili, impianti e macchinari tra le attività materiali avviene solo quando si
verificano contemporaneamente le seguenti condizioni:
è probabile che i futuri benefici economici riferibili al bene saranno goduti dall’impresa;
il costo può essere determinato in modo attendibile.
Le attività materiali sono inizialmente valutate al costo, definito come l’importo monetario o equivalente
corrisposto o il fair value di altri corrispettivi dati per acquisire un’attività, al momento dell’acquisto o della
sostituzione. Successivamente all’iscrizione iniziale, le attività materiali sono valutate con il metodo del costo,
al netto delle quote di ammortamento contabilizzate e di qualsiasi perdita di valore accumulata.
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212
Il costo include gli oneri direttamente sostenuti per rendere possibile il loro utilizzo, nonché eventuali oneri
di smantellamento e di rimozione che verranno sostenuti conseguentemente a obbligazioni contrattuali che
richiedano di riportare il bene nelle condizioni originarie.
Gli oneri sostenuti per le manutenzioni e le riparazioni di natura ordinaria e/o ciclica sono direttamente
imputati a conto economico quando sostenuti. La capitalizzazione dei costi inerenti all’ampliamento,
l’ammodernamento o il miglioramento degli elementi strutturali di proprietà o in uso da terzi è effettuata nei
limiti in cui essi rispondano ai requisiti per essere separatamente classificati come attività o parte di un’attività.
Il criterio di ammortamento utilizzato per le attività materiali è il metodo a quote costanti, lungo la vita utile
delle stesse. La vita utile stimata dalla Società per le varie categorie di attività materiali è di seguito riportata:
Categoria beni Vita utile
Terreni e fabbricati 10-50 anni
Impianti e macchinari 4-25 anni
Attrezzature industriali e commerciali
2-9 anni
Altri beni
5-20 anni
Ad ogni fine esercizio la società verifica se sono intervenuti rilevanti cambiamenti nelle caratteristiche attese
dei benefici economici derivanti dai cespiti capitalizzati e, in tal caso, provvede a modificare il criterio di
ammortamento, che viene considerato come cambiamento di stima secondo quanto previsto dal principio
IAS 8.
Il valore dell’attività materiale viene completamente stornato all’atto della sua dismissione o quando l’impresa
si attende che non possa derivare alcun beneficio economico dalla sua cessione.
I contributi in conto capitale sono contabilizzati quando sussiste la ragionevole certezza che essi saranno
ricevuti e che tutte le condizioni ad essi riferite risultino soddisfatte. I contributi sono quindi detratti dal valore
delle attività o sospesi tra le passività e accreditati pro quota al conto economico in relazione alla vita utile dei
relativi cespiti.
Attività immateriali
Un’attività immateriale è un’attività che, contemporaneamente, soddisfa le seguenti condizioni:
è identificabile;
è non monetaria;
è priva di consistenza fisica;
è sotto il controllo dell’impresa che redige il bilancio;
si prevede che produca benefici economici futuri per l’impresa.
Se un bene non soddisfa i requisiti sopra indicati per essere definito come attività immateriale, la spesa
sostenuta per acquistare l’attività o per generarla internamente viene contabilizzata come un costo quando è
stata sostenuta.
Le attività immateriali sono rilevate inizialmente al costo. Il costo delle attività immateriali acquisite
dall’esterno comprende il prezzo d’acquisto e qualunque costo direttamente attribuibile.
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213
L’avviamento generato internamente non è rilevato come un’attività così come le attività immateriali derivanti
dalla ricerca (o dalla fase di ricerca di un progetto interno).
Un’attività immateriale derivante dallo sviluppo o dalla fase di sviluppo di un progetto interno viene rilevata
se viene dimostrato il rispetto delle seguenti condizioni:
la fattibilità tecnica di completare l’attività immateriale in modo da essere disponibile per l’uso o per
la vendita;
l’intenzione a completare l’attività immateriale per usarla o venderla;
la capacità a usare o vendere l’attività immateriale;
il modo in cui l’attività immateriale è in grado di generare i futuri benefici economici ed in particolare
l’esistenza di un mercato per il prodotto dell’attività immateriale o per l’attività immateriale stessa o,
se deve essere usata per fini interni, la sua utilità;
la disponibilità di risorse tecniche, finanziarie e di altro tipo adeguate a completare lo sviluppo e per
l’utilizzo o la vendita del bene;
la capacità di valutare attendibilmente il costo attribuibile all’attività immateriale durante il suo
sviluppo.
Le attività immateriali sono valutate attraverso l’utilizzo del metodo del costo, il quale prevede che dopo la
rilevazione iniziale un’attività immateriale debba essere iscritta al costo al netto degli ammortamenti accumulati
e di qualsiasi perdita per riduzione di valore accumulata.
La vita utile stimata dalla Società per le varie categorie di attività immateriali è di seguito riportata:
Categoria beni Vita utile
Avviamento
indefinita
Marchi indefinita
Licenze software 5 anni
Altre immobilizzazioni
5 anni
Nell’ambito della Società sono identificabili le seguenti principali attività immateriali:
Avviamento
L’avviamento è classificato come attività immateriale a vita utile indefinita ed è inizialmente contabilizzato al
costo, come precedentemente descritto, e successivamente assoggettato a valutazione, almeno annuale, volta
a individuare eventuali perdite di valore (si veda in merito quanto riportato nel successivo paragrafo
“Riduzione di valore dell’Avviamento e delle attività materiali e immateriali e delle attività per diritto d’uso”).
Non è consentito il ripristino di valore nel caso di una precedente svalutazione per perdite di valore.
Attività a vita utile indefinita
I marchi, per i quali le condizioni per la classificazione ad attività immateriale a vita utile indefinita sono
rispettate, non sono ammortizzati sistematicamente e sono sottoposti ad impairment test almeno una volta
all’anno e qualora ci siano indicatori di impairment.
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214
Attività immateriali a vita utile definita
Le attività immateriali a vita utile definita sono rilevate al costo, come precedentemente descritto, al netto
degli ammortamenti cumulati e delle eventuali perdite di valore.
L’ammortamento ha inizio nel momento in cui l’attività è disponibile all’uso ed è ripartito sistematicamente
in relazione alla residua possibilità di utilizzazione della stessa e cioè sulla base della stimata vita utile; per il
valore da ammortizzare e la recuperabilità del valore di iscrizione valgono i criteri indicati, rispettivamente, ai
paragrafi “Attività materiali” e “Riduzione di valore dell’Avviamento, delle attività materiali e immateriali e
delle attività per diritto d’uso”.
Attività per diritto d’uso e passività per leasing
In accordo con l’IFRS 16, un contratto è, o contiene, un leasing se, in cambio di un corrispettivo, conferisce il
diritto di controllare l’utilizzo di un’attività specificata per un periodo di tempo. Il contratto viene valutato
nuovamente per verificare se è, o contiene, un leasing solo in caso di modifica dei termini e delle condizioni
del contratto.
Per un contratto che è, o contiene, un leasing, ogni componente leasing è separata dalle componenti non leasing,
a meno che la Società applichi l’espediente pratico di cui al paragrafo 15 dell’IFRS 16. Tale espediente pratico
permette al locatario di scegliere, per ogni classe di attività sottostante, di non separare le componenti non
leasing dalle componenti leasing e di contabilizzare ogni componente leasing e le associate componenti non leasing
come un'unica componente leasing.
La durata del leasing è determinata come il periodo non annullabile del leasing, a cui vanno aggiunti entrambi i
seguenti periodi:
periodi coperti da un’opzione di proroga del leasing, se il locatario ha la ragionevole certezza di
esercitare l’opzione; e
periodi coperti dall’opzione di risoluzione del leasing, se il locatario ha la ragionevole certezza di non
esercitare l’opzione.
Nel valutare se il locatario ha la ragionevole certezza di esercitare l'opzione di proroga del leasing o di non
esercitare l'opzione di risoluzione del leasing, sono considerati tutti i fatti e le circostanze pertinenti che creano
un incentivo economico per il locatario a esercitare l'opzione. Il locatario deve rideterminare la durata del
leasing in caso di cambiamento del periodo non annullabile del leasing.
Alla data di decorrenza del contratto, la Società rileva l’attività per diritto d’uso e la relativa passività per leasing.
Alla data di decorrenza del contratto, l'attività per diritto d’uso è valutata al costo. Il costo dell'attività per
diritto d’uso comprende:
l'importo della valutazione iniziale della passività del leasing;
i pagamenti dovuti per il leasing effettuati alla data o prima della data di decorrenza al netto degli
incentivi al leasing ricevuti;
i costi iniziali diretti sostenuti dal locatario; e
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215
la stima dei costi che il locatario dovrà sostenere per lo smantellamento e la rimozione dell'attività
sottostante e per il ripristino del sito in cui è ubicata o per il ripristino dell'attività sottostante nelle
condizioni previste dai termini e dalle condizioni del leasing, a meno che tali costi siano sostenuti per
la produzione delle rimanenze.
Alla data di decorrenza del contratto, il locatario deve valutare la passività per leasing al valore attuale dei
pagamenti dovuti per il leasing non versati a tale data. I pagamenti dovuti per il leasing includono i seguenti
importi:
i pagamenti fissi, al netto di eventuali incentivi al leasing da ricevere;
i pagamenti variabili dovuti per il leasing che dipendono da un indice o un tasso, valutati inizialmente
utilizzando un indice o un tasso alla data di decorrenza;
gli importi che si prevede che il locatario dovrà pagare a titolo di garanzie del valore residuo;
il prezzo di esercizio dell'opzione di acquisto, se il locatario ha la ragionevole certezza di esercitare
l'opzione; e
i pagamenti di penalità di risoluzione del leasing, se la durata del leasing tiene conto dell'esercizio da
parte del locatario dell'opzione di risoluzione del leasing.
I pagamenti dovuti per il leasing devono essere attualizzati utilizzando il tasso di interesse implicito del leasing,
se è possibile determinarlo facilmente. Se non è possibile, il locatario deve utilizzare il suo tasso di
finanziamento marginale, ossia il tasso di interesse incrementale che la società dovrebbe pagare per ottenere
un finanziamento della medesima durata e ammontare del contratto di locazione.
Successivamente alla rilevazione iniziale, l'attività per diritto d’uso è valutata al costo:
al netto degli ammortamenti accumulati e delle riduzioni di valore accumulate; e
rettificato per tener conto di eventuali rideterminazioni della passività del leasing.
Successivamente alla rilevazione iniziale, la passività per leasing è valutata:
aumentando il valore contabile per tener conto degli interessi sulla passività per leasing;
diminuendo il valore contabile per tener conto dei pagamenti dovuti per i leasing effettuati; e
rideterminando il valore contabile per tener conto di eventuali nuove valutazioni o modifiche del
leasing o della revisione dei pagamenti dovuti per i leasing fissi nella sostanza.
In caso di modifiche del leasing che non si configurano come un leasing separato, l’attività per diritto d’uso
viene rideterminata (al rialzo oppure al ribasso), in coerenza con la variazione della passività per leasing alla
data della modifica. La passività per leasing viene rideterminata in base alle nuove condizioni previste dal
contratto di locazione, utilizzando il tasso di attualizzazione alla data della modifica.
Si precisa che la Società si avvale di due esenzioni previste dall’IFRS 16, con riferimento: (i) ai leasing a breve
termine (ossia ai contratti di leasing che hanno una durata pari o inferiore a 12 mesi a partire dalla data di
decorrenza), in relazione ad alcune categorie di immobilizzazioni, e (ii) ai leasing di attività di modesto valore.
In tali casi, non viene rilevata l’attività consistente nel diritto di utilizzo e la relativa passività per leasing, e i
pagamenti dovuti per il leasing sono rilevati a conto economico.
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216
Riduzione di valore dell’Avviamento, delle attività materiali e immateriali e delle attività per diritto d’uso
A ciascuna data di riferimento del bilancio è effettuata una verifica finalizzata ad accertare l’eventuale esistenza
di indicatori di riduzione del valore delle attività materiali e immateriali non completamente ammortizzate o
a vita utile indefinita ed eventuali immobilizzazioni in corso.
Nel caso sia identificata la presenza di tali indicatori, si procede alla stima del valore recuperabile delle suddette
attività, imputando l’eventuale svalutazione rispetto al relativo valore contabile a conto economico.
In presenza di attività immateriali a vita utile indefinita la stima del valore recuperabile dei relativi ammontari
deve essere fatta con cadenza almeno annuale indipendentemente dalla presenza di indicatori di impairment.
Il valore recuperabile di un’attività è rappresentato dal maggiore tra il fair value, ridotto dei costi di vendita, e
il relativo valore d'uso, determinato attualizzando i flussi finanziari futuri stimati per tale attività, inclusi, se
significativi e ragionevolmente determinabili, quelli derivanti dalla cessione al termine della relativa vita utile,
al netto degli eventuali oneri di dismissione. Nel determinare il valore d'uso, i flussi finanziari futuri attesi sono
attualizzati utilizzando un tasso di sconto al lordo delle imposte che riflette le valutazioni correnti di mercato
del costo del denaro, rapportato al periodo dell’investimento e ai rischi specifici dell'attività.
Per un’attività che non genera flussi finanziari ampiamente indipendenti, il valore recuperabile è determinato
in relazione all’unità generatrice di flussi finanziari (“Cash generating unit o “CGU”) cui tale attività appartiene.
Una riduzione di valore è riconosciuta a conto economico qualora il valore di iscrizione dell’attività, o della
CGU a cui la stessa è allocata, sia superiore al relativo valore recuperabile. Le riduzioni di valore di una CGU
sono imputate in primo luogo a riduzione del valore contabile dell’eventuale avviamento attribuito alla stessa
e, quindi, a riduzione delle altre attività, in proporzione al loro valore contabile e nei limiti del relativo valore
recuperabile. Se vengono meno i presupposti per una svalutazione precedentemente effettuata, il valore
contabile dell’attività è ripristinato con imputazione al conto economico, nei limiti del valore netto di carico
che l’attività in oggetto avrebbe avuto se non fosse stata effettuata la svalutazione e fossero stati effettuati i
relativi ammortamenti. Non è consentito il ripristino di valore dell’avviamento nel caso di una precedente
svalutazione per perdite di valore.
Attività finanziarie
Al momento della loro iniziale rilevazione, le attività finanziarie devono essere classificate come “Attività
finanziarie valutate al costo ammortizzato”, “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva” o Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico” sulla base
dei seguenti elementi:
il modello di business dell'entità per la gestione delle attività finanziarie; e
le caratteristiche relative ai flussi finanziari contrattuali dell'attività finanziaria.
Le attività finanziarie vengono successivamente cancellate dal bilancio solamente se la cessione ha comportato
il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi alle attività stesse. Per contro, qualora sia stata
mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste
continuano ad essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata
effettivamente trasferita.
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217
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
a) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie che soddisfano entrambe le seguenti condizioni:
l’attività finanziaria è posseduta secondo un modello di business il cui obiettivo è conseguito
mediante l’incasso dei flussi finanziari previsti contrattualmente (Business model “Hold to Collect”); e
i termini contrattuali dell’attività finanziaria prevedono, a determinate date, flussi finanziari
rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell’interesse sull’importo del capitale da
restituire (cd. SPPI test superato).
All’atto della rilevazione iniziale tali attività sono contabilizzate al fair value, comprensivo dei costi o proventi
di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Successivamente alla rilevazione iniziale, le
attività finanziarie in esame sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse
effettivo. Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per le attività valorizzate al costo storico
la cui breve durata fa ritenere trascurabile l’effetto dell’applicazione della logica dell’attualizzazione, per quelle
senza una scadenza definita e per i crediti a revoca.
Tale categoria include principalmente i crediti commerciali derivanti dal trasferimento di beni e dalla
prestazione di servizi, rilevati secondo i termini previsti dal contratto con il cliente in base alle disposizioni
dell’IFRS 15 e classificati in funzione della natura del debitore e/o della data di scadenza del credito (tale
definizione include le fatture da emettere per servizi già prestati).
Inoltre, poiché generalmente i crediti commerciali sono a breve termine e non prevedono la corresponsione
di interessi, non si procede al calcolo del costo ammortizzato, e vengono contabilizzati sulla base del valore
nominale riportato nelle fatture emesse o nei contratti stipulati con la clientela: qualora l’effetto
dell’applicazione del metodo del costo ammortizzato non sia di valore significativo, questa disposizione è
adottata anche per i crediti commerciali che hanno una durata contrattuale superiore a 12 mesi. La scelta
deriva dal fatto che l’importo dei crediti a breve termine risulta molto simile applicando il metodo del costo
storico o il criterio del costo ammortizzato e l’impatto della logica di attualizzazione sarebbe dunque del tutto
trascurabile.
I crediti commerciali sono soggetti a una verifica per riduzione di valore (c.d. impairment) in base alle
disposizioni dell’IFRS 9. Ai fini del processo di valutazione, i crediti commerciali sono suddivisi per fasce
temporali di scaduto. Per i crediti performing si effettua una valutazione collettiva raggruppando le singole
esposizioni sulla base del rischio di credito similare. La valutazione è effettuata partendo dalle perdite registrate
per attività con caratteristiche di rischio di credito simili sulla base di esperienze storiche e tiene conto delle
perdite attese.
b) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva
Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie che soddisfano entrambe le seguenti condizioni:
l’attività finanziaria è posseduta secondo un modello di business il cui obiettivo è conseguito sia
mediante l’incasso dei flussi finanziari previsti contrattualmente sia mediante la vendita dell’attività
finanziaria (Business model “Hold to Collect and Sell”); e
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218
i termini contrattuali dell’attività finanziaria prevedono, a determinate date, flussi finanziari
rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell’interesse sull’importo del capitale da
restituire (cd. “SPPI test” superato).
All’atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al fair value, comprensivo dei costi o proventi di
transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Successivamente alla rilevazione iniziale, le
interessenze azionarie non di controllo, collegamento e controllo congiunto, sono valutate al fair value, e gli
importi rilevati in contropartita del patrimonio netto non devono essere successivamente trasferiti a conto
economico, neanche in caso di cessione. La sola componente riferibile ai titoli di capitale in questione che è
oggetto di rilevazione a conto economico è rappresentata dai relativi dividendi.
Per i titoli di capitale inclusi in questa categoria, non quotati in un mercato attivo, il criterio del costo è
utilizzato quale stima del fair value soltanto in via residuale e limitatamente a poche circostanze, ossia quando
le più recenti informazioni per valutare il fair value sono insufficienti, oppure se vi è un'ampia gamma di
possibili valutazioni del fair value e il costo rappresenta la migliore stima del fair value in tale gamma di valori.
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
Sono classificate in questa categoria le attività finanziarie diverse da quelle classificate tra le “Attività
finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” e tra le “Attività finanziarie valutate
al costo ammortizzato”. La voce, in particolare, include esclusivamente gli strumenti di capitale detenuti per
finalità diverse dal trading per i quali la Società non ha optato per la valutazione al fair value con impatto sulla
redditività complessiva e i titoli obbligazionari.
Le attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico sono inizialmente iscritte al fair value,
rappresentato normalmente dal prezzo della transazione.
Dopo la rilevazione iniziale, tali attività finanziarie sono valutate al fair value. Eventuali utili o perdite risultanti
dalla variazione del fair value sono imputati nel conto economico.
Rimanenze
Le rimanenze sono beni:
posseduti per la vendita nel normale svolgimento dell’attività;
impiegati nei processi produttivi per la vendita;
sotto forma di materiali o forniture di beni da impiegarsi nel processo di produzione o nella
prestazione di servizi.
Le rimanenze sono rilevate e valutate al minore tra il costo e il valore netto di realizzo.
Il costo delle rimanenze comprende tutti i costi di acquisto, i costi di trasformazione oltre che gli altri costi
sostenuti per portare le rimanenze nel luogo e nelle condizioni attuali mentre non include le differenze cambio
in caso di rimanenze fatturate in valuta estera. In conformità con quanto previsto dallo IAS 2, per la
determinazione del costo delle rimanenze viene utilizzato il metodo del costo medio ponderato.
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219
Quando il valore netto di realizzo è inferiore al costo, l’eccedenza viene svalutata immediatamente nel conto
economico.
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti
La cassa e le altre disponibilità liquide equivalenti sono iscritte, a seconda della loro natura, al valore nominale
ovvero al costo ammortizzato. Le altre disponibilità liquide equivalenti rappresentano impieghi finanziari a
breve termine e ad alta liquidità che sono prontamente convertibili in valori di cassa noti e soggetti ad un
irrilevante rischio di variazione del loro valore, la cui scadenza originaria ovvero al momento dell’acquisto non
è superiore a 3 mesi.
Debiti
I debiti commerciali e gli altri debiti sono riconosciuti inizialmente al fair value e successivamente sono valutati
in base al metodo del costo ammortizzato.
I debiti verso banche e altri finanziatori sono inizialmente iscritti al fair value, al netto dei costi accessori di
diretta imputazione, e successivamente sono valutati al costo ammortizzato, applicando il criterio del tasso
effettivo di interesse. Se vi è un cambiamento nella stima dei flussi di cassa attesi, il valore delle passività è
ricalcolato per riflettere tale cambiamento sulla base del valore attuale dei nuovi flussi di cassa attesi e del tasso
interno effettivo determinato inizialmente. I debiti verso banche e altri finanziatori sono classificati fra le
passività correnti, salvo che la Società abbia un diritto incondizionato a differire il loro pagamento per almeno
dodici mesi dopo la data di riferimento.
I debiti sono rimossi dal bilancio al momento della loro estinzione e quando la Società abbia trasferito tutti i
rischi e gli oneri relativi allo strumento stesso.
Benefici ai dipendenti
I benefici ai dipendenti comprendono benefici a breve termine, benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione
del rapporto di lavoro e benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro.
I benefici a breve termine, che includono anche i programmi di incentivazione rappresentati dai premi annuali,
dagli MBO e dai rinnovi una-tantum dei contratti collettivi nazionali, sono contabilizzati come passività
(accantonamento di costi) dopo aver dedotto qualsiasi importo già corrisposto, e come costo, a meno che
qualche altro principio IFRS richieda o consenta l’inclusione dei benefici nel costo di un’attività (ad esempio
il costo del personale impiegato nello sviluppo di attività immateriali generate internamente).
La categoria dei benefici per la cessazione del rapporto di lavoro include i piani di incentivazione all’esodo,
sorti nel caso di dimissioni volontarie che prevedono l’adesione del dipendente o di un gruppo di dipendenti
ad accordi sindacali per l’attivazione dei cosiddetti fondi di solidarietà, e i piani di licenziamento, che hanno
luogo nel caso di cessazione del rapporto di lavoro a seguito di scelta unilaterale da parte dell’impresa.
L’impresa rileva il costo di tali benefici come una passività di bilancio nella data più immediata tra il momento
in cui l’impresa non può ritirare l’offerta di tali benefici e il momento in cui l’impresa rileva i costi di una
ristrutturazione che rientra nell’ambito del principio IAS 37. Gli accantonamenti per esodi sono riesaminati
con periodicità almeno semestrale.
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220
I piani per benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro si dividono in due categorie: i piani a
contribuzione definita e i piani a benefici definiti.
I piani a contribuzione definita comprendono principalmente:
i fondi di previdenza integrativa che implicano un ammontare definito di contribuzione da parte
dell’impresa;
il fondo TFR, limitatamente alle quote maturande dal gennaio 2007 per le imprese con oltre 50
dipendenti, qualunque sia l’opzione di destinazione scelta dal dipendente;
le quote del TFR maturate dal gennaio 2007 e destinate alla previdenza complementare, nel caso
di imprese con meno di 50 dipendenti;
le casse di assistenza sanitaria integrativa.
I piani a benefici definiti comprendono, invece:
il TFR, limitatamente alla quota maturata fino al 31 dicembre 2006 per tutte le imprese, nonché le
quote maturate dal gennaio 2007 e non destinate alla previdenza complementare per le imprese
con meno di 50 dipendenti;
i fondi di previdenza integrativa le cui condizioni prevedono la corresponsione agli aderenti di una
prestazione definita;
i premi di anzianità, che prevedono un’erogazione straordinaria al dipendente al raggiungimento di
un certo livello di anzianità lavorativa.
Nei piani a contribuzione definita l’obbligazione dell’impresa che redige il bilancio è determinata sulla base
dei contributi dovuti per quell’esercizio e pertanto la valutazione dell’obbligazione non richiede ipotesi
attuariali e non vi è possibilità di utili o perdite attuariali.
La contabilizzazione dei piani a benefici definiti è caratterizzata dal ricorso ad ipotesi attuariali per determinare
il valore dell’obbligazione. Tale valutazione è affidata ad un attuario esterno e viene effettuata con cadenza
annuale. Ai fini dell’attualizzazione, la società utilizza il metodo della proiezione unitaria del credito che
prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche statistiche e della curva demografica e
l’attualizzazione finanziaria di tali flussi sulla base di un tasso di interesse di mercato. Gli utili e le perdite
attuariali sono rilevati in contropartita al patrimonio netto così come previsto dal principio contabile IAS 19.
Fondi per rischi ed oneri, attività e passività potenziali
Le attività e passività potenziali si possono distinguere in più categorie a seconda della natura delle stesse e
dei loro riflessi contabili. In particolare:
i fondi sono obbligazioni effettive di importo e sopravvenienza/scadenza incerta che sorgono da
eventi passati e per le quali è probabile che vi sia un esborso di risorse economiche per le quali sia
possibile effettuare una stima attendibile dell’importo;
le passività potenziali sono obbligazioni possibili per le quali non è remota la probabilità di un
esborso di risorse economiche;
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221
le passività remote sono quelle per le quali l’esborso di risorse economiche è poco probabile;
le attività potenziali sono attività per le quali manca il requisito della certezza e non possono essere
contabilizzate in bilancio;
il contratto oneroso è un contratto nel quale i costi non discrezionali necessari per adempiere alle
obbligazioni assunte sono superiori ai benefici economici che si suppone siano ottenibili dal
contratto;
la ristrutturazione è un programma pianificato e controllato dalla Direzione aziendale che modifica
in maniera significativa il campo d’azione di un’attività intrapresa dall’impresa o il modo in cui
l’attività è gestita.
Ai fini della rilevazione contabile dell’onere, si ha una rilevazione di accantonamenti nei casi in cui vi è
incertezza in merito alla scadenza o sull’ammontare del flusso di risorse necessario per adempiere
all’obbligazione o di altre passività ed in particolare debiti commerciali o stanziamenti per debiti presunti.
Gli accantonamenti si distinguono dalle altre passività in quanto non vi è certezza in merito alla scadenza o
all’importo della spesa futura richiesta per l’adempimento. Data la loro diversa natura, gli accantonamenti
sono esposti separatamente dai debiti commerciali e dagli stanziamenti per debiti presunti.
La contabilizzazione di una passività o l’accantonamento ad un fondo avviene quando:
vi è un’obbligazione corrente legale o implicita quale risultato di eventi passati;
è probabile che sia necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere
l’obbligazione;
può essere effettuata una stima attendibile dell’ammontare dell’obbligazione.
Gli accantonamenti richiedono l’uso di stime. In circostanze estremamente rare in cui non può essere
effettuata una stima attendibile, si è in presenza di una passività che non può essere attendibilmente
determinata e che pertanto è descritta come una passività potenziale.
L’accantonamento ai fondi rischi ed oneri è effettuato per un ammontare che rappresenti la migliore stima
possibile della spesa necessaria per liquidare la relativa obbligazione esistente alla data di riferimento del
bilancio e tiene in considerazione i rischi e le incertezze che inevitabilmente circondano molti fatti e
circostanze. L’importo dell’accantonamento riflette gli eventuali eventi futuri che possono condizionare
l’ammontare richiesto per estinguere un’obbligazione se vi è una sufficiente evidenza oggettiva che questi si
verificheranno.
Una volta determinata la migliore stima possibile della spesa necessaria per liquidare la relativa obbligazione
esistente alla data di riferimento del bilancio, viene determinato il valore attuale dell’accantonamento, nel caso
in cui l’effetto del valore attuale del denaro sia un aspetto rilevante.
Ricavi da contratti con i clienti
In accordo con il principio IFRS 15, i ricavi da contratti con i clienti sono rilevati quando si verificano le
seguenti condizioni:
è stato identificato il contratto con il cliente;
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222
sono state identificate le obbligazioni contrattuali (“performance obligations”) contenute nel contratto;
è stato determinato il prezzo;
il prezzo è stato allocato alle singole obbligazioni contrattuali contenute nel contratto;
è stata soddisfatta l’obbligazione contrattuale contenuta nel contratto.
La Società rileva i ricavi da contratti con i clienti quando (o man mano che) adempie l'obbligazione contrattuale
trasferendo al cliente il bene o servizio (ossia l'attività) promesso. L'attività è trasferita quando (o man mano
che) il cliente ne acquisisce il controllo.
La Società trasferisce il controllo del bene o servizio nel corso del tempo, e pertanto adempie l'obbligazione
contrattuale e rileva i ricavi nel corso del tempo, se è soddisfatto uno dei seguenti criteri:
il cliente simultaneamente riceve e utilizza i benefici derivanti dalla prestazione dell'entità man mano
che quest'ultima la effettua;
la prestazione della Società crea o migliora l'attività (per esempio, lavori in corso) che il cliente
controlla man mano che l'attività è creata o migliorata;
la prestazione della Società non crea un'attività che presenta un uso alternativo e la stessa ha il diritto
esigibile al pagamento della prestazione completata fino alla data considerata.
Se l’obbligazione contrattuale non è adempiuta nel corso del tempo, l’obbligazione contrattuale è adempiuta
in un determinato momento. In tal caso, la Società rileva il ricavo nel momento in cui il cliente acquisisce il
controllo dell’attività promessa.
Il corrispettivo contrattuale incluso nel contratto con il cliente può includere importi fissi, importi variabili
oppure entrambi. Se il corrispettivo contrattuale include un importo variabile (es. sconti, concessioni sul
prezzo, incentivi, penalità o altri elementi analoghi), la Società provvede a stimare l’importo del corrispettivo
al quale avrà diritto in cambio del trasferimento al cliente dei beni o servizi promessi. La Società include nel
prezzo dell’operazione l’importo del corrispettivo variabile stimato solo nella misura in cui è altamente
probabile che quando successivamente sarà risolta l'incertezza associata al corrispettivo variabile non si
verifichi un significativo aggiustamento al ribasso dell'importo dei ricavi cumulati rilevati.
I costi incrementali per l’ottenimento dei contratti con i clienti sono contabilizzati come attività e ammortizzati
lungo la durata del contratto sottostante, se la Società prevede il loro recupero. I costi incrementali per
l'ottenimento del contratto sono i costi che la Società sostiene per ottenere il contratto con il cliente e che
non avrebbe sostenuto se non avesse ottenuto il contratto. I costi per l'ottenimento del contratto che
sarebbero stati sostenuti anche se il contratto non fosse stato ottenuto devono essere rilevati come costo nel
momento in cui sono sostenuti, a meno che siano esplicitamente addebitabili al cliente anche qualora il
contratto non sia ottenuto.
Riconoscimento dei costi
I costi sono rilevati a conto economico secondo il principio della competenza.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
223
Dividendi
I dividendi ricevuti sono contabilizzati a conto economico secondo il principio della competenza, ossia
nell’esercizio in cui sorge il relativo diritto al credito, a seguito della delibera assembleare di distribuzione dei
dividendi da parte della società partecipata.
I dividendi distribuiti sono rappresentati come movimento di patrimonio netto nell’esercizio in cui sono
approvati dall’assemblea degli azionisti.
Imposte sul reddito
Le imposte correnti sono calcolate sulla base del reddito imponibile dell’esercizio, applicando le aliquote fiscali
vigenti alla data di bilancio. Le imposte correnti dell’esercizio e di quelli precedenti, nella misura in cui non
siano state pagate, sono rilevate come passività. Le attività e passività fiscali correnti, dell’esercizio in corso e
di quelli precedenti, devono essere determinate al valore che si prevede rispettivamente di recuperare o di
pagare alle autorità fiscali, applicando le aliquote fiscali e la normativa fiscale vigenti o sostanzialmente
emanate alla data di riferimento del bilancio.
Le imposte differite si distinguono in:
passività fiscali differite, sono gli importi delle imposte sul reddito dovute negli esercizi futuri
riferibili alle differenze temporanee imponibili;
attività fiscali anticipate, sono gli importi delle imposte sul reddito recuperabili negli esercizi futuri
riferibili a differenze temporanee deducibili, riporto a nuovo di perdite fiscali non utilizzate, riporto
a nuovo di crediti di imposta non utilizzati.
Per calcolare l’importo delle attività e delle passività fiscali differite viene applicata l’aliquota fiscale alle
differenze temporanee, imponibili o deducibili, identificate, ovvero alle perdite fiscali non utilizzate e ai crediti
di imposta non utilizzati. Le imposte differite, attive e passive, possono essere compensate quando vi è un
diritto legale a compensare le attività fiscali correnti con le passività fiscali correnti e quando si riferiscono ad
imposte sul reddito applicate dalla medesima autorità fiscale e la Società intende liquidare le attività e passività
fiscali correnti su base netta.
A ciascuna data di riferimento del bilancio è effettuata una nuova valutazione sia delle attività fiscali differite
non rilevate in bilancio che delle attività fiscali anticipate rilevate in bilancio al fine di verificare la sussistenza
del presupposto della probabilità del recupero delle attività fiscali anticipate.
Risultato netto per azione
Il risultato netto per azione base è calcolato dividendo il risultato netto di pertinenza della Società per la media
ponderata delle azioni ordinarie in circolazione durante l’esercizio, escludendo le azioni proprie.
Il risultato netto per azione diluito è calcolato dividendo il risultato di pertinenza della Società per la media
ponderata delle azioni ordinarie in circolazione durante l’esercizio, escludendo le azioni proprie. Ai fini del
calcolo dell’utile per azione diluito, la media ponderata delle azioni in circolazione è modificata assumendo
l’esercizio da parte di tutti gli assegnatari di diritti che potenzialmente hanno effetto diluitivo, mentre il
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
224
risultato di pertinenza della Società è rettificato per tener conto di eventuali effetti, al netto delle imposte,
dell’esercizio di detti diritti.
2.3 Principi contabili di recente emissione
Si riporta di seguito la lista dei Nuovi Principi Contabili, Emendamenti ed Interpretazioni omologati
dall’Unione Europea ed efficaci dal gennaio 2024 e le relative descrizioni:
Data di entrata in vigore
Nuovo principio
contabile/emendamento
Data del Regolamento
omologazione UE (data
pubblicazione GUUE)
gennaio 2024
Passività del leasing in
un’operazione di vendita e
retrolocazione (Modifiche all’
IFRS16)
21 Nov 2023 (EU) 2023/2579
gennaio 2024
Classificazione delle passività
come Correnti e non Correnti
(Modifiche all IAS 1) e Passività
non correnti con clausole
(Modifiche all IAS 1)
20 Dic 2023 (EU) 2023/2822
gennaio 2024
Accordi di finanziamento per le
forniture ( Modifiche allo IAS 7 e
all’IFRS7)
15 Mag 2024 (EU) 2024/1317
Modifiche all’IFRS 16
1) Con il Regolamento (UE) n. 2023/2579 del 20 novembre 20231, la Commissione Europea ha
omologato (“endorsed”) il documento “Passività del leasing in un’operazione di vendita e
retrolocazione (Modifiche all’IFRS 16 Leasing)”, pubblicato dallo IASB® Board il 22 settembre
2022.
Con le Modifiche all’IFRS 16, lo IASB Board ha chiarito il seguente trattamento contabile per le valutazioni
successive della passività del leasing derivante da un’operazione di vendita e retrolocazione:
- il locatario-venditore applica le disposizioni dei paragrafi IFRS 16.36-46 per la valutazione
successiva delle passività del leasing derivante dalla retrolocazione;
- nell’applicare i suddetti paragrafi dell’IFRS 16, il venditore-locatario deve determinare i “pagamenti
dovuti per il leasing” o i “pagamenti dovuti per il leasing rivisti” in maniera tale da non rilevare
alcun importo degli utili o delle perdite che si riferiscono all’attività per il diritto d’utilizzo dallo
stesso mantenuto. La passività del leasing è quindi ridotta dell’ammontare dei pagamenti dovuti per
leasing stimati inizialmente, rilevando nell’utile/(perdita) dell’esercizio l’eventuale differenza tra il
pagamento stimato e quello effettivo;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
225
- l’applicazione delle disposizioni sopra indicate non impedisce al locatario-venditore di rilevare
nell’utile/(perdita) di esercizio l’utile o la perdita derivante dalla risoluzione parziale o totale del
contratto come previsto dal paragrafo IFRS 16.46, lettera a).
ll locatario-venditore deve definire una propria policy contabile per determinare i pagamenti dovuti per leasing
da includere nella stima iniziale della passività del leasing.
2) Con il Regolamento (UE) n. 2023/2822 del 19 dicembre 2023, la Commissione Europea ha
omologato (“endorsed”) i seguenti documenti pubblicati dallo IASB Board:
- Classificazione delle passività come correnti o non correnti (Modifiche allo IAS 1 Presentazione del
bilancio), pubblicato il 23 gennaio 2020;
- Passività non correnti con clausole (Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio), pubblicato il
31 ottobre 2022.
Modifiche allo IAS 1
Diritto a differire l’estinzione di una passività per almeno 12 mesi dalla data di chiusura dell’esercizio
Il primo obiettivo dello IASB Board è stato quello di chiarire i concetti apparentemente discordanti tra di loro
espressi nei paragrafi 69(d) e 73 dello IAS 1.
In particolare, lo IAS 1.69(d) prevedeva come criterio generale per classificare una passività come non corrente
l’esistenza di un “diritto incondizionato dell’entità a differire l’estinzione della passività per almeno 12 mesi
dalla data di chiusura dell’esercizio” e lo IAS 1.73 faceva invece riferimento a “una discrezionalità dell’entità
di rifinanziare o rinnovare l’obbligazione per almeno 12 mesi dalla data di chiusura dell’esercizio di un accordo
di finanziamento esistente”. Dalla lettura combinata di questi due paragrafi non era quindi chiaro se fosse
sufficiente avere alla data di chiusura dell’esercizio un diritto a differire l’estinzione di una passività per almeno
12 mesi o se fosse invece rilevante ai fini della classificazione di una passività in bilancio anche l’intenzione o
meno da parte dell’entità di esercitare tale diritto.
Con le Modifiche allo IAS 1, lo IASB Board ha chiarito che:
- il diritto a differire l’estinzione di una passività per un periodo di almeno 12 mesi dalla data di
chiusura dell’esercizio, indicato nel paragrafo 69(d), non deve essere incondizionato, ma è
sufficiente che sia “sostanziato e […] deve esistere alla data di chiusura dell’esercizio”;
- la classificazione di una passività come corrente o non corrente non deve essere influenzata dalle
intenzioni dell’entità di esercitare o meno il diritto a differire il pagamento oltre 12 mesi (ad
esempio, l’intenzione di rifinanziare o rinnovare un prestito estendendo la scadenza) e dalle
decisioni assunte tra la data di chiusura del bilancio e la data della sua pubblicazione (ad esempio, la
decisione di rimborsare anticipatamente un finanziamento).
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
226
Modalità di estinzione di una passività
Le Modifiche allo IAS 1 hanno chiarito che, ai fini della classificazione di una passività come corrente o non
corrente, il termine estinzione (di cui al paragrafo 69.a), c) e d)) fa riferimento ad un trasferimento alla
controparte che determina l’estinzione della passività. Il trasferimento potrebbe essere di:
a) disponibilità liquide o altre risorse economiche, per esempio beni o servizi; o
b) strumenti rappresentativi di capitale proprio dell’entità, a meno che si applichi quanto illustrato al paragrafo
76B.
Le clausole contrattuali di una passività che consentono alla controparte di richiedere l’estinzione della
passività mediante il trasferimento di strumenti rappresentativi di capitale proprio dell’entità (ad esempio, un
prestito obbligazionario convertibile) non incidono sulla classificazione della passività come corrente o non
corrente se, applicando lo IAS 32 “Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio”, l’entità classifica l’opzione
come strumento rappresentativo di capitale, rilevandola separatamente dalla passività finanziaria come una
componente di patrimonio netto di uno strumento finanziario composto (ad esempio, l’opzione di
conversione in un numero fisso di azioni di un prestito obbligazionario convertibile).
Informativa di bilancio
L’entità deve fornire l’informativa in bilancio sugli eventi occorsi tra la data di chiusura dell’esercizio e la data
in cui è autorizzata la pubblicazione del bilancio, che sono specificamente definiti dallo IAS 1 come eventi
successivi non-adjusting in accordo alle disposizioni dello IAS 10 “Fatti intervenuti dopo la data di chiusura
dell’esercizio di riferimento”:
a) rifinanziamento a lungo termine di una passività classificata come corrente
b) rettifica della violazione (“breach”) di un contratto di finanziamento a lungo termine classificato come
corrente;
c) concessione da parte del finanziatore di un periodo di tolleranza (“grace period”) per sanare la violazione
di un contratto di finanziamento a lungo termine classificato come corrente;
d) estinzione di una passività classificata come non corrente.
Se la direzione aziendale ha intenzione o prevede di estinguere una passività classificata come non corrente
entro dodici mesi dalla data di chiusura dell’esercizio, non modifica la classificazione in bilancio ma deve
fornire informativa nelle note sulla tempistica di tale estinzione.
Passività derivanti da contratti di finanziamento con clausole (“covenant”)
Lo IASB Board ha chiarito che, qualora il diritto di differire l’estinzione di una passività derivante da un
contratto di finanziamento per almeno 12 mesi dalla data di chiusura dell’esercizio sia soggetto al rispetto di
specifici covenant, la passività è classificata come non corrente se sono stati rispettati tutti i covenant previsti
contrattualmente fino alla data di chiusura dell’esercizio, anche se il loro calcolo è effettuato nei primi mesi
dell’esercizio successivo.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
227
Il rispetto dei covenant contrattuali da calcolare dopo la data di chiusura del bilancio non è rilevante ai fini
della classificazione della passività nel prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria.
Informativa di bilancio sulle passività derivanti da contratti di finanziamento con covenant
Le Modifiche allo IAS 1 hanno introdotto i seguenti obblighi informativi con riferimento alle passività
derivanti da contratti di finanziamento, che sono classificati come passività non correnti nel prospetto della
situazione patrimoniale-finanziaria, il cui diritto a differire la loro estinzione per almeno 12 mesi dalla data di
chiusura dell’esercizio è soggetto al rispetto di covenant:
a) informazioni sui covenant (compresa la natura dei covenant e quando l’entità è tenuta a rispettarli) e sul
valore contabile delle relative passività
b) informazioni su fatti e circostanze, se esistenti, che indicano che l’entità potrebbe avere difficoltà a rispettare
i covenant. Tali fatti e circostanze potrebbero riferirsi anche alla situazione in cui i covenant da rispettare nei
12 mesi successivi alla data del bilancio non sarebbero rispettati utilizzando i dati alla data di chiusura
dell’esercizio.
Le Modifiche allo IAS 1 entrano in vigore con i bilanci degli esercizi aventi inizio a partire dal gennaio 2024
e devono essere applicate in modo retroattivo in accordo allo IAS 8 Principi contabili, Cambiamenti nelle
stime contabili ed Errori. L’applicazione anticipata è consentita fornendo adeguata informativa nelle note al
bilancio.
Modifiche allo IAS 7 IFRS 7
Con il Regolamento (UE) n. 2023/1317 del 15 maggio 2024, la Commissione Europea ha omologato
(“endorsed”) la modifica di regolamento per quanto riguarda lo IAS 7 e l’ IFRS 7 “Supplier Finance
Arrangements” con il quale si richiede di fornire informazioni sui suoi accordi di finanziamento per le
forniture che consentano agli utilizzatori del bilancio di valutare gli effetti di tali accordi sulle passività e sui
flussi finanziari dell'entità nonché sull'esposizione di quest'ultima al rischio di liquidità.
Gli accordi di finanziamento per le forniture si caratterizzano per il fatto che uno o più finanziatori offrono
di pagare gli importi dovuti da un'entità ai suoi fornitori e che l'entità concorda di pagare secondo i termini e
le condizioni degli accordi alla stessa data in cui si pagano i fornitori o in una data successiva. Tali accordi
garantiscono all'entità la proroga dei termini di pagamento o ai suoi fornitori l'anticipo dei termini di
pagamento rispetto alla data di scadenza del pagamento della fattura. Gli accordi di finanziamento per le
forniture sono spesso denominati accordi di finanziamento per la catena di fornitura, finanziamento dei debiti
verso fornitori o factoring indiretto. Gli accordi che sono esclusivamente strumenti di supporto del credito
per l'entità (ad esempio garanzie finanziarie, comprese le lettere di credito utilizzate come garanzie) o strumenti
utilizzati dall'entità per regolare direttamente con un fornitore gli importi dovuti (ad esempio carte di credito)
non sono accordi di finanziamento per le forniture.
L'entità deve indicare in forma aggregata per i suoi accordi di finanziamento per le forniture:
a) i termini e le condizioni degli accordi (ad esempio la proroga dei termini di pagamento e i titoli o le
garanzie forniti). Tuttavia, in caso di accordi con termini e condizioni diversi, l'entità dovrà indicare
questi ultimi separatamente;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
228
b) alla data di inizio e a quella di chiusura dell'esercizio:
I. i valori contabili delle passività finanziarie che fanno parte di un accordo di finanziamento per le
forniture e le voci associate a tali valori contabili presentate nel prospetto della situazione
patrimoniale-finanziaria dell'entità;
II. i valori contabili delle passività finanziarie indicate al punto i) per le quali i fornitori hanno già
ricevuto pagamenti dai finanziatori e le voci associate a tali valori contabili;
III. l'intervallo delle date di scadenza dei pagamenti (ad esempio 30-40 giorni dopo la data della
fattura) sia per le passività finanziarie indicate al punto i) sia per i debiti commerciali comparabili
che non fanno parte di un accordo di finanziamento per le forniture. Debiti commerciali
comparabili sono, ad esempio, debiti commerciali dell'entità contratti all'interno dello stesso
ramo di attività o nel medesimo ordinamento giuridico delle passività finanziarie indicate al
punto i). Se gli intervalli delle date di scadenza dei pagamenti sono ampi, l'entità deve fornire
informazioni esplicative su tali intervalli o indicare ulteriori intervalli (ad esempio intervalli
stratificati);
c) il tipo e l'effetto delle variazioni non in disponibilità liquide dei valori contabili delle passività
finanziarie indicate alla lettera b), punto i). Esempi di variazioni non in disponibilità liquide
comprendono l'effetto di aggregazioni aziendali, differenze di cambio o altre operazioni che non
richiedono l'impiego di disponibilità liquide o mezzi equivalenti.
Altri fattori che l'entità potrebbe considerare al fine di fornire l'informativa richiesta riguardano, tra l'altro, il
fatto che l'entità:
a) abbia sottoscritto accordi di finanziamento (per esempio su carta commerciale) o altre linee di
credito (per esempio, linee di credito stand-by) cui poter accedere per soddisfare esigenze di
liquidità;
b) detenga depositi presso banche centrali per soddisfare esigenze di liquidità;
c) abbia fonti di finanziamento molto differenziate;
d) abbia concentrazioni significative di rischio di liquidità nelle proprie attività o nelle fonti di
finanziamento;
e) abbia processi di controllo interno e piani di emergenza per la gestione del rischio di liquidità;
f) abbia strumenti che includono termini di rimborso accelerati (per esempio, a seguito di un ribasso
del merito creditizio dell'entità);
g) abbia strumenti che potrebbero richiedere la prestazione di garanzie finanziarie (per esempio, le
chiamate di margine per i derivati);
h) abbia strumenti che consentono all'entità di decidere se regolare le passività finanziarie consegnando
contanti (o altra attività finanziaria) oppure consegnando le proprie azioni;
i) abbia strumenti soggetti ad accordi quadro di compensazione o
j) abbia avuto o abbia accesso ad accordi di finanziamento per le forniture (come descritti nello IAS 7)
che garantiscono all'entità la proroga dei termini di pagamento o ai suoi fornitori l'anticipo dei
termini di pagamento.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
229
Principi contabili, emendamenti ed interpretazioni omologati dall’Unione Europea ed efficaci dal
Gennaio 2025
Data di entrata in vigore
Nuovo principio
contabile/emendamento
Data del Regolamento
omologazione UE (data
pubblicazione GUUE)
gennaio 2025
Impossibilità di cambio
(Modifiche allo IAS 21)
13 Nov 2024 (EU) 2024/2862
Modifiche allo IAS 21
Con il Regolamento (UE) n. 2024/2862 del 13 novembre 2024, la Commissione Europea ha omologato
(“endorsed”) la modifica di regolamento per quanto riguarda lo IAS 21 The Effects of Changes in Foreign
Exchange Rates: Lack of Exchangeability”. Il documento richiede ad un’entità di applicare una metodologia
in maniera coerente al fine di verificare se una valuta può essere convertita in un’altra e, quando ciò non è
possibile, come determinare il tasso di cambio da utilizzare e l’informativa da fornire in nota integrativa.
3. STIME E ASSUNZIONI
La predisposizione dei bilanci richiede da parte degli Amministratori l’applicazione di principi e metodologie
contabili che, in talune circostanze, si fondano su valutazioni e stime difficili e soggettive, basate
sull’esperienza storica e su assunzioni che sono di volta in volta considerate ragionevoli e realistiche in
funzione delle relative circostanze.
L’applicazione di tali stime e assunzioni influenza gli importi riportati negli schemi di bilancio, quali il
prospetto della situazione patrimoniale e finanziaria, il prospetto di conto economico, il prospetto di conto
economico complessivo, il rendiconto finanziario, nonché l’informativa fornita. I risultati finali delle poste di
bilancio per le quali sono state utilizzate le suddette stime e assunzioni, potrebbero differire, anche
significativamente, da quelli riportati nei bilanci che rilevano gli effetti del manifestarsi dell’evento oggetto di
stima, a causa dell’incertezza che caratterizza le assunzioni e le condizioni sulle quali si basano le stime.
Le aree che richiedono più di altre una maggiore soggettività da parte degli amministratori nell’elaborazione
delle stime e per le quali un cambiamento nelle condizioni sottostanti le assunzioni utilizzate potrebbe avere
un impatto significativo sui risultati finanziari della Società sono le seguenti:
a) Riduzione di valore delle attività materiali e immateriali a vita utile definita: le attività materiali e
immateriali a vita utile definita sono oggetto di verifica al fine di accertare se si sia verificata una
perdita di valore quando sussistono indicatori che facciano prevedere difficoltà per il recupero del
relativo valore netto contabile tramite l’uso. La verifica dell’esistenza dei suddetti indicatori richiede
da parte degli amministratori l’esercizio di valutazioni soggettive basate sulle informazioni disponibili
sia di fonte interna che esterna, nonché sull’esperienza storica. Inoltre, qualora venga determinato
che possa essersi generata una potenziale perdita di valore, si procede alla determinazione della stessa
utilizzando tecniche valutative ritenute idonee. La corretta identificazione degli indicatori di una
potenziale perdita di valore, nonché le stime per la determinazione delle stesse, dipendono da
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
230
valutazioni soggettive nonché da fattori che possono variare nel tempo influenzando le valutazioni
e le stime effettuate dal management.
b) Riduzione di valore delle attività immateriali a vita utile indefinita (avviamento): il valore
dell’avviamento è verificato annualmente al fine di accertare l’esistenza di eventuali perdite di valore
da rilevare a conto economico. In particolare, la verifica in oggetto comporta l’allocazione
dell’avviamento alle unità generatrici di flussi finanziari e la successiva determinazione del relativo
valore recuperabile, inteso come il maggiore tra il fair value e il valore d’uso. Qualora il valore
recuperabile risulti inferiore al valore contabile delle unità generatrici di flussi finanziari, si procede
a una svalutazione dell’avviamento allocato alle stesse.
c) Riduzione di valore delle attività immateriali a vita utile indefinita (marchi): il valore dei marchi a vita
utile indefinita è assoggettato a test di impairment annuale. Il valore in uso è determinato sulla base
del metodo discounted cash flow (DCF), sulla base di un tasso di sconto e un periodo di previsione
esplicita di 4 anni basato sui budget approvati dalla Società. Successivamente al periodo di previsione
esplicita, viene assunto uno specifico tasso di crescita pari al tasso d’inflazione atteso a lungo termine.
I valori previsionali riferiti agli anni futuri e i parametri determinati con riferimento alle informazioni
di mercato correnti sono oggetto di incertezze dovute a sviluppi futuri imprevedibili e possibili
sviluppi nel mercato in cui opera la Società; pertanto, non si esclude che negli anni successivi possa
essere necessario apportare svalutazioni.
d) Fondo svalutazione crediti: la determinazione di tale fondo riflette le stime del management legate alla
solvibilità storica ed attesa degli stessi.
e) Fondi per rischi e oneri: l’identificazione della sussistenza o meno di un’obbligazione corrente (legale
o implicita) è in alcune circostanze di non facile determinazione. Gli amministratori valutano tali
fenomeni di caso in caso, congiuntamente alla stima dell’ammontare delle risorse economiche
richieste per l’adempimento dell’obbligazione. Quando gli amministratori ritengono che il
manifestarsi di una passività sia soltanto possibile, i rischi vengono indicati nell’apposita sezione
informativa su impegni e rischi, senza dar luogo ad alcuno stanziamento.
f) Vita utile delle attività materiali e immateriali: la vita utile è determinata al momento dell’iscrizione
del bene in bilancio. Le valutazioni sulla durata della vita utile si basano sull’esperienza storica, sulle
condizioni di mercato e sulle aspettative di eventi futuri che potrebbero incidere sulla vita utile stessa,
compresi i cambiamenti tecnologici. Di conseguenza, è possibile che la vita utile effettiva possa
differire dalla vita utile stimata.
g) Attività fiscali anticipate: le attività fiscali anticipate sono rilevate nella misura in cui sia probabile
l’esistenza di adeguati utili fiscali futuri a fronte dei quali le differenze temporanee o eventuali perdite
fiscali potranno essere utilizzate.
h) Rimanenze: le rimanenze finali di prodotti che presentano caratteristiche di obsolescenza o di lento
rigiro sono periodicamente sottoposte a test di valutazione e svalutate nel caso in cui il valore
recuperabile delle stesse risultasse inferiore al valore contabile. Le svalutazioni effettuate si basano
su assunzioni e stime degli amministratori derivanti dall’esperienza degli stessi e dai risultati storici
conseguiti.
i) Passività per leasing e diritto d’uso su beni di terzi: l’ammontare della passività per leasing e
conseguentemente delle relative attività per diritto d’uso, dipende dalla determinazione del lease term.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
231
Tale determinazione è soggetta a valutazioni del management, con particolare riferimento all’inclusione
o meno dei periodi coperti dalle opzioni di rinnovo e di risoluzione del leasing previste dai contratti
di locazione. Tali valutazioni saranno riviste al verificarsi di un evento significativo o di un
significativo cambiamento delle circostanze che abbia un’incidenza sulla ragionevole certezza del
management di esercitare un’opzione precedentemente non considerata nella determinazione del lease
term o di non esercitare un’opzione precedentemente considerata nella determinazione del lease term.
4. GESTIONE DEI RISCHI FINANZIARI
Nell’ambito dei rischi d’impresa, i principali rischi identificati, monitorati e, per quanto di seguito specificato,
attivamente gestiti dalla Società sono i seguenti:
rischio di mercato, derivante dall’oscillazione dei tassi di cambio tra l’Euro e le altre valute nelle quali
opera la Società e dei tassi di interesse;
rischio di credito, derivante dalla possibilità di default di una controparte;
rischio di liquidità, derivante dalla mancanza di risorse finanziarie per far fronte agli impegni
finanziari.
Obiettivo della Società è il mantenimento nel tempo di una gestione bilanciata della propria esposizione
finanziaria, atta a garantire una struttura del passivo in equilibrio con la composizione dell’attivo di bilancio e
in grado di assicurare la necessaria flessibilità operativa attraverso l’utilizzo della liquidità generata dalle attività
operative correnti e il ricorso a finanziamenti bancari.
La capacità di generare liquidità dalla gestione caratteristica, unitamente alla capacità di indebitamento,
consente alla Società di soddisfare in maniera adeguata le proprie necessità operative, di finanziamento del
capitale circolante operativo e di investimento, nonché il rispetto dei propri obblighi finanziari. La politica
finanziaria della Società e la gestione dei relativi rischi finanziari sono guidate e monitorate a livello centrale.
In particolare, la funzione di finanza centrale ha il compito di valutare e approvare i fabbisogni finanziari
previsionali, di monitorare l’andamento e porre in essere, ove necessario, le opportune azioni correttive.
4.1 Rischio di mercato
Rischio di cambio
L’esposizione al rischio di variazioni dei tassi di cambio deriva dalle attività commerciali della Società condotte
anche in valute diverse dall’Euro. Ricavi e costi denominati in valuta possono essere influenzati dalle
fluttuazioni del tasso di cambio con impatto sui margini commerciali (rischio economico), così come i debiti
e i crediti commerciali e finanziari denominati in valuta possono essere impattati dai tassi di conversione
utilizzati, con effetto sul risultato economico (rischio transattivo). Infine, le fluttuazioni dei tassi di cambio si
riflettono anche sui risultati economici e sul patrimonio.
I principali rapporti di cambio a cui la Società è esposta riguardano:
Euro/USD, in relazione alle transazioni effettuate in dollari statunitensi;
Euro/GBP, in relazione alle transazioni effettuate in sterlina;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
232
Euro/CHF, in relazione alle transazioni effettuate in franchi svizzeri.
La Società non adotta politiche specifiche di copertura delle oscillazioni dei tassi di cambio in considerazione
del fatto che il management non ritiene che tale rischio possa influire negativamente sui risultati della Società in
modo significativo, in quanto l’ammontare dei flussi in entrata ed uscita di valuta estera risulta essere, oltre
che poco rilevante, abbastanza similare per volumi e tempistiche.
Una ipotetica variazione positiva o negativa pari a 100 bps dei tassi di cambio relativi alle valute in cui opera la
Società non avrebbe un impatto significativo sul risultato netto e sul patrimonio netto degli esercizi in esame.
Rischio di tasso di interesse
La Società utilizza risorse finanziarie esterne sotto forma di debito e impiega la liquidità disponibile in
strumenti di mercato. Variazioni nei livelli dei tassi d’interesse influenzano il costo e il rendimento delle varie
forme di finanziamento e di impiego, incidendo pertanto sul livello degli oneri finanziari netti. L’esposizione
al rischio di tasso di interesse è costantemente monitorata in base all’andamento della curva Euribor, al fine
di valutare eventuali interventi per il contenimento del rischio di un potenziale rialzo dei tassi di interesse di
mercato. Alle date di riferimento non vi sono in essere coperture effettuate mediante negoziazione di
strumenti derivati.
Con riferimento al rischio di tasso d’interesse, è stata elaborata un’analisi di sensitività per determinare l’effetto
sul conto economico e sul patrimonio netto che deriverebbe da una ipotetica variazione positiva e negativa di
50 bps dei tassi di interesse rispetto a quelli effettivamente rilevati in ciascun periodo. L’analisi è stata effettuata
avendo riguardo principalmente alle seguenti voci: (i) cassa e disponibilità liquide equivalenti e (ii) passività
finanziarie a breve e a medio/lungo termine. Con riferimento alle disponibilità liquide ed equivalenti è stato
fatto riferimento alla giacenza media e al tasso di rendimento medio del periodo, mentre per quanto riguarda
le passività finanziarie a breve e medio/lungo termine, l’impatto è stato calcolato in modo puntuale.
La tabella di seguito evidenzia i risultati dell’analisi svolta:
(In migliaia di Euro)
Impatto sull'utile al netto
dell'effetto fiscale
Impatto sul patrimonio netto al
netto dell'effetto fiscale
- 50 bps + 50 bps - 50 bps + 50 bps
Esercizio chiuso al 31 dicembre 2024 (155) 155 (155) 155
Esercizio chiuso al 31 dicembre 2023 (188) 188 (188) 188
4.2 Rischio di credito
La Società fronteggia l’esposizione al rischio di credito insito nella possibilità di insolvenza e/o nel
deterioramento del merito creditizio della clientela esercitando un monitoraggio continuo.
Il rischio di credito deriva sostanzialmente dall’attività commerciale della Società, le cui controparti sono
operatori della grande distribuzione organizzata (GDO) e della distribuzione al dettaglio. I crediti del secondo
settore sono estremamente frazionati, mentre il settore della grande distribuzione è caratterizzato da una
esposizione su singolo cliente relativamente più consistente.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
233
La Società gestisce il rischio di credito di entrambe le tipologie di clienti attraverso una prassi consolidata, che
prevede una gestione mirata ed oculata con un limite di fido concesso sulla base delle informazioni
commerciali, finanziarie e rischio percepito dal mercato.
La Società opera in aree di business con bassi livelli di rischio di credito, considerata la natura delle sue attività
e il fatto che la sua esposizione creditoria è suddivisa su un largo numero di clienti. Le attività sono iscritte in
bilancio al netto di eventuali svalutazioni determinate sulla base del rischio di inadempienza delle controparti,
tenendo conto delle informazioni disponibili sulla solvibilità e dei dati storici e prospettici.
Le posizioni sono oggetto di periodico monitoraggio del rispetto delle condizioni di pagamento e le azioni di
sollecito dello scaduto sono condotte in coordinamento con la forza vendita. Nel caso, invece, che a seguito
di un’analisi puntuale della singola fattispecie si rilevi un’oggettiva condizione di inesigibilità parziale o totale
del credito l’ammontare della svalutazione tiene conto di una stima dei flussi recuperabili. La metodologia di
gestione del credito non è tale per cui sia ritenuto rilevante suddividere l’esposizione della clientela in classi di
rischio differenti.
Inoltre, si segnala che La Società ha in essere polizze d’assicurazione del credito con primarie società del
settore al fine di mitigare il rischio connesso alla solvibilità della clientela.
Il rischio di credito derivante da crediti che la Società vanta verso il sistema bancario è invece di moderata
entità e deriva sostanzialmente da momentanee giacenze di liquidità eccedente investite solitamente in depositi
bancari e conti correnti presso gli istituti di credito.
La seguente tabella fornisce una ripartizione dei crediti commerciali al 31 dicembre 2024 e 2023 raggruppati
per scaduto, al netto del fondo svalutazione crediti:
(In migliaia di Euro)
A scadere
Scaduti da
1 a 90
giorni
Scaduti
da 91 a
180
giorni
Scaduti
da oltre
181 giorni
Totale
Crediti commerciali lordi al 31 Dicembre 2024
18.716
17.647
1.082
3.447
40.892
Fondo svalutazione crediti
- - - (2.624) (2.624)
Crediti commerciali netti al 31 Dicembre 2024
18.716 17.647 1.082 823 38.268
Crediti commerciali lordi al 31 Dicembre 2023 3.297 17.854 2.541 5.774 29.446
Fondo svalutazione crediti - - - (2.509) (2.509)
Crediti commerciali netti al 31 Dicembre 2023 3.297 17.854 2.541 3.265 26.957
4.3 Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità rappresenta il rischio che, a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi o di liquidare
attività sul mercato, la Società non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento, determinando un
impatto negativo sul risultato economico nel caso in cui fosse costretto a sostenere costi addizionali per
fronteggiare i propri impegni o una situazione di insolvibilità.
Il rischio liquidità cui la Società potrebbe essere soggetto consiste nel mancato reperimento di adeguati mezzi
finanziari necessari per la sua operatività, nonché per lo sviluppo delle proprie attività industriali e
commerciali. I due principali fattori che determinano la situazione di liquidità della Società sono da una parte
le risorse generate o assorbite dalle attività operative e di investimento, dall’altra le caratteristiche di scadenza
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
234
e di rinnovo del debito o di liquidità degli impieghi finanziari e le condizioni di mercato. In particolare, il
principale fattore che influenza la liquidità della Società è costituito dalle risorse assorbite dall’attività
operativa: il settore in cui la Società opera presenta fenomeni di stagionalità delle vendite con picchi di
fabbisogno di liquidità nel terzo trimestre dell’esercizio causati da un maggiore volume di crediti commerciali
rispetto al resto dell’anno. Il governo della variabilità del fabbisogno è affidato all’attività di coordinamento
tra l’area commerciale e l’area finanza che si traduce in un’attenta pianificazione dei fabbisogni finanziari legati
alle vendite attraverso la stesura del budget finanziario ad inizio anno, ed un attento monitoraggio dei fabbisogni
nel corso di tutto l’esercizio.
Anche il fabbisogno di liquidità legato alle dinamiche di magazzino risulta essere oggetto di analisi, essendo
soggetto anch’esso a fenomeni di stagionalità: la pianificazione degli acquisti di materie prime per il magazzino
è gestita secondo prassi consolidate, che prevedono il coinvolgimento della Presidenza nelle decisioni che
potrebbero avere conseguenze sugli equilibri finanziari della Società.
L’attività finanziaria della Società comporta, in base a prassi consolidate ispirate a criteri di prudenza e tutela
degli stakeholders, la negoziazione delle linee di affidamento con il sistema bancario e l’esercizio di un costante
monitoraggio dei flussi finanziari della Società.
La tabella successiva evidenzia, per fasce di scadenza contrattuale, i fabbisogni finanziari della Società al 31
dicembre 2024 e 2023 espressi seguendo le seguenti ipotesi:
(i) i flussi di cassa non sono attualizzati;
(ii) i flussi di cassa sono imputati fascia temporale di riferimento in base alla prima data di esigibilità
prevista dai termini contrattuali;
(iii) tutti gli strumenti detenuti alla data di chiusura dell'esercizio per i quali i pagamenti sono stati già
contrattualmente designati sono inclusi. I futuri impegni pianificati ma non ancora iscritti a bilancio
non sono inclusi;
(iv) quando l’importo pagabile non è fisso (es. futuri rimborsi di interessi), la passività finanziaria è valutata
alle condizioni di mercato alla data di reporting; e
(v) i flussi di cassa includono anche gli interessi che l’azienda pagherà fino alla scadenza del debito al
momento della chiusura del bilancio.
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2024
entro 1 anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
oltre 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività finanziarie 34.741 13.259 15.098 2.238 65.336 64.795
Passività per leasing 10.033 3.293 4.172 894 18.392 18.391
Debiti commerciali 81.309 - - - 81.309 81.309
Altre passività correnti
14.761
-
-
-
14.761
14.761
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2023
entro 1 anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
oltre 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività finanziarie 20.937 10.710 24.218 4.552 60.417 59.417
Passività per leasing 9.674 4.234 7.607 1.367 22.882 21.132
Debiti commerciali
78.317
-
-
-
78.317
78.317
Altre passività correnti 12.573 - - - 12.573 12.573
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
235
5. POLITICA DI GESTIONE DEL CAPITALE
La gestione del capitale della Società è volta a garantire un solido rating creditizio e adeguati livelli degli
indicatori di capitale per supportare i piani di investimento, nel rispetto degli impegni contrattuali assunti con
i finanziatori.
La Società si dota del capitale necessario per finanziare i fabbisogni di sviluppo dei business e di funzionamento
operativo; le fonti di finanziamento si articolano in un mix bilanciato di capitale di rischio e di capitale di
debito, per garantire un’equilibrata struttura finanziaria e la minimizzazione del costo complessivo del capitale,
con conseguente vantaggio di tutti gli stakeholders.
La remunerazione del capitale di rischio è monitorata sulla base dell’andamento del mercato e delle performance
del business, una volta soddisfatte tutte le altre obbligazioni, tra cui il servizio del debito; pertanto, al fine di
garantire un’adeguata remunerazione del capitale, la salvaguardia della continuità aziendale e lo sviluppo dei
business, la Società monitora costantemente l’evoluzione del livello di indebitamento in rapporto al patrimonio
netto, all’andamento del business e alle previsioni dei flussi di cassa attesi, nel breve e nel medio/lungo
periodo.
6. CATEGORIE DI ATTIVITA’ E PASSIVITA’ FINANZIARIE E INFORMATIVA SUL
FAIR VALUE
Categorie di attività e passività finanziarie
Le seguenti tabelle forniscono una ripartizione delle attività e passività finanziarie per categoria al 31 dicembre
2024 e 2023:
(In migliaia di Euro)
Valore contabile al 31 dicembre
2024 2023
ATTIVITÀ FINANZIARIE:
Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato:
Crediti finanziari valutati al costo ammortizzato 2.540 3.025
Crediti commerciali 38.268 26.957
Altri crediti e attività correnti
7.349 7.328
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti 42.613 36.032
90.770 73.342
Attività
finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico:
Attività finanziarie non correnti valutate al fair value con impatto a conto economico
703 703
Attività finanziarie correnti valutate al fair value con impatto a conto economico
1 1
704 704
TOTALE ATTIVITÀ FINANZIARIE 91.474 74.046
(*) per la sola voce inerente acconti, altri crediti e ratei e risconti attivi
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
236
(In migliaia di Euro)
Valore contabile al 31 dicembre
2024 2023
PASSIVITÀ FINANZIARIE:
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato:
Passività finanziarie non correnti
30.054
38.479
Passività per leasing non correnti 8.358 11.458
Debiti commerciali 81.309 78.317
Passività finanziarie correnti 34.741 20.937
Passività per leasing
correnti
10.033
9.674
Altre passività correnti (*) 4.670 2.975
TOTALE PASSIVITÀ FINANZIARIE 169.165 161.840
(*) per la sola voce inerente altri debiti e ratei risconti passivi
Le tabelle sopra esposte evidenziano che la gran parte delle attività e passività finanziarie in essere è
rappresentata da poste finanziarie attive e passive a breve termine. In considerazione della loro natura, per la
maggior parte delle poste, il valore contabile è considerato una ragionevole approssimazione del fair value.
Le attività e passività finanziarie non correnti sono regolate o valutate a tassi di mercato e si ritiene pertanto
che il fair value delle stesse sia sostanzialmente in linea con gli attuali valori contabili.
Informativa sul fair value
In relazione alle attività e passività rilevate nella situazione patrimoniale e finanziaria e valutate al fair value,
l’IFRS 13 richiede che tali valori siano classificati sulla base di una gerarchia di livelli, che rifletta la
significatività degli input utilizzati nella determinazione del fair value. Di seguito si riporta la classificazione dei
fair value degli strumenti finanziari sulla base dei seguenti livelli gerarchici:
Livello 1: fair value determinati con riferimento a prezzi quotati (non rettificati) su mercati attivi per
strumenti finanziari identici. Pertanto, nel Livello 1 l’enfasi è posta sulla determinazione dei seguenti
elementi: (a) il mercato principale dell’attività o della passività o, in assenza di un mercato principale,
il mercato più vantaggioso dell’attività o della passività; (b) la possibilità per l’entità di effettuare
un’operazione con l’attività o con la passività al prezzo di quel mercato alla data di valutazione.
Livello 2: fair value determinati con tecniche di valutazione con riferimento a variabili osservabili su
mercati attivi. Gli input per questo livello comprendono: (a) prezzi quotati per attività o passività
similari in mercati attivi; (b) prezzi quotati per attività o passività identiche o similari in mercati non
attivi; (c) dati diversi dai prezzi quotati osservabili per l’attività o passività, per esempio: tassi di
interesse e curve dei rendimenti osservabili a intervalli comunemente quotati, volatilità implicite,
spread creditizi, input corroborati dal mercato.
Livello 3: fair value determinati con tecniche di valutazione con riferimento a variabili di mercato
non osservabili.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
237
Le seguenti tabelle riepilogano le attività e passività finanziarie valutate al fair value, suddivise sulla base dei
livelli previsti dalla gerarchia, al 31 dicembre 2024 e 2023:
(In Euro)
Al 31 dicembre 2024
Livello 1 Livello 2 Livello 3
Attività finanziarie non correnti valutate al
fair value
con impatto
a conto economico
- - 703
Attività finanziarie correnti valutate al fair value con impatto a
conto economico
- - 1
Totale attività finanziarie valutate al
fair value
- - 704
(In Euro)
Al 31 dicembre 2023
Livello 1 Livello 2 Livello 3
Attività finanziarie non correnti valutate al
fair value
con
impatto a conto economico
- - 703
Attività finanziarie correnti valutate al fair value con impatto a
conto economico
- - 1
Totale attività finanziarie valutate al
fair value
- - 704
Non vi sono stati trasferimenti tra i diversi livelli della gerarchia del fair value nei periodi considerati.
7. SETTORI OPERATIVI
L’IFRS 8 - Settori operativi definisce un settore operativo come una componente:
che coinvolge attività imprenditoriali generatrici di ricavi e di costi;
i cui risultati operativi sono rivisti periodicamente al più alto livello decisionale;
per la quale sono disponibili dati economico finanziari separati.
Ai fini dell’IFRS 8, l’attività svolta dalla Società è identificabile nei seguenti settori operativi: Milk Products,
Dairy Products e Altre attività.
Si evidenzia che i settori Dairy e Altre attività fanno riferimento a dati economico-patrimoniali confluiti in
Centrale del Latte d’Italia S.p.A. per effetto dell’affitto di ramo d’azienda dalla controllante Newlat Food
S.p.A. avente efficacia dal gennaio 2021. Con riferimento invece al perimetro di attività della Società non
afferenti al ramo menzionato, coerentemente con i precedenti esercizi, le componenti economico–
patrimoniali del bilancio sono totalmente ascrivibili al settore “Milk products” in considerazione
dell’organizzazione delle attività produttive e di commercializzazione prodotti in essere.
Le tabelle di seguito riportano le grandezze economiche e patrimoniali esaminate dal più alto livello decisionale
operativo al fine di una valutazione delle performances della Società al e per l’esercizio chiuso al 31 dicembre
2024 e 2023, nonché la riconciliazione di tali voci rispetto al corrispondente importo incluso nel Bilancio
d’esercizio:
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
238
(In Euro migliaia)
Al 31 dicembre 2024
Milk products Dairy products Altri Prodotti Totale
Ricavi da contratti con i clienti verso terzi 274.547 60.139 15.026 349.712
EBITDA (*) 19.316 5.498 386 25.200
EBITDA Margin 7,04% 9,14% 2,57% 7,21%
Ammortamenti e svalutazioni 14.589 587 89 15.265
Svalutazioni nette di attività finanziarie 197 197
Risultato operativo 4.727 4.911 100 9.737
Proventi finanziari - - 1.729 1.729
Oneri finanziari - - (5.139) (5.139)
Risultato prima delle imposte 4.727 4.911 (3.309) 6.328
Imposte sul reddito - - (1.909) (1.909)
Risultato netto 4.727 4.911 (5.218) 4.419
Totale attività 180.874 9.840 67.317 258.031
Totale passività 90.591 16.223 82.338 189.152
Investimenti 2.879 457 - 3.336
Dipendenti (numero) 535 65 12 612
(*) L'EBITDA è calcolato come somma in valore assoluto del risultato operativo, delle svalutazioni nette di attività
finanziarie e degli ammortamenti e svalutazioni.
(In Euro migliaia)
Al 31 dicembre 2023
Milk products Dairy products Altre Attività Totale
Ricavi da contratti con i clienti verso terzi 262.449 57.189 14.256 333.894
EBITDA (*) 20.294 4.523 336 25.153
EBITDA Margin 7,73% 7,91% 2,36% 7,53%
Ammortamenti e svalutazioni 15.391 460 133 15.984
Svalutazioni nette di attività finanziarie - - 417 417
Risultato operativo 4.903 4.063 (214) 8.751
Proventi finanziari - - 756 756
Oneri finanziari - - (5.348) (5.348)
Risultato prima delle imposte 4.903 4.063 (4.806) 4.159
Imposte sul reddito - - (1.201) (1.201)
Risultato netto 4.903 4.063 (6.006) 2.959
Totale attività 180.328 8.073 63.059 251.460
Totale passività 90.842 14.374 79.612 184.828
Investimenti 2.234 268 2.502
Dipendenti (numero) 532 66 14 612
(*) L'EBITDA è calcolato come somma in valore assoluto del risultato operativo, delle svalutazioni nette di attività finanzia
rie e degli ammortamenti e
svalutazioni.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
239
8. NOTE ALLA SITUAZIONE PATRIMONIALE E FINANZIARIA
8.1 Immobili, impianti e macchinari
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione della voce “Immobili, impianti e macchinari”
per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro)
Terreni e
fabbricati
Impianti e
macchinari
Attrezzature
industriali e
commerciali
Migliorie su
beni di terzi
Attività materiali in
corso e acconti
Totale
Costo storico al 31
dicembre 2023
85.488 131.378 18.604 358 818 236.646
Investimenti 64 2.533 251 - 488 3.336
Dismissioni
-
(10)
(158)
-
-
(168)
Riclassifiche - 671 - - (671) -
Costo storico al 31
dicembre 2024
85.552 134.572 18.697 358 636 239.814
Fondo ammortamento
al 31 dicembre 2023
28.392 84.629 17.606 325 - 130.951
Ammortamenti 1.536 6.976 378 2 - 8.892
Dismissioni - (10) (158) - - (168)
Riclassifiche - (31) - - - (31)
Fondo ammortamento
al 31 dicembre 2024
29.928 91.564 17.826 327 - 139.644
Valore netto contabile
al 31 dicembre 2023
57.096 46.749 998 33 818 105.694
Valore netto contabile
al 31 dicembre 2024
55.624 43.007 871 31 636 100.169
Gli investimenti in immobili, impianti e macchinari per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2024 sono stati pari
ad Euro 3.336 migliaia e sono prevalentemente riconducibili al rinnovamento delle linee di confezionamento
del settore milk e dairy. Per maggiori informazioni relativamente agli investimenti, si rimanda allo specifico
capitolo “Investimenti” riportato in Relazione sulla Gestione.
Il valore netto delle attività materiali dismesse per l’esercizio 2024 è di ammontare pari ad Euro 168 migliaia.
Al 31 dicembre 2024 non vi sono contributi in conto capitale classificati a riduzione degli impianti e
macchinari di riferimento.
Nel corso dell’esercizio non sono state iscritte dalla Società svalutazioni di attività materiali.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
240
8.2 Attività per diritto d’uso e passività per
leasing
La seguente tabella riporta la movimentazione della voce “Attività per diritto d’uso” per l’esercizio chiuso al
31 dicembre 2024:
(In migliaia di Euro) Attività per diritto d'uso
Costo storico al 31 dicembre 2023
39.948
Investimenti
3.
43
6
Dismissioni (2.771)
Costo storico al 31 dicembre 2024 40.613
Fondo ammortamento al 31
dicembre 2023
22.032
Ammortamenti
6.
35
4
Dismissioni (2.765)
Riclassifiche 31
Fondo ammortamento al 31 dicembre 2024 25.652
Valore netto contabile al 31 dicembre 2023
17.916
Valore netto contabile al 31 dicembre 2024
14.961
Al 31 dicembre 2024, la Società non ha individuato indicatori di perdite durevoli di valore relativamente alle
attività per diritto d’uso.
Gli incrementi dell’esercizio fanno riferimento prevalentemente alla locazione di beni strumentali impiegati
nel processo produttivo.
La tabella che segue riporta i valori contrattuali non attualizzati delle passività per leasing della Società al 31
dicembre 2024:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2024
entro 1
anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
Oltre 5 anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività per leasing
10.033 3.293 4.172 894 18.392 18.391
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2023
entro 1
anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
Oltre 5 anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività per leasing
9.674 4.234 7.607 1.367 22.882 21.132
Il tasso di attualizzazione è stato determinato sulla base del tasso di finanziamento marginale della Società,
con una durata e con garanzie simili, necessario per ottenere un'attività di valore simile all'attività consistente
nel diritto di utilizzo in un contesto economico simile. La Società ha deciso di applicare un unico tasso di
attualizzazione ad un portafoglio di leasing con caratteristiche ragionevolmente simili, quali i leasing con una
durata residua simile per una classe di attività sottostante simile in un contesto economico simile.
Le attività per diritto d’uso si riferiscono prevalentemente al contratto di affitto di ramo d’azienda fra Newlat
Food S.p.A. e la Società con cui la prima ha concesso in affitto alla seconda l’esercizio dell’attività di
produzione e commercializzazione dei prodotti legati al settore Milk & Dairy”, con scadenza al 31 dicembre
2026.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
241
8.3 Attività immateriali
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione della voce “Attività immateriali” per
l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2024:
(In migliaia di Euro)
Avviament
o
Concessioni, licenze,
marchi e diritti simili
Immobilizzazioni in
corso
Totale
Costo storico al 31
dicembre 2023
570 42.395 2 42.967
Investimenti - - - -
Costo storico al 31
dicembre 2024
570 42.395 2 42.967
Fondo ammortamento
al 31 dicembre 2023
220 23.200 - 23.440
Ammortamenti - 20 - 20
Fondo ammortamento
al 31 dicembre 2024
220 23.240 - 23.460
Valore netto contabile
al 31 dicembre 2023
350 19.157 2 19.527
Valore netto contabile
al 31 dicembre 2024
350 19.155 2 19.507
Non sono stati individuati indicatori di perdite durevoli di valore relativamente alle attività immateriali per
l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2024.
Si riporta di seguito una descrizione delle principali voci che compongono le attività immateriali:
Concessioni, licenze, marchi e diritti simili
La voce “Concessioni, licenze, marchi e diritti simili” è composta prevalentemente dai marchi a vita utile
indefinita, di cui si riporta di seguito il valore al 31 dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2024 2023
Marchi a vita utile indefinita 19.132 19.132
Totale valore netto contabile 19.132 19.132
Con l’operazione di fusione per incorporazione di Centrale del Latte di Vicenza e Centrale del Latte della
Toscana, vengono iscritti tra le attività immateriali a vita utile indefinita, oltre il marchio “Centro Latte Rapallo
Latte Tigullio” già in capo a Centrale del Latte d’Italia S.p.A. (Euro 5.891 migliaia), i marchi “Mukki” (Euro
7.955 migliaia) e “Centrale del Latte di Vicenza” (Euro 5.286 migliaia) per complessivi Euro 19.132 migliaia.
Sulla base delle indicazioni previste dallo IAS 36 i marchi a vita utile indefinita sono sottoposti a test di
impairment su base almeno annuale.
Il valore d’uso è determinato sulla base del metodo del discounted cash flow (DCF), utilizzando un tasso di
sconto e un periodo di previsione esplicita di 4 anni basato sull’aggiornamento del Piano industriale approvato
dal Consiglio di Amministrazione in data 17 marzo 2025.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
242
I flussi utilizzati dagli Amministratori ai fini del test di impairment non includono le componenti economico-
finanziarie derivanti dall’affitto del ramo d’azienda “Milk & Dairy”.
Successivamente al periodo di previsione esplicita, viene assunto uno specifico tasso di crescita pari al tasso
d’inflazione atteso a lungo termine. I valori previsionali riferiti agli anni futuri e i parametri determinati con
riferimento alle informazioni di mercato correnti sono oggetto di incertezze dovute a sviluppi futuri
imprevedibili e possibili sviluppi nel mercato in cui opera la Società, pertanto, non si esclude che negli anni
successivi possa essere necessario apportare svalutazioni.
L’analisi richiesta dallo IAS 36 circa la determinazione delle unità generatrici di flussi finanziari, ha condotto
gli Amministratori all’identificazione di un’unica CGU, coincidente con il perimetro societario, escludendo
tutto ciò che confluisce dall’affitto del ramo d’azienda “M&D”, in linea, tra l’altro, con la struttura di gestione
e del processo decisionale e di pianificazione strategica nonché con il modello di verifica delle performance
aziendali.
Il test di impairment, approvato dal Consiglio d’Amministrazione in data 17 marzo 2025, è stato predisposto
con il supporto di un professionista indipendente, confrontando il valore contabile con il valore recuperabile
della relativa cash generating unit (CGU) a cui fa riferimento.
La configurazione di valore recuperabile è quella del valore d’uso, determinato attualizzando i dati previsionali
della CGU (“DCF Method”) relativi al periodo di 4 anni successivo alla data di bilancio.
Le assunzioni chiave utilizzate dal management per la determinazione dei dati previsionali della CGU sono la
stima dei livelli di crescita del fatturato, il mantenimento attuale dell’EBITDA e dei flussi di cassa operativi,
nonché un tasso di crescita del valore terminale e del costo medio ponderato del capitale in linea con i dati di
mercato (tasso di attualizzazione), tenendo in considerazione le performance economico-reddituali passate e
le aspettative future.
È stata inoltre verificata la ragionevolezza delle marginalità nel periodo di previsione esplicita, di fatto allineata
a quella registrata nell’esercizio 2024.
Il valore terminale della CGU è stato determinato in base al criterio della rendita perpetua del flusso di cassa
normalizzato della CGU, con riferimento all’ultimo periodo dei dati previsionali considerato, assumendo un
tasso di crescita pari ad un punto percentuale e un tasso di attualizzazione (“WACC”, che rappresenta la media
ponderata tra il costo del capitale proprio e il costo del debito, dopo le imposte), come di seguito
rappresentato:
Tasso di crescita: 1,0%
WACC: 7,09%
Ai fini della stima del valore d’uso della CGU:
(i) si è fatto uso delle seguenti fonti d’informazione:
a) fonti interne: lo IAS 36 richiede che la stima del valore d’uso si fondi sulle previsioni di flussi di
risultato più aggiornate formulate dall’alta Direzione. Ai fini dell’impairment test delle attività a vita utile
indefinita al 31 dicembre 2024, si è pertanto fatto riferimento all’aggiornamento del Piano industriale
2025/2028, stimando i flussi di risultato in modo omogeneo per gli anni successivi. Il Consiglio di
Amministrazione della Società ha approvato tale test, nonché i flussi ivi rappresentati, in data 17 marzo 2025.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
243
Ai fini della stima del valore d’uso, sono stati previsti investimenti di “mantenimento” per circa Euro 4,5
milioni. Ai fini dell’impairment test al 31 dicembre 2024, non sono prudenzialmente previste ottimizzazioni
dei costi operativi, oltre a quelli già realizzati nel corrente esercizio, e pertanto si è considerata una marginalità
sostanzialmente costante nel periodo.
b) fonti esterne: ai fini dell’impairment test, si è fatto uso di fonti esterne di informazione ai fini del
calcolo del costo del capitale, la cui stima si è fondata:
- sul CAPM per la stima del cost of equity;
- sulla formula del WACC per la stima del costo medio ponderato del capitale (dopo le imposte).
Il costo del capitale è stato calcolato usando la struttura finanziaria del panel di comparable considerati nel
contesto di analisi.
(ii) si è fatto inoltre uso dei seguenti principali assunti di base:
a) incremento medio dei ricavi del 1% annuo dal 2025 al 2028; e
b) EBITDA margin negli anni di previsione pari al 8,6%.
La crescita dei ricavi assunta per gli anni del periodo esplicito è sostanzialmente in linea con le attese di crescita
del mercato italiano, in considerazione del buon posizionamento competitivo della società, ma soprattutto in
considerazione (i) delle previste strategie di crescita della Società; (ii) di una filiera garantita e fortemente
collegata al territorio.
Dalle risultanze dei test di impairment effettuati, emerge che il valore recuperabile stimato per la CGU eccede
il relativo capitale investito netto per oltre Euro 62 milioni.
Il valore d’uso è stato calcolato sulla base di un costo medio ponderato del capitale (WACC) pari al 7,09%, ed
un saggio di crescita dei flussi nel valore terminale (g) pari a 1,0. Sono state inoltre effettuate delle analisi di
sensitività per verificare gli effetti sui risultati del test di impairment della variazione di ±0,5% e ±0,25%
rispettivamente del WACC e del tasso di crescita, parametri ritenuti significativi. In particolare, a variazioni
individuali dei principali parametri utilizzati ai fini del test in oggetto, in costanza degli altri parametri, il valore
recuperabile della CGU risulta non inferiore al relativo valore contabile.
8.4 Partecipazioni in imprese collegate
Al 31 dicembre 2024 le partecipazioni in imprese collegate pari ad Euro 1.397 migliaia si riferiscono
principalmente alla partecipazione detenuta dalla Centrale del Latte d’Italia SpA in Mercafir Scpa. Il valore del
patrimonio netto è allineato a quanto iscritto al 31 dicembre 2024.
8.5 Attività finanziarie non correnti valutate al
fair value
con impatto a conto economico
Al 31 dicembre 2024 e 2023 le attività finanziarie non correnti valutate al fair value con impatto a conto
economico ammontano ad Euro 703 migliaia e si riferiscono principalmente alla partecipazione in Futura
S.r.l., oggetto di valutazione al fair value individuato con il supporto di esperti indipendenti. Tale fair value è
classificabile di livello 3 sulla base dei parametri utilizzati nelle tecniche di valutazione applicate.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
244
Il fair value della società Futura S.r.l. è stato determinato sulla base del metodo patrimoniale. Tale metodo di
stima si basa sul principio dell’espressione a valore correnti dei singoli componenti attivi e passivi che formano
il patrimonio di un’azienda o di una parte funzionale della stessa. Secondo tale metodologia, il valore è il
risultato di una stima, a valori di mercato e in ipotesi di continuità di gestione, di tutte le attività materiali ed
immateriali (nei casi in cui esse possano essere determinate singolarmente), diminuite di tutte le passività.
Tale metodo non prende in esplicita considerazione gli aspetti inerenti la capacità dell’azienda di produrre
risultati economici prospettici.
Questo metodo è comunemente utilizzato per valutare le Holding non operative di partecipazioni, quale è
Futura S.r.l., le cui principali attività sono le partecipazioni e rami d’azienda affittati a società partecipate.
Il valore della partecipazione al netto dello sconto Holding è pari a 689 migliaia di Euro.
Il valore delle altre partecipazioni possedute (non significative) è ritenuto rappresentativo del fair value della
quota partecipativa (si tratta principalmente di partecipazioni consortili).
8.6 Attività per imposte anticipate
Le attività per imposte anticipate sono state iscritte in quanto si ritiene probabile che saranno realizzati redditi
imponibili futuri, a fronte dei quali possano essere realizzate
Le attività per imposte anticipate derivano dalle differenze temporanee tra il valore attribuito ad un’attività o
passività in bilancio e il valore attribuito a quella stessa attività o passività ai fini fiscali.
Le attività per imposte anticipate dal 2024 sono state compensate con le imposte differite, per maggiori
informazioni si rimanda alla nota 8.17.
8.7 Rimanenze
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Rimanenze” al 31 dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
202
4
202
3
Materie prime, sussidiarie, di consumo e ricambi 13.913 14.481
Prodotti finiti e merci 9.680 9.377
Acconti 26 26
Totale rimanenze lorde 23.619 23.884
Fondo svalutazione rimanenze (176) (147)
Totale rimanenze
2
3.443
2
3.737
Le rimanenze sono iscritte al netto del fondo obsolescenza, di ammontare pari ad Euro 176 migliaia al 31
dicembre 2024 prevalentemente connesso a ricambi per macchinari, a lenta movimentazione. La tabella
riporta la movimentazione del fondo svalutazione:
(In migliaia di Euro) Fondo svalutazione rimanenze
Saldo al 31 dicembre 2023
(147)
Accantonamenti
(
29
)
Saldo al 31 dicembre 202
4
(176)
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
245
8.8 Crediti commerciali
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Crediti commerciali” al 31 dicembre 2024 e
2023:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2024 2023
Crediti commerciali verso clienti 32.564 22.430
Crediti commerciali verso parti correlate 8.328 7.118
Crediti commerciali (lordi)
40.89
2
29.548
Fondo svalutazione crediti commerciali
(2.62
4
)
(2.590
)
Totale crediti commerciali
38.268
26.957
La seguente tabella riporta la movimentazione del fondo svalutazione crediti commerciali per l’esercizio
chiuso al 31 dicembre 2024:
(In migliaia di Euro) Fondo svalutazione crediti commerciali
Saldo al 31 dicembre 2022 (3.034)
Accantonamenti (417)
Utilizzi
861
Saldo al 31 dicembre 2023 (2.590)
Accantonamenti (198)
Utilizzi 164
Saldo al 31 dicembre 2024 (2.624)
L’analisi del rischio di credito, comprensiva dell’evidenza della copertura del fondo svalutazione crediti sulle
singole fasce di scaduto, è riportata nella precedente sezione della Relazione sulla Gestione - “Gestione dei
rischi finanziari”.
L’analisi dei crediti commerciali verso parti correlate è riportata nella successiva sezione “Rapporti con parti
correlate”.
Si ritiene che il valore contabile dei crediti commerciali approssimi il relativo fair value.
8.9 Attività e passività per imposte correnti
Le attività per imposte correnti ammontano ad Euro 130 migliaia al 31 dicembre 2024 e 2023.
Le passività per imposte correnti ammontare ad Euro 43 migliaia ed Euro 241 migliaia rispettivamente al 31
dicembre 2024 e 2023.
Le variazioni intervenute nei saldi netti delle attività e passività in esame per l’esercizio chiuso al 31 dicembre
2024 riguardano principalmente lo stanziamento di imposte correnti sul reddito per Euro 2.463 migliaia e
pagamenti e compensazioni per Euro 226 migliaia.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
246
8.10 Altri crediti e attività correnti
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Altri crediti e attività correnti” al 31 dicembre
2024 e 2023:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2024 2023
Crediti tributari 6.947 6.969
Crediti verso istituti previdenziali 5 4
Ratei e risconti attivi
44
4
534
Acconti 781 851
Altri crediti 6.123 5.943
Totale altri crediti e attività correnti 14.300 14.301
Gli altri crediti fanno principalmente riferimento al credito verso la controllante Newlat Food SpA sorto
nell’ambito dell’operazione di affitto ramo d’azienda Milk & Dairy” (Euro 5,3 milioni).
Gli acconti al 31 dicembre 2024 e 2023 si riferiscono prevalentemente a somme versate a fronte di forniture
da ricevere.
I crediti tributari al 31 dicembre 2024 includono prevalentemente i crediti IVA verso l’Erario pari ad Euro
5.782 migliaia, i crediti d’imposta per Euro 672 migliaia oltre che i crediti da consolidato fiscale per Euro 523
migliaia.
8.11 Attività finanziarie correnti valutate a fair value con impatto a conto economico
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Attività finanziarie correnti valutate al fair value
con impatto a conto economico” al 31 dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2024 2023
Attività finanziarie correnti valutate a fair value con impatto a conto economico 1 1
8.12 Crediti Finanziari valutati al costo ammortizzato
La voce crediti finanziari pari a Euro 2.540 migliaia include crediti i finanziari vantati nei confronti della parte
correlata New Property SpA per Euro 2.525 migliaia e verso la Controllante indiretta Newlat Group SA per
Euro 15 migliaia.
8.13 Disponibilità liquide e mezzi equivalenti
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Disponibilità liquide e mezzi equivalenti” al 31
dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
202
4
202
3
Depositi bancari e postali
42.5
14
35.530
Denaro e valori in cassa 99 502
Totale disponibilità liquide e mezzi equivalenti 42.613 36.032
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
247
I depositi bancari si riferiscono prevalentemente ai rapporti di tesoreria centralizzata con la controllante
Newlat Food SpA, pari ad Euro 35.218 migliaia. Quest’ultimi risultano essere prontamente liquidabili ed
esigibili dalla controllante. I restanti depositi bancari fanno riferimento a disponibilità liquide depositate su
conti correnti presso primarie istituzioni bancarie e finanziarie.
Al 31 dicembre 2024, le disponibilità liquide non sono soggette a restrizioni o vincoli.
Si veda lo schema di rendiconto finanziario per le variazioni intervenute nella voce “Disponibilità liquide e
mezzi equivalenti” nel corso degli esercizi in esame.
8.14 Patrimonio netto
La voce “Patrimonio netto” al 31 dicembre 2024 ammonta ad Euro 68.879 migliaia. Il prospetto delle
variazioni del patrimonio netto è riportato nella relativa sezione.
I movimenti che hanno interessato il patrimonio netto per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023 sono relativi
a quanto segue:
la rilevazione di un utile d’esercizio per Euro 4.419 migliaia;
utile attuariale per Euro 115 migliaia relative all’attualizzazione del fondo trattamento di fine rapporto.
Acquisto di azioni proprie pari ad Euro 2.287 migliaia
Capitale sociale
Il capitale sociale, interamente sottoscritto e versato ammonta Euro 28.840.041,20 diviso in numero
14.000.020 di azioni senza valore nominale.
Riserva legale
La riserva legale al 31 dicembre 2024 è pari ad Euro 2.358 migliaia.
Riserve
Si rimanda al prospetto di movimentazione del patrimonio netto presente negli schemi, per il dettaglio e la
variazione delle riserve avvenuta nell’esercizio 2024. Di seguito si riporta il prospetto con la possibilità di
utilizzo, con riferimento al 31 dicembre 2024:
Natura / descrizione Importo Possibilità di utilizzazione Quota disponibile
Capitale 28.840.041 B 28.840.041
Riserve di capitale:
Fondo Riv.Obbl. L.413/91 196.523 A, B 196.523
Riserva FTA 1.265.968 B 1.265.968
Riserva sovrapprezzo azioni 17.420.592 A,B,C 17.420.592
Altre riserve non distribuibili
(49.547)
A, B
(49.547)
Azioni proprie (2.287.391) B (2.287.391)
Riserve di utili:
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
248
Riserva legale 2.357.971 B 2.357.971
Riserva straordinaria 20.027.281 A,B,C 20.027.281
Altre riserve
(
3.311.24
2)
A,B,C
(
3.311.24
2)
Totale
64.460.196
Quota non distribuibile 30.323.565
Residua quota
distribuibile
34.136.631
Note:
A Disponibile per aumento di capitale
B Disponibile per copertura eventuali perdite
C Distribuibile agli azionisti
8.15 Fondi relativi al personale
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione della voce “Fondi relativi al personale” per
gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro) T.F.R.
Saldo al 31 dicembre 2022 6.279
Oneri finanziari 219
Perdite/(utili) attuariali
6
Benefici pagati (718)
Saldo al 31 dicembre 2023 5.786
Oneri finanziari 170
Perdite/(utili) attuariali (160)
Benefici pagati (785)
Saldo al 31 dicembre 202
4
5.
011
I fondi relativi al personale rappresentano la stima dell’obbligazione, determinata su base di tecniche attuariali,
relativa all’ammontare da corrispondere ai dipendenti al momento della futura cessazione del rapporto di
lavoro.
Trattamento di fine rapporto (T.F.R.)
Il valore del debito per il trattamento di fine rapporto relativo a Centrale del Latte, che rientra nella definizione
di piani a benefici definiti secondo lo IAS 19, è stato determinato secondo logiche attuariali. Si riportano di
seguito le principali ipotesi attuariali, finanziarie e demografiche utilizzate per determinare il valore della
passività al 31 dicembre 2024 e 2023, in accordo alle disposizioni dello IAS 19.
Al 31 dicembre
2024 2023
Ipotesi finanziarie
Tasso di attualizzazione 3,29% 3,15%
Tasso di inflazione 2,00% 2,25%
Tasso annuo di incremento salariale
2,00
%
2,25
%
Ipotesi demografiche
Decesso Tavola SIM/SIF2002 ISTAT Tavola SIM/SIF2002 ISTAT
Pensionamento
Il raggiungimento del primo dei requisiti
pensionabili secondo la normativa
vigente
Il raggiungimento del primo dei
requisiti pensionabili secondo la
normativa vigente
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
249
La seguente tabella riepiloga l’analisi di sensitività per ciascuna ipotesi attuariale, finanziaria e demografica,
mostrando gli effetti (in valore assoluto) che ci sarebbero stati a seguito delle variazioni delle ipotesi attuariali
ragionevolmente possibili al 31 dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro)
Tasso di attualizzazione Tasso di inflazione
Tasso di
turnover
+0,50% -0,50% +0,50% -0,50% +1% - 1%
Fondi per il personale (TFR) al 31 dicembre 202 83 (83) 53 (53) 9 (9)
Fondi per il personale (TFR) al 31 dicembre 2023 (247) 247 160 (-160) 17 (17)
8.16 Fondi per rischi e oneri
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione della voce “Fondi per rischi e oneri” per
l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2024:
(In migliaia di Euro)
Fondo indennità
clientela agenti
Altri fondi per rischi
e oneri
Totale fondo rischi
e oneri
Saldo al 31 dicembre 2022 1.168 68 1.236
Accantonamenti 134 - 134
Utilizzi (1) - (1)
Saldo al 31 dicembre 2023 1.301 68 1.369
Accantonamenti 129 - 129
Utilizzi
(7
0
)
-
(7
0
)
Saldo al 31 dicembre 2024 1.360 68 1.428
Il fondo indennità clientela agenti rappresenta una ragionevole previsione degli oneri che risulterebbero a
carico della Società in caso di futura interruzione dei rapporti di agenzia.
8.17 Passività per imposte differite
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Passività per imposte differite” al 31 dicembre
2024 e 2023:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2024 2023
Attività immateriali 5.104 5.104
Attività materiali
Altro
783 809
74 82
Passività per imposte differite lorde 5.961 5.995
Compensazione con le attività per imposte anticipate (2.547) (2.041)
Passività per imposte differite 3.414 3.954
Nel corso del 2024 la Società ha compensato le attività per imposte anticipate a riduzione delle passività per
imposte differite, essendovi i presupposti.
La seguente tabella riporta la movimentazione delle passività per imposte differite per l’esercizio chiuso al 31
dicembre 2024:
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
250
(In migliaia di Euro)
Attività
immateriali
Attività
materiali
Altri Totale
Saldo al 31 dicembre 2023 5.104 809 82 5.995
Accantonamenti (rilasci) a conto economico - (26) (53) (79)
Accantonamenti (rilasci) a conto economico
complessivo
- - 45 45
Saldo al 31 dicembre 2024 5.104 783 74 5.961
La tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “attività per imposte anticipate” al 31 dicembre 2024
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2024 2023
Fondi 913 908
Ripristino Oneri M&D 1.539 1.072
Ammortamenti
Altro
93
2
59
2
Attività per imposte anticipate 2.547 2.041
La seguente tabella riporta la movimentazione delle attività per imposte anticipate per l’esercizio chiuso al 31
dicembre 2024:
(In migliaia di Euro) Fondi Oneri M&D Ammortamenti Altro Totale
Saldo al 31 dicembre 2023 908 1.072 59 2 2.041
Accantonamenti (rilasci) a conto economico 5 467 34 - 506
Saldo al 31 dicembre 2024 913 1.539 93 2 2.547
8.18 Passività finanziarie (correnti e non correnti)
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Passività finanziarie” (correnti e non correnti)
al 31 dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro)
Al 31 Dicembre 2024 Al 31 Dicembre 2023
Quota
corrente
Quota non
corrente
Quota
corrente
Quota non
corrente
Totale passività finanziarie 34.741 30.054 20.937 38.479
In alcuni contratti di finanziamento è previsto il rispetto di parametri finanziari, che risultano essere tutti
rispettati al 31 dicembre 2024.
Di seguito si riporta la Posizione Finanziaria Netta, secondo lo schema di classificazione indicato nella
Comunicazione Consob:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
Indebitamento finanziario netto
2024
2023
A. Disponibilità liquide
7.394
6.762
B. Mezzi equivalenti a disponibilità liquide 35.219 29.270
C. Altre attività finanziarie correnti 2.540 3.026
D. Liquidità (A)+(B)+(C) 45.153 39.058
E. Debiti finanziari correnti (34.312) (19.125)
F. Parte corrente del debito finanziario non
corrente
(10.461)
(11.486)
G. Indebitamento finanziario corrente (E)+(F)
(44.773)
(30.611)
H. Indebitamento finanziario corrente netto (G)+(D) 380 8.447
I. Debiti finanziari non correnti (38.413) (49.937)
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
251
J. Strumenti di debito - -
K. Debiti commerciali e altrei debiti non correnti - -
L. Indebitamento finanziario non corrente (I)+(J)+(H)
(38.413)
(49.937)
M. Indebitamento finanziario netto (H)+(L) determinato in conformità alle
comunicazioni CONSOB ed ESMA
(38.033) (41.490)
Senza considerare gli effetti dell’IFRS 16, la posizione finanziaria netta sarebbe così determinata:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2024 2023
Indebitamento finanziario al lordo delle passività per leasing (38.032) (41.490)
Passività per leasing non corrente 8.358 11.458
Passività per leasing corrent
e
10.033
9.674
Indebitamento finanziario al netto delle passività per leasing
(
19.641
)
(20.359)
La tabella che segue riporta, ai sensi dello IAS 7, le variazioni delle passività finanziarie derivanti dai flussi di
cassa generati e/o assorbiti dell’attività di finanziamento, nonché derivanti da elementi non monetari.
(In migliaia di Euro)
Al 31
dicembre
2023
Accensioni Riclassifiche Rimborsi
Al 31
dicembre
2024
Passività finanziarie non correnti 38.479 - (8.425) - 30.054
Passività finanziarie correnti 20.937 23.017 8.425 (17.638) 34.741
Totale passività finanziarie 59.416 23.017 - (17.638) 64.795
I rimborsi sopra esposti sono al netto del costo ammortizzato annuo.
8.19 Debiti commerciali
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Debiti commerciali” al 31 dicembre 2024 e
2023:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2024 2023
Debiti commerciali verso fornitori 77.382 57.182
Debiti commerciali verso parti correlate 3.927 21.136
Totale debiti commerciali 81.309 78.317
Tale voce include prevalentemente i debiti relativi al normale svolgimento dell’attività produttiva da parte
della Società.
L’analisi dei debiti commerciali verso parti correlate è riportata nella successiva sezione “Rapporti con parti
correlate” del Bilancio d’esercizio.
Si ritiene che il valore contabile dei debiti commerciali approssimi il relativo fair value.
8.20 Altre passività correnti
La seguente tabella riporta il dettaglio della voce “Altre passività correnti” al 31 dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2024 2023
Debiti verso dipendenti 5.493 5.305
Debiti verso istituti di previdenza 1.551 1.380
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
252
Debiti tributari 4.908 2.912
Ratei e risconti passivi 2.401 2.617
Debiti diversi
407
358
Totale altre passività correnti 14.761 12.573
I debiti verso dipendenti si riferiscono a retribuzioni da liquidare e oneri differiti quali ferie, permessi e
mensilità aggiuntive.
I debiti verso istituti di previdenza si riferiscono prevalentemente alle passività verso l’INPS ed altri istituti
previdenziali per il versamento di contributi.
I debiti tributari al 31 dicembre 2024 includono prevalentemente debiti verso l’erario per ritenute alla fonte,
pari ad Euro 1.430 migliaia e per consolidato fiscale pari ad Euro 3.478 migliaia.
9. NOTE AL CONTO ECONOMICO
9.1 Ricavi da contratti con i clienti
La tabella che segue riporta il dettaglio della voce “Ricavi da contratti con i clienti” per settore operativo:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
202
4
202
3
Milk products
274.547
2
62.449
Dairy products 60.139 57.189
Altre attività 15.026 14.256
Totale ricavi da contratti con i clienti 349.712 333.894
La tabella che segue riporta il dettaglio della voce “Ricavi da contratti con i clienti” per canale distributivo:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
202
4
2023
Grande distribuzione organizzata
2
20
.519
208.628
B2B partners 11.432 11.666
Normal trade 83.855 81.390
Private label 16.073 15.307
Food service
1
7.833
16.903
Totale ricavi da contratti con i clienti
3
49.712
333.894
La tabella che segue riporta il dettaglio della voce “Ricavi da contratti con i clienti” per area geografica:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2024 2023
Italia 305.470 292.951
Germania 17.686 15.651
Altri Paesi
2
6.556
2
5.292
Totale ricavi da contratti con i clienti
349.712
333.894
L’informativa settoriale è riportata nella precedente sezione 7 del Bilancio d’esercizio.
I ricavi da contratti con i clienti per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2024 sono quasi esclusivamente relativi
alla vendita di beni. I ricavi associati a tali vendite di beni sono rilevati nel momento del trasferimento del
controllo dell’attività ai clienti.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
253
9.2 Costi operativi
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio dei costi operativi suddivisi sulla base della loro
destinazione:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2024 2023
Costo del venduto (281.541) (271.002)
Spese di vendita e distribuzione (52.696) (49.557)
Spese amministrative
(
8.563
)
(8.258
)
Totale costi operativi (341.800) (328.817)
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio dei medesimi costi operativi suddivisi sulla base della loro
natura:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2024 2023
Materie prime e prodotti finiti
191.
310
180.706
Costo del personale 35.434 33.983
Packaging 22.761 23.220
Trasporti 25.715 24.832
Ammortamenti
15.267
15.985
Utenze 19.659 20.468
Provvigioni su vendite 8.777 8.180
Manutenzione e riparazione 6.955 6.710
Facchinaggio e magazzinaggio
4.255
3.783
Costo per godimento beni di terzi 1.212 677
Spese commerciali 2.940 2.708
Altri costi minori 2.151 1.925
Vigilanza e pulizia
1.178
1.161
Pubblicità e promozioni 1.001 1.224
Spese amministrative 799 744
Consulenze e prestazioni professionali 788 782
Assicurazioni
682
693
Analisi e prove di laboratorio 210 190
Compensi presidente e amministratori 315 303
Compensi società di revisione 131 100
Royalties passive
71
76
Noleggio 161 213
Altri costi 28 110
Collegio Sindacalce - 45
Totale costi 341.800 328.817
I costi operativi per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2024 registrano un incremento per effetto di un amento
delle quantità vendute nel corso dell’esercizio e di un incremento medio delle principali componenti del costo
del venduto (prevalentemente incremento del costo del personale per effetto del rinnovo del contratto
collettivo nazionale e l’incremento del costo medio di acquisto della materia prima).
9.3 Svalutazioni nette di attività finanziarie
La voce “Svalutazioni nette di attività finanziarie”, pari ad Euro 197 migliaia per l’esercizio chiuso al 31
dicembre 2024, si riferisce principalmente alla svalutazione di crediti commerciali. Il prospetto di dettaglio
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
254
relativo alla movimentazione del fondo svalutazione crediti per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2024
riportato nella precedente Nota 8.8 - “Crediti commerciali” del Bilancio d’esercizio.
9.4 Altri ricavi e proventi
La tabella che segue riporta il prospetto di dettaglio della voce “Altri ricavi e proventi”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2024 2023
Locazioni attive 31 30
Rimborsi e risarcimenti 772 100
Contributi in conto esercizio 263 336
Altri ricavi minori
3.01
3
5.621
Totale altri ricavi e proventi
4.079
6.087
9.5 Altri costi operativi
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio della voce “Altri costi operativi”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2024
2023
Bolli, tributi e imposte locali 675 644
Altri costi operativi 1.381 1.352
Totale altri costi operativi 2.056 1.996
9.6 Proventi e oneri finanziari
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio della voce “Proventi finanziari”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2024 2023
Altri proventi finanziari 1.730 756
Totale proventi finanziari 1.730 756
La tabella di seguito riporta il dettaglio della voce “Oneri finanziari”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31
dicembre
202
4
202
3
Interessi passivi su finanziamenti
2.575
2.685
Altri oneri finanziari 2.286 2.313
Commissioni 261 304
Differenze cambio 17 45
Totale oneri finanziari
5.139
5.347
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
255
9.7 Imposte sul reddito
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio della voce “Imposte sul reddito”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2024 2023
Imposte correnti 2.464 1.436
Imposte relative a esercizi precedenti 28 5
Totale imposte correnti 2.492 1.441
Diminuzione (aumento) di imposte anticipate (506) (146)
Aumento (diminuzione) di imposte differite
(77)
(94)
Totale imposte differite
(583)
(240)
Totale imposte sul reddito
1.909
1.201
La tabella che segue riporta la riconciliazione del tasso teorico d’imposizione fiscale con l’effettiva incidenza
sul risultato ante imposte:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2024 2023
Risultato prima delle imposte 6.328 4.160
Aliquota teorica 27,9% 27,9%
Onere fiscale teorico
1.
766
1.161
Rettifiche
Differenza permanente 115 36
Imposte relative a esercizi precedenti 28 5
Imposte sul reddito 1.909 1.201
9.8 Risultato netto per azione
La tabella di seguito riporta il risultato netto per azione, calcolato come rapporto tra il risultato netto e la
media ponderata del numero di azioni ordinarie in circolazione nel periodo:
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2024 2023
Utile dell’esercizio
in Euro migliaia
4.419
2.959
Media ponderata delle azioni in circolazione 13.936 14.000
Utile per azione (in Euro) 0,32 0,21
Il risultato netto diluito per azione è uguale al risultato netto per azione, in quanto non vi sono in essere
strumenti finanziari con potenziali effetti diluitivi.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
256
RAPPORTI CON PARTI CORRELATE
Le operazioni poste in essere dalla Società con le parti correlate, individuate sulla base dei criteri definiti dallo
IAS 24 “Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate”, sono principalmente di natura
commerciale e finanziaria e sono effettuate a normali condizioni di mercato. Sebbene le operazioni con parti
correlate siano effettuate a normali condizioni di mercato, non vi è garanzia che, ove le stesse fossero state
concluse fra o con terze parti, queste ultime avrebbero negoziato e stipulato i relativi contratti, ovvero eseguito
le operazioni stesse, alle medesime condizioni e con le stesse modalità.
La Società intrattiene rapporti con le seguenti parti correlate:
Newlat Group S.A., società controllante indiretta;
Newlat Food S.p.A., società controllante diretta; e
società controllate dalla controllante diretta o dalle controllanti indirette e diverse dalle proprie
controllate e collegate (“Società sottoposte al controllo delle controllanti”).
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
257
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio dei saldi patrimoniali relativi ai rapporti della Società
con parti correlate al 31 dicembre 2024 e 2024:
(In migliaia di Euro)
Società
controllante
diretta
Società
controllante
indiretta
Società
sottoposte
al controllo
delle
controllanti
Totale
Totale voce di
bilancio
Incidenza
sulla voce
di bilancio
Newlat Food
Newlat
Group
New
Property
Attività per diritto d'uso
Al 31 dicembre 2024 5.520 - 2.877 8.397 14.961 56,13%
Al 31 dicembre 2023 8.281 - 3.528 11.809 17.915 65,92%
Crediti commerciali
Al 31 dicembre 2024
7.395
933
-
8.328
38.268
21,8%
Al 31 dicembre 2023 6.920 197 - 7.117 26.957 26,4%
Altri crediti e attività
correnti
Al 31 dicembre 2024 5.867 -
-
5.867 14.300 40,9%
Al 31 dicembre 2023 5.842 -
-
5.842 14.301 40,8%
Attività finanziarie
correnti valutate al costo
ammortizzato
Al 31 dicembre 2024 - 15 2.525 2.540 2.540 100,0%
Al 31 dicembre 2023 -
-
3.025 3.025 3.025 100,0%
Disponibilità liquide e
mezzi equivalenti
Al 31 dicembre 2024 35.218 -
-
- 42.613 82,6%
Al 31 dicembre 2023 29.270 -
-
29.270 36.032 81,2%
Passività per leasing non
correnti
Al 31 dicembre 2024
1.988
-
1.932
3.920
8.358
46,9%
Al 31 dicembre 2023 3.945 - 3.068 7.013 11.458 61,2%
Debiti commerciali
Al 31 dicembre 2024 2.259 12 1.376 3.927 81.309 4,8%
Al 31 dicembre 2023
20.960
30
145
21.135
78.317
27,0%
Passività finanziarie
correnti
Al 31 dicembre 2024 187 -
-
187 34.741 0,5%
Al 31 dicembre 2023 5.272 3.025 - 8.297 20.937 39,6%
Passività per leasing
correnti
Al 31 dicembre 2024 8.310 - 636 8.946 10.033 89,2%
Al 31 dicembre 2023 8.279 - 611 8.890 9.674 91,9%
Altre passività correnti
Al 31 dicembre 2024 3.478 -
-
3.478 14.761 23,6%
Al 31 dicembre 2023 1.615 -
-
1.615 12.573 12,8%
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
258
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio dei saldi economici relativi ai rapporti della Società con
parti correlate per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2024 e 2023:
(In migliaia di Euro)
Società
controllante
diretta
Società
controllante
indiretta
Società
sottoposte
al controllo
delle
controllanti
Totale
Totale
voce di
bilancio
Incidenza
sulla voce
di
bilancio
Newlat Food
Newlat
Group
New
Property
Altre
Ricavi da contratti con i clienti
Al 31 dicembre 2024 1.171 -
-
-
1.171 349.712 0,3%
Al 31 dicembre 2023 3.177 -
-
-
3.177 333.894 1,0%
Costo del venduto
Al 31
dicembre 2024
5.782
-
809
332
6.923
295.424
2,3%
Al 31 dicembre 2023 5.393 - 775 238 6.406 271.002 2,4%
Spese amministrative
Al 31 dicembre 2024 - 48 -
-
48 4.569 1,1%
Al 31 dicembre 2023 - 48 -
-
48 8.259 0,6%
Proventi finanziari
Al 31 dicembre 2024 760 773 -
-
1.533 1.729 88,6%
Al 31 dicembre 2023 453 197 -
-
650 756 86,0%
Oneri finanziari
Al 31 dicembre 2024 416 74 129 - 619 5.139 12,0%
Al 31 dicembre 2023
434
8
152
-
594
5.139
11,6%
Operazioni con la controllante Newlat Food SpA
Le disponibilità liquide e mezzi equivalenti, pari ad Euro 35.318 migliaia al 31 dicembre 2024, sono
riconducibili ai rapporti di tesoreria centralizzata con la controllante diretta Newlat Food S.p.A.
Le attività per diritto d’uso si riferiscono all’affitto del ramo d’azienda del settore Milk&Dairy concesso a far
data dal 1°gennaio 2021 e rinnovato in corso d’esercizio 2023 fino al 2026.
Operazioni con la controllante indiretta Newlat Group SA
Le attività finanziarie correnti pari ad Euro 15 migliaia al 31 dicembre 2024, sono riconducibili ai rapporti di
tesoreria centralizzata con la Newlat Group SA.
Le spese amministrative pari ad Euro 48 migliaia al 31 dicembre 2024 sono riconducibili a spese di gestione
sostenute in relazione a contratti di prestazioni di servizi con la controllante Newlat Group SA.
Operazioni con società sottoposte al controllo delle controllanti
Di seguito si riportano le società soggette al controllo delle controllanti con cui la Società ha intrattenuto
rapporti nel corso dei periodi in esame:
New Property S.p.A., società immobiliare a cui vengono corrisposti canoni relativi a contratti di
locazione immobiliare;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
259
altre società sottoposte al controllo delle controllanti, quale Newservice S.r.l.
Operazioni con New Property S.p.A.
Al 31 dicembre 2024 le attività per diritto d’uso, pari ad Euro 3.528 migliaia, e le passività per leasing correnti
e non correnti, rispettivamente per Euro 636 migliaia ed Euro 1.932 migliaia, si riferiscono ai beni immobili,
concessi in locazione a Newlat e successivamente ceduti nell’ambito dell’operazione di affitto di ramo
d’azienda del settore Milk&Dairy. La contabilizzazione di tali contratti in base all’IFRS 16 ha comportato la
rilevazione di ammortamenti, iscritti nel costo del venduto, per Euro 809 migliaia, e di oneri finanziari per
Euro 129 migliaia per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2024.
Al 31 dicembre 2024 sono iscritti crediti di natura finanziaria nei confronti della New Property S.p.A. per un
ammontare complessivo pari ad Euro 2.525 migliaia.
Ad eccezione delle parti correlate sopra identificate non sono avvenute transazioni con Società riconducibili
a dirigenti con responsabilità strategiche.
10. ALTRE INFORMAZIONI
10.1 Contributi governativi
Ai sensi dell’art.1, comma 125 della Legge 124/2017 si informa che nel corso del 2024 la società non ha
ricevuto contributi in conto esercizio.
10.2 Compensi agli Amministratori
I compensi spettanti agli Amministratori e ai membri del comitato Sindaci ammontano rispettivamente ad
Euro 315 migliaia.
10.3 Compensi alla società di revisione
I compensi spettanti alla società di revisione (PricewaterhouseCoopers SpA) a fronte di servizi forniti alla
Società per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2024 ammontano complessivamente a Euro 131 migliaia, e si
riferiscono a:
compensi per prestazione di servizi di revisione legale per Euro 90 migliaia;
compensi per prestazione di servizi diversi dalla revisione legale e finalizzati all’emissione di
un’attestazione per Euro 41 migliaia.
10.4 Rischi ambientali e climatici
Il cambiamento climatico rappresenta una delle principali forze dirompenti con il potenziale di determinare
cambiamenti sostanziali nelle operazioni della Società nel breve, medio e lungo termine. Molti dei potenziali
impatti del cambiamento climatico possono essere definiti come rischi: rischi fisici per il nostro ambiente o
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
260
rischi legati alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio per perseguire gli obiettivi
dell’Accordo di Parigi. Il rischio climatico può colpire aziende, istituzioni finanziarie, famiglie, paesi e il sistema
finanziario in generale. Tuttavia, potrebbero sorgere opportunità per quelle aziende che favoriscono la
transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio quali una migliore attrattività verso gli investitori,
un rafforzamento della reputazione dell’azienda tra gli stakeholder ed una maggiore sostenibilità del business
a lungo termine.
Il Gruppo Newlat, e conseguentemente la Società, monitorano costantemente i rischi legati ai cambiamenti
climatici ed effettuano regolari valutazioni per misurare la propria resilienza nei confronti dei rischi ritenuti
rilevanti. Tale analisi è stata effettuata anche nel corso del 2024, in concomitanza con l’aggiornamento
dell’ERM di Gruppo. Vi sono poi altri elementi che permettono di accrescere la resilienza della Società. Primo
tra questi, la solidità finanziaria della Società e del Gruppo a cui appartiene che consente di ottenere capitali a
un costo sostenibile, facilitando il finanziamento di investimenti strategici e di misure di mitigazione dei rischi
senza compromettere l’equilibrio economico-finanziario.
Inoltre, la capacità di riconvertire, potenziare o dismettere gli asset esistenti rappresenta un fattore chiave di
adattabilità, permettendo di ottimizzare le risorse, ridurre il rischio di immobilizzazioni obsolete e rispondere
tempestivamente alle evoluzioni del mercato o a eventuali criticità operative.
L’analisi dei rischi sopra menzionata ha incluso la valutazione dell’impatto del cambiamento climatico sulla
catena di approvvigionamento, sugli asset aziendali e sulle performance economico-finanziarie, considerando
anche l’aderenza alle normative ambientali e gli impegni internazionali di transizione verso un’economia a
basse emissioni di carbonio.
Tale valutazione degli impatti derivanti dai cambiamenti climatici sulle nostre operazioni effettuata nel 2024
non ha evidenziato problematiche tali da compromettere l’ordinario svolgimento delle attività o che non siano
affrontabili con le risorse a disposizione e non risulta emersa alcuna questione economica materiale
significativa che abbia avuto effetti sulla redazione del presente bilancio.
Nello specifico, sono state fatte le seguenti considerazioni:
il rischio di dipendenze critiche e/o possibili interruzioni nella catena di approvvigionamento è stato
mitigato mediante l’attivazione di piani di emergenza e di diversificazione geografica dei fornitori;
per quanto riguarda i rischi relativi agli asset, alle infrastrutture e alla continuità operativa, non sono
stati riscontrati, negli ultimi anni, problemi significativi dovuti a eventi climatici estremi. Il
monitoraggio costante di questi aspetti consente l’adozione tempestiva di misure preventive per
minimizzare eventuali impatti;
in materia di conformità normativa, la Società ha istituito un sistema di gestione ambientale con figure
dedicate sia al controllo dei consumi e delle emissioni sia al monitoraggio dell’evoluzione della
normativa europea per garantire la piena conformità alle direttive sulla decarbonizzazione.
In ultimo, la Società ha tenuto conto degli impatti derivanti dal cambiamento climatico con riferimento:
alle previsioni dei flussi di cassa utilizzate nelle valutazioni di perdita di valore del valore d'uso delle
attività non correnti compreso l'avviamento e le atre attività a vita utile indefinita: non sono stati
identificati fattori di rischio nel 2024;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
261
ai fattori che determinato il valore contabile delle attività non correnti (quali valori residui, vite utili e
metodi ammortamento, accantonamenti e contratti onerosi): non sono stati identificati fattori di
rischio nel 2024.
10.5 Inflazione
Il settore in cui opera la Società è stato esposto alle sfide delle pressioni inflazionistiche incrementali. Sebbene
vi siano alcuni fattori favorevoli per l’economia mondiale derivanti dall’ulteriore allentamento delle pressioni
sulla catena di approvvigionamento globale dovuto al miglioramento dell’offerta e all’indebolimento della
domanda, persistono rischi al ribasso nella crescita globale. I rischi derivanti dal relativo indebolimento delle
performance dei settori industriali unitamente ai cambiamenti nei comportamenti dei consumatori, nonché
l'evoluzione complessiva dello scenario macroeconomico, sono costantemente monitorati dalla Società per
mitigare eventuali impatti. Anche nel 2024 l’intensificarsi delle pressioni inflazionistiche è stato mitigato dal
favorevole mix di vendita e dagli incrementi di prezzo applicati durante tutto l’anno.
10.6 Evoluzione prevedibile della gestione
Considerando il breve lasso di tempo storicamente coperto dal portafoglio ordini della Società e le difficoltà
ed incertezze della attuale situazione economica globale non risulta agevole formulare previsioni
sull’andamento del prossimo esercizio, che appare comunque molto positivo. La società continuerà a prestare
particolare attenzione al controllo dei costi ed alla gestione finanziaria, al fine di massimizzare la generazione
di free cash flow da destinare sia alla crescita organica per via esterna che alla remunerazione degli Azionisti.
Gli Amministratori ritengono, sulla base delle informazioni disponibili alla data di predisposizione della
presente relazione, di escludere ragionevolmente impatti negativi significativi.
10.7 Continuità aziendale
Con riferimento a quanto esposto nel precedente paragrafo, pur considerando la complessità di un contesto
di mercato in rapida evoluzione, la Società considera appropriato e corretto il presupposto della continuità
aziendale, tenuto conto della sua capacità di generare flussi di cassa dall’attività operativa e far fronte alle
proprie obbligazioni nel prevedibile futuro e in particolare nei prossimi 12 mesi, sulla base della solidità della
struttura finanziaria, con riferimento alla quale si evidenzia quanto di seguito:
la consistente scorta di liquidità disponibile al 31 dicembre 2024;
la presenza di linee di credito accordate e non utilizzate al 31 dicembre 2024 dalla Società nei confronti
dell’azionista di maggioranza Newlat Food SpA;
il costante supporto dato delle principali banche alla società ed al Gruppo Newlat a cui appartiene,
anche per effetto della sua posizione di leadership nel settore in cui opera.
Si evidenzia, inoltre, che le disponibilità liquide al 31 dicembre 2024, i rapporti di cash pooling in essere con
la Controllante diretta, le linee di credito attualmente disponibili e i flussi di cassa che verranno generati dalla
gestione operativa, sono ritenuti più che sufficienti per adempiere alle obbligazioni e a finanziare l’operatività
della Società.
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10.8 Eventi successivi alla chiusura del periodo
Non vi sono ulteriori eventi significativi successivi alla data di chiusura della presente relazione annuale.
10.9 Proposta di destinazione del risultato netto
Signori Azionisti, il bilancio d’esercizio che sottoponiamo alla Vostra approvazione chiude con un utile di
Euro 4.419.221 che proponiamo di destinare per il 5% a riserva legale e il restante 95% a riserva straordinaria.
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ATTESTAZIONE DEL BILANCIO D’ESERCIZIO, AI SENSI DELL’ARTICOLO 154-BIS
DEL D.DLGS 58/98
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RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE
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RELAZIONE DEL COMITATO PER IL CONTROLLO SULLA GESTIONE
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